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Violenza sessuale: quando si configura il reato previsto dall'art. 609 bis del codice penale


Violenza sessuale: quando si configura il reato previsto dall'art. 609 bis del codice penale

Lo Studio dell'avvocato Salvatore del Giudice è specializzato nei reati contro la persona ed assiste, sia nella fase giudiziale che in quella stragiudiziale, persone accusate o imputate per il reato di violenza sessuale previsto e punito dall'art. 609 bis del codice penale.

Lo Studio ha sede in Napoli alla via Francesco Caracciolo n.10 ed opera in tutta Italia.

Al fine di garantire la migliore assistenza legale, monitoriamo costantemente le novità legislative e giurisprudenziali in materia e pubblichiamo mensilmente una raccolta aggiornata di sentenze di merito e legittimità.

L'Avv. Salvatore del Giudice ha partecipato in qualità di relatore a numerosi convegni ed ha pubblicato diversi articoli, podcast e note a sentenza.



 

In questo articolo analizziamo l'elemento oggettivo e soggettivo del reato di violenza sessuale previsto dall'art. 609 bis del codice penale, riportando le principali pronunce ed orientamenti della Suprema Corte di Cassazione.


Art. 609 bis del codice penale

Chiunque [609-septies4 nn. 2-3] con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni [609-nonies; 38 c.p.p.] (3) .
Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali:
1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto [609-quater, 609-sexies, 609-decies];
2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona [609-septies].
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi.


Indice:

4. Circostanze attenuanti ed aggravanti del reato di violenza sessuale


1. Che cos'è e come è punita la violenza sessuale?

Il reato di violenza sessuale è un delitto previsto dall'art. 609 bis del codice penale e punisce chi, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni.

Ai sensi del secondo comma dell'art. 609 bis del codice penale, alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali:

1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto;

2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona.

Secondo il terzo comma, nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi.



2. Scheda reato.

Pena: la pena prevista per il reato di violenza sessuale è la reclusione da sei a dodici anni.

Procedibilità: il reato di violenza sessuale è procedibile a querela, d'ufficio nell'ipotesi di cui all'art. 609-septies

Prescrizione: il reato di violenza sessuale si prescrive in dodici anni

Arresto: per il reato di violenza sessuale l'arresto è obbligatorio nell'ipotesi prevista dal primo e secondo comma, facoltativo nell'ipotesi prevista dal terzo comma

Fermo: per il reato di violenza sessuale il fermo è consentito

Competenza per materia: per il reato di violenza sessuale la competena appartiene al tribunale collegiale

Udienza preliminare: per il reato di violenza sessuale è prevista l'udienza preliminare

Intercettazioni: per il reato di violenza sessuale sono consentite le intercettazioni telefoniche

Custodia cautelare in carcere: per il reato di violenza sessuale la custodia cautelare in carcere è consentita



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3. Quando si configura il reato di violenza sessuale?

Cassazione penale , sez. III , 13/07/2022 , n. 31776

In tema di violenza sessuale, la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto prescinde da fenomeni di patologia mentale, essendo sufficiente ad integrarla la circostanza che il soggetto passivo versi in condizioni intellettive e spirituali di minore resistenza all'altrui opera di coazione psicologica o di suggestione, anche se dovute ad un limitato processo evolutivo mentale e culturale, ma con esclusione di ogni causa propriamente morbosa.


Cassazione penale , sez. V , 22/09/2021 , n. 37460

Ai fini della configurabilità del delitto di violenza sessuale, non occorre che la violenza si espliciti con forma o veemenza particolare, ovvero in modo brutale ed aggressivo, potendo manifestarsi anche come sopraffazione funzionale e limitata alla pretesa dell'atto sessuale. (Fattispecie in cui l'imputato, nonostante la resistenza opposta, aveva stretto il viso della moglie per imporle un bacio sulle labbra, impedendole di sfuggire alla presa).

Cassazione penale , sez. I , 21/09/2021 , n. 39762

La coprofilia, quale forma di parafilia, se non accompagnata da un disturbo psichiatrico maggiore, rappresenta una mera devianza della sfera sessuale, senza influenza alcuna sulla capacità di intendere e di volere della persona.


Cassazione penale , sez. III , 15/09/2021 , n. 44348

In tema di valutazione della prova indiziaria nei reati sessuali, non è possibile ritenere, con ragionamento circolare, che i sintomi siano la prova dell'abuso e che quest'ultimo sia la spiegazione dei sintomi, in quanto non è consentito da un indizio, sicuro in fatto, ma equivoco nell'interpretazione, concludere per la certezza dell'evento che rappresenta il tema probatorio, trasformandosi diversamente l'oggetto della prova in criterio di inferenza.


