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Cassazione Penale

Cassazione penale sez. III, 08/10/2019, n.8963

La massima

In tema di reati sessuali, la perseguibilità d'ufficio per effetto della connessione prevista dall'art. 609-septies, comma quarto, n. 4, cod. pen. non viene meno nel caso in cui l'azione penale sia stata esercitata successivamente alla intervenuta irrevocabilità della sentenza di condanna per il reato procedibile d'ufficio, qualora le indagini su quest'ultimo abbiano avuto ad oggetto anche il reato sessuale, essendosi comunque valicata quella soglia di riservatezza a cui presidio è stabilita la perseguibilità a querela di tali reati. (Nella specie, la Corte ha ritenuto sussistere la procedibilità d'ufficio per fatti di violenza sessuale emersi dalle dichiarazioni rese dalla persona offesa nella fase dibattimentale del giudizio relativo a fatti di maltrattamenti in famiglia).

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO 1. N.E. ha proposto ricorso avverso la sentenza della Corte d'Appello di Cagliari di conferma della sentenza del Tribunale di Cagliari in data 01/12/2017 che lo aveva condannato per il reato di cui agli artt. 81 e 609 bis c.p. per avere costretto con violenza la convivente S.L. a compiere e subire atti sessuali. 2. Con un primo motivo denuncia inosservanza o erronea applicazione della legge penale ai sensi dell'art. 606 c.p.p., lett. b) in relazione all'art. 609 septies c.p., comma 4, nonchè art. 649 e art. 12 c.p.p.. Il ricorrente si duole della ritenuta procedibilità d'ufficio del reato a fronte di querela proposta tardivamente. In particolare, lamenta l'essersi proceduto d'ufficio nei suoi confronti in relazione, ex art. 609 septies c.p., al ritenuto rapporto di connessione con il reato di maltrattamenti per cui, in separato procedimento, è tuttavia intervenuta sentenza di condanna passata in giudicato; inoltre, ritenendo la connessione, la Corte distrettuale avrebbe esteso la procedibilità anche a fatti di abuso commessi prima della querela e risalenti al 2003 e 2004, con ciò violando il limite di legge di mesi sei per la proposizione della stessa. La ratio a base della procedibilità d'ufficio in caso di connessione con reato a sua volta procedibile di ufficio (ovvero il venir meno comunque della soglia di riservatezza posta a base della perseguibilità a querela) non sarebbe presente nel caso di specie, essendo il reato di maltrattamenti già stato giudicato in forma irrevocabile. Inoltre sarebbe stato violato anche il principio del ne bis in idem a fronte del giudicato intervenuto per i medesimi fatti di abuso sessuale, seppure qualificati come condotte di maltrattamenti. Infine, secondo il ricorrente, detti fatti si sarebbero comunque estinti in seguito alla mancata verificazione della condizione risolutiva della sospensione condizionale della pena disposta nella sentenza di cui al separato processo e rappresentata dalla commissione di reati nel termine dei cinque anni. In definitiva, per i fatti oggetto del presente giudizio, commessi sino al (OMISSIS), comunque già coperti da giudicato, mancherebbe la querela. 3. Con un secondo motivo lamenta violazione di legge penale, in relazione agli artt. 157,158,159,160 e 161 c.p.. In particolare il ricorrente si duole della mancata dichiarazione dell'intervenuta prescrizione del reato, in quanto, alla data di celebrazione del processo, ovvero al 04/03/2019, era già decorso il termine di cui agli artt. 157 e 161 c.p. di anni dodici e mesi sei mentre gli ulteriori episodi, riportati in maniera vagamente circostanziata dalla persona offesa nel corso del dibattimento, devono essere collocati nella data più favorevole all'imputato per il principio del favor rei. CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Il primo motivo di ricorso appare manifestamente infondato laddove lamenta la violazione del divieto di bis in idem a fronte di asserita formazione di giudicato con riguardo agli stessi fatti oggetto del presente giudizio. Invero, ponendo a confronto l'imputazione odierna (relativa alla condotta ex art. 609 bis c.p. di costrizione della persona offesa, con violenza consistita in plurime percosse con schiaffi e pugni, ad avere rapporti sessuali, anche anali, nonchè a praticare rapporti orali in epoca anteriore al febbraio 2007) con quella di cui, invece, alla sentenza irrevocabile del Tribunale di Cagliari del 10/05/2010 (relativa alla condotta di cui all'art. 572 c.p. consistita, oltre ad atti di minaccia e violenza fisica, in richieste di prestazioni sessuali non accettate in epoca protrattasi sino al (OMISSIS)), appare evidente che, seppure il periodo temporale della prima imputazione appare ricompreso in quello della seconda, i fatti per cui si procede sono diversi da quelli già giudicati, tanto che la sentenza di primo grado del Tribunale di Cagliari del 01/12/2017, confermata dalla sentenza qui impugnata, ha disposto la unificazione sotto il vincolo della continuazione dei fatti oggetto di giudizio con quelli già irrevocabilmente giudicati. 