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La circonvenzione di incapace può avvenire anche senza inganno diretto, se c’è abuso di fiducia (Cass. Pen. n. 8022/2025)

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Con la sentenza n. 8022/2025, la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha affermato, in materia di circonvenzione di incapace (art. 643 c.p.), il seguente principio di diritto: il reato può sussistere anche senza l’uso di artifici e raggiri evidenti, se l’induzione sfrutta un rapporto di fiducia, un’influenza psicologica o un abuso della posizione professionale.

La decisione ha confermato la condanna pronunciata dalla Corte d’Appello di Milano nei confronti di un avvocato che aveva approfittato della fragilità psicologica della vittima per ottenere un compenso sproporzionato per una prestazione d’opera professionale.


Il caso: un avvocato accusato di circonvenzione di incapace per un compenso eccessivo

L’imputato, D.P., esercente la professione di avvocato, era stato condannato per aver indotto un cliente in condizioni di vulnerabilità psicologica a sottoscrivere un accordo per un compenso sproporzionato, relativo a un risarcimento per infortunio.

Secondo l’accusa, l’avvocato aveva approfittato della condizione del cliente, che si trovava in uno stato di deficienza psichica accertata successivamente, e lo aveva convinto a firmare una procura speciale e un accordo economico svantaggioso, che gli garantiva una percentuale eccessiva sul risarcimento ottenuto.

La difesa ha presentato ricorso per Cassazione, sollevando tre principali motivi:

  • mancanza di una vera e propria induzione fraudolenta

Secondo il ricorrente, non erano stati usati raggiri o pressioni indebite, ma solo un accordo liberamente sottoscritto dal cliente.

  • condizioni della vittima non adeguatamente valutate

La difesa ha sostenuto che la persona offesa non era stata dichiarata incapace di intendere e volere al momento della sottoscrizione dell’accordo, e che il notaio che aveva autenticato la procura speciale non aveva rilevato alcuna anomalia.

  • il compenso pattuito non era illegale

Secondo la difesa, la richiesta di un compenso con una percentuale aggiuntiva sul risarcimento era una pratica comune tra gli avvocati in cause risarcitorie e non costituiva di per sé un profitto ingiusto.


Il principio di diritto stabilito dalla Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che:

  • L’induzione nella circonvenzione di incapace può avvenire anche senza raggiri evidenti, se vi è abuso di fiducia e influenza

L’abuso della condizione di vulnerabilità della vittima può manifestarsi anche attraverso la persuasione e il condizionamento psicologico, non necessariamente tramite inganno diretto.

L’influenza esercitata da un professionista su un cliente in stato di fragilità può integrare l’induzione rilevante per il reato di circonvenzione di incapace.

  • Lo stato di deficienza psichica deve essere valutato alla luce delle circostanze concrete

La Cassazione ha ritenuto irrilevante il fatto che la vittima non fosse stata dichiarata incapace al momento dell’accordo, sottolineando che:

  1. era documentata una condizione di vulnerabilità psicologica;

  2. l’avvocato era a conoscenza di questa fragilità e ne aveva approfittato;

  3. il giudice deve valutare il contesto globale e le modalità con cui la persona è stata indotta a compiere l’atto patrimoniale svantaggioso;


  • Il compenso sproporzionato può essere indice di profitto ingiusto

La Corte ha confermato che un compenso eccessivo e sproporzionato può costituire il profitto ingiusto richiesto dall’art. 643 c.p., soprattutto se ottenuto approfittando dello stato di vulnerabilità della vittima.

La legittimità formale dell’accordo non esclude automaticamente la rilevanza penale, se il patto è stato ottenuto con un’influenza indebita.


In sintesi:

La sentenza ha affermato in materia di circonvenzione di incapace e abuso della posizione professionale i seguenti principi:

  1. Il reato di circonvenzione di incapace non richiede necessariamente un raggiro palese, ma può configurarsi anche quando la persona vulnerabile viene influenzata o convinta a prendere decisioni svantaggiose.

  2. Gli avvocati e altri professionisti devono prestare particolare attenzione nel gestire rapporti con clienti in situazioni di fragilità psicologica, evitando qualsiasi condotta che possa essere interpretata come un abuso di fiducia.

  3. La sproporzione del compenso pattuito può essere un elemento determinante per configurare il reato, se ottenuto con abuso di fiducia.

  4. I giudici devono valutare caso per caso lo stato di vulnerabilità della vittima, anche se non certificato formalmente da una diagnosi medica preesistente.


La sentenza integrale



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