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Cassazione Penale

Cassazione penale sez. IV, 11/10/2023, (ud. 11/10/2023, dep. 18/10/2023), n.42463

La massima

L'acquirente di modiche quantità di sostanza stupefacente, nei cui confronti non siano emersi elementi indizianti di uso non personale, deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti, essendo irrilevante, a tal fine, che egli possa essere soggetto a sanzione amministrativa per l'uso personale (per tutte: Sez. U, n. 21832 del 22/02/2007, Morea, Rv. 236370).
Ne consegue che le dichiarazioni rese dagli assuntori di sostanze sono pienamente utilizzabili ai fini della decisione, tanto più in un giudizio che si è svolto nelle forme del giudizio abbreviato.

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO 1. Con sentenza in data 30 novembre 2022 la Corte di appello di Trieste ha riformato in parte la sentenza pronunciata il 9 novembre 2020, all'esito di giudizio abbreviato, dal G.u.p. del Tribunale di Udine. In particolare, per quanto qui interessa, la Corte di appello ha confermato l'affermazione della penale responsabilità di S.G., D.M.C. e M.P. per i reati di seguito elencati. S.G. è stato ritenuto responsabile: - capo 1), del reato di cui all'art. 81 c.p., comma 2, art. 110 c.p. e D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, commesso "in (Omissis)", dal mese di (Omissis), gestendo, in concorso con D.M.C., M.P. e C.V. (quest'ultimo separatamente giudicato), una attività di spaccio "continuativa e organizzata"; in particolare: cedendo cocaina a C.G. per 10 o 15 volte, al prezzo di 50 o 100 Euro; cedendo a E.D. dosi di cocaina di un grammo ciascuna, al prezzo totale di 600 Euro; cedendo a G.G. dosi di cocaina di un grammo ciascuna, al prezzo di 100 Euro; cedendo a M.C., per due volte, un grammo di cocaina al prezzo totale di 150 Euro e consegnandogli a titolo gratuito una dose di prova; cedendo a L.D. quantitativi pari a 0,8 grammi per volta di cocaina al prezzo di 80-90 Euro ciascuno e, in una occasione, offrendogliene una "riga" a titolo gratuito. - capo 5), del reato di cui all'art. 81 c.p., comma 2, art. 110 c.p. e D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, accertato il (Omissis), acquistando, in concorso con C.V. (nei cui confronti si è proceduto separatamente), grammi 49,725 di cocaina (con percentuale media di principio attivo del 78,5%). - capo 6), del reato di cui all'art. 81 c.p., comma 2, art. 110 c.p. e D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, accertato il (Omissis), acquistando, in concorso con D.A. e T.A. (nei cui confronti si è proceduto separatamente), sei involucri contenenti in tutto 68,3 grammi di cocaina (con percentuale media di principio attivo variabile tra il 36 e il 54%) D.M.C. è stato ritenuto responsabile: - capo 3), del reato di cui all'art. 81 c.p., comma 2 e art. 110 c.p. e art. 73 D.P.R. cit., commesso "in (Omissis)", dal mese di maggio al mese di settembre del 2016, cedendo a C.G., per 3 o 4 volte a settimana, dosi di cocaina di mezzo grammo o un grammo per volta al prezzo rispettivamente di 50 o 100 Euro. Questo fatto è stato qualificato, già in primo grado, come violazione del D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, comma 5. M.P. è stato ritenuto responsabile: - capo 4), del reato di cui all'art. 81 c.p., comma 2, art. 110 c.p. e art. 73 D.P.R. cit., commesso "in Udine e Lignano", dal mese di giugno al mese di ottobre del 2016, cedendo cocaina ad B.A.: in due occasioni, a titolo gratuito; per circa tre o quattro volte, in dosi di un grammo, al prezzo di 90 Euro ciascuna; per circa sei o sette volte, in dosi di un grammo, al prezzo di 90 Euro ciascuna. Questo fatto è stato qualificato, già in primo grado, come violazione del D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, comma 5. Al capo 4 era stato contestato a M. anche di aver ceduto una dose di cocaina ad S.A., ma da questa imputazione M. è stato assolto in grado di appello per non aver commesso il fatto. 