Cassazione penale , sez. II , 09/09/2021 , n. 41985

In applicazione del principio di specialità, quando la costrizione abbia ad oggetto la sfera della libertà sessuale e non cagioni, neppure in via mediata, un'offesa al patrimonio del soggetto passivo, la condotta dell'imputato deve essere ricondotta all' art. 609-bis c.p. (Fattispecie nella quale la Corte ha annullato con rinvio la sentenza impugnata che aveva ritenuto configurabile il delitto di estorsione e non quello di violenza sessuale nella condotta dell'imputato che aveva minacciato la persona offesa di pubblicare su facebook un video registrato relativo ad un rapporto sessuale intrattenuto con la stessa ove non avesse acconsentito ad ulteriori rapporti sessuali o ad inviare all'imputato immagini delle sue parti intime).


Cassazione penale , sez. III , 12/11/2020 , n. 8213

In tema di reati sessuali, la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio assume rilevanza, ai fini della procedibilità di ufficio, ai sensi dell' art. 609-septies, comma quarto, n. 3, cod. pen. , non solo quando si pone in diretta relazione con la condotta criminosa, ma anche quando, pur collocandosi il comportamento illecito fuori dall'esercizio delle funzioni, la stessa abbia agevolato la commissione dell'abuso, rendendo la persona offesa maggiormente vulnerabile per la soggezione psicologica derivante da dette funzioni. (Fattispecie in cui, pur avendo avuto, l'imputato e la persona offesa, la medesima qualità pubblicistica, il primo aveva una posizione sovraordinata rispetto alla seconda).


Cassazione penale , sez. III , 29/10/2020 , n. 33045

Ai fini dell'integrazione del reato di cui all' art. 609-bis cod. pen. , la nozione di «atti sessuali» implica necessariamente il coinvolgimento della corporeità sessuale del soggetto passivo, dovendo questi essere costretto a «compiere» o a «subire» tali atti, rispetto ai quali devono ritenersi estranei gli atti di esibizionismo, di autoerotismo in presenza di terzi costretti ad assistervi, o di voyeurismo che, pur essendo manifestazione di istinto sessuale, non coinvolgono la corporeità sessuale del soggetto passivo, nemmeno in termini di tentativo.


Cassazione penale , sez. III , 08/10/2020 , n. 6148

In tema di violenza sessuale, la condizione di inferiorità psichica della vittima al momento del fatto, di cui all' art. 609-bis, comma 2, n. 1, c.p. , può dipendere anche dalla minore età accompagnata da una situazione familiare che renda la persona offesa vulnerabile alle richieste dell'agente o da una condizione di menomazione strumentalizzata per accedere alla sfera intima della persona minore, così ridotta a mezzo per soddisfare l'altrui libidine. (Fattispecie nella quale la Corte ha ritenuto immune da censure la sentenza di condanna dell'imputato per la condotta induttiva esercitata nei confronti della figlia adottiva mediante una morbosa opera di persuasione e di graduale sessualizzazione della minore tale da alimentare la convinzione della stessa circa la doverosità e normalità di tali comportamenti sessuali).


Cassazione penale , sez. III , 14/09/2020 , n. 31512

In tema di violenza sessuale, tra le condizioni di inferiorità psichica rilevanti a norma dell' art. 609-bis, comma 2, n. 1, c.p. rientrano tutte quelle che siano tali da determinare una posizione vulnerabile della vittima indipendentemente dall'esistenza di patologie mentali, comprese quelle determinate da credenze esoteriche in grado di suggestionare la persona offesa, delle quali l'agente approfitti spingendo o convincendo quest'ultima ad aderire ad atti sessuali che, diversamente, non avrebbe compiuto.


Cassazione penale , sez. III , 14/09/2020 , n. 31512

In materia di delitti di violenza sessuale, fra le ipotesi di connessione che determinano la procedibilità d'ufficio ai sensi dell' art. 609-septies, comma 4, n. 4, c.p. , è ricompresa quella in cui il fatto sia legato ad altro delitto, per il quale si deve procedere d'ufficio, in ragione del vincolo della continuazione, previsto dall' art. 12, comma 1, lett. b), c.p.p.


Cassazione penale , sez. un. , 16/07/2020 , n. 27326

In tema di violenza sessuale, l'abuso di autorità che costituisce, unitamente alla violenza o alla minaccia, una delle modalità di consumazione del reato previsto dall' art. 609-bis c.p. , presuppone una posizione di preminenza, anche di fatto e di natura privata, che l'agente strumentalizza per costringere il soggetto passivo a compiere o a subire atti sessuali.


