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Cassazione Penale

Cassazione penale sez. VI, 12/04/2021, n.28012

La massima

In tema di concussione e in presenza di cd abuso soggettivo, dunque nei casi di strumentalizzazione da parte dell'agente non di una sua attribuzione specifica bensì della propria qualifica soggettiva, cioè dei casi in cui, come nella presente vicenda, non venga in rilievo la correlazione con atti dell'ufficio o del servizio, l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne la efficacia coartante esaminando il processo causale volitivo e il conseguente stato psicologico di costrizione del privato, valorizzando in tale attività ricostruttiva tutte le specificità del caso concreto e i rapporti pregressi e concomitanti tra agente pubblico e privato e fornendo di tale ricostruzione logica ed adeguata motivazione, operazione che la sentenza impugnata non ha compiuto e che deve essere effettuata dai giudici del rinvio.

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO 1. La Corte di appello di L'Aquila, con sentenza del 21 settembre 2020, applicata la circostanza attenuante di cui all'art. 323 bis c.p., ha rideterminato in anni tre di reclusione la pena inflitta a B.F. per i reati di concussione (art. 317 c.p.) in danno dei fratelli A.D. e A. e tentata concussione (artt. 56 - 317 c.p.) in danno di I.A., reati rispettivamente commessi in (OMISSIS), a far data dall'anno 2008 sino al mese di dicembre 2013 e in (OMISSIS), in un giorno imprecisato dell'anno 2010. La Corte territoriale ha confermato, altresì, la interdizione in perpetuo dai pubblici uffici dell'imputato, ai sensi dell'art. 317 bis c.p.. 2. Con i motivi di ricorso, di seguito sintetizzati ai sensi dell'art. 173 disp. att. c.p.p. il difensore di B.F. denuncia: 2.1. contraddittorietà della motivazione nella ricostruzione dell'elemento materiale del reato di concussione stante il travisamento della prova dichiarativa costituita dalle dichiarazioni rese da A.A.. La motivazione della sentenza di appello si risolve in un collage delle dichiarazioni rese dalla persona offesa in carenza, nonostante le sollecitazioni rivoltegli durante l'esame, della precisazione e contestualizzazione dell'atteggiamento "spavaldo e arrogante" dell'imputato; 2.2. erronea applicazione della legge penale in relazione alla mancata qualificazione dei fatti contestati come delitto di concussione nell'ipotesi di cui all'art. 319 quater c.p.. Osserva il ricorrente che in presenza del prevalente movente opportunistico della persona offesa, evitare multe per eccesso di velocità ai propri furgoni incaricati della consegna di merci, deve ritenersi integrata la tipicità della fattispecie induttiva; 2.3. mancanza della motivazione, in relazione al delitto di tentata concussione contestato al capo D), sul punto dell'attendibilità intrinseca delle dichiarazioni rese dai testi G., spinto da risentimento verso l'imputato, e D.M., condizionato da un precedente episodio e della genesi e attendibilità intrinseca delle dichiarazioni rese dalla persona offesa I.A. che dichiarava di avere comunque eseguito i lavori presso l'immobile del ricorrente, dopo essere stato vittima di coartazione. La Corte non ha esaminato le argomentazioni difensive sul punto svolte con i motivi di appello limitandosi a frasi stereotipate sul giudizio di attendibilità delle dichiarazioni acquisite; 2.4. contraddittorietà delle sentenze di merito nella valutazione del compendio dichiarativo tra il reato di tentata concussione in danno di I.A., per il quale si è pervenuti a condanna, e quello sub capo B), poiché le medesime espressioni pronunciate dall'imputato sono state ritenute, in relazione a tale ultimo reato, inidonee a minare l'autodeterminazione della persona offesa. La motivazione della sentenza e', inoltre, contraddittoria sul collegamento strumentale tra la minaccia e la qualifica di pubblico ufficiale non essendo stata valutate a questo riguardo le dichiarazioni rese da I.A. che aveva escluso di essere stato contravvenzionato dall'imputato nell'occasione in cui questi gli aveva fatto rilevare l'illegittimo parcheggio dell'autovettura; 