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Cassazione Penale

Cassazione penale , sez. III , 14/12/2022 , n. 17211

La massima

Integra il delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , la condotta di chi, agendo quale autore mediato, onde evadere le imposte, predisponga fatture o altri documenti per operazioni inesistenti che traggano in errore il soggetto tenuto alla presentazione della dichiarazione fiscale, inducendolo ad inserire, in quest'ultima, elementi passivi fittizi. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto esente da censure la decisione con la quale era stato condannato l'amministratore di fatto di una società che aveva consapevolmente indicato, nelle scritture contabili, elementi passivi fittizi, inseriti nella dichiarazione presentata dall'amministratore giudiziario).

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO Con sentenza del 25 giugno 2021 la Corte di appello di Palermo ha confermato la sentenza con la quale, il precedente 14 gennaio 2020 il Gup del Tribunale di Palermo, in esito a giudizio celebrato nelle forme del rito abbreviato, aveva dichiarato, per quanto ora interessa, L.D., I.G. e A.G. colpevoli dei reati loro rispettivamente contestati, anche in concorso, e, riconosciute le circostanze attenuanti generiche in favore del solo L., li aveva condannati, applicata la diminuente per il rito speciale prescelto, alla pena di anni 3 e mesi 2 di reclusione il L. ed alla pena di anni 2 di reclusione ciascuno l' A. e l' I.; con la sentenza di primo grado stata, come detto integralmente confermata in sede di gravame, era stata altresì disposta la confisca, ove possibile in via diretta altrimenti per equivalente, del profitto conseguito attraverso la commissione degli illeciti, quantificato, per ciò che riguarda il L., nella somma di Euro 6.114.424,75, e nella somma di Euro 1.946.769,96 per ciò che riguarda A. e I.; il tutto oltre accessori, ivi compreso il risarcimento del danno patito dalla costituita parte civile, D.G.E., da liquidarsi in separato giudizio. Avverso la predetta sentenza hanno interposto separati ricorsi i tre imputati sopra citati. Mentre l' I. ha affidato le proprie doglianze a 2 motivi di impugnazione, l' A. ha formulato tre motivi di ricorso; il L., a sua volta ha articolato un solo motivo di impugnazione. CONSIDERATO IN DIRITTO Tutti i ricorsi proposti, per i motivi che saranno di seguito meglio illustrati, sono infondati e, pertanto, gli stessi devono essere rigettati. Prendendo le mosse dal primo motivo di ricorso formulato dalla difesa dell' I. - il cui oggetto è costituito dalla ritenuta, e non rilevata in sede di gravame, contraddittorietà della sentenza del giudice di primo grado, il quale aveva attribuito un significativo rilievo, ai fini della affermazione della penale responsabilità dell' I., alle dichiarazioni rese dal correo L., sebbene questi abbia precisato che la illiceità delle condotte dell' I. (e dell' A.) non ridondava ai "fini IVA" - si osserva che si tratta di censura priva di pregio. Deve, brevemente, chiarirsi che la condotta delittuosa di cui ora si tratta consiste nell'avere l'imputato I. (restando per il momento in disparte la figura dell' A., cui sono, d'altra parte attribuite le medesime condotte) stretto un pactum sceleris con il L. attraverso il quale il primo avrebbe direttamente conseguito un indebito vantaggio in danno della consocia D.G.E.; in sintesi i termini dell'accordo erano i seguenti: il L. emetteva nei confronti della società della quale l' I. (oltre all' A. e alla D.G.) era socio delle fatture per forniture il cui importo era superiore a quello effettivamente pattuito e tale differenza - che la società pagava ma che poi il L. restituiva, fra l'altro, all' I. ma non alla D.G. - era da costui indebitamente trattenuto. Questo, in estrema sintesi, essendo, secondo la stessa difesa dell' I., il meccanismo posto in essere fra il medesimo I. ed il L., è di tutta evidenza che - quale che ne fosse lo scopo ultimo tramite esso, essendo le fatture relative ad operazioni inesistenti (quanto meno inesistenti parzialmente) regolarmente annotate nella contabilità della società ed utilizzate in sede di dichiarazione dei redditi, era realizzata una evasione fiscale, risultando in tal modo somme versate a titolo di Iva, suscettibili di essere, pertanto, portate a credito, superiori negli importi a quelle realmente corrisposte. Ora, è ben vero, che il reato contestato all' I. è reato a dolo specifico, posto che lo stesso deve essere realizzato al fine di evadere le imposte, ma un tale fine - indubbiamente conseguito attraverso la annotazione come versate a titolo di IVA, e pertanto, portate a credito di imposta, di somme invece non versate - e, pertanto una