Cassazione penale , sez. III , 21/01/2020 , n. 9878

In tema di reati sessuali, la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio assume rilevanza, ai fini della procedibilità di ufficio, ai sensi dell' art. 609- septies , comma 4, n. 3, c.p. , non solo quando si pone in diretta relazione con la condotta criminosa, ma anche nei casi in cui, pur collocandosi il comportamento illecito fuori dall'esercizio delle funzioni, la posizione pubblicistica del colpevole abbia agevolato la commissione dell'abuso, rendendo la persona offesa maggiormente vulnerabile per il metus o per la soggezione psicologica derivante dalle funzioni esercitate.


Cassazione penale , sez. III , 29/10/2019 , n. 49723

Il concorso di persone nel reato di violenza sessuale di cui all' art. 609-bis c.p. è configurabile solo nella forma del concorso morale con l'autore materiale della condotta criminosa, ove il concorrente non sia presente sul luogo del delitto, configurandosi, invece, nel caso di un contributo materiale il delitto di violenza sessuale di gruppo.


Cassazione penale , sez. III , 24/09/2019 , n. 43705

Il rapporto di affidamento per ragioni di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, che assume rilievo in tema di reati sessuali relativi a minorenni, attiene a qualunque rapporto fiduciario, anche temporaneo od occasionale, che si instaura tra affidante e affidatario mediante una relazione biunivoca e che comprende sia l'ipotesi in cui sia il minore a fidarsi dell'adulto, sia quella in cui il minore sia affidato all'adulto da un altro adulto per specifiche ragioni. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto immune da censure la sentenza che aveva ravvisato il suddetto rapporto in cui caso in cui la madre della minore aveva lasciato da sola in casa la figlia con l'imputato, incaricato di accompagnarla, la mattina successiva, in auto, ad un luogo di ritrovo).


Cassazione penale , sez. III , 18/09/2019 , n. 43423

In tema di reati sessuali, il bacio sulla guancia, in quanto atto non direttamente indirizzato a zone chiaramente definibili come erogene, configura violenza sessuale, nella forma consumata e non tentata, allorquando, in base ad una valutazione complessiva della condotta che tenga conto del contesto ambientale e sociale in cui l'azione è stata realizzata, del rapporto intercorrente tra i soggetti coinvolti e di ogni altro dato fattuale qualificante, possa ritenersi che abbia inciso sulla libertà sessuale della vittima. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto immune da censure la sentenza che aveva confermato la condanna di un professore che, all'interno della scuola, aveva abbracciato da dietro un'alunna, baciandola sulla guancia, dopo aver provato a farlo sulla bocca).

Cassazione penale , sez. III , 05/07/2019 , n. 41951

Integra il reato di violenza sessuale e non quello di molestie di cui all' art. 660 c.p. la condotta di chi, per soddisfare o eccitare il proprio istinto sessuale, mediante comunicazioni telematiche che non comportino contatto fisico con la vittima, induca la stessa al compimento di atti che comunque ne coinvolgano la corporeità sessuale e siano idonei a violarne la libertà personale e non la mera tranquillità. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto immune da censure la sentenza con la quale il ricorrente era stato condannato per il delitto di violenza sessuale per avere indotto, con plurime comunicazioni telematiche, una minore degli anni 14 a compiere giochi erotici e ad avere rapporti sessuali virtuali).


Cassazione penale , sez. III , 17/05/2019 , n. 38011

In tema di violenza sessuale su persona che si trova in stato di inferiorità fisica o psichica, l'induzione a compiere o a subire atti sessuali si realizza quando, con un comportamento attivo di persuasione sottile e subdola, l'agente spinge, istiga o convince la vittima ad aderire ad atti sessuali che diversamente non avrebbe compiuto.


Cassazione penale , sez. III , 17/05/2019 , n. 38011

In tema di violenza sessuale su persona che si trova in stato di inferiorità fisica o psichica, l'induzione a compiere o a subire atti sessuali si realizza quando, con un comportamento attivo di persuasione sottile e subdola, l'agente spinge, istiga o convince la vittima ad aderire ad atti sessuali che diversamente non avrebbe compiuto.


Cassazione penale , sez. III , 24/01/2019 , n. 20459

In tema di reati sessuali, ai fini dell'integrazione dell'elemento soggettivo del reato di violenza sessuale, non è necessario che la condotta sia finalizzata a soddisfare il piacere sessuale dell'agente, in quanto è sufficiente che questi sia consapevole della natura oggettivamente sessuale dell'atto posto in essere volontariamente, ossia della sua idoneità a soddisfare il piacere sessuale o a suscitarne lo stimolo, mentre l'eventuale concorrente finalità ingiuriosa o minacciosa dell'agente non esclude la connotazione sessuale dell'azione.


