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Cassazione Penale

Cassazione penale sez. VI, 16/02/2022, n.10626

La massima

In tema di violenza sessuale, è configurabile il tentativo del reato previsto dall'art. 609-bis c.p. in tutte le ipotesi in cui la condotta violenta o minacciosa non abbia determinato una immediata e concreta intrusione nella sfera sessuale della vittima, poiché l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali o erogene ovvero non ha provocato un contatto tra le proprie parti intime e la vittima. (Fattispecie relativa ad imputato che, dopo essersi abbassato i pantaloni, aveva afferrato la persona offesa per un braccio, spingendola verso un divano).

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO 1. La Corte d'appello di Perugia, con la sentenza in epigrafe, confermava quella pronunziata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Spoleto, che aveva dichiarato L.M. responsabile dei reati di cui all'art. 572 c.p., art. 61 c.p., n. 11-quinquies (capo a), artt. 56 e 609-bis c.p., (capo b), art. 612-bis c.p., commi 1 e 2, art. 61 c.p., n. 11-quinquies (capo c), in danno della convivente. Ritenuta quanto al capo b) l'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3 e considerato più grave il delitto di maltrattamenti ai fini della continuazione, concesse le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante di cui all'art. 61, n. 11-quinquies, e con la diminuente del rito, l'imputato era stato condannato alla pena di anni due di reclusione, condizionalmente sospesa. La Corte condivideva la valutazione del Giudice per le indagini preliminari, secondo il quale la prova certa della responsabilità per i reati attribuiti a L. emergeva dalla ricostruzione effettuata dalla persona offesa, il cui narrato era supportato dalle dichiarazioni testimoniali dei vicini di casa P. e P.C., oltre che da quelle dei conoscenti G. e P., nonché del padre della vittima G.M.. A ciò si aggiungeva una certificazione medica del Pronto Soccorso attestante una forma di ansia reattiva con crisi di panico e gastralgia. La Corte escludeva da un lato l'episodicità dei fatti e quindi riteneva sussistente il reato di maltrattamenti, dall'altro riteneva correttamente configurata la concorrente fattispecie di cui all'art. 612-bis c.p., riguardante le ulteriori condotte, pure gravemente persecutorie e intimidatorie (che avevano cagionato alla vittima un grave turbamento psicologico e un rilevante mutamento delle abitudini di vita), tenute dall'imputato dopo la cessazione della convivenza. I giudici del merito ritenevano altresì realizzato il tentativo di violenza sessuale, posto che l'imputato si era avvicinato alla donna abbassandosi i pantaloni, afferrandola per un braccio e spingendola verso il divano, realizzando così una serie di atti esplicitamente finalizzati ad avere un rapporto sessuale e non soltanto a manifestare un atteggiamento provocatorio. Sotto il profilo sanzionatorio la Corte riteneva corretto il giudizio di bilanciamento in termini di equivalenza operato nel giudizio di primo grado, così come la complessiva dosimetria della pena, computata su una base pari al minimo edittale. 2. Il difensore di L. ha presentato ricorso per cassazione avverso la citata sentenza e ne ha chiesto l'annullamento, denunziando: 2.1. la violazione di legge e il vizio di motivazione quanto al reato di tentata violenza sessuale, non essendo dimostrata la direzione soggettiva della condotta tenuta dall'imputato, viceversa inquadrabile in un contesto di indifferenza e incuria da parte della donna che aveva determinato astio e risentimento in capo a L.; 2.2. la violazione di legge e il vizio di motivazione con riguardo ai reati di maltrattamenti e di atti persecutori, in particolare per la non adeguata valutazione delle allegazioni difensive idonee a incidere sul giudizio di attendibilità della persona offesa e sul compendio probatorio complessivamente considerato; 2.3. violazione di legge e vizio di motivazione relativamente