2. Contro la sentenza della Corte di appello, hanno proposto tempestivo ricorso per mezzo dei rispettivi difensori S.G., D.M.C. e M.P.. 3. Il ricorso proposto nell'interesse di S.G. e D.M.C. dal comune difensore si articola in tre motivi. 3.1. Col primo motivo, comune a entrambi i ricorrenti, il difensore lamenta violazione di legge e vizi di motivazione quanto all'affermazione della penale responsabilità essendo la stessa stata fondata, in assenza di riscontri obiettivi, sulle dichiarazioni degli assuntori di sostanza stupefacente. Secondo la difesa, gli assuntori di sostanza stupefacente avrebbero dovuto essere sentiti nelle forme di cui all'art. 210 c.p.p. e sono stati invece sentiti quali persone informate dei fatti sicché le loro dichiarazioni sarebbero inficiate da inutilizzabilità patologica e, in ogni caso, in assenza di riscontri, non potrebbero essere poste a fondamento dell'affermazione della penale responsabilità. Questa argomentazione è sviluppata, in particolare, con riferimento alle dichiarazioni rese da D.L.. La difesa riferisce che la D., sottoposta ad indagini per reati in materia di stupefacenti, dopo essersi avvalsa della facoltà di non rispondere nel corso di un interrogatorio, avrebbe consegnato agli inquirenti un foglio manoscritto contenente indicazioni sulla base delle quali sarebbe stato possibile risalire agli odierni imputati e sostiene che le indicazioni contenute in quel foglio (contenente in sostanza una chiamata in correità) non sono state valutate unitamente a riscontri esterni che ne confermassero l'attendibilità come sarebbe stato doveroso. 3.2. Col secondo motivo, che riguarda specificamente la posizione di D.M.C., la difesa lamenta violazione di legge e vizi di motivazione per essere state ritenute sufficienti ai fini dell'affermazione della responsabilità dell'imputato le dichiarazioni rese da C.G.. La difesa si duole che la sentenza impugnata non abbia compiuto alcun vaglio di attendibilità di tali dichiarazioni e non abbia risposto alle censure formulate a questo riguardo nell'atto di gravame. 3.3. Col terzo motivo, riguardante il solo D.M.C., la difesa lamenta violazione dell'art. 168 c.p. Sostiene che la Corte di appello ha revocato il beneficio della sospensione condizionale della pena concesso a D.M. con la sentenza del G.i.p. del Tribunale di Udine del 17 ottobre 2018 (irrevocabile il 4 novembre 2018) in assenza dei presupposti di legge e senza avere competenza in tal senso. 4. Il ricorso proposto nell'interesse di M.P. si articola in tre motivi. 4.1. Col primo motivo, il ricorrente deduce violazione di legge e vizi di motivazione con riferimento all'affermazione della responsabilità. Sostiene, in particolare, che la Corte territoriale avrebbe illogicamente escluso l'uso di gruppo omettendo di considerare che M. e la B. erano all'epoca sentimentalmente legati e, per questo, consumavano insieme sostanza stupefacente. La motivazione della sentenza impugnata è considerata illogica nella parte in cui sostiene che all'epoca dei fatti la B. era sentimentalmente legata ad altra persona. La difesa osserva, infatti, che due contemporanee relazioni sentimentali non possono essere escluse sicché le argomentazioni sviluppate dalla Corte territoriale non sono idonee a contrastare la tesi difensiva. 