Cassazione penale , sez. III , 11/12/2018 , n. 15010

In tema di reati contro la libertà sessuale, nei rapporti tra maggiorenni, il consenso agli atti sessuali deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità, con la conseguenza che integra il reato di cui all' art. 609 bis cod. pen. la prosecuzione del rapporto nel caso in cui, successivamente a un consenso originariamente prestato, intervenga in itinere una manifestazione di dissenso, anche non esplicita, ma per fatti concludenti chiaramente indicativi della contraria volontà.



4. Circostanze attenuanti ed aggravanti del reato di violenza sessuale

Cassazione penale , sez. III , 21/01/2021 , n. 7754

In tema di delitto circostanziato, ai fini della configurabilità dell'aggravante dell'arma, è necessario che il reo sia palesemente armato, ma non che l'arma sia addirittura impugnata per minacciare, essendo sufficiente che essa sia portata in modo da poter intimidire, cioè in modo da lasciare ragionevolmente prevedere e temere un suo impiego quale mezzo di violenza o minaccia per costringere il soggetto passivo a subire quanto intimatogli. (Fattispecie di violenza sessuale, nella quale la Corte ha ritenuto esente da censure la sentenza che aveva ritenuto l'aggravante di cui all' art. 609-ter, comma 1, n. 2, c.p. , nella condotta dell'imputato che, nei due episodi di violenza commessi, aveva portato con sé una pistola, in un'occasione sulla schiena e con il calcio in vista e in un'altra al fianco).


Cassazione penale , sez. III , 26/01/2021 , n. 6713

In tema di violenza sessuale, ai fini della valutazione in ordine alla sussistenza o meno della circostanza attenuante della minore gravità del fatto prevista dall' art. 609-bis, comma 3, c.p. , è inconferente il fatto della commissione con abuso di relazioni di ospitalità, dovendo considerarsi unicamente, attraverso una valutazione globale, il grado di compromissione del bene tutelato.


Cassazione penale , sez. III , 12/01/2021 , n. 16348

In tema di violenza sessuale, ai fini della configurabilità dell'abuso delle condizioni di inferiorità psico-fisica della persona offesa al momento del fatto, di cui all' art. 609-bis, comma 2, n. 1, c.p. , non è necessario che la vittima sia minacciata al fine di compiere o subire atti sessuali, essendo la minaccia richiamata dalla norma esclusivamente nell'ipotesi del comma 1.


Cassazione penale , sez. III , 20/10/2020 , n. 35990

Ai fini dell'integrazione della circostanza aggravante prevista dall' art. 609-ter, comma 1, n. 4), c.p. la compromissione della libertà personale della vittima deve preesistere cronologicamente alla condotta di violenza, così da agevolare la stessa per la diminuita capacità di difesa.


Cassazione penale , sez. III , 18/09/2020 , n. 35695

In tema di violenza sessuale, gli elementi di valutazione rilevanti ai fini dell'applicazione della circostanza attenuante della minore gravità del fatto ex art. 609-bis, ultimo comma, c.p. – costituiti dai mezzi, dalle modalità esecutive, dal grado di compressione della libertà sessuale subito dalla vittima, dalle condizioni fisiche e psicologiche di quest'ultima, anche in relazione all'età, dall'occasionalità o dalla reiterazione delle condotte, nonché dalla consistenza del danno arrecato, anche in termini psichici – devono essere, altresì, utilizzati per la determinazione della misura della riduzione della pena nell'ambito dell'ampia forbice edittale prevista dalla norma.


Cassazione penale , sez. III , 19/03/2020 , n. 10596 In tema di violenza sessuale, ai fini della configurabilità dell'aggravante speciale di cui all' art. 609-ter, comma 1, n. 2, c.p. , è necessario che l'assunzione, da parte della vittima, di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti sia stata provocata o agevolata dall'autore del reato e sia funzionalmente diretta alla realizzazione degli atti sessuali, sì che deve escludersi la stessa quando egli abbia solamente approfittato della condizione discendente da tale assunzione. (Fattispecie in cui la Corte ha escluso la sussistenza dell'aggravante in relazione alla violenza sessuale subita dalla vittima che aveva assunto volontariamente sostanza stupefacente cedutagli da un terzo non accordatosi con l'autore del reato).