2.5. mancanza di motivazione, a fronte di specifica deduzione difensiva, sulla misura dell'aumento di pena per la continuazione interna fra reati di cui al capo A) e per quella esterna con riguardo al reato sub capo D). CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Il ricorso è fondato in relazione ai motivi di ricorso che attengono, per entrambe le vicende oggetto di contestazione, alla ricostruzione dell'elemento materiale dei reati di concussione e tentata concussione, e, in particolare, alla individuazione della condotta di abuso costrittivo in presenza di abuso della qualità, cd. abuso soggettivo, consistente nella strumentalizzazione, da parte dell'agente, non di una sua attribuzione specifica, bensì della propria qualifica soggettiva nei casi in cui non ci sia correlazione della condotta stessa con atti dell'ufficio o del servizio. 2.A partire dalla sentenza Maldera (Sez. U, Sentenza n. 12228 del 24/10/2013, dep. 2014, Rv. 258470), la giurisprudenza di legittimità ha descritto l'elemento strutturale della condotta di concussione individuandolo nell'abuso costrittivo del pubblico agente, abuso che si attua mediante violenza o minaccia, esplicita o implicita, di un danno "contra ius" da cui deriva una grave limitazione della libertà di determinazione del destinatario che, senza alcun vantaggio indebito per sé, viene posto di fronte all'alternativa di subire un danno o di evitarlo con la dazione o la promessa di una utilità indebita. Il concetto di costrizione e', dunque, essenziale nella ricostruzione dell'elemento materiale costitutivo del delitto di concussione e la giurisprudenza si è preoccupata di delinearne i contenuti soprattutto per distinzione rispetto alla fattispecie di induzione indebita, prevista dall'art. 319 quater c.p., nella quale la condotta dell'agente si configura come persuasione, suggestione, inganno (sempre che quest'ultimo non si risolva in un'induzione in errore), e, dunque, in una forma di pressione morale con più tenue valore condizionante della libertà di autodeterminazione del destinatario. La condotta di abuso costrittivo evoca necessariamente, secondo il tenore letterale della fattispecie incriminatrice e la ricostruzione giurisprudenziale, una condotta di violenza (non assoluta) o di minaccia, intesa quale vis compulsiva che ingenera ab extrinseco il timore di un male antigiuridico, a scongiurare il quale il destinatario finisce con l'aderire alla richiesta dell'indebita dazione o promessa: fondamentale e', dunque, la ricostruzione degli aspetti contenutistici di quanto il pubblico ufficiale prospetta al soggetto privato e degli effetti che a quest'ultimo derivano o possono derivare in termini di danno o di vantaggio, ove l'extraneus non aderisca alla richiesta, con la conseguenza che la maggiore o minore gravità della pressione deve essere apprezzata in funzione, più che della forma in cui viene espressa, del suo contenuto sostanziale, il solo idoneo ad evidenziarne la natura costrittiva o induttiva. Alla chiarezza del principio non corrisponde nella prassi, a fronte della molteplicità dei comportamenti e della loro valenza sul piano delle relazioni intersoggettive, l'agevole operazione dell'interprete nella individuazione del nucleo essenziale della condotta di abuso costrittivo operazione vieppiù difficile quando ci si trovi in presenza di abuso della qualità. Nel caso di abuso di qualità, cioè della posizione giuridica soggettiva che costituisce situazione riscontrabile tanto nel delitto di concussione quanto in quello di induzione indebita, il pubblico funzionario, per conseguire la dazione o promessa, fa leva sullo spessore della sua posizione soggettiva, senza alcun riferimento ad uno specifico atto del proprio servizio. L'abuso soggettivo, pertanto, rivelando indici di ambiguità, si presta ad una duplice plausibile lettura in quanto può porre una persona in condizione di pressoché totale soggezione, determinata dal timore di possibili ritorsioni antigiuridiche, ovvero può indurre il privato a dare o promettere l'indebito, per acquisire la benevolenza dell'agente, foriera di potenziali futuri favori. Elemento