tale caratteristica dell'atteggiamento della volontà dell'agente non è incompatibile con la esistenza anche di un altro scopo perseguito, dovendo, pertanto, concludersi che il dolo specifico non è necessariamente sinonimo di dolo esclusivo e, pertanto, la sua presenza non è inconciliabile con una declinazione del dolo indirizzata anche verso altre finalità (si veda, infatti, in tale senso: Corte di cassazione, Sezione III penale, 19 marzo 2021, n. 10763; idem Sezione III penale, 30 giugno 2015, n. 27112). E', pertanto, evidente che, avendo valorizzato le dichiarazioni del L. - ovviamente in relazione alla descrizione dei fatti da lui compiuta e non certo quanto alla loro possibile qualificazione giuridica, non essendo sul punto significativa la opinione del coimputato, il quale avrebbe escluso la rilevanza della frode "ai fini IVA", trattandosi di valutazione di esclusiva spettanza giudiziaria - i giudici del merito non sono caduti in alcuna contraddizione, posto che il dato da loro non considerato, cioè la valutazione operata dal L. intorno alla integrazione del reato anche "ai fini IVA", è dato del tutto trascurabile nella economia del giudizio ora in esame. Quanto al secondo motivo di ricorso - che riguarda la ritenuta violazione di legge per essere stato il ricorrente condannato al risarcire il danno patito dalla socia D.G. per effetto della condotta delittuosa, che avrebbe determinato l'insorgere di un rilevante debito tributario a carico della società di cui questa, come il ricorrente, era socia, tanto da determinarne la condizione di dissesto ed il successivo fallimento - si rileva che anche in questo caso si tratta di argomenti non accettabili. Non e', infatti, argomento significativo sostenere, come fatto dal ricorrente, che, siccome il reato commesso avrebbe determinato un vantaggio fiscale in favore della società (essendo il danno riferito semmai all'Erario), il consocio non potrebbe essere legittimato alla costituzione di parte civile per il ristoro del danno non essendo questo su di lui ricadente; infatti, è agevole replicare che attraverso la condotta posta in essere dall' I. il vantaggio fiscale conseguito, apparentemente, dalla Società in questione, essendo illecito, è stato oggetto di recupero, maggiorato di accessori e sanzioni, sicché non può assolutamente escludersi dal novero dei soggetti danneggiati dalla condotta posta in essere dal prevenuto la platea dei soci della Società, essendo stata, in tal modo, frustrata la loro iniziativa economica; né ha una valenza dirimente l'affermare che di tale danno avrebbe dovuto rispondere l'amministratore della società attraverso l'esperimento della azione di responsabilità nei confronti di questo, atteso che le due azioni, quella di responsabilità nei confronti dell'amministratore e quella ordinaria volta a far valere la eventuale responsabilità civile di chi abbia cagionato un danno ingiusto ai soci della società commerciale, hanno presupposti diversi tali che le stesse non sono in rapporto di esclusività (sulla possibile coesistenza della azione di responsabilità della società verso l'amministratore per la violazione degli obblighi legali o statutari e del singolo socio per le condotte dolose o colpose dell'amministratore causative di danno diretto verso il socio attore si vedano: Corte di cassazione, Sezione I civile, 25 luglio 2007, n. 16416; Corte di cassazione, Sezione I civile, 13 dicembre 1995, n. 12772). Passando a questo punto al ricorso proposto da A., si osserva che il primo dei 3 motivi di censura da lui proposti, oggetto di ulteriori illustrazioni con la memoria da lui predisposta in data 30 novembre 2022, ha il medesimo contenuto del primo motivo di impugnazione presentato dall' I., per cui, una volta ritenuta la sovrapponibilità della posizione dell'attuale ricorrente con quella del precedente, per esso valgono le medesime considerazioni, una volta sostituita logicamente la posizione del primo ricorrente con quella dell' A., già svolte in precedenza. Il secondo motivo di impugnazione da quest'ultimo proposto presenta dei profili di autonomia rispetto a quelli precedentemente esaminati, per cui necessita di un'autonoma trattazione. Con esso il ricorrente rileva che avrebbe sbagliato la Corte di merito nell'affermare la sua responsabilità quanto alla imputazione a lui contestata sub 24 del capo di imputazione, avente ad oggetto la violazione del D.Lgs. n. 74 del 2000, art. 2 per avere indotto in errore l'amministratore giudiziario della Motoroil, società della quale era stato amministratore di fatto unitamente all' I., nella redazione delle dichiarazioni fiscali relative all'anno 2014, avendo indicato nelle scritture contabili elementi passivi di reddito fittizi; ciò in quanto l' A. non