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Cassazione Penale

Cassazione penale sez. I, 09/04/2018, n.39767

La massima

Sussiste concorso formale di reati, e non assorbimento, fra il reato di cui all'art. 642 cod. pen. e quello di cui all'art. 423, comma secondo, aggravato ai sensi dell'art 61, n. 2, cod. pen., allorchè la fraudolenta distruzione della cosa propria sia avvenuta tramite incendio da cui sia derivato un pericolo per la pubblica incolumità, trattandosi di fattispecie di reato che tutelano diversi beni giuridici e non ricorrendo l'ipotesi del reato complesso di cui all'art. 84 cod. pen.

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO 1. Con pronunzia del 26.1.2017 la Corte di appello di Lecce confermava la sentenza del Tribunale di Taranto del 17.9.2014 di condanna di S.T. per i reati di cui all'art. 423 c.p. - art. 61 c.p., n. 2 (capo A) e art. 642 c.p. (capo B). 2. I fatti in contestazione (commessi a (OMISSIS)) si riferiscono all'incendio di articoli vari di uso domestico, destinati al commercio e depositati presso un capannone industriale condotto in locazione dalla "Due Esse" s.r.l.. A seguito dei danni provocati dalle fiamme, S.T., rappresentante legale della predetta società, presentava richiesta di risarcimento alla compagnia di assicurazione con la quale, poco tempo prima, aveva stipulato una polizza antincendio. Il perito nominato dalla compagnia assicuratrice, ad esito dell'istruttoria svolta, concludeva ritenendo che le merci, indicate dal S. come presenti nel capannone e deteriorate dalle fiamme, fossero di entità e valore sproporzionati rispetto alle caratteristiche (relativamente modeste) dell'incendio e al volume di affari dell'azienda risultante dalle scritture contabili. Tali prime indicazioni trovavano riscontro negli esiti della consulenza tecnica disposta dal p.m. e ciò determinava la citazione a giudizio e la successiva condanna dell'imputato, in entrambi i giudizi di merito, per i reati di incendio e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati. 3. Avverso la decisione di appello ricorre per cassazione il difensore di fiducia del S., affidando l'impugnazione ai motivi che seguono. 3.1. Con il primo eccepisce la violazione del principio della colpevolezza "oltre ogni ragionevole dubbio"; l'omessa motivazione della sentenza in merito alla respinta richiesta di rinnovazione istruttoria in appello; la carente o manifesta illogicità della motivazione per la mancata considerazione da parte dei giudici della ricostruzione alternativa del fatto offerta dall'imputato. 3.2. Con il secondo motivo deduce inosservanza ed erronea applicazione della legge penale e di norme processuali stabilite a pena di nullità, inutilizzabilità, inammissibilità o decadenza. Nello specifico, eccepisce la tardività della querela, atteso che questa risulta essere stata presentata dalla compagnia assicuratrice Milano Ass.ni in data 8.1.2010, sette mesi oltre il fatto avvenuto il 31.5.2009. 3.3. Con il terzo motivo eccepisce l'assorbimento del reato di cui all'art. 642 cod. pen. in quello più grave di cui all'art. 423 cod. pen. e si duole del fatto che la corte territoriale, benchè sollecitata sul punto con l'atto di appello, non avesse fornito alcuna risposta. 3.4. Con il quarto motivo eccepisce omessa o manifesta illogicità della motivazione per il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Il ricorso è inammissibile. 2. Le doglianze in cui si articola il primo motivo di ricorso sono aspecifiche in quanto puramente confutative delle valutazioni espresse nella motivazione censurata. 2.1. Quest'ultima contiene la puntuale disamina degli elementi di accusa (puntualmente elencati a p. 5 della sentenza impugnata) ed il confronto degli stessi con quelli di segno contrario dedotti dalla difesa. Nell'ambito della lettura, così condotta, delle risultanze probatorie, la corte territoriale ha ritenuto di non poter conferire alcun credito alle conclusioni del consulente tecnico dell'imputato, smentite dalle convergenti deduzioni svolte dal consulente tecnico del p.m. e dal perito dell'assicurazione, ritenute maggiormente convincenti in ragione del fatto che, se l'incendio fosse stato effettivamente delle dimensioni ipotizzate dal consulente della difesa, le temperature elevate avrebbero provocato danni maggiori, se non addirittura il crollo, della fatiscente copertura del capannone (formata da vecchio materiale in eternit), lasciando marcate tracce sul pavimento e sulle pareti della struttura. Sotto altro aspetto, in sentenza si rileva che la difesa nulla aveva contestato in