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Cassazione Penale

Cassazione penale , sez. III , 01/12/2021 , n. 11064

La massima

È configurabile il concorso tra il delitto di omesso versamento dell'IVA di cui all' art. 10-ter d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 e quello di bancarotta impropria mediante operazioni dolose previsto dall' art. 223, comma 2, n. 2, l. fall ., essendo diversi i beni giuridici tutelati dalle rispettive norme incriminatrici, ovvero gli interessi del Fisco, da un lato, e quelli dei creditori, dall'altro, e non comportando, le parziali interferenze fattuali, la configurabilità di un concorso apparente di norme.

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO 1. Con sentenza del 26 febbraio 2021, la Corte d'appello di Milano, decidendo il gravame proposto da M.G.C., ha confermato la condanna del medesimo ad un aumento di pena di mesi quattro di reclusione sulla pena inflitta con altra sentenza, passata in giudicato, di applicazione pena per il reato di bancarotta fraudolenta. Nel presente giudizio l'imputato è stato ritenuto responsabile del reato di cui al D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74, art. 10-ter per aver omesso il versamento dell'IVA per un importo di non molto inferiore a sei milioni di Euro, nell'anno d'imposta 2013, dovuto dalla società di cui era legale rappresentante, successivamente dichiarata fallita. Proprio in relazione a detta società era intervenuta la sentenza di patteggiamento, passata in giudicato, per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. 2. Avverso la sentenza di appello, a mezzo del difensore fiduciario, l'imputato ha proposto ricorso per cassazione, deducendo, con il primo motivo, la violazione dell'art. 15 c.p. ed il vizio di motivazione per essere stato ritenuto il concorso di reati tra l'omesso versamento dell'IVA e la bancarotta fraudolenta L.Fall., ex art. 223, comma 2, n. 2, rispetto alla quale l'imputato aveva patteggiato la pena per aver cagionato il fallimento della società per effetto di operazioni dolose consistenti della sistematica omissione del versamento dell'IVA. Il ricorrente argomenta che tra quei reati sussiste un rapporto di specialità reciproca che deve condurre, ex art. 15 c.p., anche in forza del principio dell'assorbimento, all'applicazione della sola disposizione che prevede il reato più grave, ovvero quello fallimentare. 3. Con il secondo motivo di ricorso, si lamentano inosservanza dell'art. 649 c.p.p. e vizio di motivazione per essere stata esclusa la violazione del ne bis in idem processuale. Per quanto osservato nel primo motivo, nel procedimento concluso con la sentenza di patteggiamento l'imputato era stato giudicato per il medesimo fatto storico poi successivamente contestato nel presente processo, vale a dire l'omesso versamento dell'IVA anche nell'anno 2013, in quel giudizio qualificato come operazione dolosa che aveva cagionato il fallimento della società. Pur potendosi già in allora contestare anche il reato fiscale, ciò non era stato fatto, evidentemente ritenendosene l'assorbimento nei fatti di bancarotta. 4. Con il terzo motivo di ricorso si lamenta il vizio di motivazione con riguardo al diniego delle circostanze attenuanti generiche, giustificato con la tautologica affermazione che non si rilevavano ragioni di particolare meritevolezza e trascurando di considerare che per il reato di bancarotta dette circostanze erano state concesse in regime di equivalenza. CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Il primo motivo di ricorso è inammissibile perché afferente a violazione di legge non dedotta con il gravame di merito e, in ogni caso, per genericità e manifesta infondatezza. 