2. Con riguardo invece alla doglianza circa la sollevata eccezione di improcedibilità, la stessa appare infondata. E' anzitutto ininfluente, ai fini di considerare operativa, con riguardo ai fatti de quibus, la querela, la circostanza, evidenziata dalla sentenza impugnata, per cui la condotta integrante i suddetti reati sarebbe cessata nel (OMISSIS) e, dunque, entro il periodo di sei mesi coperto dalla presentazione della querela proposta in data 08/08/2007: infatti, anche a volere condividere ciò (la contestazione riguarda fatti in verità posti in essere in data anteriore al febbraio del 2007 e la stessa sentenza di primo grado parla di ultima violenza commessa nel febbraio del 2007), la suddetta querela, cui questa Corte può accedere in ragione della natura processuale del motivo, non appare contenere alcuna menzione dei fatti di violenza sessuale oggetto del presente giudizio; inoltre, ed in ogni caso, anche ai fini del termine per sporgere querela, non potrebbero non considerarsi le singole condotte di violenza poste in essere (dovendo escludersi, evidentemente, che il reato di cui all'art. 609 bis c.p. abbia natura permanente), sicchè la querela non potrebbe comunque coprire i fatti commessi prima del 8/2/2007. E tuttavia, pur in assenza di rituale querela, i fatti di violenza sessuale erano ugualmente procedibili ex officio, a norma dell'art. 609 septies c.p., comma 4, n. 4, in ragione della connessione, correttamente rilevata dalla sentenza, con i già giudicati fatti di maltrattamenti di cui si è già detto sopra. Va infatti ricordato che la ratio, più volte esplicata da questa Corte, che presiede alla norma appena richiamata, riposa nel fatto che, ove le indagini concernenti il reato procedibile d'ufficio, abbiano avuto ad oggetto anche il reato connesso, si è con ciò stesso valicata la soglia di riservatezza a cui presidio è stabilita la perseguibilità a querela dei reati sessuali (da ultimo, Sez. 3, n. 30938 del 19/04/2019, M., Rv. 276552). E tale ratio appare ricorrere anche nella presente fattispecie posto che, come emergente dalla sentenza impugnata, l'azione penale per i fatti di violenza sessuale venne esercitata proprio in ragione delle dichiarazioni rese, nel dibattimento del giudizio relativo ai maltrattamenti, dalla stessa persona offesa, in tal modo, da un lato, venendo meno qualsivoglia ragione di riservatezza e, dall'altro, rendendosi evidente la connessione tra gli uni e gli altri fatti. Nè varrebbe opporre che l'azione penale per i fatti di violenza sessuale sia stata esercitata in un momento successivo a quello della intervenuta irrevocabilità della sentenza di condanna per il reato procedibile d'ufficio, essendo rilevante non già un tale esercizio, quanto, sempre in necessaria correlazione con la già ricordata ratto dell'art. 609 septies c.p., comma 4, n. 4, il momento dell'emersione anche dei fatti procedibili a querela e delle conseguenti indagini ad essi relative, momento, nella specie, come già detto, resosi evidente nel corso del giudizio per il reato ex art. 572 c.p. per effetto delle stesse dichiarazioni della persona offesa. 3. Ciò posto, non essendo dunque il ricorso inammissibile, deve prendersi atto della ormai intervenuta prescrizione, che, seppure non maturata prima della sentenza impugnata (essendo dunque manifestamente infondato il secondo motivo di ricorso), lo è tuttavia oggi; infatti, atteso il dies a quo del (OMISSIS), coincidente con la data di consumazione del reato contestata, il termine appare decorso, tenuto conto della sospensione pari a giorni quarantuno per effetto del rinvio disposto dall'11/05/2009 al 22/06/2009, il 12/09/2019. Sicchè la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio per estinzione del reato, dovendo essere confermate, ex art. 578 c.p.p., le statuizioni civili di cui ai giudizi di merito. P.Q.M. Annulla senza rinvio la sentenza impugnata per essere il reato estinto per prescrizione. Conferma le statuizioni civili. In caso di diffusione del presente provvedimento omettere le generalità e gli altri dati identificativi, a norma del D.Lgs. n. 196 del 2003, art. 52, in quanto imposto dalla legge. Così deciso in Roma, il 8 ottobre 2019. Depositato in Cancelleria il 5 marzo 2020