ordine ad una serie di profili indiziari, tra i quali: la tempistica tra la stipula del contratto di assicurazione da parte dell'imputato e il verificarsi dell'incendio; le anomalie di bilancio e di contabilità; le contraddizioni sull'idoneità dell'immobile in questione a fungere da deposito di merci. I giudici hanno, altresì, confrontato l'ipotesi accusatoria con quella difensiva, volta ad attribuire a terzi la paternità dell'incendio, ma ne hanno escluso la plausibilità in ragione dell'inverosimiglianza di un'azione incendiaria che, ove posta in essere da soggetti diversi da colui che aveva titolo per introdursi nell'immobile, avrebbe dovuto essere quanto mai rapida e spedita, mentre dai rilievi tecnici eseguiti dai Vigili del Fuoco risultava essere stata posta in essere in tempi non certamente brevissimi, avendo l'autore proceduto ad appiccare il fuoco con un accendino o con fiammiferi, previo ammasso di materiale cartaceo in più punti della struttura. 2.2. Si tratta di motivazione, coerente rispetto alle risultanze vagliate e scevra da incongruenze e frizioni logiche, non intaccata nella sua solidità dalle censure del ricorrente che confutano le valutazioni contenute in sentenza, riproponendo quanto a suo tempo già dedotto in sede di appello senza uno specifico confronto con le ragioni per cui sono state ivi respinte. Con l'odierno ricorso la difesa si limita, invero, a censurare le valutazioni in fatto compiute dai giudici, sostituendo a queste proprie alternative letture delle risultanze investigative che possono trovare ingresso in sede di legittimità soltanto se rivolte a dimostrare profili di manifesta illogicità del corpo argomentativo, nel caso di specie soltanto formalmente dedotti. La parte ricorrente non considera, dunque, che alla Corte di cassazione è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata e l'autonoma adozione di nuovi o diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti medesimi, ritenuti maggiormente plausibili o dotati di una migliore capacità esplicativa, dovendosi essa limitare a controllare se la motivazione dei giudici di merito sia intrinsecamente razionale e capace di rappresentare e spiegare l'iter logico seguito. Nel quadro della genericità di tali censure, deve essere ascritta anche quella rivolta alla respinta richiesta di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale sollecitata dalla difesa con la richiesta di esaminare l'ing. A.B., nominato CTU nel giudizio civile, pendente davanti al giudice di pace di Martina Franca, tra la società proprietaria dell'immobile in questione e il proprietario di quello confinante, avente ad oggetto l'apposizione di termini. La doglianza è aspecifica in quanto non contiene alcuna indicazione sull'effettiva incidenza che detta istruttoria avrebbe potuto apportare ai fini della decisione. 3. Il secondo motivo di ricorso è manifestamente infondato. Esso ripropone la questione della tempestività della querela, già sottoposta al vaglio dei giudici del merito e da questi risolta in senso sfavorevole all'imputato. Si legge in sentenza che, ai fini della decorrenza del termine per proporre querela, deve aversi riguardo alla complessità dell'attività peritale svolta dall'assicurazione, in quanto, soltanto all'esito di quest'ultima, la persona offesa aveva avuto contezza del reato che era stato commesso in suo danno. Il ricorrente contesta questa motivazione rilevando che il 14.7.2009 la compagnia assicuratrice aveva inviato sul luogo dell'accadimento il proprio perito che, subito, aveva accertato la natura dolosa dell'incendio, per cui deve ritenersi che il termine per la proposizione della querela sia decorso già dal mese di luglio 2009. Anche in questo caso, la doglianza si risolve in una inammissibile deduzione in punto di fatto che, peraltro, appare palesemente incongrua, ove si consideri che l'immediata percezione della natura dolosa dell'incendio non implicava ancora la conoscenza della condotta fraudolenta dell'odierno ricorrente. 