al mancato assorbimento del reato di cui all'art. 612-bis c.p., in quello di maltrattamenti, poiché il venire meno della convivenza non fa venire meno il reato di maltrattamenti neppure nella coppia di fatto, allorché gli ex conviventi rimangano comunque legati da un rapporto di filiazione, questione eventualmente rimettibile alle Sezioni Unite in ragione di oscillazioni giurisprudenziali; 2.4. violazione di legge e vizio di motivazione quanto alla ritenuta sussistenza dell'aggravante ex art. 61 c.p., n. 11-quinquies, che l'impugnata sentenza ha dato per assodata in relazione ad entrambe le ipotesi delittuose di maltrattamenti e di atti persecutori. Sotto diverso profilo il ricorrente si duole del mancato giudizio di prevalenza delle attenuanti generiche sulla aggravante contestata e dell'eccessività del trattamento sanzionatorio con riguardo agli aumenti disposti per la continuazione. La Corte territoriale ha trascurato di valutare elementi positivi addotti dalla difesa (comportamento processuale corretto, assenza di criticità nel periodo di sottoposizione alla misura e pregressa incensuratezza) ponendo invece l'accento esclusivamente sulla gravità dei fatti. 3. Il ricorso è stato trattato, ai sensi del D.L. 28 ottobre 2020, n. 137, art. 23, commi 8 e 9, senza l'intervento delle parti. CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Il ricorso non è fondato. 2. Manifestamente infondata è la prima doglianza relativa alla sussistenza del reato di cui agli artt. 56 e 609-bis c.p.. I giudici del merito hanno rappresentato che l'imputato ha bloccato la vittima afferrandola per un braccio e spingendola verso il divano, dopo essersi abbassato i pantaloni, sì che tale condotta integrava il delitto contestato. Tale giudizio è in linea con la giurisprudenza di legittimità secondo cui è configurabile il tentativo del reato di cui all'art. 609-bis in tutte le ipotesi in cui la condotta violenta o minacciosa non abbia determinato una immediata e concreta intrusione nella sfera sessuale della vittima, poiché l'agente non ha raggiunto le zone intime (genitali o erogene) della medesima ovvero non ha provocato un contatto di quest'ultima con le proprie parti intime (Sez. 3, n. 17414 del 18/02/2016, F., Rv. 266900), mentre non rilevano le ipotetiche spinte soggettive (estranee al desiderio di soddisfacimento sessuale) adombrate nel ricorso che avrebbero determinato L. a tale comportamento. 2. Quanto al motivo con cui il ricorrente insiste sulla assenza di emergenze processuali che consentano di ritenere superata la soglia del ragionevole dubbio con riguardo al sistema di offese e aggressioni, va rilevato che il contributo narrativo offerto dalla persona offesa è stato attentamente esaminato dalla Corte territoriale, che si è anche confrontata con la valenza confermativa delle plurime testimonianze a riscontro. La vittima, senza cadere in alcuna contraddizione, ha raccontato diversi episodi specifici, peraltro riscontrati dalle dichiarazioni rese dai testi P., P.C., G. e P.. A ciò si aggiunge quanto riferito dal padre della persona offesa che su richiesta della figlia si era recato presso la sua abitazione per placare L., essendo poi terminato l'accadimento con l'intervento delle forze dell'ordine. Anche in linea di diritto la ratio decidendi della sentenza impugnata appare coerente con la giurisprudenza di legittimità in tema di elemento oggettivo del delitto di maltrattamenti in famiglia, atteso che nel contesto temporale considerato dalla Corte gli episodi di natura vessatoria si sono verificati con frequenza e sistematicità, a dimostrazione di una crescente incapacità di autocontrollo dell'imputato. Con riferimento al reato di atti persecutori, assume rilievo confermativo della denuncia della persona offesa la certificazione medica rilasciata dal Pronto soccorso attestante una forma di ansia reattiva con crisi di panico e gastralgia con prognosi di 15 giorni. Può, quindi, concludersi nel senso che la Corte territoriale ha compiutamente argomentato il giudizio di attendibilità del complessivo resoconto compiuto dalla persona offesa, sottolineando la mancanza di fratture logiche nella concatenazione della ricostruzione compiuta e valorizzandone i riscontri esterni. Orbene, non si può chiedere alla Corte di cassazione di valutare i fatti attraverso nuovi e diversi parametri di giudizio, indicati dal ricorrente come maggiormente plausibili o dotati di una migliore capacità esplicativa rispetto a quelli adottati dal giudice di merito: operazione, questa, preclusa in sede di controllo di legittimità del provvedimento impugnato. 