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Cassazione Penale

Cassazione penale sez. V, 16/12/2021, n.2732

La massima

In tema di bancarotta fraudolenta patrimoniale, l'obbligo di verità, penalmente sanzionato e gravante sul fallito ex art. 87 l. fall., unitamente alla sua responsabilità in ordine alla conservazione della garanzia patrimoniale, giustifica l'apparente inversione dell'onere della prova a suo carico, in caso di mancato rinvenimento di beni aziendali o del loro ricavato, senza che ciò interferisca col diritto al silenzio garantito all'imputato in sede processual-penale.

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO 1.Con sentenza del 13.12.2018 la Corte di Appello di Ancona, in parziale riforma della pronuncia emessa in primo grado nei confronti di C.S., che lo aveva dichiarato colpevole del reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, ha, previa concessione delle attenuanti generiche ritenute equivalenti alla contestata aggravante, rideterminato, riducendola, la pena al predetto inflitta in anni tre di reclusione, nonché ridotto le pene accessorie fallimentari, confermando nel resto la decisione del primo giudice. 2.Ricorre per cassazione l'imputato, tramite il difensore di fiducia, deducendo due motivi. 2.1.Col primo motivo deduce il vizio di motivazione per mancanza, contraddittorietà e manifesta illogicità della stessa in relazione alla distrazione di Euro 120.000,00, quale residuo di cassa, per avere la corte territoriale tratto la prova di essa dalla relazione del curatore senza averne previamente verificato l'attendibilità alla stregua della documentazione contabile, che non risulta acquisita agli atti del processo. 2.2.Col secondo motivo, proseguendo nel discorso avviato col primo, rappresenta che non può attribuirsi rilievo al fatto che l'imputato non abbia offerto giustificazioni in ordine alle mancanze rilevate dal curatore, avendo egli diritto al silenzio. Il curatore in ogni caso ha riferito di beni mancanti sulla sola base del raffronto tra il registro dei beni strumentali e il verbale di inventario, laddove il difensore ha comunque rappresentato al predetto, con istanza del 4.2.2015, che i beni indicati come mancanti fossero, in parte, ancora nel possesso del proprietario, L., in parte, allo stesso dati in custodia in occasione del rilascio forzato dell'immobile e dell'azienda ed, in parte, pignorati e venduti in una precedente esecuzione. Tali elementi smentiscono la circostanza secondo cui il C. avrebbe avuto la materiale disponibilità dei beni risultati mancanti, sicché lo stesso avrebbe dovuto essere assolto dal reato ascrittogli, quanto meno limitatamente a tale condotta (col conseguente venir meno dell'aggravante dei più fatti di bancarotta e rideterminazione della pena in misura inferiore a tre anni). 3. Il ricorso è stato trattato, ai sensi del D.L. n. 137 del 2020, art. 23, comma 8, convertito dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176, senza l'intervento delle parti che hanno così concluso per iscritto: il Sostituto Procuratore Generale presso questa Corte ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso; il difensore dell'imputato ha insistito nei motivi di ricorso chiedendone l'accoglimento. CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Il ricorso è infondato. 1.1.Col primo motivo si contesta genericamente che la corte territoriale non avrebbe considerato che, in assenza di prova documentale in relazione alla somma di denaro di Euro 120.000, si sarebbe dovuto mandare assolto l'imputato, non essendo sufficiente ai fini della condanna in ordine alla distrazione di tale somma quanto dichiarato dal curatore nella relazione ex art. 33 L. Fall. e in dibattimento, né il fatto che l'imputato non abbia in alcun modo giustificato le risultanze che gli si addebitano né al curatore né in sede dibattimentale. E' solo il caso di evidenziare che il ricorrente al riguardo non contesta tanto la veridicità del dato indicato dal curatore quanto, in generale, l'attendibilità della relazione