1.1. Quanto alla preclusione di cui all'art. 606 c.p.p., comma 3, ult. parte, deve osservarsi che, stando a quanto affermato nella sentenza impugnata - che tra i motivi di gravame enuncia, per quanto qui rileva, soltanto la richiesta di declaratoria d'improcedibilità dell'azione penale ex art. 649 c.p.p. e non anche la violazione del principio di specialità, o di assorbimento, codificato nell'art. 15 c.p., - il primo motivo di ricorso riguarda una violazione di legge, con connesso vizio di motivazione, non dedotta con l'impugnazione di merito. Deve ribadirsi, al proposito, che laddove si deduca con il ricorso per cassazione il mancato esame da parte del giudice di secondo grado di un motivo dedotto con l'atto d'appello, occorre procedere alla specifica contestazione del riepilogo dei motivi di gravame, contenuto nel provvedimento impugnato, che non menzioni la doglianza proposta in sede di impugnazione di merito, in quanto, in mancanza della predetta contestazione, il motivo deve ritenersi proposto per la prima volta in cassazione (Sez. 2, n. 31650 del 03/04/2017, Ciccarelli e a., Rv. 270627; Sez. 2, n. 9028/2014 del 05/11/2013, Carrieri, Rv. 259066). Nella specie ciò non è stato fatto e per ciò solo il ricorso sarebbe inammissibile per genericità. Deve aggiungersi che l'esame dell'atto d'appello ha consentito al Collegio di verificare che la doglianza sulla violazione dell'art. 15 c.p., non era stata effettivamente proposta. 1.2. Il motivo, peraltro, è generico, perché - contrariamente a quanto si allega in ricorso - la sentenza non affronta in alcun modo (proprio perché non fatto oggetto di gravame) il tema dell'eventuale rapporto di specialità tra fattispecie, limitandosi a rispondere alla doglianza sull'identità del fatto posta a base della dedotta violazione dell'art. 649 c.p.p.. 1.3. Il motivo, da ultimo, è anche manifestamente infondato, poiché tra le evocate fattispecie di reato non sussiste alcun rapporto di specialità, dovendo mutatis mutandis - farsi applicazione dei condivisibili principi che in altre analoghe occasioni hanno condotto questa Corte ad affermare il concorso tra i reati che offendono gli interessi del Fisco e quello di bancarotta impropria mediante operazioni dolose previsto dalla L.Fall., art. 223, comma 2, n. 2 (cfr. Sez. 5, n. 6350 del 08/01/2021, Caruso, Rv. 280456, che ha ritenuto configurabile il concorso tra il delitto fallimentare e quello di indebita compensazione di credito d'imposta, previsto dal D.Lgs. n. 74 del 2000, art. 10-quater; Sez. 5, n. 43976 del 14/07/2017, Marra e a., Rv. 271612, relativa al concorso con il delitto di cui al D.Lgs. n. 74 del 2000, art. 2). Per un verso, infatti, le disposizioni incriminatrici che in tali casi vengono in rilievo non regolano la stessa materia e tutelano beni giuridici del tutto differenti (gli interessi del Fisco, in un caso, quelli dei creditori, nell'altro); per altro verso, il principio di specialità previsto dall'art. 15 c.p., si fonda sulla comparazione della struttura astratta delle fattispecie (Sez. U, n. 20664 del 23/02/2017, Stalla e a., Rv. 269668) e degli elementi costitutivi che concorrono a definirle (Sez. U, n. 1235 del 28/10/2010, dep. 2011, Giordano e aa., Rv. 248864) e le parziali interferenze fattuali sussistenti tra le diverse condotte punite dalle disposizioni incriminatrici non consentono in alcun modo di configurare un concorso apparente. Il delitto tributario, infatti, prevede una condotta omissiva che deve determinare l'evento di evasione fiscale in misura superiore alla soglia di punibilità, mentre il reato di bancarotta fraudolenta societaria impropria qui in esame postula una condotta dolosa di qualsiasi natura, non necessariamente costituente reato, che deve invece portare al dissesto di un'impresa condotta in forma societaria ed alla dichiarazione di fallimento della società. 2. Il secondo motivo di ricorso non è fondato. Diversamente dal criterio applicabile quando si tratti di valutare la sussistenza di un concorso apparente di norme ai fini dell'applicazione del principio di specialità, con riguardo alla previsione di cui all'art. 649 c.p.p. l'indagine circa l'identità del fatto che fonda la preclusione processuale deve essere compiuta in relazione al concreto oggetto del giudicato e della nuova contestazione, senza confrontare gli elementi delle fattispecie astratte di reato (Sez. 2, n. 1144 del 06/12/2018, dep. 2019, Delle Vergini, Rv. 275068; Sez. 5, n. 47683 del 04/10/2016, Robusti e a., Rv. 268502). Il principio del ne bis in idem codificato nella richiamata disposizione, tuttavia, non impedisce di prendere in esame lo stesso fatto storico e di valutarlo in riferimento a diverso reato, dovendo la vicenda criminosa essere considerata alla luce di tutte le sue implicazioni penali (Sez. 2, n. 28048 del 08/04/2021, Giorgadze, Rv. 281799; Sez. 2, n. 51127 del 28/11/2013, Ayachi e a., Rv. 258222). A seguito della declaratoria d'illegittimità costituzionale pronunciata con sent. Corte Cost. n. 