4. Con il terzo motivo di ricorso la difesa sostiene che il reato di cui all'art. 642 cod. pen. doveva essere ritenuto assorbito in quello più grave di cui all'art. 423 cod. pen. e si duole del fatto che la corte di appello non abbia sul punto fornito alcuna risposta. La doglianza era, all'origine, inammissibile per la sua manifesta infondatezza, in quanto la assoluta diversità dei beni giuridici tutelati dalle fattispecie tipiche in contestazione, fa sì che le stesse concorrano tra loro. Già in epoca remota, questa Corte ha avuto modo di affermare che la distruzione, la dispersione, il deterioramento e l'occultamento di cose proprie, al fine di conseguire il prezzo di una assicurazione contro gli infortuni, costituenti l'elemento materiale del reato di cui all'art. 642 cod. pen., possono essere cagionati con qualsiasi mezzo. Ma se l'uso di un determinato mezzo costituisce di per sè stesso reato, quest'ultimo concorre materialmente con quello di fraudolenta distruzione della cosa propria, a norma dell'art. 81 cod. pen., comma 1 nessun reato essendo previsto come elemento costitutivo o circostanza aggravante del delitto contemplato nell'art. 642 cod. pen. e viceversa. Ne consegue che se il mezzo adoperato è l'incendio della cosa propria e ne è derivato pericolo per la pubblica incolumità, il delitto d'incendio, aggravato ai sensi dell'art. 61 c.p., n. 2, concorre materialmente con quello dell'art. 642 cod. pen., in quanto, sebbene il fatto sia unico, si sono violate due diverse disposizioni di legge, senza che ricorra l'ipotesi del reato complesso di cui all'art. 84 cod. pen. (Sez. 1, n. 1971 del 24/11/1972, dep. 1973, Boniello, Rv. 123478; Sez. 1, n. 7745 del 15/05/1996, Borello, Rv. 205525). Dalla rilevata originaria manifesta infondatezza della questione oggi riproposta, discende l'inammissibilità del relativo motivo di ricorso. Invero, secondo il consolidato insegnamento di questa Corte, è inammissibile per carenza di interesse il ricorso per cassazione avverso la sentenza di secondo grado che non abbia preso in considerazione un motivo di appello inammissibile "ab origine" per manifesta infondatezza, in quanto l'eventuale accoglimento della doglianza non sortirebbe alcun esito favorevole in sede di giudizio di rinvio (per tutte: Sez. 6, n. 47722 del 06/10/2015, Arcone, Rv. 265878). 5. Sorte non diversa rispetto ai precedenti motivi di ricorso deve essere riconosciuta al quarto motivo di ricorso, con il quale la difesa eccepisce l'omessa o manifesta illogicità della motivazione per il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Anche su questo punto la sentenza è ben motivata e si conforma al diritto vivente secondo cui le attenuanti in questione " non possono essere intese come oggetto di benevola e discrezionale "concessione" del giudice, ma come il riconoscimento di situazioni non contemplate specificamente, non comprese cioè tra le circostanze da valutare ai sensi dell'art. 133 cod. pen., che presentano tuttavia connotazioni tanto rilevanti e speciali da esigere una più incisiva, particolare, considerazione ai fini della quantificazione della pena" (Sez. 1, n. 36729 del 14/07/2015, Pezzoni, non mass.; in senso conforme v., ex plurimis, Sez. 1, n. 39214 del 27/06/2017, Anghel, n.m.; Sez. 1, n. 37550 del 06/07/2016, Cacace, n.m.; Sez. 2, n. 13697 del 11/03/2016, Zhou, n.m). Inoltre, "il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente giustificato con l'assenza di elementi o circostanze di segno positivo, a maggior ragione dopo la modifica dell'art. 62-bis, disposta con il D.L. 23 maggio 2008, n. 92, convertito con modifiche nella L. 24 luglio 2008, n. 125, per effetto della quale, ai fini della concessione della diminuente non è più sufficiente lo stato di incensuratezza dell'imputato" (Sez. 6, n. 13022 dell'11/02/2016, Esposito) Non deve, infine, trascurarsi che, nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, non è necessario che il giudice prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, ma è sufficiente che egli faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti, rimanendo tutti gli altri disattesi o superati da tale valutazione (Sez. 2, n. 26525 del 21/04/2017, Di Agostino, n.m.; Sez. 4, n. 19027 del 12/10/2016, dep. 2017, P., n.m.; Sez. 2, n. 267204 del 20/05/2016, Matera, n.m.). Sulla base di tali principi, non può che rilevarsi la correttezza dell'iter argomentativo seguito dai giudici avendo, questi, spiegato chiaramente le ragioni dell'esclusione dell'invocato beneficio sanzionatorio, individuate: - nella personalità dell'imputato, negativamente tratteggiata dalle precedenti condanne riportate dal predetto per i reati di bancarotta e omesso versamento delle ritenute previdenziali; - nella gravità dei fatti in contestazione; - nell'assenza di elementi di segno positivo in grado di neutralizzare i precedenti dati di segno contrario. Le doglianze del ricorrente non vanno al di là della confutazione di tali rilievi con argomenti peraltro, non convincenti se non del tutto eccentrici rispetto al punto in discussione. Tali devono, infatti, essere considerati il tentativo di sminuire la gravità dei pregressi fatti illeciti commessi dal S., in ragione soltanto della loro risalenza nel tempo, o la pretesa di ottenere le invocate generiche in virtù di una sorta di compensazione rispetto alla "lacunosità dell'intera vicenda e della responsabilità dell'imputato". 