ex art. 33 L. Fall. per il solo fatto che non fossero stati ad essa allegati gli atti nella medesima richiamati, laddove la relazione ex art. 33 L. Fall., che peraltro è un atto del fascicolo fallimentare a cui ha possibilità di accesso il fallito, ben può essere posta a base della affermazione di responsabilità dell'imputato. Ed invero, come è stato già condivisibilmente affermato da questa Corte, le relazioni e gli inventari redatti dal curatore fallimentare sono ammissibili come prove documentali in ogni caso e non solo quando siano ricognitivi di una organizzazione aziendale e di una realtà contabile, atteso che gli accertamenti documentali e le dichiarazioni ricevute dal curatore costituiscono prove rilevanti nel processo penale, al fine di ricostruire le vicende amministrative della società (Sez. F, Sentenza n. 49132 del 26/07/2013, Rv. 257650, Sez. 5, n. 12338 del 30/11/2017 Ud., dep. 16/03/2018, Rv. 272664). E, quanto alla mancanza di giustificazioni da parte dell'imputato, va osservato che in ogni caso egli era tenuto, nella qualità rivestita, a fornire, quanto prima, al curatore, in sede fallimentare, tutte le delucidazioni e controdeduzioni del caso per consentire allo stesso di assolvere alle incombenze proprie della sua carica; e da tale omissione, secondo la consolidata giurisprudenza di questa Corte, sono desumibili elementi di valutazione ai fini della prova del reato di bancarotta patrimoniale; elementi di valutazione che rimangono tali di là della contestazione da parte della difesa, in sede penale, delle altre risultanze probatorie (nel caso di specie, peraltro, come detto, generica); sicché rimanendo nel caso di specie, oltre il resto, comunque il fatto, opportunamente, valorizzato dai giudici di merito, che l'imputato non ha giammai reso spiegazioni riguardo alla somma in questione, deve concludersi che correttamente la corte territoriale abbia confermato la pronuncia di primo grado. Il motivo si appalesa pertanto nel suo complesso infondato. 1.2. Anche il secondo motivo, che attacca genericamente la motivazione della sentenza impugnata per non avere considerato le deduzioni difensive che si fondavano sulla documentazione prodotta al fine di dimostrare la sorte dei beni strumentali non rinvenuti dal curatore, è privo di pregio. Esso attraverso il vizio denunciato mira a una rivalutazione delle dichiarazioni del curatore che vengono peraltro riportate in ricorso, estrapolandole dal contesto dichiarativo di riferimento, e senza allegarle per esteso o in altro modo renderle fruibili nella loro completezza (ed invero, secondo la linea ermeneutica consolidata di questa Corte regolatrice, la rispondenza delle valutazioni compiute dal giudice di merito alle acquisizioni processuali può essere dedotta sub specie del vizio di travisamento della prova a condizione che siano indicati in maniera specifica e puntuale gli atti rilevanti - Sez. 1, n. 25117 del 14/07/2006 - dep. 20/07/2006, Stojanovic, Rv. 23416701; Sez. 4, n. 20245 del 28/04/2006 - dep. 14/06/2006, Francia, Rv. 23409901 -, con il risultato di porre a carico del ricorrente un peculiare onere di inequivoca "individuazione" e di specifica "rappresentazione" degli atti processuali che intende far valere, onere da assolvere nelle forme di volta in volta più adeguate alla natura degli atti stessi (integrale esposizione e riproduzione nel testo del ricorso, allegazione in copia, precisa identificazione della collocazione dell'atto nel fascicolo del giudice), laddove, nel caso di specie, le censure - pure a volerle riguardare tutte anche sotto tale profilo - sono state articolate unicamente sulla base di quanto si assume, in maniera generica, essere stato riferito dal curatore e/o di mere considerazioni già ritenute dalla Corte prive di un benché minimo principio di prova). In altri termini, attraverso il complessivo vizio valutativo ed argomentativo articolato si invoca, piuttosto, una rivalutazione delle risultanze processuali oltre che fattuali, vieppiù senza operare un reale confronto con la motivazione