200 del 21/07/2016, l'art. 649 c.p.p., non esclude che il medesimo fatto sussista anche quando sia ravvisabile il concorso formale tra il reato già giudicato e quello per cui viene iniziato un nuovo procedimento penale, ma anche in tali casi la preclusione processuale opera solo quando possa affermarsi l'identità del fatto storico, inteso sulla base della triade condotta-nesso causale-evento (Sez. 4, n. 54986 del 24/10/2017, Montagna, Rv. 271717). In particolare, la consolidata giurisprudenza di questa Corte reputa che ricorra il bis in idem processuale per identità del fatto quando vi sia corrispondenza storico-naturalistica nella configurazione del reato, considerato in tutti i suoi elementi costitutivi (condotta, evento, nesso causale) e con riguardo alle circostanze di tempo, di luogo e di persona (Sez. U, n. 34655 del 28/06/2005, Donati e a., Rv. 231799), non essendo sufficiente la sola identità della condotta o di parte di essa, laddove la medesima condotta violi contemporaneamente più disposizioni incriminatrici (Sez. 3, n. 30034 del 16/03/2021, Callegher). In applicazione di tali consolidati principi questa Corte ha già affermato, in caso sostanzialmente identico a quello qui in esame, che non v'e' violazione del principio del ne bis in idem processuale, per insussistenza di un rapporto di identità del fatto, nel caso di bancarotta fraudolenta impropria e di omesso versamento di IVA di cui al D.Lgs. n. 74 del 2000, art. 10-ter (Sez. 3, n. 21994 del 01/02/2018, Pigozzi, Rv. 273220). La sentenza impugnata, richiamando espressamente il precedente da ultimo citato, ha dunque fatto buon governo della disciplina normativa che regola la materia e in ricorso ci si limita a contestare la conclusione senza confrontarsi con il consolidato orientamento giurisprudenziale sopra brevemente riepilogato e condiviso dal Collegio. 3. Quanto al terzo motivo, lo stesso è inammissibile per genericità e manifesta infondatezza. 3.1. Posto che l'incesuratezza non è motivo bastevole per la concessione delle circostanze attenuanti generiche - in ossequio alla previsione di cui all'art. 62 bis c.p., comma 3, - la Corte territoriale ha peraltro osservato che, al di là della menzionata condanna per bancarotta fraudolenta, l'odierno ricorrente è già stato condannato per analoga violazione e per simulazione di reato e che non si rilevano ragioni di particolare meritevolezza per l'accoglimento della richiesta. Il ricorrente non si confronta con tale specifica motivazione, né allega e dimostra un travisamento probatorio, limitandosi a sostenere che la sentenza in materia di bancarotta costituirebbe l'unico precedente, senza peraltro segnalare positivi elementi di valutazione che siano stati trascurati. 3.2. La Corte territoriale, dunque, ha assunto la propria decisione con motivazione non censurabile in questa sede, giusta il consolidato principio secondo il quale, in tema di circostanze attenuanti generiche, il giudice del merito esprime un giudizio di fatto, la cui motivazione è insindacabile in sede di legittimità, purché sia non contraddittoria e dia conto, anche richiamandoli, degli elementi, tra quelli indicati nell'art. 133 c.p., considerati preponderanti ai fini della concessione o dell'esclusione (Sez. 5, n. 43952 del 13/04/2017, Pettinelli, Rv. 271269). Del resto, premesso che in tema di attenuanti generiche, la meritevolezza dell'adeguamento della pena, in considerazione di peculiari e non codificabili connotazioni del fatto o del soggetto, non può mai essere data per presunta, ma necessita di apposita motivazione dalla quale emergano, in positivo, gli elementi che sono stati ritenuti atti a giustificare la mitigazione del trattamento sanzionatorio (Sez. 1, n. 46568 del 18/05/2017, Lamin, Rv. 271315), quando la relativa richiesta non specifica gli elementi e le circostanze che, sottoposte alla valutazione del giudice, possano convincerlo della fondatezza e legittimità dell'istanza, l'onere di motivazione del diniego dell'attenuante è soddisfatto con il solo richiamo alla ritenuta assenza dagli atti di elementi positivi su cui fondare il riconoscimento del beneficio (Sez. 3, n. 9836 del 17/11/2015, dep. 2016, Piliero, Rv. 266460). 4. Il ricorso, complessivamente infondato, deve dunque essere rigettato con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. P.Q.M. Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Così deciso in Roma, il 1 dicembre 2021. Depositato in Cancelleria il 28 marzo 2022

