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Il giudice d’appello deve valutare la richiesta di pene sostitutive anche senza una nuova domanda dell’imputato (Cass. Pen. n. 8421/2025)

carcere e libertà

Con la sentenza n. 8421/2025, la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha stabilito il seguente principio in materia di applicazione delle pene sostitutive nel regime della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022): se l’imputato ha manifestato la volontà di accedere a una pena sostitutiva nei motivi d’appello, il giudice di secondo grado non può dichiarare inammissibile la richiesta per la mancata presentazione di un’ulteriore domanda autonoma.

La decisione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Messina, che aveva respinto la richiesta di sostituzione della pena con i lavori di pubblica utilità per un vizio formale.


Il caso: richiesta di lavori di pubblica utilità respinta per un vizio formale

L’imputato era stato condannato dal Tribunale di Messina il 20 febbraio 2024, all’esito di un rito abbreviato, per porto abusivo di armi (art. 4, comma 2, L. 110/75), con una pena di:

  • 8 mesi di reclusione

  • 1.700 euro di ammenda

La Corte d’Appello di Messina, il 13 novembre 2024, aveva ridotto la pena a 6 mesi di arresto e 600 euro di ammenda, ma aveva dichiarato inammissibile la richiesta di sostituzione della pena con i lavori di pubblica utilità, motivando che la richiesta non era stata presentata personalmente dall’imputato o da un suo procuratore speciale.

L’imputato ha quindi presentato ricorso per Cassazione, contestando:

  • Violazione degli artt. 598-bis, comma 4-ter, c.p.p. e 53 L. 689/81

Il diniego della Corte d’Appello era illegittimo perché la richiesta di sostituzione della pena era già stata formulata nei motivi d’appello, per i quali il difensore era munito di procura speciale. Non era necessario presentare una nuova domanda autonoma.

  • Mancata concessione di un termine per sanare il presunto vizio formale

Anche se la Corte d’Appello avesse ritenuto necessario un ulteriore atto di procura speciale, avrebbe dovuto fissare un termine per sanare il vizio, invece di dichiarare immediatamente inammissibile la richiesta.


La decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, stabilendo che:

  • La richiesta di pena sostitutiva può essere contenuta nei motivi d’appello

Non è necessario che l’imputato presenti un’ulteriore domanda autonoma se la richiesta è già formulata nell’atto di impugnazione, per il quale il difensore è munito di procura speciale.

Il giudice d’appello deve pronunciarsi sulla richiesta, senza dichiararla inammissibile per un presunto difetto formale inesistente.

  • Se la richiesta è formalmente incompleta, il giudice deve assegnare un termine per integrarla

In presenza di un’irregolarità nella richiesta, la Corte d’Appello avrebbe dovuto concedere un termine per la regolarizzazione e non dichiarare direttamente inammissibile la domanda.

Questo principio tutela il diritto dell’imputato a ottenere la valutazione della pena sostitutiva, in linea con la Riforma Cartabia.

  • Il diniego di valutazione delle pene sostitutive è illegittimo se basato su formalismi eccessivi

La Cassazione ha sottolineato che la ratio della Riforma Cartabia è favorire l’applicazione delle pene sostitutive per i reati meno gravi.

L’interpretazione formalistica della Corte d’Appello di Messina è contraria ai principi di economia processuale e di favor rei.

  • Annullamento con rinvio per nuovo esame

La sentenza è stata annullata con rinvio alla Corte d’Appello di Messina, che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di sostituzione della pena con i lavori di pubblica utilità senza considerare il presunto vizio formale.


Conclusioni

La sentenza ha affermato i seguenti principi in materia di pene sostitutive e impugnazioni:

  1. La richiesta di sostituzione della pena può essere contenuta direttamente nei motivi d’appello, senza bisogno di una domanda separata.

  2. Se il giudice ritiene che manchi un requisito formale, deve concedere un termine per la regolarizzazione, evitando decisioni eccessivamente rigide.

  3. L’obiettivo della Riforma Cartabia è agevolare l’applicazione delle pene sostitutive, quindi le Corti d’Appello devono adottare un’interpretazione favorevole alla loro concessione.

  4. Il diniego di esaminare la richiesta di pena sostitutiva basato su formalismi procedurali è illegittimo, perché viola il diritto di difesa dell’imputato.

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