3. E' altresì infondata la censura con la quale il ricorrente denuncia la violazione del principio di ne bis in idem sostanziale e il mancato assorbimento delle fattispecie contestate nell'unico delitto di maltrattamenti. Entrambi i giudici di merito hanno chiarito, in linea di fatto, che la statuizione di responsabilità per il reato di maltrattamenti ha per oggetto le condotte vessatorie tenute dall'imputato fino al 20 giugno 2018, quando la relazione di convivenza ebbe a cessare, mentre quella per il reato di atti intimidatori e persecutori riguarda un'epoca successiva e perdurante. Per altro verso, in linea di diritto, ritiene il Collegio che, in tema di rapporti fra il reato di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) e quello di atti persecutori (art. 612-bis c.p.), salvo il rispetto della clausola di sussidiarietà, è configurabile il concorso del primo reato con l'ipotesi aggravata del reato di atti persecutori in presenza di comportamenti che, sorti nell'ambito di una comunità familiare, esulino dalla fattispecie dei maltrattamenti per la sopravvenuta cessazione del vincolo familiare ed affettivo o comunque della sua attualità temporale, nonostante la persistente condivisa genitorialità. E ciò sul presupposto della diversità dei beni giuridici tutelati, ritenendosi pertanto integrato il reato di maltrattamenti in famiglia fino alla data di interruzione del rapporto di convivenza e poi, dalla cessazione di tale rapporto, quello di atti persecutori (cfr., in termini, Cass. Sez. 2, n. 10222 del 23/01/2019, C., Rv. 275617; Sez. 6, n. 30704 del 19/05/2016, D'A., Rv. 267942). In particolare, i giudici del merito con iter argomentativo logico e consequenziale chiariscono che nel caso di specie gli atti posti in essere dall'imputato dopo la fine della relazione si erano sostanziati in un'attività di costante persecuzione della ex convivente, consistita in reiterate telefonate minacciose (anche di morte) e offensive, con le quali l'imputato mostrava di essere a conoscenza delle sue abitudini e di sapere dove si trovava. A ciò si aggiunge che il 27 luglio 2018 l'imputato aveva riferito al figlio G. di essere in possesso di una pistola per uccidere la donna. Si erano quindi concretizzate condotte di minaccia e molestia, tali da configurare dal punto di vista logico e spazio-temporale - l'autonomo delitto di cui all'art. 612-bis c.p.. 4. Manifestamente infondati sono infine i motivi di ricorso in punto di trattamento sanzionatorio. Quanto alla pretesa insussistenza dell'aggravante ex art. 61 c.p., n. 11-quinquies, la doglianza non risulta dall'atto di appello essere stata previamente dedotta come motivo di gravame secondo quanto prescritto a pena di inammissibilità dall'art. 606 c.p.p., comma 3. Sotto diverso profilo, con riguardo alle statuizioni relative al giudizio di comparazione tra opposte circostanze, implicando una valutazione discrezionale tipica del giudizio di merito, nella specie sorretta da congrua e logica motivazione, esse sfuggono al sindacato di legittimità qualora non siano frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico e siano sorrette da sufficiente motivazione, tale dovendosi ritenere quella che per giustificare la soluzione dell'equivalenza si sia limitata a ritenerla la più idonea a realizzare l'adeguatezza della pena irrogata in concreto (Sez. U, n. 10713 del 25/02/2010, Contaldo, Rv. 245931). Pure la graduazione