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Fatture per operazioni inesistenti: questioni intertemporali
Fatture emesse per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio
Fatture per operazioni inesistenti: sull'attenuante conseguente al pagamento dei debiti tributari
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato
Fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: sulla competenza per territorio
Fatture per operazioni inesistenti: ha natura di reato comune
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: possono concorrere soggetti diversi dall'utilizzatore
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Violenza sessuale: sulla legittimità del diniego dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: sulla rilevanza della qualità di pubblico ufficiale ai fini di procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sullo stato di inferiorità della vittima in caso di alterazione causata da alcool
Violenza sessuale: sull'accertamento della capacità a testimoniare del minore vittima di abuso
Violenza sessuale: se il concorrente non è presente sul luogo del delitto può concorrere solo moralmente
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Violenza sessuale: sussiste in caso di induzione a giochi erotici e rapporti sessuali virtuali
Violenza sessuale: sul tentativo in caso di assenza di contatto fisico con la vittima
Violenza sessuale: il medico può lecitamente compiere atti incidenti sulla sfera della libertà sessuale
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: può essere commesso in danno del coniuge, in costanza di convivenza
Violenza sessuale: se posto in essere da un militare nei confronti di un commilitone, concorre con quello di ingiuria militare
Violenza sessuale: per il dolo, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente
Violenza sessuale: sulla circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (sacerdote)
Violenza sessuale: sulla induzione a subire atti sessuali su persona in stato di inferiorità psichica
Violenza sessuale: la reazione violenta della vittima non rileva per l'attenuante di minore gravità
Violenza sessuale: deve procedersi a giudizio di comparazione nel caso in cui l'attenuante ad effetto speciale della minore gravità concorre con aggravante
Violenza sessuale: l'aggravante della minore gravità non può essere esclusa per la sussistenza di aggravanti
Violenza sessuale aggravata: misure alternative solo se si è sottoposti ad osservazione scientifica della personalità
Violenza sessuale: sul consenso e gli atti sessuali non convenzionali
Violenza sessuale: il consenso deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità
Violenza sessuale: professore bacia sulla guancia un'alunna dopo aver provato a farlo sulla bocca, condannato
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio del reato
Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti
Travisamento della prova: richiede l'esistenza di una palese difformità dai risultati obiettivamente derivanti dall'assunzione della prova
Travisamento della prova: sussiste solo in caso di incontrovertibile e pacifica distorsione del significante
Ricorso per cassazione: alla Corte è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione
Ricorso per cassazione: inammissibili doglianze che sollecitano una differente comparazione dei significati da attribuire alle prove
Stupefacenti: la lieve entità va valutata con riferimento a tutti gli elementi concernenti l'azione
Stupefacenti: la lieve entità va accertata tenendo conto anche della personalità dell'indagato, dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell'azione
Ricorso per cassazione: sul termine perentorio di cinque giorni previsto dalla L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 2.
Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali
Violenza sessuale di gruppo: non assorbe il delitto di tortura
Violenza sessuale: sussiste in caso di atti di autoerotismo commessi alla presenza di una persona?
Violenza sessuale: sulla ammissibilità dell'appello del pubblico ministero avverso la sentenza di condanna
Violenza sessuale: sulla configurabilità della circostanza aggravante della connessione teleologica con il reato di lesioni personali.