Cassazione penale , sez. III , 22/01/2020 , n. 16440

In tema di violenza sessuale, anche in caso di solo sopravvenuto dissenso della vittima al rapporto sessuale è legittimo il diniego della circostanza attenuante del fatto di minore gravità, quando, per i mezzi, le modalità esecutive della condotta, il grado di coartazione esercitato sulla vittima, le condizioni fisiche e mentali di questa, e le caratteristiche psicologiche valutate in relazione all'età, si realizzi una significativa compromissione della libertà sessuale.

Cassazione penale , sez. III , 10/10/2019 , n. 50336

In tema di violenza sessuale, ai fini della configurabilità della circostanza attenuante del fatto di minore gravità, prevista dall' art. 609-bis, comma 3, c.p. , deve farsi riferimento ad una valutazione globale del fatto, nella quale assumono rilievo i mezzi, le modalità esecutive, il grado di coartazione esercitato sulla vittima, le condizioni fisiche e mentali di questa, le caratteristiche psicologiche valutate in relazione all'età, in modo da accertare che la libertà sessuale non sia stata compressa in maniera grave e che non sia stato arrecato alla vittima un danno grave, anche in termini psichici. (Fattispecie di ritenuta non ravvisabilità dell'attenuante per il solo fatto che la violenza sessuale era stata posta in essere ai danni di un minore dormiente, non accortosi della condotta, attesi la reiterazione degli atti, il potenziale danno psichico e l'elevato pericolo per il suo sviluppo psico - fisico derivante anche dalla semplice conoscenza di essere stato oggetto di abusi sessuali, nonché la irrilevanza del fatto che ex post non fossero stati provati danni psichici).

Cassazione penale , sez. III , 15/07/2019 , n. 43244

Non si applicano al delitto di atti sessuali con minorenne, di cui all' art. 609-quater c.p. , le aggravanti previste dall' art. 609-ter c.p. , diversamente determinandosi una violazione del principio di legalità, atteso che nessuna disposizione di legge estende l'applicabilità di tali aggravanti, specificamente riferite all'ipotesi di violenza sessuale, anche al predetto delitto e che l' art. 609-quater, comma 6, c.p. , nell'autonomamente tipizzare, in relazione allo stesso, l'aggravante collegata all'età inferiore a dieci anni della persona offesa, espressamente richiama quoad poenam soltanto l' art. 609-ter, comma 2, c.p.


Cassazione penale , sez. III , 24/05/2019 , n. 6502

In tema di reati sessuali, l'attenuante di cui all' art. 609-bis, ultimo comma, c.p. non può essere di per sé esclusa per la sussistenza di una o più circostanze aggravanti, occorrendo in tal caso valutare se queste ultime, in relazione al bene giuridico tutelato, incidano sui parametri che rilevano ai fini dell'accertamento della minore gravità del fatto, costituiti dal grado di compressione della libertà sessuale subito dalla vittima e dalla consistenza del danno arrecatole.


Cassazione penale , sez. III , 09/04/2019 , n. 36372

In tema di violenza sessuale, la reazione violenta posta in essere dalla persona offesa per impedire il protrarsi della condotta dell'autore del reato ed il conseguente danno riportato da quest'ultimo non rilevano quanto alla circostanza attenuante del fatto di minore gravità, dovendo aversi riguardo, ai fini della graduazione della gravità del reato, esclusivamente alla violenza subita dalla vittima. (Fattispecie in cui persona offesa aveva provocato al suo aggressore, con un coltello, una lesione guaribile in trenta giorni).

Cassazione penale , sez. III , 12/03/2019 , n. 17725

In tema di violenza sessuale, la diminuente prevista dall' art. 609-bis, comma 3, c.p. concorre nel giudizio di comparazione di cui all' art. 69 c.p


Cassazione penale , sez. III , 24/01/2019 , n. 23463

In tema di violenza sessuale, la circostanza aggravante dell'abuso della qualità di ministro di un culto (nella specie derivante dal ruolo sacerdotale), costituendo un quid pluris dotato del carattere di specialità rispetto alla condotta tipica incriminata, non è assorbita nella generale categoria dell'abuso di autorità prevista come elemento costitutivo del delitto di cui all' art. 609 bis c.p .



5. Consenso della persona offesa nella violenza sessuale

Cassazione penale , sez. III , 19/01/2022 , n. 7873

L'assunzione, da parte della persona offesa, di sostanze alcoliche o stupefacenti in quantità tali da comportare l'assoluta incapacità di esprimere il proprio consenso, rende configurabile, nei suoi confronti, il delitto di violenza sessuale per costrizione, di cui all' art. 609-bis, comma 1, c.p. e non quello di violenza sessuale per induzione di cui all' art. 609-bis, comma 2, c.p.