avrebbe sottoscritto le dichiarazioni in questione, posto che al momento della loro presentazione la amministrazione della predetta Società era già passata nelle mani dell'amministratore giudiziario, il quale aveva compiuto l'adempimento di cui sopra. Anche in questo caso si tratta di rilievo non accoglibile. Va, infatti, considerato che, sebbene in passato questa Corte abbia sostenuto che il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti previsto e punito ai sensi del D.Lgs. n. 74 del 2000, art. 2 sia integrato dalla registrazione in contabilità delle false fatture o dalla loro conservazione ai fini di prova, nonché dall'inserimento nella dichiarazione d'imposta dei corrispondenti elementi fittizi, condotte queste ultime tutte congiuntamente necessarie ai fini della punibilità (Corte di cassazione, Sezione III penale, 18 aprile 2012, n. 14855), una tale conformazione della condotta, che corrisponde alla ordinaria modalità di presentazione della fattispecie, non comporta necessariamente che la stessa non possa atteggiarsi sotto una diversa forma. Infatti, il rilievo dianzi formulato dalla giurisprudenza di questa Corte non esclude che la alla fattispecie in questione si debba applicare, ricorrendone le condizioni, anche la previsione contenuta nell'art. 48 c.p., in base al quale risponde del reato commesso da un determinato soggetto chi abbia, fra l'altro con l'inganno, indotto quello in errore determinandolo a compiere un fatto che costituisce reato (in tale senso, in materia di reati tributari, si veda, infatti: Corte di cassazione, Sezione III penale, 2 marzo 2011, n. 8096). Si intende, con ciò affermare che anche la ipotesi delittuosa ora in esame possa sottostare alla disciplina del cosiddetto "autore mediato", dovendo, pertanto, rispondere del delitto doloso colui che ha indotto, appunto attraverso la preordinazione di mezzi idonei a farlo cadere in errore, un soggetto a commettere un reato (sulla problematica in generale si veda: Corte di cassazione, Sezione V penale, 13 aprile 2006, n. 13249). Nel caso di specie, per come appunto, indicato nel capo di imputazione contestato all' A. (oltre che all' I.) è ben chiarito che la condotta loro attribuita non è tanto la presentazione di mano propria della dichiarazione dei redditi mendace, quanto l'avvenuta predisposizione degli elementi, falsi, atti ad indurre il commissario giudiziale nominato per la Motoroil a redigere, essendo evidentemente egli obbligato alla presentazione della dichiarazione in questione, una dichiarazione fiscale che, essendo fondata su atti falsi consapevolmente predisposti anche dall' A., avrebbe determinato la evasione della imposte. Non vi e', pertanto, nella avvenuta decisione di dichiarare la penale responsabilità dell' A. in relazione alla condotta da lui posta in essere alcuna violazione della tipicità del reato a lui contestato, ma semplicemente la piana applicazione delle regole previste dall'art. 48 c.p. in punto di responsabilità dell'"autore mediato" che abbia determinato a commettere il reato l'inconsapevole "autore immediato". Passando al terzo motivo di ricorso, si segnala che esso ripete i propri contenuti dal secondo motivo del ricorso dell' I. in punto di risarcibilità del danno patito dalla costituita parte civile, sicché anche in relazione ad esso - non emergendo né profili di autonomia nelle argomentazioni svolte dall'attuale ricorrente né nella posizione sostanziale da questo ricoperta valgono le considerazioni svolte in ordine all'analoga lagnanza sviluppata dal precedente ricorrente. Per ciò che attiene al ricorso proposto dall'imputato L., reo confesso rispetto ai reati tributari, va detto che lo stesso è sviluppato tramite un solo motivo di impugnazione, riguardante la pretesa irriferibilità al ricorrente dell'attributo di promotore/organizzatore della associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti in materia fiscale. Ritiene la difesa del L. che la circostanza che egli sia partecipe di tutti i reati fine non sia determinante al fine di attribuire a lui anche la qualifica di promotore organizzatore della associazione, anzi si precisa che la stessa Corte di appello, si sia limitata ad elencare le plurime condotte illecite a lui ascritte, senza, tuttavia, rilevare che nelle stesse egli non ha mai manifestato alcun potere autonomo di scelta o di direzione, non rivestendo, pertanto, nella associazione in questione alcun ruolo apicale. I pur suggestivi rilievi della ricorrente difesa non colgono, tuttavia, nel segno. Questa Corte ha, infatti, puntualizzato che nel reato di associazione per delinquere la qualifica di "capo" è appannaggio non solo di chi sia al vertice dell'organizzazione ma anche colui che abbia incarichi direttivi e risolutivi