6. Alla stregua delle considerazioni svolte, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile e, per l'effetto, l'imputato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, che si ritiene equo determinare in Euro 2.000,00. Il ricorrente deve, inoltre, essere condannato alla rifusione delle spese processuali del grado in favore della parte civile costituita, UNIPOLSAI Assicurazioni s.p.a., che liquida nella complessiva somma di Euro 3.500, oltre rimborso forfettario delle spese generali, CPA e IVA come per legge. P.Q.M. Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro duemila in favore della cassa delle ammende. Condanna, inoltre, l'imputato alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel presente giudizio dalla parte civile, UNIPOLSAI Assicurazioni s.p.a., che liquida nella complessiva somma di Euro 3.500, oltre rimborso forfettario delle spese generali, cpa e IVA come per legge. Così deciso in Roma, il 9 aprile 2018. Depositato in Cancelleria il 4 settembre 2018

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L'elemento psicologico specifico nel delitto di rapina può essere integrato anche dal dolo concomitante o sopravvenuto
Rapina: legittima l'applicazione cumulativa dell'aggravante comune di cui all'art. 112, n. 1, c.p. e dell'aggravante speciale di cui all'art. 628, co. 1, c.p.
Rapina: sull'aggravante speciale delle più persone riunite
Tentativo di rapina impropria: sussiste se l'agente non conclude la condotta indipendente dalla propria volontà
Rapina: se commessa in luogo tale da ostacolare la pubblica o privata difesa l'aggravante ex art. 628 prevale su quella ex art. 61, n. 5 c.p.
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Omesso versamento IVA: sull'interesse ad impugnare per ottenere assoluzione con formula piena
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Omesso versamento IVA: non è richiesta l'acquisizione al fascicolo del dibattimento della dichiarazione fiscale del contribuente
Omesso versamento IVA : configurabile il concorso con la bancarotta impropria mediante operazioni dolose
Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale di un cliente non esclude il dolo
Omesso versamento IVA: sulla responsabilità del liquidatore subentrato dopo la dichiarazione di imposta
Omesso versamento IVA: il mancato incasso di crediti non esclude la sussistenza del dolo
Omesso versamento IVA: la qualifica di legale rappresentante di società si acquisisce con l'atto di conferimento della nomina
Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale non esclude la sussistenza del dolo
Omesso versamento IVA: l'imposta dovuta è quella risultante dalla dichiarazione annuale del contribuente
Omesso versamento IVA: l'elevazione di un terzo dei termini di prescrizione non si applica ai reati ex artt. 10-ter e 11 del D.lgs. n. 74/2000
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: non rientra nella nozione di "altri documenti" la consulenza tecnica per ricerca di mercato
Fatture per operazioni inesistenti: sulla figura del cd. "autore mediato"
Fatture per operazioni inesistenti: sulla deroga al concorso di persone nel reato prevista dall' art. 9
Fatture per operazioni inesistenti: sussiste in caso di dichiarazione integrativa infedele presentata dopo l'accertamento fiscale
Fatture per operazione inesistenti: sulla configurabilità del reato associativo
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di cui all'art.8 d.lgs. 74/2000
Fatture per operazioni inesistenti: configurabile il concorso con il reato di dichiarazione infedele
Fatture per operazioni inesistenti: viola il divieto del bis in idem la contestazione di più reati in caso di molteplici fatture in un'unica dichiarazione
Dichiarazione fraudolenta: nel caso di reato commesso da singoli componenti del CdA ciascuno degli altri amministratori risponde per concorso
Dichiarazione fraudolenta: è un reato di natura istantanea
Dichiarazione fraudolenta: sull'intermediazione finanziaria e l'utilizzo di elementi passivi fittizi
Dichiarazione fraudolenta: configurabile il concorso con il reato di cui all'art. 10-quater D.lgs. 74/2000
Dichiarazione fraudolenta: sussiste in caso di fatture relative ad un negozio giuridico apparente
Dichiarazione fraudolenta: configurabile una pluralità di reati se la condotta riguardi sia la dichiarazione IVA che quella ai fini II.DD.