Violenza sessuale: sull'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di riduzione in servitù?
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale
Violenza sessuale: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza
Violenza sessuale: è inutilizzabile la testimonianza assunta in violazione della C.D.. "Carta di Noto"?
Violenza sessuale: sul riconoscimento dell'attenuante della minore gravità, nel caso di più fatti in continuazione ai danni della medesima persona
Violenza sessuale di gruppo: le differenze con il concorso di persone nel delitto di violenza sessuale
Violenza sessuale: in tema di misure cautelari personali, il giudice non è tenuto a motivare circa la ricorrenza di specifiche e inderogabili esigenze investigative
Violenza sessuale: la disciplina di cui all'art. 190-bis c.p.p. si applica anche alla prova assunta nel corso di incidente probatorio
Violenza sessuale: sul riconoscimento della circostanza attenuante speciale del fatto di minore gravità
Concussione: l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne l'efficacia coartante
Induzione indebita: la persuasione deve avere un valore condizionante più tenue a quella tipica della concussione
Bancarotta fraudolenta: non può essere sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla confisca il denaro di certa provenienza lecita
Bancarotta fraudolenta: sui pagamenti tra società infragruppo
Bancarotta fraudolenta: sulla rilevanza della restituzione ai soci dei versamenti conferiti in conto di aumento futuro di capitale
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di conferimento di denaro da impresa individuale fallita a società di cui l'imprenditore ha parte di quote
Bancarotta fraudolenta: il momento consumativo coincide con la sentenza di fallimento
Bancarotta fraudolenta: sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 l. fall. e l'art. 322 d.lg. 12 gennaio 2019, n. 14
Bancarotta fraudolenta: legittima l'applicazione di misure cautelari personali prima della sentenza dichiarativa di fallimento
Bancarotta fraudolenta preferenziale: sul compenso dell'amministratore di una società
Bancarotta fraudolenta: può concorrere con il reato di autoriciclaggio
Bancarotta riparata: non è necessaria la restituzione dei singoli beni sottratti
Bancarotta semplice: sussiste in caso di operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione gratuita di un contratto di locazione finanziaria
Bancarotta fraudolenta: la provenienza illecita dei beni non esclude il reato
Bancarotta fraudolenta: la natura distrattiva di operazione infra-gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione aziendale a prezzo incongruo
Bancarotta fraudolenta: sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale di società fallita
Bancarotta fraudolenta: la parziale omissione del dovere annotativo è punita a titolo di dolo generico
Bancarotta fraudolenta: sulla omessa tenuta della contabilità
Bancarotta fraudolenta: non si ha pluralità di reati se le condotte tipiche realizzate mediante più atti siano tra loro omogenee
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione di beni che rientrino nell’autonoma disponibilità della società fallita
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento
Bancarotta fraudolenta: il dolo generico può essere desunto dalla responsabilità dell'imputato per fatti di bancarotta patrimoniale
Bancarotta fraudolenta: il distacco del bene dal patrimonio può realizzarsi in qualsiasi forma
Bancarotta fraudolenta: sull'individuazione dell'oggetto materiale del reato
Bancarotta fraudolenta: in tema di concorso dell'extraneus nel reato
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano il reato
Bancarotta fraudolenta: sussiste anche in caso di esercizio di facoltà legittime
Bancarotta fraudolenta: sull’aggravante della cd. continuazione fallimentare
Bancarotta preferenziale: sul rilievo della compensazione volontaria
Bancarotta: l'assoluzione dalla bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento non interferisce sulla decisione per quella propria documentale
Bancarotta fraudolenta impropria per operazioni dolose: sul concorso dell'extraneus
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento dell'amministratore privo di delega
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di prelievo dalle casse sociali di somme asseritamente corrispondenti al credito vantato
Bancarotta fraudolenta: sul potere di amministrazione disgiunta
Bancarotta documentale: sui rapporti con la bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano distrazione
Bancarotta: in caso di pluralità di delitti è illegale la pena determinata facendo applicazione dell'istituto della continuazione
Bancarotta fraudolenta: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio

Omesso versamento IVA : configurabile il concorso con la bancarotta impropria mediante operazioni dolose

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