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Reati Tributari - D.lgs. n.74/2000

Art. 2 D.lgs. n. 74/2000 Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti

1. È punito con la reclusione da quattro a otto anni chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indica in una delle dichiarazioni relative a dette imposte elementi passivi fittizi.

2. Il fatto si considera commesso avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti quando tali fatture o documenti sono registrati nelle scritture contabili obbligatorie, o sono detenuti a fine di prova nei confronti dell'amministrazione finanziaria.

2 bis. Se l'ammontare degli elementi passivi fittizi è inferiore a euro centomila, si applica la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni.



Pena

- Reclusione da 1 anno e 6 mesi a 6 anni (elementi passivi fittizi < €100.000)


- Reclusione da 4 a 8 anni (elementi passivi fittizi ≥ €100.000)

Prescrizione

13 anni e 4 mesi (pena massima aumentata di 1/4)

Procedibilità

D’ufficio

Competenza per materia

Tribunale in composizione monocratica

Arresto

Facoltativo

Fermo

Consentito

Udienza preliminare

Prevista

Misure cautelari

Consentite

Le sentenze sul reato di dichiarazione fraudolenta

Il reato di fraudolenta utilizzazione in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti rappresenta una delle tematiche più complesse e dibattute nel diritto penale tributario italiano.

Esaminiamo le principali pronunce di merito e di legittimità su questo argomento.

2024

Dichiarazione fraudolenta: sussiste il reato anche in caso di sovrafatturazione o divergenza tra realtà e documento 

Cassazione penale sez. II, 12/01/2024, n.8310

Il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti sussiste sia nell'ipotesi di inesistenza oggettiva dell'operazione, cioè quando non sia stata posta mai in essere nella realtà, sia in quella di inesistenza soggettiva, ossia quando l'operazione vi sia stata ma per quantitativi inferiori a quelli indicati in fattura, sia infine nel caso di sovrafatturazione qualitativa, nel quale la fattura attesti la cessione di beni e-o servizi aventi un prezzo maggiore di quelli forniti, in quanto oggetto di repressione penale è ogni tipo di divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale. (In motivazione, la Corte ha precisato che l'esposizione nella dichiarazione di dati fittizi anche solo soggettivamente implica la creazione delle premesse per un rimborso al quale non si ha diritto e l'indicazione di un soggetto diverso da quello che ha effettuato la fornitura non è circostanza indifferente ai fini dell'Iva, dal momento che la qualità del venditore può incidere sulla misura dell'aliquota e, conseguentemente, sull'entità dell'imposta che l'acquirente può legittimamente detrarre.


Fatture false auto-generate dall’utilizzatore: sussiste il reato di dichiarazione fraudolenta anche se i documenti non provengono da terzi 

Cassazione penale sez. III, 14/02/2024, n.13364

In tema di reati tributari, il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti è configurabile anche nel caso in cui la falsa documentazione sia stata creata dall'utilizzatore della stessa, che la faccia apparire come proveniente da terzi. (In motivazione, la Corte ha precisato che il riferimento a talune ipotesi di fatturazione, contenuto nell'art. 3, comma 3, d.lg. 10 marzo 2000, n. 74, come riformato dal d.lg. 24 settembre 2015, n. 158, non ha modificato il rapporto di specialità reciproca sussistente tra il delitto indicato e quello di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, previsto dall'art. 3, d.lg. n. 74 del 2000).


Dichiarazione fraudolenta: il dolo specifico è compatibile con il dolo eventuale in caso di uso reiterato di fatture oggettivamente false

Cassazione penale sez. III, 11/04/2024, n.32106

In tema di reati tributari, il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o documenti per operazioni inesistenti, ai sensi dell'art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000, è ascrivibile all’imputato qualora le operazioni sottostanti alle fatture risultino oggettivamente inesistenti. La configurabilità del dolo specifico, rappresentato dalla finalità evasiva, è compatibile con il dolo eventuale, ravvisabile nell’accettazione del rischio che la presentazione della dichiarazione, includente fatture inesistenti, possa comportare l’evasione delle imposte. La reiterazione della condotta per più anni di imposta e attraverso una pluralità di false fatture emesse da diverse società è ulteriore indice della sussistenza dell’elemento soggettivo del reato.