avversata - della quale, peraltro, non si denunziano vizi rilevanti ex art. 606 c.p.p., comma 1, lett. e) se non la sostanziale svalutazione delle apodittiche argomentazioni poste a base delle conclusioni della difesa. Con il vizio dedotto ci si limita, per altro vero, a reiterare le censure già mosse in appello, arricchendole con deduzioni rispetto alle quali erano state comunque già fornite risposte, logiche, esaurienti e precise nell'ambito della complessiva ricostruzione resa dal giudice dell'appello sulla base di dati concreti tratti dalle emergenze processuali passate in rassegna. Il motivo in scrutinio, assume, invero, che, in buona sostanza, si sia indicata la destinazione dei beni non rinvenuti dal curatore in sede di inventario, laddove la sentenza impugnata evidenzia che, invece, quanto meno in relazione a diversi di essi, non possa ritenersi raggiunta tale dimostrazione; così, quanto ai beni che la difesa assume oggetto di precedente pignoramento, evidenzia la corte territoriale che non vi è corrispondenza tra questi e quelli non rinvenuti in sede fallimentare, non avendo peraltro il C. dichiarato alcunché al riguardo né al curatore né in sede di giudizio; indi conclude, il giudice di merito, che non si possa ritenere provato che quei beni - o almeno che determinati di essi - abbiano avuto sorte di assegnazione. Ed ancora, quanto ad altri beni non rinvenuti - al netto di quelli risultati essere di proprietà di terzi - la corte territoriale ha parimenti spiegato come anche per essi fosse rimasta incerta la destinazione, non avendo l'imputato fornito indicazioni al riguardo (risolvendosi la prospettazione difensiva nella mera rappresentazione della loro esistenza all'atto del rilascio dell'immobile al proprietario L. e della loro presa in carico da parte di questi in attesa del recupero del C. che era e rimaneva il legittimo proprietario di essi). Valgono, quindi, anche in tal caso, le medesime considerazioni sopra esposte in relazione al primo motivo, con la conseguenza che deve concludersi che, non avendo ancora una volta l'imputato, nella rivestita qualità, fornito alla curatela tutte le spiegazioni atte a giustificare la sorte dei beni strumentali della società fallita, si sia correttamente confermata la decisione assunta dal giudice di primo grado. Ed invero, l'impostazione seguita dalla corte territoriale appare conforme all'indirizzo consolidato secondo cui, in tema di bancarotta fraudolenta, la prova della distrazione o dell'occultamento dei beni della società dichiarata fallita può essere desunta dalla mancata dimostrazione, da parte dell'amministratore, della destinazione dei beni suddetti (Sez. 5, n. 17228 del 17/01/2020, Rv. 279204 - 01; Sez. 5, n. 8260 del 22/09/2015, dep. 2016, Rv. 267710 - 01). Al riguardo, è stato precisato che il giudice non può ignorare l'affermazione dell'imputato di aver impiegato tali beni per finalità aziendali o di averli restituiti all'avente diritto, in assenza di una chiara smentita emergente dagli elementi probatori acquisiti, quando le informazioni fornite alla curatela, al fine di consentire il rinvenimento dei beni potenzialmente distratti, siano specifiche e consentano il recupero degli stessi ovvero l'individuazione della effettiva destinazione (Sez. 5, n. 17228 del 17/01/2020, cit.), laddove nel caso di specie l'imputato non ha affatto fornito alla curatela informazioni utili al riguardo, né tanto meno può ritenersi una valida giustificazione la generica indicazione resa dalla difesa secondo cui i beni sarebbero stati affidati in custodia al Lillini dal momento che questi li aveva in realtà trattenuti presso di sé, secondo quanto riportato nel verbale di rilascio dell'immobile, in attesa del recupero da parte del C. (sicché a rigore non competeva comunque al curatore reperirli). E' solo, infine, il caso di aggiungere che al diritto al silenzio dell'imputato in sede di giudizio penale non corrisponde un analogo diritto nell'ambito della procedura fallimentare, ciò in quanto il fallito - e nel caso di società