nella vita del gruppo criminale e nel suo esplicarsi quotidiano in relazione ai propositi delinquenziali realizzati (Corte di cassazione, Sezione IV penale, 13 luglio 2016, n. 29628), essendo stato, altresì, chiarito, sin da lungo tempo, che riveste la qualifica di organizzatore anche chi, pur eseguendo le direttive a lui impartitegli da chi abbia all'interno del sodalizio un ruolo sovraordinato, svolga comunque, con un margine di autonomia, compiti di coordinamento della azione degli altri associati e dell'uso delle risorse e delle struttura, ovvero di reperimento dei mezzi per lo svolgimento della vita associativa (Corte di cassazione, Sezione V penale, 17 ottobre 2011, n. 37370, ma già, nel medesimo senso: Corte di cassazione, Sezione VI penale, 11 febbraio 1994, n. 1793). Nel caso che ora interessa la Corte di merito ha rilevato, con accertamento in fatto oramai non più sindacabile, che era il L. che teneva i contatti con i vari associati; egli era anche l'amministratore di più di una delle società che emettevano fatture per operazioni inesistenti, in tal modo fungendo da raccordo e collettore degli interessi dei vari soggetti che di tale attività si giovavano, provvedeva a ricercare nuove fonti di guadagno esplorando ulteriori ambiti ove svolgere l'attività delinquenziale, rivestendo, in sostanza una funzione che, indubbiamente, non può essere qualificata, alla luce degli indirizzi giurisprudenziali sopra riportati, in termini di mero gregariato. Il fatto, richiamato in sede impugnatoria, che ad un certo punto il ricorrente sia stato estromesso dalla associazione non è fattore che escluda che sino a quel momento lo stesso abbia svolto compiti di carattere organizzativo tali da giustificare la ricorrenza della aggravante contestata. Conclusivamente i ricorsi devono, per le ragioni che precedono, essere tutti rigettati ed i ricorrenti, visto l'art. 616 c.p.p., vanno condannati al pagamento delle spese processuali. P.Q.M. Rigetta i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali. Così deciso in Roma, il 14 dicembre 2022. Depositato in Cancelleria il 26 aprile 2023

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Omesso versamento IVA: sull'interesse ad impugnare per ottenere assoluzione con formula piena
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Omesso versamento IVA: non è richiesta l'acquisizione al fascicolo del dibattimento della dichiarazione fiscale del contribuente
Omesso versamento IVA : configurabile il concorso con la bancarotta impropria mediante operazioni dolose
Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale di un cliente non esclude il dolo
Omesso versamento IVA: sulla responsabilità del liquidatore subentrato dopo la dichiarazione di imposta
Omesso versamento IVA: il mancato incasso di crediti non esclude la sussistenza del dolo
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Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale non esclude la sussistenza del dolo
Omesso versamento IVA: l'imposta dovuta è quella risultante dalla dichiarazione annuale del contribuente
Omesso versamento IVA: l'elevazione di un terzo dei termini di prescrizione non si applica ai reati ex artt. 10-ter e 11 del D.lgs. n. 74/2000
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: non rientra nella nozione di "altri documenti" la consulenza tecnica per ricerca di mercato
Fatture per operazioni inesistenti: sulla figura del cd. "autore mediato"
Fatture per operazioni inesistenti: sulla deroga al concorso di persone nel reato prevista dall' art. 9
Fatture per operazioni inesistenti: sussiste in caso di dichiarazione integrativa infedele presentata dopo l'accertamento fiscale
Fatture per operazione inesistenti: sulla configurabilità del reato associativo
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di cui all'art.8 d.lgs. 74/2000
Fatture per operazioni inesistenti: configurabile il concorso con il reato di dichiarazione infedele
Fatture per operazioni inesistenti: viola il divieto del bis in idem la contestazione di più reati in caso di molteplici fatture in un'unica dichiarazione
Dichiarazione fraudolenta: nel caso di reato commesso da singoli componenti del CdA ciascuno degli altri amministratori risponde per concorso
Dichiarazione fraudolenta: è un reato di natura istantanea
Dichiarazione fraudolenta: sull'intermediazione finanziaria e l'utilizzo di elementi passivi fittizi
Dichiarazione fraudolenta: configurabile il concorso con il reato di cui all'art. 10-quater D.lgs. 74/2000
Dichiarazione fraudolenta: sussiste in caso di fatture relative ad un negozio giuridico apparente
Dichiarazione fraudolenta: configurabile una pluralità di reati se la condotta riguardi sia la dichiarazione IVA che quella ai fini II.DD.