Fatture false e divergenze giuridiche: rileva penalmente anche l’alterazione della natura della prestazione

Cassazione penale sez. III, 22/03/2024, n.29347

L'oggetto della sanzione di cui all'art. 2 del D.Lgs. n. 74 del 2000 è ogni tipo di divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale, tenuto conto dello speciale coefficiente di insidiosità che si connette all'utilizzazione della falsa fattura. Quest'ultima, in altri termini, al pari di tutti gli elementi equipollenti, deve contenere una rappresentazione veritiera di tutti i dati significativi, sicché assume rilevanza anche l'inesistenza giuridica, la quale si verifica ogniqualvolta la divergenza tra la realtà e la rappresentazione riguardi la natura della prestazione documentata in fattura, con ciò determinandosi una alterazione del contenuto del documento contabile.


Prezzo non congruo ma operazione reale: non sussiste il reato di dichiarazione fraudolenta se la fattura riflette la realtà commerciale

Cassazione penale sez. III, 14/03/2024, n.26520

In tema di reati tributari, non integra il delitto di cui dall'art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74, l'indicazione, nella dichiarazione relativa alle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, di fatture per l'acquisto, a un prezzo non congruo, di beni utilizzati per l'attività di impresa, nel caso in cui l'operazione commerciale sia stata realmente effettuata e il prezzo concretamente corrisposto, posto che tali fatture, descrivendo in modo corrispondente alla realtà l'operazione eseguita, non implicano alcuna divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale. (Fattispecie in cui la Corte ha annullato senza rinvio la condanna per il delitto in oggetto, emessa in relazione all'utilizzo, da parte di una società produttrice di vini, di fatture concernenti l'acquisto, realmente avvenuto, di uva, attestanti costi di molto superiori al prezzo medio di vendita di tale prodotto).

Fatture false e frode fiscale: il reato ex art. 2 d.lgs. 74/2000 prescinde dal tipo di falsità e si distingue dall’art. 3

Cassazione penale sez. III, 28/03/2024, n.18615

In tema di frodi fiscali, è configurabile il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000, ogniqualvolta il contribuente utilizzi fatture o documenti che attestano operazioni in realtà non effettuate. La configurabilità del reato prescinde dal tipo di falsità, sia essa ideologica o materiale, in quanto il disvalore penale risiede nell’uso di documentazione che altera la veridicità delle dichiarazioni fiscali. Il reato si distingue da quello previsto dall’art. 3 dello stesso decreto, poiché quest’ultimo richiede una falsa rappresentazione delle scritture contabili e l’uso di altri mezzi fraudolenti, con l’obiettivo di ostacolare l’accertamento e raggiungere la soglia di punibilità.


Fatture false: l’inesistenza dei fornitori e la genericità dei documenti giustificano l’affermazione di falsità dei costi

Cassazione penale sez. III, 12/04/2024, n.29355

In tema di reati tributari, l'affermazione della natura fittizia degli elementi passivi nelle dichiarazioni fiscali è legittima quando la Corte di merito rilevi l’inesistenza effettiva dei fornitori emittenti delle fatture contestate e la genericità delle indicazioni riportate nei documenti contabili, soprattutto se tali operazioni riguardano rilevanti importi economici e sono supportate da uno studio di consulenza fiscale. 

La corrispondenza tra i costi fatturati e le uscite dai conti correnti societari non è di per sé sufficiente a dimostrare l’autenticità delle operazioni, in particolare in assenza di chiari beneficiari dei pagamenti. In sede di legittimità, è preclusa una rivalutazione delle risultanze istruttorie finalizzata a proporre interpretazioni alternative, qualora le argomentazioni della sentenza d’appello siano sorrette da una logica ricostruzione dei fatti e da adeguati elementi indiziari."