indefettibile della ricostruzione alla quale l'interprete è chiamato è dunque una indagine in chiave oggettiva della condotta dell'agente pubblico attraverso l'analisi di tutte le evidenze possibili e senza automatismi, ricostruzione dalla quale non può mancare sia l'analisi del registro comunicativo intercorso tra l'extraneus e l'intraneus, al fine di verificare l'idoneità causale dell'abuso ad incidere, per effetto della costrizione o dell'induzione, sulla volontà dell'extraneus che l'analisi della incidenza dell'agente pubblico sul processo volitivo del privato che, parimenti, va esaminato per accertare se il privato sia stato vittima della prevaricazione dell'agente pubblico o se, avendo un margine di scelta, e, quindi, potendo opporsi all'indebita richiesta, sia stato semplicemente indotto alla promessa o dazione. La Corte di merito, nella valutazione delle vicende oggetto di giudizio, non si è attenuta a tali criteri. 3.Secondo le sentenze di merito, con riferimento al delitto di concussione contestatogli al capo A), l'imputato, abusando della qualità di brigadiere dei Carabinieri e "facendo valere il peso della sua posizione soggettiva", aveva costretto i fratelli A., titolari di un panificio, a consegnargli prodotti da forno, del peso di svariati chilogrammi, senza corrispondere il relativo prezzo, a volte di centinaia di Euro e pagando, occasionalmente, la somma di dieci Euro, notevolmente inferiore al prezzo praticato al pubblico. Ai fini della condanna i giudici del merito hanno ritenuto acquisita la prova della colpevolezza dell'imputato valorizzando l'abuso di qualità dell'imputato, solito recarsi in orario notturno con l'auto di servizio e indossando la relativa divisa, presso il forno dei fratelli A. pretendendo "con comportamento spavaldo e arrogante" la consegna di prodotti da forno. Un contegno, si osserva in sentenza, idoneo ad integrare il delitto di concussione essendo state le vittime volontariamente intimidite mediante l'implicito riferimento alla propria posizione di pubblico ufficiale ed alle conseguenze negative, in caso di mancata adesione alle esorbitanti richieste di approvvigionamento. Rileva il Collegio che, a fronte di precise deduzioni difensive poste con i motivi di appello, la Corte territoriale si è limitata, al fine di ritenere sussistente la condotta costrittiva, la circostanza che l'imputato si presentasse presso il forno dei fratelli A. in divisa e con l'auto di servizio e che tenesse un comportamento "spavaldo e arrogante", contegno, si osserva in sentenza, idoneo ad integrare il delitto di concussione essendo state le vittime volontariamente intimidite mediante l'implicito riferimento alla propria posizione di pubblico ufficiale ed alle conseguenze negative in caso di mancata adesione alle esorbitanti richieste di approvvigionamento. Non solo i delineati elementi descrittivi sono tipici del delitto di concussione e di quello di indebita induzione ma si tratta, all'evidenza, di una motivazione nella quale la valenza costrittiva neppure viene precisata attraverso il riferimento alle possibili conseguenze negative che ne sarebbero derivate ai fratelli A. e che costoro hanno, del tutto genericamente, ricondotto alla opportunità di ingraziarsi i favori dell'imputato per mettersi al riparo dal pericolo di controlli stradali, e possibili contravvenzioni, ai loro automezzi impegnati nelle consegne. La ricostruzione della condotta di concussione - quale delineata nella fattispecie di cui all'art. 317 c.p. - esige la individuazione della condotta costrittiva, quindi di una minaccia, anche solo implicita, ma che non può consistere nel mero avvalersi, da parte dell'agente pubblico, della veste pubblica quale presentarsi, in divisa e con l'auto di servizio nelle ore notturne presso il forno degli A., dove, evidentemente, non veniva effettuato alcun controllo pretestuoso o altro atto dell'ufficio: pena la evaporazione del concetto stesso di costrizione, la minaccia non può non risolversi in un minimum di comportamenti minatori, esteriorizzati in concreto e che configurano un atteggiamento idoneo ad intimidire la vittima. La richiesta illegittima dell'agente pubblico - nel caso le forniture di prodotti da forno, per le quali l'imputato non corrispondeva il prezzo di acquisto - non è sufficiente ad integrare l'abuso costrittivo né rileva lo status di timore autoindotto dei destinatari, intimiditi dalla posizione pubblica dell'agente e dalla mera possibilità dell'esercizio dei poteri pubblicistici dell'imputato nel corso di futuri e solo temuti controlli ai propri automezzi. 