della pena, anche in relazione agli aumenti apportati per i reati posti in continuazione, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che la esercita, così come per fissare la pena base, in aderenza ai principi enunciati negli artt. 132 e 133 c.p.; ne discende che è inammissibile la censura che, nel giudizio di cassazione, miri ad una nuova valutazione della congruità della pena la cui determinazione non sia frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico. Il che nel caso di specie non ricorre, posto che il minimo edittale del reato di maltrattamenti ha costituito il punto di partenza, cui sono stati aggiunti mesi due per la tentata violenza sessuale e mesi quattro per gli atti persecutori, con riduzione finale per il rito prescelto. 6. Il ricorso va pertanto rigettato, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. P.Q.M. Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Così deciso in Roma, il 16 febbraio 2022. Depositato in Cancelleria il 24 marzo 2022

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Fatture per operazioni inesistenti: l'evasione di imposta non è elemento costitutivo del reato
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con la bancarotta fraudolenta impropria
Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova della posizione di amministratore di fatto
Fatture per operazioni inesistenti: questioni intertemporali
Fatture emesse per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio
Fatture per operazioni inesistenti: sull'attenuante conseguente al pagamento dei debiti tributari
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato
Fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: sulla competenza per territorio
Fatture per operazioni inesistenti: ha natura di reato comune
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: possono concorrere soggetti diversi dall'utilizzatore
Trasferimento fraudolento di valori: non è sufficiente dar conto della fittizia attribuzione della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità
Intercettazioni: utilizzabili anche per gli ulteriori fatti-reato legati dal vincolo della continuazione
Abuso d'ufficio: se il pubblico ufficiale agisce del tutto al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni non e' configurabile il reato
Concussione: non sussiste se la persona offesa ha eseguito un pagamento in quanto erroneamente convinta di esservi obbligata
Concussione: consiste in una condotta di prevaricazione abusiva idonea a costringere alla dazione o alla promessa
Tentata concussione: è indifferente il conseguimento in concreto del risultato di porre la vittima in stato di soggezione
Nullità: l'omessa valutazione di una memoria difensiva non determina alcuna nullità
Misure cautelari: valgono gli stessi principi che governano lo scrutinio di legittimità quanto al processo di cognizione
Induzione indebita: la condotta si configura come esortazione, persuasione, suggestione, inganno, impliciti messaggi, pressione morale
Concussione e induzione indebita: le differenze sta nel modo in cui si manifesta l'abuso della qualifica soggettiva
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Tentativo di concussione: è necessario valutare la adeguatezza della condotta, valutando l'effetto di essa nel soggetto passivo
Concussione: vi è piena continuità normativa con il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p.
Sulla ammissibilità del concordato in appello
Atti sessuali con minorenne: non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della condanna
Violenza sessuale: può concorrere formalmente con il reato di concussione
Violenza sessuale: rileva ai fini del consenso l'assunzione di alcol da parte della persona offesa?
Violenza sessuale: la sussistenza del consenso all'atto va verificata in relazione al momento del compimento dell'atto
Violenza sessuale: in caso di errore sul consenso, l'onere della prova è a carico dell'imputato
Violenza sessuale: gli atti sessuali non convenzionati possono essere leciti?
