Tribunale Torino sez. riesame, 30/03/2002
PREMESSO
che F.A. è indagata per omicidio volontario ai danni del proprio figlio S.L. di anni tre perpetrato in data 30 gennaio 2002;
che più in particolare, dagli Atti trasmessi a questo Organo ex art. 309 comma 5 c.p.p., emergono le seguenti circostanze in ordine alle modalità di svolgimento dei principali fatti di causa:
alle ore 8 28/17 del 30 gennaio 2002 F.A. chiamava il servizio medico di pronto intervento 118 di Aosta dicendo all'operatrice C.N. che il proprio figlio vomitava sangue dalla bocca;
alle ore 8 e 41 veniva inviato un elicottero presso il luogo da cui era partita la chiamata, che perveniva a destinazione verso le ore 8 e 51- 8 e 52;
sul posto già si trovavano, oltre alla madre di S.L., la dottoressa S.A. (convocata telefonicamente dalla stessa F.A. a partire dalle ore 8 e 27 minuti primi e 30 minuti secondi), intenta prestare le prime cure al bambino detergendo le ferite e praticandogli una iniezione di cortisone, nonché il suocero di questa S.M., la vicina di casa F.D. ed alcune persone che si trovavano a passare nei paraggi e che erano state attirate dall'improvvisa animazione creatasi attorno alla villetta abitata dai coniugi L.S-F.A.;
il medico di servizio a bordo dell'elicottero, tale I.L., trovava il piccolo S.L. in condizioni disperate, adagiato su di un giaciglio allestito nella zona esterna della predetta abitazione su precisa indicazione di tale P.A., operatore al servizio sanitario, pur rilevando che il piccolo versava in stato comatoso terminale, tentava comunque di effettuare un intervento di rianimazione inserendo una cannula nel cavo orale, onde evitare la retroflessione della lingue, e somministrando ossigeno;
alle ore 9 e 19 minuti il bambino veniva caricato sull'elicottero, ove proseguivano i tentativi di rianimazione, e giungeva in ospedale alle ore 9 e 47 minuti in condizioni di assoluta assenza di parametri vitali;
alle ore 9 e 55 minuti primi il dott. B.N. del Pronto Soccorso di Aosta ne constatava il decesso per: trauma cranico maggiore con ferite di verosimile natura da punta e taglio regione frontale destra e regione fronto-orbitaria sinistra e regione parietale destra e sinistra, con sottostanti sfondamenti ossei e pluriframmentazioni ed affossamento delle ossa frontale e parietale destra e sinistra, con perdita di sostanza parenchimale cerebrale;
il dott. I.L., al suo arrivo presso l'abitazione dei L., rilevava immediatamente che le lesioni riportate dal piccolo S.L. erano del tutto incompatibili con la diagnosi di aneurisma cerebrale prospettata in un primo tempo dalla dott. S.A. e, su sua indicazione, tale G.E., intervenuto esso pure per prestare soccorso, chiamava i Carabinieri della stazione di Cogne il cui comandante, alle ore 9 e 6 minuti primi, allertava la centrale operativa del Comando Gruppo Carabinieri di Aosta, riferendo in merito all'intervento compiuto dal servizio di pronto soccorso 118;
alle ore 10 veniva eseguito un primo accertamento urgente su8llo stato dei luoghi e nel corso di tale operazione venivano rinvenute all'esterno dell'abitazione numerose tracce ematiche riconducibili al fatto oggetto d'indagine;
le immagini dell'interno dell'abitazione venivano immediatamente riprodotte per mezzo di riprese cinematografiche;
dalle dichiarazioni rese nell'immediatezza della indagata, dalla dott. S.A. r dalla vicina di casa F.D. (reciprocamente concordanti ed almeno in questa parte integralmente attendibili) emergeva che il corpo del piccolo S.L. si trovava, al momento del suo rinvenimento, nella camera da letto dei genitori, sita al piano seminterrato dell'abitazione, posizionato, come può anche evincersi dalle fotografie scattate all'interno di tale camera, nella parte alta del letto, sulla sinistra (guardando dai piedi dello stesso), con il capo poggiato sul cuscino;
in sede di esame autoptico venivano rilevate 17 ferite lacero-contuse, distribuite in regione fronto-parietale bilateralmente;
la causa della morte veniva quindi ricondotta dal professor Francesco Viglino, consulente tecnico del P.M., ad un trauma cranico aperto con edema cerebrale acuto;
tale consulenza portava gli inquirenti ad escludere una prima serie di ipotesi alternative quali trauma accidentale, aggressione da parte di un animale, cause di natura organica e, in considerazione del numero, della localizzazione e della natura delle ferite, veniva imputata l'azione lesiva all'aggressione dolosa di un terzo;
dagli esiti della suddetta consulenza autoptica, e segnatamente dall'assenza di ipostasi sul cadavere, oltre che dall'assenza in altri luoghi della casa di significative tracce ematiche emergeva che l'omicidio era stato consumato all'interno della camera da letto dei coniugi L.;
veniva in particolare constatato che la vittima era stata aggredita mentre si trovava nel letto matrimoniale, in posizione supina sulla parte sinistra (sempre per chi guarda dai piedi dello stesso);
tale assunto risultava anche suffragato dalla presenza di un'estesa chiazza ematica con frammenti ossei e materia cerebrale, proprio sul cuscino e sulla zona sottostante del materasso, in detta parte del letto, oltre che dalla circostanza che, all'esito degli accertamenti urgenti ivi effettuati, i militari operanti attestavano: in tutto lo stabile non abbiamo trovato tracce evidenti di avvenuta colluttazione o segni comunque riconducibili ad episodi violenti; vistose macchie di sangue venivano per contro rinvenute sul lenzuolo e sul piumone posti sul suddetto letto, sulla parte di muro alla sinistra dello stesso, sulla testiera e sul muro retrostante ad essa, sul muro e sul comodino posti alla destra, sulle due abatjour poste sui comodini ai due lati sul calorifero ubicato sopra la finestra e sulle tende della finestra stessa ed addirittura sul soffitto, in prossimità della lampada ubicata in posizione centrale;
venivano pertanto escluse tutte le ipotesi alternative di perpetrazione dell'omicidio in altri locali della casa, od in zona esterna;
il teatro del delitto si presentava sostanzialmente ordinato: l'arredamento e le suppellettili apparivano in ordine e non interessate dall'azione aggressiva esercitata sul corpo del piccolo S.L., non erano visibili segni di confusione, o di colluttazione, non risultava essere stato sottratto nulla dalla camera;
la mano sinistra della piccola vittima presentava sulle prime falangi delle dita indice e medio, alcune ferite lacero-contuse;
dalla natura della lesione e dalle valutazioni svolte dal consulente tecnico del P. M. prof. Viglino emergeva una priorità temporale di tali ferite rispetto a quelle inferte sul capo della vittima, sintomatiche, ad avviso degli inquirenti, della circostanza che il bambino, prima di venire colpito al capo, era stato colpito alla mano sinistra, mentre cercava di