4.2. Col secondo motivo, la difesa deduce vizi di motivazione quanto alla interpretazione del contenuto delle conversazioni intercorse tra la B. e M. aventi ad oggetto l'acquisto di "limoni". Sostiene che, secondo la tesi difensiva, si trattava di pastiglie stimolanti e, poiché non vi è stato alcun accertamento tossicologico, non è noto se si trattasse di sostanza tabellata. 4.3. Col terzo motivo, la difesa deduce vizi di motivazione per essere state ritenute attendibili le dichiarazioni accusatorie rese dalla B. pur in assenza di riscontri oggettivi. 5. Con memoria scritta tempestivamente depositata il Procuratore generale ha chiesto dichiararsi l'inammissibilità di tutti i ricorsi. CONSIDERATO IN DIRITTO 1. I motivi di ricorso non superano il vaglio di ammissibilità. 2. Si deve subito rilevare che gli acquirenti della sostanza stupefacente ( C.G., E.D., G.G., M.C. e L.D. per quanto riguarda S.; C.G. per quanto riguarda D.M.; B.A. per quanto riguarda M.) non risultano essere stati mai indagati nel procedimento e, per questo, sono stati assunti a sommarie informazioni testimoniali. I difensori non chiariscono per quali ragioni le persone indicate avrebbero dovuto essere indagate, sicché i ricorsi si appalesano generici sia nella parte in cui sostengono l'inutilizzabilità dei verbali di sommarie informazioni testimoniali sia nella parte in cui si dolgono della mancanza di riscontri. Si osserva in proposito che l'acquirente di modiche quantità di sostanza stupefacente, nei cui confronti non siano emersi elementi indizianti di uso non personale, deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti, essendo irrilevante, a tal fine, che egli possa essere soggetto a sanzione amministrativa per l'uso personale (per tutte: Sez. U, n. 21832 del 22/02/2007, Morea, Rv. 236370). Ne consegue che le dichiarazioni rese dagli assuntori di sostanze sono pienamente utilizzabili ai fini della decisione, tanto più in un giudizio che - come nel caso di specie - si è svolto nelle forme del giudizio abbreviato. Tale principio è stato recentemente ribadito anche alla luce della giurisprudenza costituzionale e dei principi convenzionali. Si è sottolineato, infatti, che le dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari, in qualità di persona informata dei fatti, dall'acquirente di modiche quantità di sostanza stupefacente, nei cui confronti non siano emersi elementi indizianti di un uso non personale, sono utilizzabili in giudizio "dal momento che - come affermato dalla sentenza della Corte Cost. n. 148 del 2022 - le sanzioni previste dal D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, art. 75, comma 1, non hanno natura punitiva, ma preventiva, sicché non è applicabile il principio espresso, in tema di diritto al silenzio nell'ambito di procedimenti amministrativi funzionali all'irrogazione di sanzioni di natura punitiva, dalla Corte di giustizia con sentenza 2 febbraio 2021 (causa C-481/19 D.B. contro Consob)" (Sez. 2, n. 47081 del 04/10/2022, Campione, Rv. 284191). Trattandosi di dichiarazioni testimoniali, non trova applicazione la disposizione dell'art. 192 c.p.p., commi 3 e 4. Ne consegue la manifesta infondatezza del primo e del secondo motivo del ricorso proposto nell'interesse di S.G. e D.M.C. e del