Dichiarazione fraudolenta: non opera la causa di esclusione della punibilità ex art. 131 bis c.p.
Fatture per operazioni inesistenti: si consuma nel momento di emissione della fattura
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova del dolo specifico
Fatture per operazioni soggettivamente inesistenti: rileva la sola identità individuale del soggetto
Fatture per operazioni inesistenti: si configura anche nell'ipotesi di fatture emesse a favore di ditte cartiere
Fatture per operazioni inesistenti: non è necessario che il fine di favorire l'evasione sia esclusivo
Fatture per operazioni inesistenti: sulla genericità della contestazione
Fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta: sulla competenza territoriale
Fatture per operazioni inesistenti: sulla competenza territoriale in caso di più fatture
Fatture per operazioni inesistenti: il reato è configurabile anche nel caso di fatturazione solo soggettivamente falsa
Fatture per operazioni inesistenti: sul c.d. superbonus 110% e lo sconto in fattura
Fatture per operazioni inesistenti: l'evasione di imposta non è elemento costitutivo del reato
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con la bancarotta fraudolenta impropria
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova della posizione di amministratore di fatto
Fatture per operazioni inesistenti: questioni intertemporali
Fatture emesse per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio
Fatture per operazioni inesistenti: sull'attenuante conseguente al pagamento dei debiti tributari
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato
Fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: sulla competenza per territorio
Fatture per operazioni inesistenti: ha natura di reato comune
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: possono concorrere soggetti diversi dall'utilizzatore
Trasferimento fraudolento di valori: non è sufficiente dar conto della fittizia attribuzione della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità
Intercettazioni: utilizzabili anche per gli ulteriori fatti-reato legati dal vincolo della continuazione
Abuso d'ufficio: se il pubblico ufficiale agisce del tutto al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni non e' configurabile il reato
Concussione: non sussiste se la persona offesa ha eseguito un pagamento in quanto erroneamente convinta di esservi obbligata
Concussione: consiste in una condotta di prevaricazione abusiva idonea a costringere alla dazione o alla promessa
Tentata concussione: è indifferente il conseguimento in concreto del risultato di porre la vittima in stato di soggezione
Nullità: l'omessa valutazione di una memoria difensiva non determina alcuna nullità
Misure cautelari: valgono gli stessi principi che governano lo scrutinio di legittimità quanto al processo di cognizione
Induzione indebita: la condotta si configura come esortazione, persuasione, suggestione, inganno, impliciti messaggi, pressione morale
Concussione e induzione indebita: le differenze sta nel modo in cui si manifesta l'abuso della qualifica soggettiva
Metodo mafioso - condotte di estorsione ambientale
Tentativo di concussione: è necessario valutare la adeguatezza della condotta, valutando l'effetto di essa nel soggetto passivo
Concussione: vi è piena continuità normativa con il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p.
Sulla ammissibilità del concordato in appello
Atti sessuali con minorenne: non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della condanna
Violenza sessuale: può concorrere formalmente con il reato di concussione
Violenza sessuale: rileva ai fini del consenso l'assunzione di alcol da parte della persona offesa?
