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Riformare il CSM oggi, per non fare la fine della Polonia domani.

L’impressione è che l’attuale maggioranza di governo voglia nascondere le intercettazioni di Palamara sotto al tappeto, proponendo come argine alle deviazioni del sistema correntizio slogan elettorali (“blideremo la democrazia” is the new “aboliremo la povertà”) e facili soluzioni di compromesso.
Il monito del Presidente della Repubblica, superato l’imbarazzo della modesta performance dell’ex capo di ANM nell’arena televisiva di Giletti, sembra essersi indebolito, degradandosi giorno dopo giorno a mero suggerimento, del quale oggi riusciamo a malapena a percepirne l’eco.
L’atteggiamento turbato e titubante del Ministro Bonafede, accompagnato dal silenzio assordante dei dem e di una buona parte degli organi di informazione, è molto pericoloso e questo perché espone, nel lungo periodo, il paese al pericolo di una deriva costituzionale senza precedenti.

Qui dobbiamo intenderci: in gioco non c’è la credibilità della magistratura, ma la sua indipendenza.Basta volgere lo sguardo ad Est, nella vicina Polonia, per rendersene conto e scoprire come una semplice infezione sottovalutata e trascurata, nel tempo, possa cronicizzarsi o peggio ancora compromettere irrimediabilmente un quadro clinico già incerto.Nel giro di tre anni, il Parlamento polacco ha difatti trascinato il paese in una gravissima emergenza istituzionale e democratica, mettendo la Corte suprema ed tribunali ordinari polacchi nelle mani di giudici disciplinari nominati direttamente dalla Camera bassa del parlamento polacco e del Ministero della Giustizia.In altri termini, il presidente Duda ha condannato a morte lo Stato di Diritto, azzerando l’indipendenza della magistratura e sottomettendola al potere legislativo.

Qui dobbiamo intenderci: in gioco non c’è la credibilità della magistratura, ma la sua indipendenza.Basta volgere lo sguardo ad Est, nella vicina Polonia, per rendersene conto e scoprire come una semplice infezione sottovalutata e trascurata, nel tempo, possa cronicizzarsi o peggio ancora compromettere irrimediabilmente un quadro clinico già incerto.Nel giro di tre anni, il Parlamento polacco ha difatti trascinato il paese in una gravissima emergenza istituzionale e democratica, mettendo la Corte suprema ed tribunali ordinari polacchi nelle mani di giudici disciplinari nominati direttamente dalla Camera bassa del parlamento polacco e del Ministero della Giustizia.In altri termini, il presidente Duda ha condannato a morte lo Stato di Diritto, azzerando l’indipendenza della magistratura e sottomettendola al potere legislativo.

In Italia, siamo molto lontani da tutto questo, ma gli equilibri politici interni dopo l’emergenza sanitaria appaiono sempre più incerti ed imprevedibili, ed in un contesto del genere anche uno scenario distopico può costituire una fonte di seria preoccupazione.Il precedente polacco potrebbe tornare utile, ad esempio, ad una nuova ed ampia maggioranza parlamentare con il cuore rivolto verso Visegrad, alla ricerca di una “soluzione definitiva” alle interferenze tra il potere esecutivo e quello giudiziario.È per questo che non possiamo permetterci alcuna esitazione e dobbiamo assumere adesso decisioni serie, coraggiose e soprattutto condivise.

Adesso, non domani.

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