terzo motivo del ricorso proposto nell'interesse dui M.P.. 3. Il primo motivo del ricorso proposto nell'interesse di S.G. e D.M.C. è inammissibile perché aspecifico e non autosufficiente nella parte in cui fa riferimento a un foglio che D.L. avrebbe consegnato agli operanti; documento grazie al quale gli inquirenti sarebbero risaliti agli odierni imputati. La sentenza impugnata spiega, infatti, che "l'atteggiamento della D., non è significativo nell'ambito del presente processo" perché gli elementi di prova acquisiti a carico degli imputati sono costituiti dalle dichiarazioni degli acquirenti e dall'esito di intercettazioni. La difesa non si confronta con tali argomentazioni e non chiarisce quali elementi di prova la D. avrebbe fornito e in che modo gli stessi siano stati utilizzati ai fini della decisione. 4. Il primo e il secondo motivo del ricorso proposto nell'interesse di M.P. sono inammissibili perché generici. Le sentenze di primo e secondo grado - che possono essere lette congiuntamente e costituiscono un unico complessivo corpo decisionale (Sez. 2, n. 37295 del 12/06/2019, E., Rv. 277218; Sez. 3, n. 44418 del 16/07/2013, Argentieri, Rv. 257595) - chiariscono che, nel caso di specie, il consumo di gruppo non è ipotizzabile perché dalle dichiarazioni rese dalla B. e dal contenuto delle intercettazioni emerge che M. cedette cocaina alla B. dietro versamento di corrispettivo. A differenza di quanto sostenuto dal ricorrente, dunque, l'uso di gruppo non è stato escluso soltanto sulla base della constatazione che, all'epoca dei fatti, la relazione tra la B. e M. era conclusa, ma anche alla luce delle conversazioni intercettate. Ed invero, "il c.d. consumo di gruppo di sostanze stupefacenti, sia nell'ipotesi di acquisto congiunto, che in quella di mandato all'acquisto collettivo ad uno dei consumatori, non è penalmente rilevante, ma integra l'illecito amministrativo sanzionato dall'art. 75 stesso D.P.R., a condizione che: a) l'acquirente sia uno degli assuntori; b) l'acquisto avvenga sin dall'inizio per conto degli altri componenti del gruppo; c) sia certa sin dall'inizio l'identità dei mandanti e la loro manifesta volontà di procurarsi la sostanza per mezzo di uno dei compartecipi, contribuendo anche finanziariamente all'acquisto" (Sez. U, n. 25401 del 31/01/2013, Galluccio, Rv. 255258). A ciò deve aggiungersi che l'uso di gruppo non punibile deve essere escluso in radice per il fornitore anche se questi assume, insieme con il cessionario, parte della sostanza ceduta. Vi è infatti una "netta separazione tra la condotta di chi vende, sempre penalmente rilevante, e quella di chi acquista e detiene sin da subito per conto del gruppo" (Sez. 3, n. 6871 del 08/07/2016, dep. 2017, Bandera, Rv. 269148). 4.1. Col secondo motivo la difesa di M.P. sostiene che, nel valutare il contenuto delle intercettazioni telefoniche, i giudici di merito sarebbero incorsi in errore. Avrebbero ritenuto, infatti, che l'espressione "limoni" facesse riferimento a sostanze stupefacenti, mentre si trattava di pastiglie stimolanti prive di efficacia drogante. A questo proposito è sufficiente osservare che il motivo non è autosufficiente non essendo stato specificato a quale conversazione si faccia riferimento e sulla base di quali elementi sarebbe possibile sostenere che, in quella conversazione, M. stia parlando di pastiglie liberamente vendute su internet. 