Cassazione penale , sez. III , 19/01/2022 , n. 7873

In tema di violenza sessuale, la sussistenza del consenso all'atto, che esclude la configurabilità del reato, deve essere verificata in relazione al momento del compimento dell'atto stesso, sicché è irrilevante l'antecedente condotta provocatoria tenuta dalla persona offesa.

Cassazione penale , sez. III , 25/11/2021 , n. 3326

In tema di violenza sessuale, costituendo il dissenso della persona offesa un elemento costitutivo, sia pure implicito, della fattispecie, necessario perché sussista la condotta tipica, l'errore su di esso rileva come errore di fatto, sicché incombe sull'imputato l'onere fornire la prova del relativo assunto.

Cassazione penale , sez. III , 19/10/2021 , n. 43611

In tema di reati contro la libertà sessuale, gli atti sessuali “non convenzionali” possono essere ritenuti leciti nella misura in cui si svolgano in base ad un consenso dei partecipanti che deve protrarsi per tutta la durata degli stessi. (Fattispecie relativa a un rapporto sadomaso di cui la Corte ha ritenuto la liceità in quanto non risultava manifestata, dalla persona offesa, nell'arco del suo intero svolgimento, alcuna revoca del consenso prestato).


Cassazione penale , sez. III , 26/05/2021 , n. 36323

In tema di reati contro la libertà sessuale, l'estensione del regime della procedibilità d'ufficio ex art. 609-septies, comma quarto, n. 4, cod. pen. ai delitti connessi con altri per cui sia prevista tale forma di procedibilità opera anche qualora l'accertamento del fatto integrante il delitto procedibile d'ufficio sia avvenuto ai soli effetti civili, non potendosene, in tal caso, escludere la rilevanza giuridica per ogni effetto diverso dalla punizione del responsabile.


Cassazione penale , sez. III , 05/12/2019 , n. 8981

In tema di violenza sessuale su persona che si trova in stato di inferiorità fisica o psichica, nel caso di alterazione causata dall'assunzione di alcool è configurabile il reato di cui all' art. 609-bis, comma secondo, n.1, cod. pen. quando l'agente, approfittando della condizione della vittima, la induce a compiere o subire atti sessuali ai quali la stessa non avrebbe, altrimenti, prestato il consenso.


Cassazione penale , sez. III , 04/10/2019 , n. 3158

In tema di reati contro la libertà sessuale, gli atti sessuali non convenzionali possono essere ritenuti leciti nella misura in cui si svolgano in base al consenso dei partecipanti che si protragga per tutta la loro durata.


6. Tentativo nel reato di violenza sessuale

Cassazione penale , sez. VI , 16/02/2022 , n. 10626

In tema di violenza sessuale, è configurabile il tentativo del reato previsto dall' art. 609-bis c.p. in tutte le ipotesi in cui la condotta violenta o minacciosa non abbia determinato una immediata e concreta intrusione nella sfera sessuale della vittima, poiché l'agente non ne ha raggiunto le zone genitali o erogene ovvero non ha provocato un contatto tra le proprie parti intime e la vittima. (Fattispecie relativa ad imputato che, dopo essersi abbassato i pantaloni, aveva afferrato la persona offesa per un braccio, spingendola verso un divano).


Cassazione penale , sez. III , 17/10/2019 , n. 49722

L'offerta di denaro rivolta ad un minore di anni 14 per convincerlo a compiere atti sessuali, poi non effettivamente compiuti, integra l'ipotesi del tentativo del reato di cui all' art. 609-quater c.p. e non quella del tentativo del reato di cui all' art. 600-bis c.p.


Cassazione penale , sez. V , 29/05/2019 , n. 39044

In tema di tentativo di violenza sessuale, in assenza del contatto fisico dell'imputato con la persona offesa, la prova della finalità di soddisfacimento dell'impulso sessuale può essere desunta da elementi esterni alla condotta tipica. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto esente da censure la sentenza di condanna che aveva attribuito rilievo al rinvenimento, nel personal computer dell'imputato, di alcuni video riproducenti pratiche sessuali compatibili con la scena che lo stesso aveva cominciato a ricreare con le vittime minorenni, prima dell'involontaria interruzione dell'iter criminis).


7. Incidente probatorio

Cassazione penale , sez. III , 23/02/2022 , n. 22177

Nel caso in cui sia stato disposto l'incidente probatorio ai sensi dell' art. 398, comma 5-bis, c.p.p. in relazione a reati sessuali commessi in danno di minori di anni sedici, non sussiste il diritto delle parti che vi abbiano partecipato ad ottenere la ripetizione in dibattimento delle attività di istruzione probatoria espletate in detta sede in ragione della ratio legis sottesa alla norma indicata e del dettato dell' art. 403 c.p.p. , che disciplina l'utilizzabilità delle prove assunte in incidente probatorio.