4.Con riferimento al delitto di tentata concussione di cui al capo D), i giudici di merito hanno ritenuto accertato che l'imputato, abusando della sua qualità e dei suoi poteri e, segnatamente, facendo valere il peso della sua qualifica soggettiva, aveva tentato di conseguire da I.A., titolare di un'impresa di impiantistica, la esecuzione gratuita dei lavori di completamento dell'impianto di condizionamento e di realizzazione dell'impianto di allarme della propria abitazione, minacciando future ritorsioni in occasione di controlli su strada. Il giudizio di colpevolezza si fonda sulle dichiarazioni rese da I.A. che ha confermato come, a fronte della sua proposta di preparare un preventivo per il completamento dei lavori elettrici in corso nell'immobile e che gli erano stati commissionati dall'impresa che aveva costruito l'immobile, l'imputato gli aveva risposto che non era affatto interessato ad ottenere un preventivo e che l'imputato, dopo avergli chiesto se sapeva quale fosse il suo lavoro, aveva aggiunto che avrebbe potuto "fargli passare un brutto quarto d'ora" incontrandolo per strada. Tali circostanze erano state confermate sia dal colonnello dei carabinieri, G., che da un amico dell' I. ai quali questi aveva raccontato il fatto e che ne aveva ricevuto conferma per bocca dell'imputato. Il delitto tentato, com'e' noto, richiede che gli atti compiuti dall'agente siano idonei a realizzarlo e che essi siano diretti in modo non equivoco a tal fine. In applicazione di tali presupposti alla fattispecie della concussione, perché possa ritenersi sussistente un tentativo penalmente rilevante, occorre, allora, una specifica condotta costrittiva dell'agente pubblico, condotta che possieda un'efficacia psicologicamente motivante in presenza di un atto intimidatorio credibile e idoneo a costringere il soggetto passivo all'indebita promessa o dazione, così da far sorgere nel privato la previsione di una possibile o probabile estrinsecazione funzionale dei poteri del pubblico ufficiale dannosa per sé o per i suoi interessi. E' necessario, cioè, un immediato e specifico nesso funzionale e teleologico tra la condotta del funzionario e quella che questi pretende dal privato e, per lui, produttiva di utilità. Premesso che anche la minaccia di un male indeterminato, che non deve necessariamente essere esplicita, può integrare il delitto di concussione (Sez. 6, Sentenza n. 44720 del 6/11/2013, S., Rv. 257265), la motivazione della sentenza impugnata si è esaurita nella descrizione di un atteggiamento minaccioso dell'imputato ma non ne ha verificato la credibilità e idoneità a costringere il soggetto passivo all'indebita dazione o promessa, e, quindi, l'efficacia psicologicamente motivante necessaria per ritenere integrato l'abuso soggettivo per effetto di una probabile o possibile estrinsecazione funzionale dei poteri del pubblico ufficiale dannosa per il privato che si trovava in una situazione di assoluta parità con il pubblico ufficiale, essendo stato incaricato dei lavori in corso da un soggetto terzo e rispetto alla posizione di mero eventuale cliente dell'imputato, e che nulla ha promesso o si è indotto a promettere essendosi limitato a completare i lavori in corso di esecuzione, e che, nel prosieguo, non ha subito accertamenti o controlli dell'imputato che fino a quel momento neppure conosceva. In tema di concussione e in presenza di cd abuso soggettivo, dunque nei casi di strumentalizzazione da parte dell'agente non di una sua attribuzione specifica bensì della propria qualifica soggettiva, cioè dei casi in cui, come nella presente vicenda, non venga in rilievo la correlazione con atti dell'ufficio o del servizio, l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne la efficacia coartante esaminando il processo causale volitivo e il conseguente stato psicologico di costrizione del privato, valorizzando in tale attività ricostruttiva tutte le specificità del caso concreto e i rapporti pregressi e concomitanti tra agente pubblico e privato e fornendo di tale ricostruzione logica ed adeguata motivazione, operazione che la sentenza impugnata non ha compiuto e che deve essere effettuata dai giudici del rinvio. 