5. Resta da esaminare il motivo di ricorso col quale D.M.C. si duole della revoca della sospensione condizionale della pena di anni due di reclusione inflitta dal G.i.p. del Tribunale di Udine con sentenza del 17 ottobre 2018 divenuta irrevocabile il 4 novembre 2018. La doglianza è manifestamente infondata: la sospensione condizionale era stata disposta con riferimento alla pena inflitta per un delitto (art. 582 c.p.) commesso il (Omissis); i fatti dei quali D.M. è stato ritenuto responsabile dalla Corte di appello sono stati commessi dalla fine del mese di (Omissis) e la sentenza impugnata ha determinato la pena in anni uno di reclusione ed Euro 1.400 di multa. Pertanto, è stata fatta corretta applicazione dell'art. 168 c.p., comma 1 n. 2), in base al quale la sospensione condizionale della pena deve essere revocata se il condannato riporta una nuova condanna per un delitto anteriormente commesso a pena che, cumulata a quella precedentemente sospesa, supera i limiti stabiliti dall'art. 163 c.p.. A questo proposito è utile ricordare che il provvedimento di revoca della sospensione condizionale della pena previsto dal dell'art. 168 c.p., comma 1. - a differenza di quello previsto dall'art. 168, comma 2 - ha natura dichiarativa. Ne consegue che "gli effetti di diritto sostanziale risalgono "de jure" al momento in cui si è verificata la condizione, anche prima della pronuncia giudiziale e indipendentemente da essa". Il provvedimento di revoca, dunque, non è che un atto ricognitivo della caducazione del beneficio che avviene "ope legis" al momento del passaggio in giudicato della sentenza attinente al secondo reato. A differenza di quanto sostenuto dal ricorrente, questo fa sì che la revoca possa essere disposta anche dal giudice di appello senza contravvenire al divieto di "reformatio in peius". Il Giudice di appello, infatti, svolge in questo caso un'attività puramente ricognitiva e non discrezionale o valutativa e, per questo, anche se l'impugnazione è stata proposta dal solo imputato, ha il potere di revocare la sospensione condizionale concessa con altra sentenza irrevocabile in altro giudizio, negli stessi termini in cui tale potere è attribuito al giudice dell'esecuzione (Sez. U, n. 7551 del 08/04/1998, Cerroni, Rv. 210798; Sez. 1, n. 13011 del 11/03/2005, Tarisciotti, Rv. 231256; Sez. 1, n. 20293 del 08/05/2008, Di Rocco, Rv. 239996; Sez. 2, n. 37009 del 30/06/2016, Seck, Rv. 267913). 6. All'inammissibilità dei ricorsi consegue la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali. Tenuto conto della sentenza della Corte costituzionale n. 186 del 13 giugno 2000 e rilevato che non sussistono elementi per ritenere che i ricorrenti non versassero in colpa nella determinazione della causàdi inammissibilità, deve essere disposto a carico di ciascuno di loro, a norma dell'art. 616 c.p.p., l'onere di versare la somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende, somma così determinata in considerazione delle ragioni di inammissibilità. P.Q.M. Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 11 ottobre 2023. Depositato in Cancelleria il 18 ottobre 2023

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Rapina: legittima l'applicazione cumulativa dell'aggravante comune di cui all'art. 112, n. 1, c.p. e dell'aggravante speciale di cui all'art. 628, co. 1, c.p.
Rapina: sull'aggravante speciale delle più persone riunite
Tentativo di rapina impropria: sussiste se l'agente non conclude la condotta indipendente dalla propria volontà
Rapina: se commessa in luogo tale da ostacolare la pubblica o privata difesa l'aggravante ex art. 628 prevale su quella ex art. 61, n. 5 c.p.