Cassazione penale , sez. III , 23/06/2020 , n. 23012

In tema di esame testimoniale, l'audizione del soggetto maggiorenne, sebbene di minore età al momento dei fatti, non richiede il rispetto delle linee guida prescritte dalla Carta di Noto, trattandosi di documento che detta regole essenziali applicabili solo all'ascolto del minore testimone. (In motivazione, la Corte ha specificato che i principi ivi contenuti sono inapplicabili al maggiorenne anche ove lo stesso sia persona offesa dai reati ad alto impatto traumatico indicati dall' art. 392, comma 1-bis, cod. proc. pen. ).

Cassazione penale , sez. III , 18/06/2019 , n. 44289

In tema di esame testimoniale della persona minorenne, la scelta del metodo scientifico da utilizzare per valutare la capacità a testimoniare è riservata al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità, se congruamente e logicamente motivata.

8. I rapporti con gli altri reati

Cassazione penale , sez. V , 08/07/2022 , n. 37136

Il delitto di riduzione in servitù, attuato mediante violenza e minaccia costringendo la vittima a prestazioni sessuali, non può concorrere, per il principio di specialità, con quello di violenza sessuale configurato in relazione alle medesime condotte, in quanto contiene tutti gli elementi costitutivi di quest'ultimo, nonché, in funzione specializzante, l'ulteriore requisito della riduzione in stato di soggezione continuativa.


Cassazione penale , sez. III , 31/05/2022 , n. 33630

E' configurabile la circostanza aggravante della connessione teleologica tra il reato di violenza sessuale e quello di lesioni personali, commesso contestualmente e in funzione strumentale alla prosecuzione e alla conclusione del primo, anche nel caso di plurime condotte a sfondo sessuale ritenute integranti un unico reato per la loro contiguità spazio-temporale.


Cassazione penale , sez. III , 16/03/2022 , n. 25617

Il delitto di tortura non è assorbito in quello, più grave, di violenza sessuale di gruppo, ostandovi sia la diversità del bene giuridico tutelato (la libertà fisica e psichica nell'uno e la libertà sessuale nell'altro), sia la non sovrapponibilità strutturale delle condotte incriminate, posto che la violenza perpetrata nei confronti di persona costretta a subire o a compiere atti sessuali acquista autonoma rilevanza nel caso in cui, oltre ad essere funzionale a tale coartazione, si estrinsechi, prima, durante o dopo il compimento dell'atto sessuale, in un'ulteriore sopraffazione fisica e psicologica della vittima, provocandole acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico.


Cassazione penale , sez. III , 06/07/2021 , n. 41755

Il reato di molestie si differenzia da quello di violenza sessuale, anche in forma tentata, in quanto prescinde da contatti fisici a sfondo sessuale e si estrinseca normalmente con petulanti corteggiamenti non graditi, petulanti telefonate o espressioni volgari, nelle quali lo sfondo sessuale costituisce un motivo e non un momento della condotta.


Cassazione penale , sez. II , 01/10/2020 , n. 4634

Il delitto di sequestro di persona concorre con quelli di violenza sessuale o di rapina, nel caso in cui la privazione della libertà personale si protrae, quanto al delitto di cui all' art. 609-bis c.p. , nel tempo anteriore o successivo alla costrizione necessaria a compiere gli atti sessuali e, quanto al delitto di cui all' art. 628 c.p. , anche dopo l'avvenuto impossessamento della res, ma per un tempo apprezzabile e senza necessità ai fini della consumazione della rapina.

Cassazione penale , sez. III , 23/09/2020 , n. 35700

Il delitto di maltrattamenti è assorbito da quello di violenza sessuale soltanto quando vi è piena coincidenza tra le condotte, nel senso che gli atti lesivi siano finalizzati esclusivamente alla realizzazione della violenza sessuale e siano strumentali alla stessa, mentre vi è concorso tra i due reati in caso di autonomia anche parziale delle condotte, comprendenti anche atti ripetuti di percosse gratuite e ingiurie non circoscritte alla violenza o alla minaccia strumentale necessaria alla realizzazione della violenza.