5.Sono, invece, del tutto generici i motivi di ricorso che investono il giudizio di attendibilità delle dichiarazioni rese dai testi G. e D.M., che convergono nella ricostruzione della condotta di cui al capo D) con quelle del teste diretto e così la richiesta di comparazione tra la motivazione di condanna, pur inficiata dalle descritte carenze, e quella di assoluzione, per una distinta fattispecie di concussione ascritta all'imputato al capo B), rilievi che sono oggetto del motivo di ricorso sub 2.4. 6.Manifestamente infondato è anche il motivo di ricorso sulla misura dell'aumento di pena, che la Corte ha determinato in mesi due di reclusione per la continuazione interna al reato sub A) e in mesi due di reclusione quella per la continuazione con il reato sub capo D), partendo dalla pena base di anni sei, diminuita ad anni quattro per le generiche e ad anni due e mesi otto di reclusione per l'attenuante di cui all'art. 323 bis c.p., stante la omogeneità dei reati posti in continuazione e il modesto aumento di pena per la continuazione fra reati che non richiedeva specifica motivazione sul punto rispetto al complessivo giudizio di gravità del fatto posto a giustificazione della determinazione della pena base in misura non coincidente con il minimo edittale. P.Q.M. Annulla la sentenza impugnata e rinvia per nuovo giudizio alla Corte di appello di Perugia. Così deciso in Roma, il 12 aprile 2021. Depositato in Cancelleria il 20 luglio 2021

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Omesso versamento IVA : configurabile il concorso con la bancarotta impropria mediante operazioni dolose
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Omesso versamento IVA: il mancato incasso di crediti non esclude la sussistenza del dolo
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Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale non esclude la sussistenza del dolo
Omesso versamento IVA: l'imposta dovuta è quella risultante dalla dichiarazione annuale del contribuente
Omesso versamento IVA: l'elevazione di un terzo dei termini di prescrizione non si applica ai reati ex artt. 10-ter e 11 del D.lgs. n. 74/2000
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: non rientra nella nozione di "altri documenti" la consulenza tecnica per ricerca di mercato
Fatture per operazioni inesistenti: sulla figura del cd. "autore mediato"
Fatture per operazioni inesistenti: sulla deroga al concorso di persone nel reato prevista dall' art. 9
Fatture per operazioni inesistenti: sussiste in caso di dichiarazione integrativa infedele presentata dopo l'accertamento fiscale
Fatture per operazione inesistenti: sulla configurabilità del reato associativo
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di cui all'art.8 d.lgs. 74/2000
Fatture per operazioni inesistenti: configurabile il concorso con il reato di dichiarazione infedele
Fatture per operazioni inesistenti: viola il divieto del bis in idem la contestazione di più reati in caso di molteplici fatture in un'unica dichiarazione
Dichiarazione fraudolenta: nel caso di reato commesso da singoli componenti del CdA ciascuno degli altri amministratori risponde per concorso
Dichiarazione fraudolenta: è un reato di natura istantanea
Dichiarazione fraudolenta: sull'intermediazione finanziaria e l'utilizzo di elementi passivi fittizi
Dichiarazione fraudolenta: configurabile il concorso con il reato di cui all'art. 10-quater D.lgs. 74/2000
Dichiarazione fraudolenta: sussiste in caso di fatture relative ad un negozio giuridico apparente
Dichiarazione fraudolenta: configurabile una pluralità di reati se la condotta riguardi sia la dichiarazione IVA che quella ai fini II.DD.