Violenza sessuale: la sussistenza del consenso all'atto va verificata in relazione al momento del compimento dell'atto
Violenza sessuale: in caso di errore sul consenso, l'onere della prova è a carico dell'imputato
Violenza sessuale: gli atti sessuali non convenzionati possono essere leciti?
Violenza sessuale: non ricorre l'attenuante della minore gravità del fatto nel caso in cui è perpetrata dal genitore ai danni del figlio
Violenza sessuale: non occorre che la violenza avvenga in modo brutale ed aggressivo
Violenza sessuale: sulla violazione della correlazione tra accusa e sentenza la condanna
Violenza sessuale: la coprofilia influisce sulla capacità di intendere e volere?
Violenza sessuale: sulla valutazione della prova indiziaria
Violenza sessuale: sussiste in caso di invio di foto intime su whatsapp dietro minaccia
Violenza sessuale: per la valutazione dell'attenuante della minore gravità è inconferente il fatto della commissione con abuso di relazione di ospitalità
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'abuso della condizione di inferiorità psico-fisica della vittima
Violenza sessuale: nella nozione di atti sessuali non rientrano gli atti di esibizionismo, di autoerotismo in presenza di terzi o di voyeurismo
Violenza sessuale: sull'aggravante la compromissione della libertà personale della vittima
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima può dipendere anche dalla minore età
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di sequestro di persona
Violenza sessuale: assorbe il reato di maltrattamenti se vi è coincidenza fra le condotte
Violenza sessuale: gli elementi per l'applicazione dell'attenuante della minore gravità del fatto si usano anche per la riduzione della pena
Violenza sessuale: anche le credenze esoteriche in grado di suggestionare la p.o. rientrano fra le condizioni di inferiorità psichica
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sull'abuso di autorità e posizione di preminenza
Violenza sessuale: sul divieto di concessione di misure alternative alla detenzione
Violenza sessuale: si configura aggravante speciale nel caso in cui la vittima sia stata provocata dall'autore del reato all'assunzione di sostanze alcoliche
Violenza sessuale: sull'applicazione del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena
Violenza sessuale: sulla legittimità del diniego dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: sulla rilevanza della qualità di pubblico ufficiale ai fini di procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sullo stato di inferiorità della vittima in caso di alterazione causata da alcool
Violenza sessuale: sull'accertamento della capacità a testimoniare del minore vittima di abuso
Violenza sessuale: se il concorrente non è presente sul luogo del delitto può concorrere solo moralmente
Atti sessuali con minorenne: integra il tentativo l'offerta di denaro a quattordicenne per compiere atti sessuali
Violenza sessuale: sussiste in caso di induzione a giochi erotici e rapporti sessuali virtuali
Violenza sessuale: sul tentativo in caso di assenza di contatto fisico con la vittima
Violenza sessuale: il medico può lecitamente compiere atti incidenti sulla sfera della libertà sessuale
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: può essere commesso in danno del coniuge, in costanza di convivenza
Violenza sessuale: se posto in essere da un militare nei confronti di un commilitone, concorre con quello di ingiuria militare
Violenza sessuale: per il dolo, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente
Violenza sessuale: sulla circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (sacerdote)
Violenza sessuale: sulla induzione a subire atti sessuali su persona in stato di inferiorità psichica
Violenza sessuale: la reazione violenta della vittima non rileva per l'attenuante di minore gravità
Violenza sessuale: deve procedersi a giudizio di comparazione nel caso in cui l'attenuante ad effetto speciale della minore gravità concorre con aggravante
Violenza sessuale: l'aggravante della minore gravità non può essere esclusa per la sussistenza di aggravanti
Violenza sessuale aggravata: misure alternative solo se si è sottoposti ad osservazione scientifica della personalità
Violenza sessuale: sul consenso e gli atti sessuali non convenzionali
Violenza sessuale: il consenso deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità
Violenza sessuale: professore bacia sulla guancia un'alunna dopo aver provato a farlo sulla bocca, condannato
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio del reato
Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti
Travisamento della prova: richiede l'esistenza di una palese difformità dai risultati obiettivamente derivanti dall'assunzione della prova
Travisamento della prova: sussiste solo in caso di incontrovertibile e pacifica distorsione del significante
Ricorso per cassazione: alla Corte è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione
Ricorso per cassazione: inammissibili doglianze che sollecitano una differente comparazione dei significati da attribuire alle prove
Stupefacenti: la lieve entità va valutata con riferimento a tutti gli elementi concernenti l'azione
Stupefacenti: la lieve entità va accertata tenendo conto anche della personalità dell'indagato, dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell'azione
Ricorso per cassazione: sul termine perentorio di cinque giorni previsto dalla L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 2.
Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali
Violenza sessuale di gruppo: non assorbe il delitto di tortura
Violenza sessuale: sussiste in caso di atti di autoerotismo commessi alla presenza di una persona?
Violenza sessuale: sulla ammissibilità dell'appello del pubblico ministero avverso la sentenza di condanna
Violenza sessuale: sulla configurabilità della circostanza aggravante della connessione teleologica con il reato di lesioni personali.
Violenza sessuale: sull'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di riduzione in servitù?
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale
Violenza sessuale: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza
Violenza sessuale: è inutilizzabile la testimonianza assunta in violazione della C.D.. "Carta di Noto"?
Violenza sessuale: sul riconoscimento dell'attenuante della minore gravità, nel caso di più fatti in continuazione ai danni della medesima persona
Violenza sessuale di gruppo: le differenze con il concorso di persone nel delitto di violenza sessuale
Violenza sessuale: in tema di misure cautelari personali, il giudice non è tenuto a motivare circa la ricorrenza di specifiche e inderogabili esigenze investigative
Violenza sessuale: la disciplina di cui all'art. 190-bis c.p.p. si applica anche alla prova assunta nel corso di incidente probatorio
Violenza sessuale: sul riconoscimento della circostanza attenuante speciale del fatto di minore gravità
Concussione: l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne l'efficacia coartante
Induzione indebita: la persuasione deve avere un valore condizionante più tenue a quella tipica della concussione
Bancarotta fraudolenta: non può essere sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla confisca il denaro di certa provenienza lecita
Bancarotta fraudolenta: sui pagamenti tra società infragruppo
Bancarotta fraudolenta: sulla rilevanza della restituzione ai soci dei versamenti conferiti in conto di aumento futuro di capitale
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di conferimento di denaro da impresa individuale fallita a società di cui l'imprenditore ha parte di quote
Bancarotta fraudolenta: il momento consumativo coincide con la sentenza di fallimento
Bancarotta fraudolenta: sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 l. fall. e l'art. 322 d.lg. 12 gennaio 2019, n. 14
Bancarotta fraudolenta: legittima l'applicazione di misure cautelari personali prima della sentenza dichiarativa di fallimento
Bancarotta fraudolenta preferenziale: sul compenso dell'amministratore di una società
Bancarotta fraudolenta: può concorrere con il reato di autoriciclaggio
Bancarotta riparata: non è necessaria la restituzione dei singoli beni sottratti
Bancarotta semplice: sussiste in caso di operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione gratuita di un contratto di locazione finanziaria
Bancarotta fraudolenta: la provenienza illecita dei beni non esclude il reato
Bancarotta fraudolenta: la natura distrattiva di operazione infra-gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione aziendale a prezzo incongruo
Bancarotta fraudolenta: sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale di società fallita
Bancarotta fraudolenta: la parziale omissione del dovere annotativo è punita a titolo di dolo generico
Bancarotta fraudolenta: sulla omessa tenuta della contabilità
Bancarotta fraudolenta: non si ha pluralità di reati se le condotte tipiche realizzate mediante più atti siano tra loro omogenee
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione di beni che rientrino nell’autonoma disponibilità della società fallita
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento
Bancarotta fraudolenta: il dolo generico può essere desunto dalla responsabilità dell'imputato per fatti di bancarotta patrimoniale
Bancarotta fraudolenta: il distacco del bene dal patrimonio può realizzarsi in qualsiasi forma
Bancarotta fraudolenta: sull'individuazione dell'oggetto materiale del reato
Bancarotta fraudolenta: in tema di concorso dell'extraneus nel reato
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano il reato
Bancarotta fraudolenta: sussiste anche in caso di esercizio di facoltà legittime
Bancarotta fraudolenta: sull’aggravante della cd. continuazione fallimentare
Bancarotta preferenziale: sul rilievo della compensazione volontaria
Bancarotta: l'assoluzione dalla bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento non interferisce sulla decisione per quella propria documentale

Fatture per operazioni inesistenti: sulla figura del cd. "autore mediato"

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