Rapina impropria: sull'aggravante del nesso teleologico in caso di morte della persona offesa
Rapina: per l’aggravante delle più persone riunite è richiesta la presenza (nota alla vittima) di almeno due persone
Omesso versamento IVA: sull'interesse ad impugnare per ottenere assoluzione con formula piena
Omesso versamento IVA: sulla preclusione al patteggiamento per mancata estinzione del debito tributario
Omesso versamento IVA: il contribuente deve dimostrare l'inattendibilità della compilazione del quadro VL
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Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale di un cliente non esclude il dolo
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Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale non esclude la sussistenza del dolo
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Omesso versamento IVA: l'elevazione di un terzo dei termini di prescrizione non si applica ai reati ex artt. 10-ter e 11 del D.lgs. n. 74/2000
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: non rientra nella nozione di "altri documenti" la consulenza tecnica per ricerca di mercato
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Fatture per operazioni inesistenti: sussiste in caso di dichiarazione integrativa infedele presentata dopo l'accertamento fiscale
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Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova del dolo specifico
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Fatture per operazioni inesistenti: si configura anche nell'ipotesi di fatture emesse a favore di ditte cartiere
Fatture per operazioni inesistenti: non è necessario che il fine di favorire l'evasione sia esclusivo
Fatture per operazioni inesistenti: sulla genericità della contestazione
Fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta: sulla competenza territoriale
Fatture per operazioni inesistenti: sulla competenza territoriale in caso di più fatture
Fatture per operazioni inesistenti: il reato è configurabile anche nel caso di fatturazione solo soggettivamente falsa
Fatture per operazioni inesistenti: sul c.d. superbonus 110% e lo sconto in fattura
Fatture per operazioni inesistenti: l'evasione di imposta non è elemento costitutivo del reato
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con la bancarotta fraudolenta impropria
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova della posizione di amministratore di fatto
Fatture per operazioni inesistenti: questioni intertemporali
Fatture emesse per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio
Fatture per operazioni inesistenti: sull'attenuante conseguente al pagamento dei debiti tributari
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato
Fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: sulla competenza per territorio
Fatture per operazioni inesistenti: ha natura di reato comune
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: possono concorrere soggetti diversi dall'utilizzatore
Trasferimento fraudolento di valori: non è sufficiente dar conto della fittizia attribuzione della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità
Intercettazioni: utilizzabili anche per gli ulteriori fatti-reato legati dal vincolo della continuazione
Abuso d'ufficio: se il pubblico ufficiale agisce del tutto al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni non e' configurabile il reato
Concussione: non sussiste se la persona offesa ha eseguito un pagamento in quanto erroneamente convinta di esservi obbligata
Concussione: consiste in una condotta di prevaricazione abusiva idonea a costringere alla dazione o alla promessa
Tentata concussione: è indifferente il conseguimento in concreto del risultato di porre la vittima in stato di soggezione
Nullità: l'omessa valutazione di una memoria difensiva non determina alcuna nullità
Misure cautelari: valgono gli stessi principi che governano lo scrutinio di legittimità quanto al processo di cognizione
Induzione indebita: la condotta si configura come esortazione, persuasione, suggestione, inganno, impliciti messaggi, pressione morale
Concussione e induzione indebita: le differenze sta nel modo in cui si manifesta l'abuso della qualifica soggettiva
Metodo mafioso - condotte di estorsione ambientale
Tentativo di concussione: è necessario valutare la adeguatezza della condotta, valutando l'effetto di essa nel soggetto passivo
Concussione: vi è piena continuità normativa con il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p.
Sulla ammissibilità del concordato in appello
Atti sessuali con minorenne: non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della condanna
Violenza sessuale: può concorrere formalmente con il reato di concussione
Violenza sessuale: rileva ai fini del consenso l'assunzione di alcol da parte della persona offesa?
Violenza sessuale: la sussistenza del consenso all'atto va verificata in relazione al momento del compimento dell'atto
Violenza sessuale: in caso di errore sul consenso, l'onere della prova è a carico dell'imputato
Violenza sessuale: gli atti sessuali non convenzionati possono essere leciti?