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Omesso versamento IVA: il contribuente deve dimostrare l'inattendibilità della compilazione del quadro VL
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Omesso versamento IVA : configurabile il concorso con la bancarotta impropria mediante operazioni dolose
Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale di un cliente non esclude il dolo
Omesso versamento IVA: sulla responsabilità del liquidatore subentrato dopo la dichiarazione di imposta
Omesso versamento IVA: il mancato incasso di crediti non esclude la sussistenza del dolo
Omesso versamento IVA: la qualifica di legale rappresentante di società si acquisisce con l'atto di conferimento della nomina
Omesso versamento IVA: il mancato incasso per inadempimento contrattuale non esclude la sussistenza del dolo
Omesso versamento IVA: l'imposta dovuta è quella risultante dalla dichiarazione annuale del contribuente
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Fatture per operazioni inesistenti: sulla deroga al concorso di persone nel reato prevista dall' art. 9
Fatture per operazioni inesistenti: sussiste in caso di dichiarazione integrativa infedele presentata dopo l'accertamento fiscale
Fatture per operazione inesistenti: sulla configurabilità del reato associativo
Fatture per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di cui all'art.8 d.lgs. 74/2000
Fatture per operazioni inesistenti: configurabile il concorso con il reato di dichiarazione infedele
Fatture per operazioni inesistenti: viola il divieto del bis in idem la contestazione di più reati in caso di molteplici fatture in un'unica dichiarazione
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Fatture per operazioni inesistenti: non è necessario che il fine di favorire l'evasione sia esclusivo
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Fatture per operazioni inesistenti: sulla prova della posizione di amministratore di fatto
Fatture per operazioni inesistenti: questioni intertemporali
Fatture emesse per operazioni inesistenti: sui rapporti con il reato di autoriciclaggio
Fatture per operazioni inesistenti: sull'attenuante conseguente al pagamento dei debiti tributari
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato
Fatture o altri documenti per operazioni inesistenti: sulla competenza per territorio
Fatture per operazioni inesistenti: ha natura di reato comune
Fatture per operazioni inesistenti: se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato
Fatture per operazioni inesistenti: possono concorrere soggetti diversi dall'utilizzatore
Trasferimento fraudolento di valori: non è sufficiente dar conto della fittizia attribuzione della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità
Intercettazioni: utilizzabili anche per gli ulteriori fatti-reato legati dal vincolo della continuazione
Abuso d'ufficio: se il pubblico ufficiale agisce del tutto al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni non e' configurabile il reato
Concussione: non sussiste se la persona offesa ha eseguito un pagamento in quanto erroneamente convinta di esservi obbligata
Concussione: consiste in una condotta di prevaricazione abusiva idonea a costringere alla dazione o alla promessa
Tentata concussione: è indifferente il conseguimento in concreto del risultato di porre la vittima in stato di soggezione
Nullità: l'omessa valutazione di una memoria difensiva non determina alcuna nullità
Misure cautelari: valgono gli stessi principi che governano lo scrutinio di legittimità quanto al processo di cognizione
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Concussione e induzione indebita: le differenze sta nel modo in cui si manifesta l'abuso della qualifica soggettiva
Metodo mafioso - condotte di estorsione ambientale
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Concussione: vi è piena continuità normativa con il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p.
