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Affidamento in prova e autorizzazione a spostarsi: necessità di motivazione e rispetto del principio di progressività (Cass. Pen. n. 12235/2025)

Con la sentenza n. 12235/2025, la Corte di Cassazione interviene in tema di misure alternative alla detenzione, affermando che le modalità di esecuzione dell’affidamento in prova – comprese le autorizzazioni a spostarsi per motivi lavorativi – devono essere sorrette da motivazioni congrue e coerenti con il percorso rieducativo, nel rispetto del principio di progressività trattamentale.


Il fatto

M., già ammesso all’affidamento in prova al servizio sociale, aveva chiesto l’autorizzazione a spostarsi periodicamente dalle provincia di Lecce a quelle di L’Aquila e Pescara, per svolgere attività lavorativa come direttore di cantiere per le aziende di cui è titolare.

Il Magistrato di sorveglianza di Lecce aveva rigettato l’istanza con un provvedimento motivato per relationem, facendo riferimento alla “residua pericolosità sociale” del condannato.


La decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando che:

  • Il provvedimento impugnato è viziato da motivazione insufficiente e stereotipata, fondata su formule generiche e prive di un effettivo riscontro fattuale.

  • È contraddittoria la motivazione rispetto a un precedente provvedimento autorizzativo del 16 agosto 2024, in cui lo stesso condannato era stato autorizzato a spostarsi fuori regione per analoghe esigenze lavorative, senza che fossero emerse criticità.

  • Il giudice deve tener conto del principio della progressività trattamentale, valorizzando positivamente il rispetto delle prescrizioni e l’impegno lavorativo come strumenti di reinserimento sociale.


Il principio di diritto

La Corte afferma che le modalità di esecuzione dell’affidamento in prova al servizio sociale costituiscono diritti soggettivi del condannato e devono essere adeguatamente motivate, specie quando incidono sull’attività lavorativa.

L’autorizzazione a spostarsi può essere negata solo con motivazione fondata su elementi concreti, coerenti e aggiornati, nel rispetto del principio di gradualità del trattamento penitenziario.

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