
Con la sentenza n. 6824/2025, la Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha affermato, in materia di ricorso straordinario per errore di fatto (art. 625-bis c.p.p.) nei casi di concordato sulla pena ex art. 599-bis c.p.p., il seguente principio di diritto: se la sentenza recepisce una pena diversa da quella concordata tra le parti, l’errore è sanabile con il ricorso straordinario, poiché si tratta di un errore percettivo.
La Corte ha così annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Cagliari, disponendo la liberazione di M., la cui pena era stata determinata in misura superiore a quella effettivamente concordata.
Il caso: errore nella trascrizione della pena concordata
L’imputata era stata condannata per reati in materia di stupefacenti (artt. 73 e 74 DPR 309/90) con un accordo di pena ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p., che prevedeva una riduzione della pena concordata con la Procura Generale.
Tuttavia, la Corte d’Appello di Cagliari, con sentenza del 13/12/2023, aveva erroneamente riportato la pena concordata, indicando sei anni di reclusione, mentre l’accordo tra le parti prevedeva cinque anni e quattro mesi di reclusione.
La difesa ha quindi presentato ricorso straordinario per errore di fatto, evidenziando che:
Il verbale d’udienza del 5 aprile 2023 riportava chiaramente la pena concordata in cinque anni e quattro mesi, ma la Corte d’Appello aveva erroneamente indicato sei anni.
L’errore era evidente e risultava dagli atti, trattandosi di un mero errore percettivo e non di una valutazione discrezionale del giudice.
Il Procuratore Generale aveva sottoscritto l’accordo nella forma corretta, e il patteggiamento era stato omologato senza contestazioni.
La Settima Sezione della Corte di Cassazione, con ordinanza del 6/12/2024, aveva dichiarato inammissibile il ricorso, ritenendo che l’errore non fosse rilevante ai fini della revoca della sentenza.
La difesa ha quindi riproposto il ricorso straordinario per errore di fatto, evidenziando che la pena eseguita dall’imputata era superiore a quella realmente concordata.
Il principio di diritto
La Suprema Corte ha accolto il ricorso, stabilendo che:
1) Il ricorso straordinario per errore di fatto è ammissibile se la pena riportata in sentenza è diversa da quella effettivamente concordata
L’errore sulla pena concordata è un errore percettivo, poiché deriva da una semplice trascrizione errata del dato oggettivo presente negli atti del processo.
Non si tratta di un errore di giudizio, ma di una svista nella verbalizzazione della decisione giudiziaria, correggibile con il ricorso straordinario (Sez. U, n. 16103/2002, Basile).
2. Il giudice deve sempre verificare la corrispondenza della pena indicata nella sentenza con quella concordata tra le parti
La sentenza deve rispettare fedelmente gli accordi tra accusa e difesa, perché il concordato ex art. 599-bis c.p.p. è vincolante per il giudice.
Se la pena riportata non coincide con quella stabilita nell’accordo, la sentenza è viziata e deve essere annullata.
3) La violazione del concordato sulla pena è un vizio insanabile che comporta l’annullamento senza rinvio della sentenza
Poiché l’accordo era stato ratificato con procura speciale e firmato dal Procuratore Generale, non poteva essere unilateralmente modificato dal giudice.
L’errore ha comportato un aggravamento della pena in danno dell’imputata, violando i principi di certezza del diritto e tutela del patteggiamento.
4) L’imputata deve essere immediatamente liberata, poiché ha già scontato la pena correttamente concordata
La Corte ha disposto la liberazione di M., se non detenuta per altra causa, poiché il calcolo della pena eseguito sulla base della sentenza errata ha determinato un periodo di detenzione superiore al dovuto.
Conclusioni
La sentenza in esame ha importanti implicazioni pratiche in materia di concordato sulla pena:
Il ricorso straordinario per errore di fatto è uno strumento efficace per correggere errori materiali sulla pena riportata in sentenza, garantendo il rispetto degli accordi tra le parti.
I giudici devono verificare attentamente la corrispondenza tra la pena concordata e quella trascritta in sentenza, per evitare errori che possano pregiudicare il diritto dell’imputato.
Le difese devono sempre controllare che la sentenza rispecchi fedelmente l’accordo raggiunto, poiché errori nella trascrizione della pena possono comportare conseguenze rilevanti sulla libertà personale.
Se la pena concordata viene erroneamente riportata in misura superiore, la sentenza deve essere annullata senza rinvio e l’imputato deve essere liberato se ha già espiato la pena correttamente determinata.