Dichiarazione fraudolenta: non opera la causa di esclusione della punibilità ex art. 131 bis c.p.
Fatture per operazioni inesistenti: si consuma nel momento di emissione della fattura
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova del dolo specifico
Fatture per operazioni soggettivamente inesistenti: rileva la sola identità individuale del soggetto
Fatture per operazioni inesistenti: si configura anche nell'ipotesi di fatture emesse a favore di ditte cartiere
Fatture per operazioni inesistenti: non è necessario che il fine di favorire l'evasione sia esclusivo
Fatture per operazioni inesistenti: sulla genericità della contestazione
Fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta: sulla competenza territoriale
Fatture per operazioni inesistenti: sulla competenza territoriale in caso di più fatture
Fatture per operazioni inesistenti: il reato è configurabile anche nel caso di fatturazione solo soggettivamente falsa
Fatture per operazioni inesistenti: sul c.d. superbonus 110% e lo sconto in fattura
Fatture per operazioni inesistenti: l'evasione di imposta non è elemento costitutivo del reato
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con la bancarotta fraudolenta impropria
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova della posizione di amministratore di fatto
Fatture per operazioni inesistenti: questioni intertemporali
Fatture emesse per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio
Fatture per operazioni inesistenti: sull'attenuante conseguente al pagamento dei debiti tributari
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato
Fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: sulla competenza per territorio
Fatture per operazioni inesistenti: ha natura di reato comune
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: possono concorrere soggetti diversi dall'utilizzatore
Trasferimento fraudolento di valori: non è sufficiente dar conto della fittizia attribuzione della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità
Intercettazioni: utilizzabili anche per gli ulteriori fatti-reato legati dal vincolo della continuazione
Abuso d'ufficio: se il pubblico ufficiale agisce del tutto al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni non e' configurabile il reato
Concussione: non sussiste se la persona offesa ha eseguito un pagamento in quanto erroneamente convinta di esservi obbligata
Concussione: consiste in una condotta di prevaricazione abusiva idonea a costringere alla dazione o alla promessa
Tentata concussione: è indifferente il conseguimento in concreto del risultato di porre la vittima in stato di soggezione
Nullità: l'omessa valutazione di una memoria difensiva non determina alcuna nullità
Misure cautelari: valgono gli stessi principi che governano lo scrutinio di legittimità quanto al processo di cognizione
Induzione indebita: la condotta si configura come esortazione, persuasione, suggestione, inganno, impliciti messaggi, pressione morale
Concussione e induzione indebita: le differenze sta nel modo in cui si manifesta l'abuso della qualifica soggettiva
Metodo mafioso - condotte di estorsione ambientale
Tentativo di concussione: è necessario valutare la adeguatezza della condotta, valutando l'effetto di essa nel soggetto passivo
Concussione: vi è piena continuità normativa con il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p.
Sulla ammissibilità del concordato in appello
Atti sessuali con minorenne: non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della condanna
Violenza sessuale: può concorrere formalmente con il reato di concussione
Violenza sessuale: rileva ai fini del consenso l'assunzione di alcol da parte della persona offesa?
Violenza sessuale: la sussistenza del consenso all'atto va verificata in relazione al momento del compimento dell'atto
Violenza sessuale: in caso di errore sul consenso, l'onere della prova è a carico dell'imputato
Violenza sessuale: gli atti sessuali non convenzionati possono essere leciti?
Violenza sessuale: non ricorre l'attenuante della minore gravità del fatto nel caso in cui è perpetrata dal genitore ai danni del figlio
Violenza sessuale: non occorre che la violenza avvenga in modo brutale ed aggressivo
Violenza sessuale: sulla violazione della correlazione tra accusa e sentenza la condanna
Violenza sessuale: la coprofilia influisce sulla capacità di intendere e volere?