Sulla ammissibilità del concordato in appello
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Violenza sessuale: sull'abuso di autorità e posizione di preminenza
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Violenza sessuale: sull'applicazione del divieto di sospensione dell'esecuzione della pena
Violenza sessuale: sulla legittimità del diniego dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: sulla rilevanza della qualità di pubblico ufficiale ai fini di procedibilità d'ufficio
Violenza sessuale: sullo stato di inferiorità della vittima in caso di alterazione causata da alcool
Violenza sessuale: sull'accertamento della capacità a testimoniare del minore vittima di abuso
Violenza sessuale: se il concorrente non è presente sul luogo del delitto può concorrere solo moralmente
Atti sessuali con minorenne: integra il tentativo l'offerta di denaro a quattordicenne per compiere atti sessuali
Violenza sessuale: sussiste in caso di induzione a giochi erotici e rapporti sessuali virtuali
Violenza sessuale: sul tentativo in caso di assenza di contatto fisico con la vittima
Violenza sessuale: il medico può lecitamente compiere atti incidenti sulla sfera della libertà sessuale
Violenza sessuale: sulla configurabilità dell'attenuante del fatto di minore gravità
Violenza sessuale: può essere commesso in danno del coniuge, in costanza di convivenza
Violenza sessuale: se posto in essere da un militare nei confronti di un commilitone, concorre con quello di ingiuria militare
Violenza sessuale: per il dolo, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente
Violenza sessuale: sulla circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (sacerdote)
Violenza sessuale: sulla induzione a subire atti sessuali su persona in stato di inferiorità psichica
Violenza sessuale: la reazione violenta della vittima non rileva per l'attenuante di minore gravità
Violenza sessuale: deve procedersi a giudizio di comparazione nel caso in cui l'attenuante ad effetto speciale della minore gravità concorre con aggravante
Violenza sessuale: l'aggravante della minore gravità non può essere esclusa per la sussistenza di aggravanti
Violenza sessuale aggravata: misure alternative solo se si è sottoposti ad osservazione scientifica della personalità
Violenza sessuale: sul consenso e gli atti sessuali non convenzionali
Violenza sessuale: il consenso deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità
Violenza sessuale: professore bacia sulla guancia un'alunna dopo aver provato a farlo sulla bocca, condannato
Violenza sessuale: sulla diminuente prevista dall'art. 609-bis, comma 3, c.p.
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Violenza sessuale: sulla procedibilità d'ufficio del reato
Stupefacenti: l'acquirente di modiche quantità deve essere sentito nel corso delle indagini preliminari come persona informata dei fatti
Travisamento della prova: richiede l'esistenza di una palese difformità dai risultati obiettivamente derivanti dall'assunzione della prova
Travisamento della prova: sussiste solo in caso di incontrovertibile e pacifica distorsione del significante
Ricorso per cassazione: alla Corte è preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione
Ricorso per cassazione: inammissibili doglianze che sollecitano una differente comparazione dei significati da attribuire alle prove
Stupefacenti: la lieve entità va valutata con riferimento a tutti gli elementi concernenti l'azione
Stupefacenti: la lieve entità va accertata tenendo conto anche della personalità dell'indagato, dei mezzi, delle modalità e delle circostanze dell'azione
Ricorso per cassazione: sul termine perentorio di cinque giorni previsto dalla L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 2.
Violenza sessuale: configurabile il tentativo se l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali
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Violenza sessuale: sussiste in caso di atti di autoerotismo commessi alla presenza di una persona?
Violenza sessuale: sulla ammissibilità dell'appello del pubblico ministero avverso la sentenza di condanna
Violenza sessuale: sulla configurabilità della circostanza aggravante della connessione teleologica con il reato di lesioni personali.
Violenza sessuale: sull'attenuante di cui all'art. 609-bis, comma 3, c.p.
Violenza sessuale: può concorrere con il delitto di riduzione in servitù?
Violenza sessuale: la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale
Violenza sessuale: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza
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Violenza sessuale: sul riconoscimento dell'attenuante della minore gravità, nel caso di più fatti in continuazione ai danni della medesima persona
Violenza sessuale di gruppo: le differenze con il concorso di persone nel delitto di violenza sessuale
Violenza sessuale: in tema di misure cautelari personali, il giudice non è tenuto a motivare circa la ricorrenza di specifiche e inderogabili esigenze investigative
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Bancarotta fraudolenta: la natura distrattiva di operazione infra-gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi
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Bancarotta fraudolenta: sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale di società fallita
Bancarotta fraudolenta: la parziale omissione del dovere annotativo è punita a titolo di dolo generico
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