l'amministratore di questa - ha l'obbligo giuridico di fornire dimostrazione della destinazione dei beni acquisiti al suo patrimonio (cfr. Sez. 5, n. 22894 del 17/04/2013, Rv. 255385 - 01; Sez. 5, Sentenza n. 7569 del 21/04/1999, Rv. 213636); la responsabilità dell'imprenditore per la conservazione della garanzia patrimoniale verso i creditori e l'obbligo di verità, penalmente sanzionato, gravante ex art. 87, L. Fall. sul fallito, o in caso di società sull'amministratore, interpellato dal curatore circa la destinazione dei beni dell'impresa, giustificano l'apparente inversione dell'onere della prova a carico dell'amministratore della società fallita, in caso di mancato rinvenimento di beni aziendali o del loro ricavato. 2. Dalle ragioni sin qui esposte deriva il rigetto del ricorso, cui consegue, per legge, ex art. 606 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese di procedimento. P.Q.M. Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Così deciso in Roma, il 16 dicembre 2021. Depositato in Cancelleria il 24 gennaio 2022

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Fatture per operazioni inesistenti: si configura anche nell'ipotesi di fatture emesse a favore di ditte cartiere
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Fatture per operazioni inesistenti: il reato è configurabile anche nel caso di fatturazione solo soggettivamente falsa
Fatture per operazioni inesistenti: sul c.d. superbonus 110% e lo sconto in fattura
Fatture per operazioni inesistenti: l'evasione di imposta non è elemento costitutivo del reato
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con la bancarotta fraudolenta impropria
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova della posizione di amministratore di fatto
Fatture per operazioni inesistenti: questioni intertemporali
Fatture emesse per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio
Fatture per operazioni inesistenti: sull'attenuante conseguente al pagamento dei debiti tributari
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato
Fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: sulla competenza per territorio
Fatture per operazioni inesistenti: ha natura di reato comune
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: possono concorrere soggetti diversi dall'utilizzatore
Trasferimento fraudolento di valori: non è sufficiente dar conto della fittizia attribuzione della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità
Intercettazioni: utilizzabili anche per gli ulteriori fatti-reato legati dal vincolo della continuazione
Abuso d'ufficio: se il pubblico ufficiale agisce del tutto al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni non e' configurabile il reato
Concussione: non sussiste se la persona offesa ha eseguito un pagamento in quanto erroneamente convinta di esservi obbligata
Concussione: consiste in una condotta di prevaricazione abusiva idonea a costringere alla dazione o alla promessa
Tentata concussione: è indifferente il conseguimento in concreto del risultato di porre la vittima in stato di soggezione
Nullità: l'omessa valutazione di una memoria difensiva non determina alcuna nullità
Misure cautelari: valgono gli stessi principi che governano lo scrutinio di legittimità quanto al processo di cognizione
Induzione indebita: la condotta si configura come esortazione, persuasione, suggestione, inganno, impliciti messaggi, pressione morale
Concussione e induzione indebita: le differenze sta nel modo in cui si manifesta l'abuso della qualifica soggettiva
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Tentativo di concussione: è necessario valutare la adeguatezza della condotta, valutando l'effetto di essa nel soggetto passivo
Concussione: vi è piena continuità normativa con il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p.
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Violenza sessuale: può concorrere formalmente con il reato di concussione
Violenza sessuale: rileva ai fini del consenso l'assunzione di alcol da parte della persona offesa?