Violenza sessuale: sulla valutazione della prova indiziaria
Violenza sessuale: sussiste in caso di invio di foto intime su whatsapp dietro minaccia
Violenza sessuale: per la valutazione dell'attenuante della minore gravità è inconferente il fatto della commissione con abuso di relazione di ospitalità
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'abuso della condizione di inferiorità psico-fisica della vittima
Violenza sessuale: nella nozione di atti sessuali non rientrano gli atti di esibizionismo, di autoerotismo in presenza di terzi o di voyeurismo
Violenza sessuale: sull'aggravante la compromissione della libertà personale della vittima
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima può dipendere anche dalla minore età
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di sequestro di persona
Violenza sessuale: assorbe il reato di maltrattamenti se vi è coincidenza fra le condotte
Violenza sessuale: gli elementi per l'applicazione dell'attenuante della minore gravità del fatto si usano anche per la riduzione della pena
Violenza sessuale: anche le credenze esoteriche in grado di suggestionare la p.o. rientrano fra le condizioni di inferiorità psichica
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sull'abuso di autorità e posizione di preminenza
Violenza sessuale: sul divieto di concessione di misure alternative alla detenzione
Violenza sessuale: si configura aggravante speciale nel caso in cui la vittima sia stata provocata dall'autore del reato all'assunzione di sostanze alcoliche
Violenza sessuale: sull'applicazione del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena
Violenza sessuale: sulla legittimità del diniego dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: sulla rilevanza della qualità di pubblico ufficiale ai fini di procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sullo stato di inferiorità della vittima in caso di alterazione causata da alcool
Violenza sessuale: sull'accertamento della capacità a testimoniare del minore vittima di abuso
Violenza sessuale: se il concorrente non è presente sul luogo del delitto può concorrere solo moralmente
Atti sessuali con minorenne: integra il tentativo l'offerta di denaro a quattordicenne per compiere atti sessuali
Violenza sessuale: sussiste in caso di induzione a giochi erotici e rapporti sessuali virtuali
Violenza sessuale: sul tentativo in caso di assenza di contatto fisico con la vittima
Violenza sessuale: il medico può lecitamente compiere atti incidenti sulla sfera della libertà sessuale
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: può essere commesso in danno del coniuge, in costanza di convivenza
Violenza sessuale: se posto in essere da un militare nei confronti di un commilitone, concorre con quello di ingiuria militare
Violenza sessuale: per il dolo, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente
Violenza sessuale: sulla circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (sacerdote)
Violenza sessuale: sulla induzione a subire atti sessuali su persona in stato di inferiorità psichica
Violenza sessuale: la reazione violenta della vittima non rileva per l'attenuante di minore gravità
Violenza sessuale: deve procedersi a giudizio di comparazione nel caso in cui l'attenuante ad effetto speciale della minore gravità concorre con aggravante
Violenza sessuale: l'aggravante della minore gravità non può essere esclusa per la sussistenza di aggravanti
Violenza sessuale aggravata: misure alternative solo se si è sottoposti ad osservazione scientifica della personalità
Violenza sessuale: sul consenso e gli atti sessuali non convenzionali
Violenza sessuale: il consenso deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità
Violenza sessuale: professore bacia sulla guancia un'alunna dopo aver provato a farlo sulla bocca, condannato
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio del reato
Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti
Travisamento della prova: richiede l'esistenza di una palese difformità dai risultati obiettivamente derivanti dall'assunzione della prova
Travisamento della prova: sussiste solo in caso di incontrovertibile e pacifica distorsione del significante
Ricorso per cassazione: alla Corte è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione
Ricorso per cassazione: inammissibili doglianze che sollecitano una differente comparazione dei significati da attribuire alle prove
Stupefacenti: la lieve entità va valutata con riferimento a tutti gli elementi concernenti l'azione
Stupefacenti: la lieve entità va accertata tenendo conto anche della personalità dell'indagato, dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell'azione
Ricorso per cassazione: sul termine perentorio di cinque giorni previsto dalla L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 2.
Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali
Violenza sessuale di gruppo: non assorbe il delitto di tortura
Violenza sessuale: sussiste in caso di atti di autoerotismo commessi alla presenza di una persona?
Violenza sessuale: sulla ammissibilità dell'appello del pubblico ministero avverso la sentenza di condanna
Violenza sessuale: sulla configurabilità della circostanza aggravante della connessione teleologica con il reato di lesioni personali.
Violenza sessuale: sull'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di riduzione in servitù?
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale
Violenza sessuale: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza
Violenza sessuale: è inutilizzabile la testimonianza assunta in violazione della C.D.. "Carta di Noto"?
Violenza sessuale: sul riconoscimento dell'attenuante della minore gravità, nel caso di più fatti in continuazione ai danni della medesima persona
Violenza sessuale di gruppo: le differenze con il concorso di persone nel delitto di violenza sessuale
Violenza sessuale: in tema di misure cautelari personali, il giudice non è tenuto a motivare circa la ricorrenza di specifiche e inderogabili esigenze investigative
Violenza sessuale: la disciplina di cui all'art. 190-bis c.p.p. si applica anche alla prova assunta nel corso di incidente probatorio
Violenza sessuale: sul riconoscimento della circostanza attenuante speciale del fatto di minore gravità
Concussione: l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne l'efficacia coartante
Induzione indebita: la persuasione deve avere un valore condizionante più tenue a quella tipica della concussione
Bancarotta fraudolenta: non può essere sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla confisca il denaro di certa provenienza lecita
Bancarotta fraudolenta: sui pagamenti tra società infragruppo
Bancarotta fraudolenta: sulla rilevanza della restituzione ai soci dei versamenti conferiti in conto di aumento futuro di capitale
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di conferimento di denaro da impresa individuale fallita a società di cui l'imprenditore ha parte di quote
Bancarotta fraudolenta: il momento consumativo coincide con la sentenza di fallimento
Bancarotta fraudolenta: sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 l. fall. e l'art. 322 d.lg. 12 gennaio 2019, n. 14
Bancarotta fraudolenta: legittima l'applicazione di misure cautelari personali prima della sentenza dichiarativa di fallimento
Bancarotta fraudolenta preferenziale: sul compenso dell'amministratore di una società
Bancarotta fraudolenta: può concorrere con il reato di autoriciclaggio
Bancarotta riparata: non è necessaria la restituzione dei singoli beni sottratti
Bancarotta semplice: sussiste in caso di operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione gratuita di un contratto di locazione finanziaria
Bancarotta fraudolenta: la provenienza illecita dei beni non esclude il reato
Bancarotta fraudolenta: la natura distrattiva di operazione infra-gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione aziendale a prezzo incongruo
Bancarotta fraudolenta: sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale di società fallita
Bancarotta fraudolenta: la parziale omissione del dovere annotativo è punita a titolo di dolo generico
Bancarotta fraudolenta: sulla omessa tenuta della contabilità
Bancarotta fraudolenta: non si ha pluralità di reati se le condotte tipiche realizzate mediante più atti siano tra loro omogenee
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione di beni che rientrino nell’autonoma disponibilità della società fallita
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento
Bancarotta fraudolenta: il dolo generico può essere desunto dalla responsabilità dell'imputato per fatti di bancarotta patrimoniale
Bancarotta fraudolenta: il distacco del bene dal patrimonio può realizzarsi in qualsiasi forma
Bancarotta fraudolenta: sull'individuazione dell'oggetto materiale del reato
Bancarotta fraudolenta: in tema di concorso dell'extraneus nel reato
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano il reato
Bancarotta fraudolenta: sussiste anche in caso di esercizio di facoltà legittime
Bancarotta fraudolenta: sull’aggravante della cd. continuazione fallimentare
Bancarotta preferenziale: sul rilievo della compensazione volontaria
Bancarotta: l'assoluzione dalla bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento non interferisce sulla decisione per quella propria documentale

Concussione: l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne l'efficacia coartante

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