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Violenza sessuale: non occorre che la violenza avvenga in modo brutale ed aggressivo
Violenza sessuale: sulla violazione della correlazione tra accusa e sentenza la condanna
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Violenza sessuale: sussiste in caso di invio di foto intime su whatsapp dietro minaccia
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Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'abuso della condizione di inferiorità psico-fisica della vittima
Violenza sessuale: nella nozione di atti sessuali non rientrano gli atti di esibizionismo, di autoerotismo in presenza di terzi o di voyeurismo
Violenza sessuale: sull'aggravante la compromissione della libertà personale della vittima
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima può dipendere anche dalla minore età
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di sequestro di persona
Violenza sessuale: assorbe il reato di maltrattamenti se vi è coincidenza fra le condotte
Violenza sessuale: gli elementi per l'applicazione dell'attenuante della minore gravità del fatto si usano anche per la riduzione della pena
Violenza sessuale: anche le credenze esoteriche in grado di suggestionare la p.o. rientrano fra le condizioni di inferiorità psichica
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sull'abuso di autorità e posizione di preminenza
Violenza sessuale: sul divieto di concessione di misure alternative alla detenzione
Violenza sessuale: si configura aggravante speciale nel caso in cui la vittima sia stata provocata dall'autore del reato all'assunzione di sostanze alcoliche
Violenza sessuale: sull'applicazione del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena
Violenza sessuale: sulla legittimità del diniego dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: sulla rilevanza della qualità di pubblico ufficiale ai fini di procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sullo stato di inferiorità della vittima in caso di alterazione causata da alcool
Violenza sessuale: sull'accertamento della capacità a testimoniare del minore vittima di abuso
Violenza sessuale: se il concorrente non è presente sul luogo del delitto può concorrere solo moralmente
Atti sessuali con minorenne: integra il tentativo l'offerta di denaro a quattordicenne per compiere atti sessuali
Violenza sessuale: sussiste in caso di induzione a giochi erotici e rapporti sessuali virtuali
Violenza sessuale: sul tentativo in caso di assenza di contatto fisico con la vittima
Violenza sessuale: il medico può lecitamente compiere atti incidenti sulla sfera della libertà sessuale
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: può essere commesso in danno del coniuge, in costanza di convivenza
Violenza sessuale: se posto in essere da un militare nei confronti di un commilitone, concorre con quello di ingiuria militare
Violenza sessuale: per il dolo, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente
Violenza sessuale: sulla circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (sacerdote)
Violenza sessuale: sulla induzione a subire atti sessuali su persona in stato di inferiorità psichica
Violenza sessuale: la reazione violenta della vittima non rileva per l'attenuante di minore gravità
Violenza sessuale: deve procedersi a giudizio di comparazione nel caso in cui l'attenuante ad effetto speciale della minore gravità concorre con aggravante
Violenza sessuale: l'aggravante della minore gravità non può essere esclusa per la sussistenza di aggravanti
Violenza sessuale aggravata: misure alternative solo se si è sottoposti ad osservazione scientifica della personalità
Violenza sessuale: sul consenso e gli atti sessuali non convenzionali
Violenza sessuale: il consenso deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità
Violenza sessuale: professore bacia sulla guancia un'alunna dopo aver provato a farlo sulla bocca, condannato
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio del reato
Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti
Travisamento della prova: richiede l'esistenza di una palese difformità dai risultati obiettivamente derivanti dall'assunzione della prova
Travisamento della prova: sussiste solo in caso di incontrovertibile e pacifica distorsione del significante
Ricorso per cassazione: alla Corte è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione
Ricorso per cassazione: inammissibili doglianze che sollecitano una differente comparazione dei significati da attribuire alle prove
Stupefacenti: la lieve entità va valutata con riferimento a tutti gli elementi concernenti l'azione
Stupefacenti: la lieve entità va accertata tenendo conto anche della personalità dell'indagato, dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell'azione
Ricorso per cassazione: sul termine perentorio di cinque giorni previsto dalla L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 2.
Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali
Violenza sessuale di gruppo: non assorbe il delitto di tortura
Violenza sessuale: sussiste in caso di atti di autoerotismo commessi alla presenza di una persona?
Violenza sessuale: sulla ammissibilità dell'appello del pubblico ministero avverso la sentenza di condanna
Violenza sessuale: sulla configurabilità della circostanza aggravante della connessione teleologica con il reato di lesioni personali.