Violenza sessuale: la sussistenza del consenso all'atto va verificata in relazione al momento del compimento dell'atto
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Violenza sessuale: per la valutazione dell'attenuante della minore gravità è inconferente il fatto della commissione con abuso di relazione di ospitalità
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'abuso della condizione di inferiorità psico-fisica della vittima
Violenza sessuale: nella nozione di atti sessuali non rientrano gli atti di esibizionismo, di autoerotismo in presenza di terzi o di voyeurismo
Violenza sessuale: sull'aggravante la compromissione della libertà personale della vittima
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima può dipendere anche dalla minore età
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di sequestro di persona
Violenza sessuale: assorbe il reato di maltrattamenti se vi è coincidenza fra le condotte
Violenza sessuale: gli elementi per l'applicazione dell'attenuante della minore gravità del fatto si usano anche per la riduzione della pena
Violenza sessuale: anche le credenze esoteriche in grado di suggestionare la p.o. rientrano fra le condizioni di inferiorità psichica
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sull'abuso di autorità e posizione di preminenza
Violenza sessuale: sul divieto di concessione di misure alternative alla detenzione
Violenza sessuale: si configura aggravante speciale nel caso in cui la vittima sia stata provocata dall'autore del reato all'assunzione di sostanze alcoliche
Violenza sessuale: sull'applicazione del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena
Violenza sessuale: sulla legittimità del diniego dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: sulla rilevanza della qualità di pubblico ufficiale ai fini di procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sullo stato di inferiorità della vittima in caso di alterazione causata da alcool
Violenza sessuale: sull'accertamento della capacità a testimoniare del minore vittima di abuso
Violenza sessuale: se il concorrente non è presente sul luogo del delitto può concorrere solo moralmente
Atti sessuali con minorenne: integra il tentativo l'offerta di denaro a quattordicenne per compiere atti sessuali
Violenza sessuale: sussiste in caso di induzione a giochi erotici e rapporti sessuali virtuali
Violenza sessuale: sul tentativo in caso di assenza di contatto fisico con la vittima
Violenza sessuale: il medico può lecitamente compiere atti incidenti sulla sfera della libertà sessuale
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: può essere commesso in danno del coniuge, in costanza di convivenza
Violenza sessuale: se posto in essere da un militare nei confronti di un commilitone, concorre con quello di ingiuria militare
Violenza sessuale: per il dolo, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente
Violenza sessuale: sulla circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (sacerdote)
Violenza sessuale: sulla induzione a subire atti sessuali su persona in stato di inferiorità psichica
Violenza sessuale: la reazione violenta della vittima non rileva per l'attenuante di minore gravità
Violenza sessuale: deve procedersi a giudizio di comparazione nel caso in cui l'attenuante ad effetto speciale della minore gravità concorre con aggravante
Violenza sessuale: l'aggravante della minore gravità non può essere esclusa per la sussistenza di aggravanti
Violenza sessuale aggravata: misure alternative solo se si è sottoposti ad osservazione scientifica della personalità
Violenza sessuale: sul consenso e gli atti sessuali non convenzionali
Violenza sessuale: il consenso deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità
Violenza sessuale: professore bacia sulla guancia un'alunna dopo aver provato a farlo sulla bocca, condannato
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio del reato
Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti
Travisamento della prova: richiede l'esistenza di una palese difformità dai risultati obiettivamente derivanti dall'assunzione della prova
Travisamento della prova: sussiste solo in caso di incontrovertibile e pacifica distorsione del significante
Ricorso per cassazione: alla Corte è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione
Ricorso per cassazione: inammissibili doglianze che sollecitano una differente comparazione dei significati da attribuire alle prove
Stupefacenti: la lieve entità va valutata con riferimento a tutti gli elementi concernenti l'azione
Stupefacenti: la lieve entità va accertata tenendo conto anche della personalità dell'indagato, dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell'azione
Ricorso per cassazione: sul termine perentorio di cinque giorni previsto dalla L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 2.
Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali
Violenza sessuale di gruppo: non assorbe il delitto di tortura
Violenza sessuale: sussiste in caso di atti di autoerotismo commessi alla presenza di una persona?