Dichiarazione fraudolenta: non opera la causa di esclusione della punibilità ex art. 131 bis c.p.
Fatture per operazioni inesistenti: si consuma nel momento di emissione della fattura
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova del dolo specifico
Fatture per operazioni soggettivamente inesistenti: rileva la sola identità individuale del soggetto
Fatture per operazioni inesistenti: si configura anche nell'ipotesi di fatture emesse a favore di ditte cartiere
Fatture per operazioni inesistenti: non è necessario che il fine di favorire l'evasione sia esclusivo
Fatture per operazioni inesistenti: sulla genericità della contestazione
Fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta: sulla competenza territoriale
Fatture per operazioni inesistenti: sulla competenza territoriale in caso di più fatture
Fatture per operazioni inesistenti: il reato è configurabile anche nel caso di fatturazione solo soggettivamente falsa
Fatture per operazioni inesistenti: sul c.d. superbonus 110% e lo sconto in fattura
Fatture per operazioni inesistenti: l'evasione di imposta non è elemento costitutivo del reato
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con la bancarotta fraudolenta impropria
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova della posizione di amministratore di fatto
Fatture per operazioni inesistenti: questioni intertemporali
Fatture emesse per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio
Fatture per operazioni inesistenti: sull'attenuante conseguente al pagamento dei debiti tributari
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato
Fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: sulla competenza per territorio
Fatture per operazioni inesistenti: ha natura di reato comune
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: possono concorrere soggetti diversi dall'utilizzatore
Trasferimento fraudolento di valori: non è sufficiente dar conto della fittizia attribuzione della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità
Intercettazioni: utilizzabili anche per gli ulteriori fatti-reato legati dal vincolo della continuazione
Abuso d'ufficio: se il pubblico ufficiale agisce del tutto al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni non e' configurabile il reato
Concussione: non sussiste se la persona offesa ha eseguito un pagamento in quanto erroneamente convinta di esservi obbligata
Concussione: consiste in una condotta di prevaricazione abusiva idonea a costringere alla dazione o alla promessa
Tentata concussione: è indifferente il conseguimento in concreto del risultato di porre la vittima in stato di soggezione
Nullità: l'omessa valutazione di una memoria difensiva non determina alcuna nullità
Misure cautelari: valgono gli stessi principi che governano lo scrutinio di legittimità quanto al processo di cognizione
Induzione indebita: la condotta si configura come esortazione, persuasione, suggestione, inganno, impliciti messaggi, pressione morale
Concussione e induzione indebita: le differenze sta nel modo in cui si manifesta l'abuso della qualifica soggettiva
Metodo mafioso - condotte di estorsione ambientale
Tentativo di concussione: è necessario valutare la adeguatezza della condotta, valutando l'effetto di essa nel soggetto passivo
Concussione: vi è piena continuità normativa con il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p.
Sulla ammissibilità del concordato in appello
Atti sessuali con minorenne: non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della condanna
Violenza sessuale: può concorrere formalmente con il reato di concussione
Violenza sessuale: rileva ai fini del consenso l'assunzione di alcol da parte della persona offesa?
Violenza sessuale: la sussistenza del consenso all'atto va verificata in relazione al momento del compimento dell'atto
Violenza sessuale: in caso di errore sul consenso, l'onere della prova è a carico dell'imputato
Violenza sessuale: gli atti sessuali non convenzionati possono essere leciti?