Violenza sessuale: sull'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di riduzione in servitù?
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale
Violenza sessuale: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza
Violenza sessuale: è inutilizzabile la testimonianza assunta in violazione della C.D.. "Carta di Noto"?
Violenza sessuale: sul riconoscimento dell'attenuante della minore gravità, nel caso di più fatti in continuazione ai danni della medesima persona
Violenza sessuale di gruppo: le differenze con il concorso di persone nel delitto di violenza sessuale
Violenza sessuale: in tema di misure cautelari personali, il giudice non è tenuto a motivare circa la ricorrenza di specifiche e inderogabili esigenze investigative
Violenza sessuale: la disciplina di cui all'art. 190-bis c.p.p. si applica anche alla prova assunta nel corso di incidente probatorio
Violenza sessuale: sul riconoscimento della circostanza attenuante speciale del fatto di minore gravità
Concussione: l'analisi del giudice non può esaurirsi nella descrizione della condotta costrittiva ma deve verificarne l'efficacia coartante
Induzione indebita: la persuasione deve avere un valore condizionante più tenue a quella tipica della concussione
Bancarotta fraudolenta: non può essere sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla confisca il denaro di certa provenienza lecita
Bancarotta fraudolenta: sui pagamenti tra società infragruppo
Bancarotta fraudolenta: sulla rilevanza della restituzione ai soci dei versamenti conferiti in conto di aumento futuro di capitale
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di conferimento di denaro da impresa individuale fallita a società di cui l'imprenditore ha parte di quote
Bancarotta fraudolenta: il momento consumativo coincide con la sentenza di fallimento
Bancarotta fraudolenta: sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 l. fall. e l'art. 322 d.lg. 12 gennaio 2019, n. 14
Bancarotta fraudolenta: legittima l'applicazione di misure cautelari personali prima della sentenza dichiarativa di fallimento
Bancarotta fraudolenta preferenziale: sul compenso dell'amministratore di una società
Bancarotta fraudolenta: può concorrere con il reato di autoriciclaggio
Bancarotta riparata: non è necessaria la restituzione dei singoli beni sottratti
Bancarotta semplice: sussiste in caso di operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione gratuita di un contratto di locazione finanziaria
Bancarotta fraudolenta: la provenienza illecita dei beni non esclude il reato
Bancarotta fraudolenta: la natura distrattiva di operazione infra-gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione aziendale a prezzo incongruo
Bancarotta fraudolenta: sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale di società fallita
Bancarotta fraudolenta: la parziale omissione del dovere annotativo è punita a titolo di dolo generico
Bancarotta fraudolenta: sulla omessa tenuta della contabilità
Bancarotta fraudolenta: non si ha pluralità di reati se le condotte tipiche realizzate mediante più atti siano tra loro omogenee
Bancarotta fraudolenta: sussiste in caso di cessione di beni che rientrino nell’autonoma disponibilità della società fallita
Bancarotta fraudolenta: sui presupposti del concorso per omesso impedimento dell'evento
Bancarotta fraudolenta: il dolo generico può essere desunto dalla responsabilità dell'imputato per fatti di bancarotta patrimoniale
Bancarotta fraudolenta: il distacco del bene dal patrimonio può realizzarsi in qualsiasi forma
Bancarotta fraudolenta: sull'individuazione dell'oggetto materiale del reato
Bancarotta fraudolenta: in tema di concorso dell'extraneus nel reato
Bancarotta fraudolenta: i pagamenti in favore della controllante non integrano il reato
Bancarotta fraudolenta: sussiste anche in caso di esercizio di facoltà legittime
Bancarotta fraudolenta: sull’aggravante della cd. continuazione fallimentare
Bancarotta preferenziale: sul rilievo della compensazione volontaria
Bancarotta: l'assoluzione dalla bancarotta impropria in caso di falso in bilancio seguito da fallimento non interferisce sulla decisione per quella propria documentale

Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali

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