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Codice di procedura penale

Art. 33-septies c.p.p. Inosservanza dichiarata nel dibattimento di primo grado

1. Nel dibattimento di primo grado instaurato a seguito dell'udienza preliminare, il giudice, se ritiene che il reato appartiene alla cognizione del tribunale in composizione diversa, trasmette gli atti, con ordinanza, al giudice competente a decidere sul reato contestato.


2. Fuori dai casi previsti dal comma 1, se il giudice monocratico ritiene che il reato appartiene alla cognizione del collegio, dispone con ordinanza la trasmissione degli atti al pubblico ministero.


3. Si applica la disposizione dell'articolo 420-ter, comma 4.

Massime
Cassazione penale , sez. II , 28/10/2020 , n. 4874
È abnorme, determinando un'indebita regressione del procedimento, il provvedimento con il quale il giudice monocratico, investito del giudizio immediato, disponga, ai sensi dell' art. 33-septies c.p.p. , la trasmissione degli atti al pubblico ministero, piuttosto che al giudice collegiale competente, in quanto, stante la richiesta di giudizio immediato da parte dell'imputato e la conseguente valutazione espressa dal giudice per le indagini preliminari, non può ritenersi che sia stata indebitamente omessa la fase dell'udienza preliminare.

Cassazione penale , sez. II , 27/03/2019 , n. 29569
Nel caso in cui il giudice monocratico disponga la trasmissione orizzontale degli atti al tribunale in composizione collegiale, ai sensi dell' art. 33-septies c.p.p. , la sua appartenenza al collegio non costituisce causa di incompatibilità, in quanto la decisione con cui è declinata la competenza non comporta un apprezzamento del merito dell'accusa, ma si risolve in una valutazione astratta delle risultanze processuali, non suscettibile di menomare i valori costituzionali della terzietà e della imparzialità della giurisdizione.

Cassazione penale , sez. III , 12/03/2019 , n. 41073
L'inosservanza delle disposizioni di cui agli artt. 33-bis e 33-ter c.p.p. , comporta, secondo la regola generale fissata nell' art. 33-septies c.p.p. , la trasmissione degli atti ai giudice ritenuto competente senza regressione di fase - quindi senza restituzione degli atti al p.m. -, salvo che all'imputato spettasse il passaggio dalla fase processuale dell'udienza preliminare e che tale passaggio gli sia stato arbitrariamente negato. Ne discende l'illegittimità del provvedimento col quale il Tribunale monocratico abbia disposto la restituzione degli atti al p.m., anziché disporne la trasmissione per via orizzontale al Tribunale in composizione collegiale, allorquando si tratti di giudizio immediato, che non prevede l'udienza preliminare.

Cassazione penale , sez. VI , 26/01/2017 , n. 7482
In tema di ripartizione delle competenze fra tribunale monocratico e tribunale collegiale, deve ritenersi che, qualora si riscontri inosservanza delle relative regole, debba in ogni caso trovare applicazione il disposto di cui all'art. 33 septies, comma 1, c.p.p., che prevede la diretta trasmissione degli atti da parte del tribunale in composizione monocratica a quello in composizione collegiale, o viceversa, salvo che spettando all'imputato il passaggio attraverso la fase dell'udienza preliminare, lo stesso gli sia stato arbitrariamente negato, nella quale ipotesi deve invece darsi luogo, da parte del tribunale monocratico che si ritenga indebitamente investito, alla trasmissione degli atti al pubblico ministero, ai sensi del comma 2 del citato art. 33 septies c.p.p.

Cassazione penale , sez. VI , 26/01/2017 , n. 7482
Nel giudizio immediato, l'inosservanza delle disposizioni che regolano l'attribuzione dei reati al tribunale in composizione monocratica ovvero in composizione collegiale, comporta, secondo quanto previsto dall'art. 33-septies cod. proc. pen., la trasmissione degli atti al giudice ritenuto competente senza regressione di fase e, quindi, senza restituzione degli atti al pubblico ministero, con esclusione del caso in cui, procedendosi per un reato per il quale è prevista la celebrazione dell'udienza preliminare, sia stato arbitrariamente negato all'imputato il passaggio attraverso tale fase.

Cassazione penale , sez. II , 30/03/2016 , n. 16936
L'ordinanza di trasmissione degli atti al giudice in diversa composizione, ai sensi dell'art. 33 septies cod. proc. pen., è legittimamente emessa anche in presenza del sostituto, nominato in udienza, del difensore legittimamente impedito, in quanto i poteri previsti dal predetto articolo sono configurati come un munus proprio del giudice, non presidiato da particolari garanzie difensive nella fase del suo esercizio, ma solo nella successiva fase dinanzi al giudice indicato come competente. (Fattispecie in tema di rapina, in cui, disposta la trasmissione degli atti al tribunale in composizione collegiale per la ritenuta contestazione in fatto dell'aggravante di cui all'art. 628, comma terzo, n. 1, cod. proc. pen., la Corte ha anche precisato che la intervenuta celebrazione dell'udienza preliminare era strumento idoneo ad escludere la violazione di diritti difensivi)

Cassazione penale , sez. I , 12/06/2012 , n. 43193
È abnorme, e pertanto ricorribile per cassazione, il provvedimento con il quale il tribunale in composizione monocratica, rilevata tardivamente la competenza dello stesso tribunale in composizione collegiale, disponga che gli atti siano trasmessi, anziché direttamente a quest'ultimo, ai sensi dell'art. 33 septies comma 1 c.p.p., al p.m.

