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Bancarotta e riforma della sentenza assolutoria: la Cassazione annulla per mancata rinnovazione della prova (Cass. Pen. n. 7082/2025)



Con la sentenza n. 7082/2025, la Corte di Cassazione ha affermato il seguente principio di diritto: quando la Corte d’Appello ribalta una sentenza assolutoria e pronuncia condanna, è obbligata a rinnovare la prova dichiarativa decisiva.

In mancanza di tale rinnovazione, la decisione d’appello è viziata e deve essere annullata con rinvio.

Il caso di specie riguarda una condanna per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, inflitta dalla Corte d’Appello dopo che in primo grado l’imputato, V.D., era stato assolto.

La Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, evidenziando che la Corte territoriale aveva fondato la condanna su una nuova valutazione delle prove, senza procedere alla necessaria rinnovazione delle testimonianze chiave e delle consulenze tecniche.


Il caso: condanna in appello senza rinnovazione delle prove

L’imputato, V.D., era stato assolto in primo grado dal Tribunale di Trani il 15 ottobre 2018, ma la Corte d’Appello di Bari, con sentenza del 16 giugno 2023, aveva riformato il verdetto, condannandolo per bancarotta fraudolenta nella gestione della N. S.r.l., fallita nel 2014.

La condanna si basava su una nuova valutazione delle prove, in particolare:

  • le dichiarazioni dei testimoni chiave (C.C., S.S., C.M., C.G.)

  • le consulenze tecniche di parte e del perito d’ufficio

Tuttavia, la Corte d’Appello non aveva disposto la rinnovazione dell’audizione dei consulenti tecnici, il cui esame era stato determinante nella sentenza assolutoria di primo grado.


L’obbligo di rinnovazione della prova in caso di condanna in appello

La Cassazione ha ribadito che, in caso di ribaltamento di una sentenza assolutoria, il giudice d’appello deve rinnovare l’esame delle prove dichiarative decisive, come stabilito dalle Sezioni Unite nella sentenza n. 14426/2019. Il mancato rispetto di tale principio determina la violazione del diritto di difesa e l’illegittimità della condanna.

Secondo la Suprema Corte: "In tema di procedimento in appello, in caso di ribaltamento della sentenza assolutoria, sussiste l'obbligo di rinnovazione dell'istruttoria quando la prova decisiva riguarda le dichiarazioni rese in dibattimento dai consulenti tecnici e dai periti" (Sez. 5, Sentenza n. 7379/2024).

Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva rivalutato le dichiarazioni dei consulenti e dei testimoni senza rinnovarne l’esame, violando il principio di immediatezza e il diritto al contraddittorio.


L’importanza della motivazione rafforzata nei ribaltamenti di sentenza

Un altro aspetto fondamentale della decisione riguarda l’obbligo di motivazione rafforzata nei casi di ribaltamento della sentenza di primo grado. La Corte d’Appello, pur criticando la motivazione assolutoria, non aveva fornito argomentazioni più solide e convincenti che escludessero ogni ragionevole dubbio.

Come precisato dalla giurisprudenza, "la sentenza che riformi in appello una pronuncia assolutoria deve contenere una motivazione più convincente, idonea a superare ogni ragionevole dubbio" (Sez. U, n. 33748/2005).

Nel caso di V.D., la Cassazione ha evidenziato che la Corte territoriale si era limitata a una rivalutazione delle prove, senza confutare adeguatamente la decisione del primo grado, violando il principio del "ragionevole dubbio" sancito dall’art. 533 c.p.p.


Le implicazioni della sentenza: tutela del diritto di difesa

Questa decisione riafferma due principi essenziali per il diritto penale processuale:

  • Obbligo di rinnovazione della prova in caso di ribaltamento della sentenza assolutoria.

  • Necessità di una motivazione rafforzata che giustifichi in modo inequivocabile la condanna.

Per gli imputati e i loro difensori, questa pronuncia conferma l’importanza di verificare che il giudizio d’appello rispetti il diritto alla difesa e il principio del contraddittorio.


Conclusioni: la sentenza è annullata con rinvio

La Corte di Cassazione ha quindi annullato la sentenza n. 7082/2025 della Corte d’Appello di Bari e rinviato il caso a una diversa sezione della stessa Corte per un nuovo esame, nel rispetto dei principi affermati.


La sentenza integrale


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