Violenza sessuale: non ricorre l'attenuante della minore gravità del fatto nel caso in cui è perpetrata dal genitore ai danni del figlio
Violenza sessuale: non occorre che la violenza avvenga in modo brutale ed aggressivo
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Violenza sessuale: sussiste in caso di invio di foto intime su whatsapp dietro minaccia
Violenza sessuale: per la valutazione dell'attenuante della minore gravità è inconferente il fatto della commissione con abuso di relazione di ospitalità
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'abuso della condizione di inferiorità psico-fisica della vittima
Violenza sessuale: nella nozione di atti sessuali non rientrano gli atti di esibizionismo, di autoerotismo in presenza di terzi o di voyeurismo
Violenza sessuale: sull'aggravante la compromissione della libertà personale della vittima
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima può dipendere anche dalla minore età
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di sequestro di persona
Violenza sessuale: assorbe il reato di maltrattamenti se vi è coincidenza fra le condotte
Violenza sessuale: gli elementi per l'applicazione dell'attenuante della minore gravità del fatto si usano anche per la riduzione della pena
Violenza sessuale: anche le credenze esoteriche in grado di suggestionare la p.o. rientrano fra le condizioni di inferiorità psichica
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sull'abuso di autorità e posizione di preminenza
Violenza sessuale: sul divieto di concessione di misure alternative alla detenzione
Violenza sessuale: si configura aggravante speciale nel caso in cui la vittima sia stata provocata dall'autore del reato all'assunzione di sostanze alcoliche
Violenza sessuale: sull'applicazione del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena
Violenza sessuale: sulla legittimità del diniego dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: sulla rilevanza della qualità di pubblico ufficiale ai fini di procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sullo stato di inferiorità della vittima in caso di alterazione causata da alcool
Violenza sessuale: sull'accertamento della capacità a testimoniare del minore vittima di abuso
Violenza sessuale: se il concorrente non è presente sul luogo del delitto può concorrere solo moralmente
Atti sessuali con minorenne: integra il tentativo l'offerta di denaro a quattordicenne per compiere atti sessuali
Violenza sessuale: sussiste in caso di induzione a giochi erotici e rapporti sessuali virtuali
Violenza sessuale: sul tentativo in caso di assenza di contatto fisico con la vittima
Violenza sessuale: il medico può lecitamente compiere atti incidenti sulla sfera della libertà sessuale
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: può essere commesso in danno del coniuge, in costanza di convivenza
Violenza sessuale: se posto in essere da un militare nei confronti di un commilitone, concorre con quello di ingiuria militare
Violenza sessuale: per il dolo, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente
Violenza sessuale: sulla circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (sacerdote)
Violenza sessuale: sulla induzione a subire atti sessuali su persona in stato di inferiorità psichica
Violenza sessuale: la reazione violenta della vittima non rileva per l'attenuante di minore gravità
Violenza sessuale: deve procedersi a giudizio di comparazione nel caso in cui l'attenuante ad effetto speciale della minore gravità concorre con aggravante
Violenza sessuale: l'aggravante della minore gravità non può essere esclusa per la sussistenza di aggravanti
Violenza sessuale aggravata: misure alternative solo se si è sottoposti ad osservazione scientifica della personalità
Violenza sessuale: sul consenso e gli atti sessuali non convenzionali
Violenza sessuale: il consenso deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità
Violenza sessuale: professore bacia sulla guancia un'alunna dopo aver provato a farlo sulla bocca, condannato
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio del reato
Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti
Travisamento della prova: richiede l'esistenza di una palese difformità dai risultati obiettivamente derivanti dall'assunzione della prova
Travisamento della prova: sussiste solo in caso di incontrovertibile e pacifica distorsione del significante
Ricorso per cassazione: alla Corte è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione
Ricorso per cassazione: inammissibili doglianze che sollecitano una differente comparazione dei significati da attribuire alle prove
Stupefacenti: la lieve entità va valutata con riferimento a tutti gli elementi concernenti l'azione
Stupefacenti: la lieve entità va accertata tenendo conto anche della personalità dell'indagato, dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell'azione
Ricorso per cassazione: sul termine perentorio di cinque giorni previsto dalla L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 2.
Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali
Violenza sessuale di gruppo: non assorbe il delitto di tortura
Violenza sessuale: sussiste in caso di atti di autoerotismo commessi alla presenza di una persona?
Violenza sessuale: sulla ammissibilità dell'appello del pubblico ministero avverso la sentenza di condanna
Violenza sessuale: sulla configurabilità della circostanza aggravante della connessione teleologica con il reato di lesioni personali.
Violenza sessuale: sull'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di riduzione in servitù?
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale
Violenza sessuale: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza
Violenza sessuale: è inutilizzabile la testimonianza assunta in violazione della C.D.. "Carta di Noto"?
