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Obbligo di assistenza del difensore durante l'interrogatorio dei minori: La Corte di Giustizia UE ribadisce il diritto all'equo processo

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Avv. Salvatore del Giudice - Avvocato penalista Napoli
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La Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE), con la sentenza n. 603/22 del 5 settembre 2024, ha affrontato rilevanti questioni relative ai diritti processuali dei minori indagati o imputati in procedimenti penali.

La causa, sollevata dal Sad Rejonowy w Slupsku (Polonia), ha sollecitato l'interpretazione di diversi articoli della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e di direttive europee rilevanti, tra cui la Direttiva (UE) 2016/800, che stabilisce garanzie procedurali per i minori coinvolti in procedimenti penali.

La decisione sottolinea l'importanza del rispetto di diritti fondamentali quali il diritto all'assistenza di un difensore e all'informazione adeguata per garantire l'equità del processo penale, specialmente in riferimento ai minori.


Il contesto normativo

La sentenza si è concentrata sull'interpretazione dell'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, nonché su diverse direttive dell'Unione Europea, in particolare:

  • La Direttiva 2016/800 sulle garanzie procedurali per i minori;

  • La Direttiva 2013/48 sul diritto all'assistenza di un difensore;

  • La Direttiva 2012/13 sul diritto all'informazione nei procedimenti penali.

Secondo il giudice del rinvio, queste direttive non sono state correttamente trasposte nel diritto nazionale polacco, con particolare riferimento alla protezione dei diritti dei minori indagati.

Il caso ha coinvolto tre minorenni, M.S., J.W., e M.P., accusati di effrazione in un centro vacanze abbandonato. Gli indagati hanno subito interrogatori senza l'assistenza di un difensore e senza che fossero state rispettate le garanzie procedurali previste per i minori, sollevando dubbi sulla conformità del procedimento al diritto dell'Unione.


Le questioni sottoposte alla Corte

Il Tribunale polacco ha sottoposto alla Corte diverse questioni pregiudiziali, ed in particolare:

  • se, in base alla direttiva 2016/800, le autorità debbano garantire la nomina di un difensore d'ufficio per i minori indagati o imputati, nel caso in cui questi non abbiano provveduto a nominare un difensore.

  • se la deroga alla presenza di un difensore durante l'interrogatorio sia ammissibile in casi di reati punibili con la reclusione, e in che misura tali deroghe debbano essere giustificate e impugnabili.

  • se le direttive europee impediscano alla normativa nazionale di permettere interrogatori di minori senza la presenza di un difensore, violando quindi le disposizioni dell’Unione in materia di equo processo.


Le conclusioni della Corte

La Corte ha risposto affermativamente alla necessità di garantire la presenza di un difensore fin dalla fase preliminare del processo penale, richiamando l'obbligo per gli Stati membri di rispettare le garanzie procedurali previste dalla direttiva 2016/800. Secondo la Corte, le autorità nazionali devono assicurare che i minori siano adeguatamente informati dei loro diritti e che tali informazioni siano fornite in un linguaggio semplice e comprensibile, adatto all'età e al livello di comprensione del minore.

Inoltre, la CGUE ha ribadito che la deroga temporanea alla presenza di un difensore è consentita solo in circostanze eccezionali e deve essere giustificata da motivi imperativi, come la necessità di evitare gravi conseguenze negative per la vita o la libertà personale di una persona.


L’incidenza sulla normativa polacca

La sentenza della Corte ha ritenuto la non conformità della normativa polacca con il diritto dell’Unione. In particolare, l’articolo 301 del Codice di procedura penale polacco, che prevede che l'assenza di un difensore non impedisca l’interrogatorio di un indagato, è stato ritenuto incompatibile con le disposizioni europee.

Il giudice nazionale, alla luce del principio del primato del diritto dell’Unione, è stato quindi chiamato a disapplicare le disposizioni del diritto nazionale in contrasto con le direttive europee e ad assicurare il rispetto dei diritti fondamentali degli indagati minorenni.


Conclusioni

La sentenza della CGUE nella causa C-603/22 rappresenta un importante richiamo agli Stati membri affinché rispettino pienamente i diritti procedurali dei minori nei procedimenti penali. La Corte ha sottolineato l'importanza di garantire che i minori siano adeguatamente assistiti da un difensore e che le informazioni loro fornite siano accessibili e comprensibili.

Obbligo di assistenza del difensore durante l'interrogatorio dei minori: La Corte di Giustizia UE ribadisce il diritto all'equo processo

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