Violenza sessuale: sulla ammissibilità dell'appello del pubblico ministero avverso la sentenza di condanna
Violenza sessuale: sulla configurabilità della circostanza aggravante della connessione teleologica con il reato di lesioni personali.
Violenza sessuale: sull'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di riduzione in servitù?
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale
Violenza sessuale: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza
Violenza sessuale: è inutilizzabile la testimonianza assunta in violazione della C.D.. "Carta di Noto"?
Violenza sessuale: sul riconoscimento dell'attenuante della minore gravità, nel caso di più fatti in continuazione ai danni della medesima persona
Violenza sessuale di gruppo: le differenze con il concorso di persone nel delitto di violenza sessuale
Violenza sessuale: in tema di misure cautelari personali, il giudice non è tenuto a motivare circa la ricorrenza di specifiche e inderogabili esigenze investigative
Violenza sessuale: la disciplina di cui all'art. 190-bis c.p.p. si applica anche alla prova assunta nel corso di incidente probatorio
Violenza sessuale: sul riconoscimento della circostanza attenuante speciale del fatto di minore gravità
Concussione: l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne l'efficacia coartante
Induzione indebita: la persuasione deve avere un valore condizionante più tenue a quella tipica della concussione
Bancarotta fraudolenta: non può essere sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla confisca il denaro di certa provenienza lecita
Bancarotta fraudolenta: sui pagamenti tra società infragruppo
Bancarotta fraudolenta: sulla rilevanza della restituzione ai soci dei versamenti conferiti in conto di aumento futuro di capitale
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di conferimento di denaro da impresa individuale fallita a società di cui l'imprenditore ha parte di quote
Bancarotta fraudolenta: il momento consumativo coincide con la sentenza di fallimento
Bancarotta fraudolenta: sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 l. fall. e l'art. 322 d.lg. 12 gennaio 2019, n. 14
Bancarotta fraudolenta: legittima l'applicazione di misure cautelari personali prima della sentenza dichiarativa di fallimento
Bancarotta fraudolenta preferenziale: sul compenso dell'amministratore di una società
Bancarotta fraudolenta: può concorrere con il reato di autoriciclaggio
Bancarotta riparata: non è necessaria la restituzione dei singoli beni sottratti
Bancarotta semplice: sussiste in caso di operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione gratuita di un contratto di locazione finanziaria
Bancarotta fraudolenta: la provenienza illecita dei beni non esclude il reato
Bancarotta fraudolenta: la natura distrattiva di operazione infra-gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione aziendale a prezzo incongruo
Bancarotta fraudolenta: sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale di società fallita
Bancarotta fraudolenta: la parziale omissione del dovere annotativo è punita a titolo di dolo generico
Bancarotta fraudolenta: sulla omessa tenuta della contabilità
Bancarotta fraudolenta: non si ha pluralità di reati se le condotte tipiche realizzate mediante più atti siano tra loro omogenee
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione di beni che rientrino nell’autonoma disponibilità della società fallita
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento
Bancarotta fraudolenta: il dolo generico può essere desunto dalla responsabilità dell'imputato per fatti di bancarotta patrimoniale
Bancarotta fraudolenta: il distacco del bene dal patrimonio può realizzarsi in qualsiasi forma
Bancarotta fraudolenta: sull'individuazione dell'oggetto materiale del reato
Bancarotta fraudolenta: in tema di concorso dell'extraneus nel reato
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano il reato
Bancarotta fraudolenta: sussiste anche in caso di esercizio di facoltà legittime
Bancarotta fraudolenta: sull’aggravante della cd. continuazione fallimentare
Bancarotta preferenziale: sul rilievo della compensazione volontaria
Bancarotta: l'assoluzione dalla bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento non interferisce sulla decisione per quella propria documentale

Bancarotta fraudolenta: sull'obbligo di verità gravante sul fallito

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