Violenza sessuale: sul riconoscimento dell'attenuante della minore gravità, nel caso di più fatti in continuazione ai danni della medesima persona
Violenza sessuale di gruppo: le differenze con il concorso di persone nel delitto di violenza sessuale
Violenza sessuale: in tema di misure cautelari personali, il giudice non è tenuto a motivare circa la ricorrenza di specifiche e inderogabili esigenze investigative
Violenza sessuale: la disciplina di cui all'art. 190-bis c.p.p. si applica anche alla prova assunta nel corso di incidente probatorio
Violenza sessuale: sul riconoscimento della circostanza attenuante speciale del fatto di minore gravità
Concussione: l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne l'efficacia coartante
Induzione indebita: la persuasione deve avere un valore condizionante più tenue a quella tipica della concussione
Bancarotta fraudolenta: non può essere sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla confisca il denaro di certa provenienza lecita
Bancarotta fraudolenta: sui pagamenti tra società infragruppo
Bancarotta fraudolenta: sulla rilevanza della restituzione ai soci dei versamenti conferiti in conto di aumento futuro di capitale
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di conferimento di denaro da impresa individuale fallita a società di cui l'imprenditore ha parte di quote
Bancarotta fraudolenta: il momento consumativo coincide con la sentenza di fallimento
Bancarotta fraudolenta: sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 l. fall. e l'art. 322 d.lg. 12 gennaio 2019, n. 14
Bancarotta fraudolenta: legittima l'applicazione di misure cautelari personali prima della sentenza dichiarativa di fallimento
Bancarotta fraudolenta preferenziale: sul compenso dell'amministratore di una società
Bancarotta fraudolenta: può concorrere con il reato di autoriciclaggio
Bancarotta riparata: non è necessaria la restituzione dei singoli beni sottratti
Bancarotta semplice: sussiste in caso di operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione gratuita di un contratto di locazione finanziaria
Bancarotta fraudolenta: la provenienza illecita dei beni non esclude il reato
Bancarotta fraudolenta: la natura distrattiva di operazione infra-gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione aziendale a prezzo incongruo
Bancarotta fraudolenta: sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale di società fallita
Bancarotta fraudolenta: la parziale omissione del dovere annotativo è punita a titolo di dolo generico
Bancarotta fraudolenta: sulla omessa tenuta della contabilità
Bancarotta fraudolenta: non si ha pluralità di reati se le condotte tipiche realizzate mediante più atti siano tra loro omogenee
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione di beni che rientrino nell’autonoma disponibilità della società fallita
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento
Bancarotta fraudolenta: il dolo generico può essere desunto dalla responsabilità dell'imputato per fatti di bancarotta patrimoniale
Bancarotta fraudolenta: il distacco del bene dal patrimonio può realizzarsi in qualsiasi forma
Bancarotta fraudolenta: sull'individuazione dell'oggetto materiale del reato
Bancarotta fraudolenta: in tema di concorso dell'extraneus nel reato
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano il reato
Bancarotta fraudolenta: sussiste anche in caso di esercizio di facoltà legittime
Bancarotta fraudolenta: sull’aggravante della cd. continuazione fallimentare
Bancarotta preferenziale: sul rilievo della compensazione volontaria
Bancarotta: l'assoluzione dalla bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento non interferisce sulla decisione per quella propria documentale
Bancarotta fraudolenta impropria per operazioni dolose: sul concorso dell'extraneus
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento dell'amministratore privo di delega
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di prelievo dalle casse sociali di somme asseritamente corrispondenti al credito vantato
Bancarotta fraudolenta: sul potere di amministrazione disgiunta
Bancarotta documentale: sui rapporti con la bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano distrazione
Bancarotta: in caso di pluralità di delitti è illegale la pena determinata facendo applicazione dell'istituto della continuazione
Bancarotta fraudolenta: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio

Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti

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