Violenza sessuale: non ricorre l'attenuante della minore gravità del fatto nel caso in cui è perpetrata dal genitore ai danni del figlio
Violenza sessuale: non occorre che la violenza avvenga in modo brutale ed aggressivo
Violenza sessuale: sulla violazione della correlazione tra accusa e sentenza la condanna
Violenza sessuale: la coprofilia influisce sulla capacità di intendere e volere?
Violenza sessuale: sulla valutazione della prova indiziaria
Violenza sessuale: sussiste in caso di invio di foto intime su whatsapp dietro minaccia
Violenza sessuale: per la valutazione dell'attenuante della minore gravità è inconferente il fatto della commissione con abuso di relazione di ospitalità
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'abuso della condizione di inferiorità psico-fisica della vittima
Violenza sessuale: nella nozione di atti sessuali non rientrano gli atti di esibizionismo, di autoerotismo in presenza di terzi o di voyeurismo
Violenza sessuale: sull'aggravante la compromissione della libertà personale della vittima
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima può dipendere anche dalla minore età
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di sequestro di persona
Violenza sessuale: assorbe il reato di maltrattamenti se vi è coincidenza fra le condotte
Violenza sessuale: gli elementi per l'applicazione dell'attenuante della minore gravità del fatto si usano anche per la riduzione della pena
Violenza sessuale: anche le credenze esoteriche in grado di suggestionare la p.o. rientrano fra le condizioni di inferiorità psichica
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sull'abuso di autorità e posizione di preminenza
Violenza sessuale: sul divieto di concessione di misure alternative alla detenzione
Violenza sessuale: si configura aggravante speciale nel caso in cui la vittima sia stata provocata dall'autore del reato all'assunzione di sostanze alcoliche
Violenza sessuale: sull'applicazione del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena
Violenza sessuale: sulla legittimità del diniego dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: sulla rilevanza della qualità di pubblico ufficiale ai fini di procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sullo stato di inferiorità della vittima in caso di alterazione causata da alcool
Violenza sessuale: sull'accertamento della capacità a testimoniare del minore vittima di abuso
Violenza sessuale: se il concorrente non è presente sul luogo del delitto può concorrere solo moralmente
Atti sessuali con minorenne: integra il tentativo l'offerta di denaro a quattordicenne per compiere atti sessuali
Violenza sessuale: sussiste in caso di induzione a giochi erotici e rapporti sessuali virtuali
Violenza sessuale: sul tentativo in caso di assenza di contatto fisico con la vittima
Violenza sessuale: il medico può lecitamente compiere atti incidenti sulla sfera della libertà sessuale
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: può essere commesso in danno del coniuge, in costanza di convivenza
Violenza sessuale: se posto in essere da un militare nei confronti di un commilitone, concorre con quello di ingiuria militare
Violenza sessuale: per il dolo, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente
Violenza sessuale: sulla circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (sacerdote)
Violenza sessuale: sulla induzione a subire atti sessuali su persona in stato di inferiorità psichica
Violenza sessuale: la reazione violenta della vittima non rileva per l'attenuante di minore gravità
Violenza sessuale: deve procedersi a giudizio di comparazione nel caso in cui l'attenuante ad effetto speciale della minore gravità concorre con aggravante
Violenza sessuale: l'aggravante della minore gravità non può essere esclusa per la sussistenza di aggravanti
Violenza sessuale aggravata: misure alternative solo se si è sottoposti ad osservazione scientifica della personalità
Violenza sessuale: sul consenso e gli atti sessuali non convenzionali
Violenza sessuale: il consenso deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità
Violenza sessuale: professore bacia sulla guancia un'alunna dopo aver provato a farlo sulla bocca, condannato
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio del reato
Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti
Travisamento della prova: richiede l'esistenza di una palese difformità dai risultati obiettivamente derivanti dall'assunzione della prova
Travisamento della prova: sussiste solo in caso di incontrovertibile e pacifica distorsione del significante
Ricorso per cassazione: alla Corte è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione
Ricorso per cassazione: inammissibili doglianze che sollecitano una differente comparazione dei significati da attribuire alle prove
Stupefacenti: la lieve entità va valutata con riferimento a tutti gli elementi concernenti l'azione
Stupefacenti: la lieve entità va accertata tenendo conto anche della personalità dell'indagato, dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell'azione
Ricorso per cassazione: sul termine perentorio di cinque giorni previsto dalla L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 2.
Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali
Violenza sessuale di gruppo: non assorbe il delitto di tortura
Violenza sessuale: sussiste in caso di atti di autoerotismo commessi alla presenza di una persona?
Violenza sessuale: sulla ammissibilità dell'appello del pubblico ministero avverso la sentenza di condanna
Violenza sessuale: sulla configurabilità della circostanza aggravante della connessione teleologica con il reato di lesioni personali.
Violenza sessuale: sull'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di riduzione in servitù?
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale
Violenza sessuale: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza
Violenza sessuale: è inutilizzabile la testimonianza assunta in violazione della C.D.. "Carta di Noto"?
Violenza sessuale: sul riconoscimento dell'attenuante della minore gravità, nel caso di più fatti in continuazione ai danni della medesima persona
Violenza sessuale di gruppo: le differenze con il concorso di persone nel delitto di violenza sessuale
Violenza sessuale: in tema di misure cautelari personali, il giudice non è tenuto a motivare circa la ricorrenza di specifiche e inderogabili esigenze investigative
Violenza sessuale: la disciplina di cui all'art. 190-bis c.p.p. si applica anche alla prova assunta nel corso di incidente probatorio
Violenza sessuale: sul riconoscimento della circostanza attenuante speciale del fatto di minore gravità
Concussione: l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne l'efficacia coartante
Induzione indebita: la persuasione deve avere un valore condizionante più tenue a quella tipica della concussione
Bancarotta fraudolenta: non può essere sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla confisca il denaro di certa provenienza lecita
Bancarotta fraudolenta: sui pagamenti tra società infragruppo
Bancarotta fraudolenta: sulla rilevanza della restituzione ai soci dei versamenti conferiti in conto di aumento futuro di capitale
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di conferimento di denaro da impresa individuale fallita a società di cui l'imprenditore ha parte di quote
Bancarotta fraudolenta: il momento consumativo coincide con la sentenza di fallimento
Bancarotta fraudolenta: sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 l. fall. e l'art. 322 d.lg. 12 gennaio 2019, n. 14
Bancarotta fraudolenta: legittima l'applicazione di misure cautelari personali prima della sentenza dichiarativa di fallimento
Bancarotta fraudolenta preferenziale: sul compenso dell'amministratore di una società
Bancarotta fraudolenta: può concorrere con il reato di autoriciclaggio
Bancarotta riparata: non è necessaria la restituzione dei singoli beni sottratti
Bancarotta semplice: sussiste in caso di operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione gratuita di un contratto di locazione finanziaria
Bancarotta fraudolenta: la provenienza illecita dei beni non esclude il reato
Bancarotta fraudolenta: la natura distrattiva di operazione infra-gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione aziendale a prezzo incongruo
Bancarotta fraudolenta: sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale di società fallita
Bancarotta fraudolenta: la parziale omissione del dovere annotativo è punita a titolo di dolo generico
Bancarotta fraudolenta: sulla omessa tenuta della contabilità
Bancarotta fraudolenta: non si ha pluralità di reati se le condotte tipiche realizzate mediante più atti siano tra loro omogenee
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione di beni che rientrino nell’autonoma disponibilità della società fallita
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento
Bancarotta fraudolenta: il dolo generico può essere desunto dalla responsabilità dell'imputato per fatti di bancarotta patrimoniale
Bancarotta fraudolenta: il distacco del bene dal patrimonio può realizzarsi in qualsiasi forma
Bancarotta fraudolenta: sull'individuazione dell'oggetto materiale del reato
Bancarotta fraudolenta: in tema di concorso dell'extraneus nel reato
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano il reato
Bancarotta fraudolenta: sussiste anche in caso di esercizio di facoltà legittime
Bancarotta fraudolenta: sull’aggravante della cd. continuazione fallimentare
Bancarotta preferenziale: sul rilievo della compensazione volontaria
Bancarotta: l'assoluzione dalla bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento non interferisce sulla decisione per quella propria documentale

Truffa assicurativa: non assorbe il reato di danneggiamento a seguito di incendio

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