9. Esecuzione

Cassazione penale , sez. I , 01/12/2020 , n. 37053

Il divieto di concessione di misure alternative alla detenzione in assenza della previa osservazione scientifica della personalità condotta per almeno un anno all'interno dell'istituto penitenziario, previsto dall' art. 4-bis, comma 1-quater, ord. pen. , non si applica nel caso di condanna per fatti di violenza sessuale commessi prima dell'inserimento del delitto previsto dall' art. 609-bis c.p. nel catalogo dei cd. reati ostativi di terza fascia ad opera dell' art. 3, comma 1, lett. a), d.l. 23 febbraio 2009, n. 11 , convertito con modificazioni dalla l. 23 aprile 2009, n. 38 , atteso che, alla luce della lettura dell' art. 25, comma 2, Cost. adottata dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 32 del 2020 , in difetto di una disciplina transitoria, il suddetto inserimento ha determinato, non una mera modifica delle modalità esecutive della pena, bensì una trasformazione della sua natura e della sua concreta incidenza sulla libertà personale, cosicché opera il principio di irretroattività delle norme penali sancito dal secondo comma dell' art. 25 Cost.


Cassazione penale , sez. I , 20/03/2020 , n. 12845

Il divieto di concessione di misure alternative alla detenzione in assenza della previa osservazione scientifica della personalità condotta per almeno un anno all'interno dell'istituto penitenziario, previsto dall' art.4-bis, comma 1-quater, ord. pen. , non si applica nel caso di condanna per fatti di violenza sessuale commessi prima dell'inserimento del delitto previsto dall' art. 609-bis c.p. nel catalogo dei cd. reati ostativi di terza fascia ad opera dell' art. 3, comma 1, lett. a), del d.l. 23 febbraio 2009, n. 11 , conv., con modificazioni, dalla l. 23 aprile 2009, n. 38 , atteso che, alla luce della lettura dell' art. 25, comma 2, Cost. adottata dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 32 del 2020, in difetto di una disciplina transitoria, il suddetto inserimento ha determinato, non una mera modifica delle modalità esecutive della pena, bensì una trasformazione della sua natura e della sua concreta incidenza sulla libertà personale, cosicchè opera il principio di irretroattività delle norme penali sancito dal secondo comma dell' art. 25 Cost.


Cassazione penale , sez. I , 28/02/2020 , n. 17203

Il divieto di sospensione dell'esecuzione della pena di cui all' art. 656, comma 9, lett. a), c.p.p. non si applica nel caso di condanna per fatti di violenza sessuale commessi prima dell'inserimento del delitto previsto dall' art. 609-bis c.p. nel catalogo dei cd. reati ostativi di cui all' art. 4-bis ord. pen. ad opera dell' art. 3, comma 1, lett. a), d.l. 23 febbraio 2009, n. 11 , conv., con modificazioni, dalla l. 23 aprile 2009, n. 38 , atteso che, alla luce della lettura dell' art. 25, comma 2, Cost. adottata dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 32 del 2020 , in difetto di una disciplina transitoria, il suddetto inserimento determina una trasformazione in peius della pena, concretamente incidente sulla libertà personale del condannato e da questi non prevedibile al momento del fatto, cosicché opera il principio di irretroattività delle norme penali sancito dal secondo comma dell' art. 25 Cost.


Cassazione penale , sez. I , 09/04/2019 , n. 39985

I condannati per il reato di violenza sessuale aggravata di cui all' art. 609-ter c.p. , pur quando sia stata riconosciuta la circostanza attenuante di cui all' art. 609-bis, ultimo comma, c.p. , per poter beneficiare di misure alternative alla detenzione devono essere sottoposti all'osservazione scientifica della personalità, condotta collegialmente, per almeno un anno.


Cassazione penale , sez. III , 19/02/2019 , n. 25328

É configurabile la circostanza aggravante della connessione teleologica tra il reato di violenza sessuale e quello di lesioni personali, commesse contestualmente e in funzione strumentale alla prosecuzione e conclusione del primo, distinguendosi nettamente il reato di lesioni da quello di violenza per modalità esecutive e per interesse tutelato. (In motivazione, la Corte ha precisato che la sussistenza della suddetta aggravante esige infatti che le azioni esecutive dei due diversi reati posti in relazione siano tra loro distinte) .


Cassazione penale , sez. II , 19/12/2018 , n. 23153

Il reato di violenza sessuale non assorbe quello di lesioni personali, trattandosi di fattispecie che offendono beni giuridici diversi e che non si pongono in rapporto di necessaria strumentalità tra di loro. (Nella specie la Corte ha precisato che la privazione della libertà sessuale può essere perpetrata anche con mezzi che non vulnerano l'integrità fisica e che vi è concorso di reati qualora alla vittima si cagionino conseguenze lesive, anche solo per vincerne la resistenza).

 

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