Cassazione penale , sez. I , 15/04/2010 , n. 19512
Il giudice monocratico il quale rilevi che il reato appartiene alla competenza del collegio deve disporre la trasmissione degli atti al p.m. solo quando l'imputato sia rimasto privo dell'udienza preliminare, a causa di una erronea valutazione addebitabile allo stesso p.m. e al fine di assicurare la garanzia della detta udienza, dovendo altrimenti trovare applicazione la regola generale secondo cui l'accertata inosservanza delle disposizioni che regolano l'attribuzione della competenza al giudice collegiale o a quello monocratico comporta la mera trasmissione degli atti a quello di essi ritenuto competente, con diretta fissazione dell'udienza, ai sensi dell'art. 420 ter, comma 4, c.p.p., richiamato dal comma 3 dell'art. 33 septies, stesso codice. (Nella specie, in applicazione di tale principio, la Corte, in accoglimento di ricorso avanzato dal p.m., ha ritenuto abnorme, annullandolo senza rinvio, il provvedimento con il quale il giudice monocratico, investito di opposizione a decreto penale di condanna per un reato di competenza del collegio, aveva disposto la trasmissione degli atti al p.m., anziché direttamente al tribunale in composizione collegiale).

Cassazione penale , sez. II , 26/01/2010 , n. 5151
È abnorme l'ordinanza con cui il tribunale in composizione collegiale, a seguito della contestazione suppletiva di un'aggravante ad effetto speciale, disponga ai sensi dell'art. 33 septies, comma 2, c.p.p., la trasmissione degli atti al p.m. per il rinnovo dell'udienza preliminare. (Fattispecie relativa ad un procedimento per il delitto di usura nel corso del quale era stata contestata l'aggravante di cui all'art. 7 l. n. 203 del 1991).

Cassazione penale , sez. VI , 21/05/2008 , n. 26563
È legittimo il provvedimento con cui il tribunale in composizione monocratica, investito della richiesta di convalida dell'arresto e di prosecuzione del procedimento con il giudizio direttissimo, disponga la trasmissione degli atti al p.m., ai sensi dell'art. 33 septies, comma 2, c.p.p., una volta rilevata la competenza del giudice collegiale.

Tribunale , Bari , 21/11/2007
Atteso che nessuna disposizione del codice di rito penale stabilisce che tipo di provvedimento debba pronunciare il tribunale in composizione monocratica il quale rilevi, durante il dibattimento instaurato dopo l’udienza preliminare, che il reato appartiene alla cognizione del tribunale in composizione collegiale (infatti l’art. 521 bis c.p.p. dispone per il caso in cui non si sia svolta l’udienza preliminare), deve trovare applicazione l’art. 33 septies, comma 1 c.p.p. che impone la trasmissione degli atti al giudice competente.

Tribunale , Napoli , 04/12/2006
Ogni qualvolta in seguito ad opposizione a decreto penale di condanna (ovvero con l'emissione di un decreto di giudizio immediato) il g.i.p. indichi come competente l'organo giudicante monocratico anziché quello collegiale il giudice erroneamente adito non dovrà restituire gli atti al p.m. determinando, in tal modo, un'indebita celebrazione dell'udienza preliminare ma dovrà provvedere, con ordinanza, – e rispettando, altresì, il disposto di cui all'art. 33 septies comma 3 c.p.p. –, a trasmettere direttamente gli atti al giudice competente a decidere sul reato contestato.

Cassazione penale , sez. II , 06/10/2006 , n. 34183
La rilevazione dibattimentale ad opera del tribunale in composizione monocratica della cognizione del giudice collegiale, come conseguenza di una contestazione suppletiva, comporta la trasmissione degli atti, per via orizzontale, al giudice collegiale, sempre che sia stata celebrata l'udienza preliminare, e non è dunque abnorme il provvedimento che non disponga la trasmissione degli atti al p.m., evitando la regressione del procedimento.

Cassazione penale , sez. VI , 28/02/2006 , n. 13467
È abnorme l'ordinanza con la quale il tribunale in composizione monocratica, rilevando nel dibattimento instaurato a seguito di udienza preliminare la competenza del tribunale in composizione collegiale, trasmetta gli atti al pubblico ministero, anziché al giudice competente, come prescritto dall'art. 33-septies c.p.p. .

Cassazione penale , sez. VI , 28/02/2006 , n. 13467
È abnorme il provvedimento con cui il tribunale in composizione monocratica, avendo ravvisato la competenza del tribunale in composizione collegiale, disponga nel caso previsto dall’art. 33 septies, comma 1 c.p.p., la trasmissione degli atti al p.m.,anziché al giudice competente.

Cassazione penale , sez. II , 05/12/2003 , n. 914
Nel caso in cui il procedimento instaurato davanti al giudice collegiale debba essere trasmesso al giudice in composizione monocratica, la previsione contenuta nell'art. 33 septies comma 3 c.p.p., che richiama l'art. 420 ter comma 4 c.p.p., di individuazione della relativa udienza, ha solo lo scopo di agevolare ii successivo iter processuale ma non implica alcuna imposizione e la sua omissione non determina alcuna nullità.

Cassazione penale , sez. I , 28/01/2003 , n. 5725
La perdita di efficacia della misura cautelare (nella specie, personale) nel caso di vano decorso del termine di venti giorni dalla dichiarazione di incompetenza del giudice che l'ha disposta non ha luogo nel caso in cui il tribunale monocratico, erroneamente investito del giudizio direttissimo in ordine a reati attribuiti alla cognizione del giudice collegiale, abbia trasmesso gli atti al p.m. a norma dell'art. 33 septies comma 2 c.p.p., in quanto la questione relativa rientra tra quelle attinenti al rito e non alla competenza, posto che il tribunale è un ufficio unitario, nell'ambito del quale non possono configurarsi casi di conflitto.

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