Appalto simulato e manodopera irregolare: integra il reato l’uso in dichiarazione di fatture per operazioni giuridicamente apparenti

Cassazione penale sez. III, 23/05/2024, n.34408

Integra il delitto di cui all'art. 2 D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74, l'utilizzazione, nella dichiarazione ai fini delle imposte dirette, di fatture formalmente riferite a un contratto di appalto di servizi, che costituisca di fatto lo schermo per occultare una somministrazione irregolare di manodopera, realizzata in violazione dei divieti di cui al previgente D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276, sostituito dal D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, trattandosi di fatture relative a un negozio giuridico apparente, diverso da quello realmente intercorso tra le parti, attinente ad un'operazione implicante significative conseguenze di rilievo fiscale.


Dichiarazione fraudolenta: il reato si perfeziona con la presentazione agli Uffici finanziari 

Cassazione penale sez. III, 23/05/2024, n.34394

Ai fini dell'integrazione del reato di cui all'art. 2 D.Lgs. n. 74 del 2000, è necessario che la dichiarazione fiscale mendace sia stata presentata agli Uffici dell'Amministrazione finanziaria, perché solo in questo modo la stessa diventa giuridicamente rilevante.

Ed invero, il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti si perfeziona nel momento in cui la dichiarazione è presentata agli uffici finanziari.



Visto leggero di conformità senza presupposti: il professionista risponde in concorso per dichiarazione fraudolenta 

Cassazione penale sez. III, 13/02/2024, n.14954

In tema di reati tributari, il rilascio, da parte di professionista abilitato, del cd. visto leggero di conformità della dichiarazione IVA, avvenuto in difetto dei necessari presupposti, configura contributo concorsuale, causalmente rilevante ex art. 110 c.p. , al delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, posto che tale condotta, poiché di norma precedente alla presentazione della dichiarazione, agevola o rafforza l'altrui proposito criminoso.


Dichiarazione fraudolenta: reato di pericolo che si perfeziona con la presentazione, il profitto è il risparmio d’imposta

Cassazione penale sez. III, 14/06/2024, n.38488

Il reato previsto dall'art. 2 D.Lgs. 74/2000, è reato dì pericolo e di mera condotta, il quale si perfeziona nel momento in cui la dichiarazione è presentata agli uffici finanziari e prescinde dal verificarsi dell'evento di danno, nel mentre il profitto (suscettibile di confisca) è costituito dal risparmio economico derivante dalla sottrazione degli importi evasi alla loro destinazione fiscale, interpretazione perfettamente in linea con l'orientamento giurisprudenziale maggioritario.


Dichiarazione fraudolenta e infedele: il reato ex art. 2 prevale e assorbe quello ex art. 4 per effetto della clausola di sussidiarietà

Cassazione penale sez. III, 28/06/2024, n.38494

Il reato di dichiarazione fraudolenta (art. 2 D.Lgs. n. 74/2000) prevale sul reato di dichiarazione infedele (art. 4 D.Lgs. n. 74/2000) per il maggiore disvalore penale attribuito alle condotte fraudolente, che richiedono un più complesso accertamento e che comportano un rischio aumentato per l'amministrazione finanziaria. 

L’art. 4 si applica in via residuale, unicamente in assenza di documentazione falsa o di artifici atti a ostacolare l’accertamento. La clausola di sussidiarietà esclude, quindi, la possibilità di concorso tra i due reati se la condotta contestata rientra nell’ambito di applicazione dell’art. 2.


Sovrafatturazione reale: non è dichiarazione fraudolenta se l’importo, ancorché maggiorato, è stato effettivamente pagato 

Cass. Pen. n. 36333/2024

Non integra la fattispecie di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti la condotta di indicazione in fattura di un importo, per beni o servizi, maggiorato, ma che sia stato effettivamente corrisposto dall'utilizzatore.


Dichiarazione fraudolenta: il pagamento integrale del debito fiscale esclude il sequestro preventivo per equivalente 

Cassazione penale , sez. III , 20/06/2024 , n. 32282

In tema di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, l'intervenuto integrale adempimento del debito tributario conseguente alla procedura conciliativa con l'Amministrazione finanziaria esclude il mantenimento del sequestro preventivo funzionale alla confisca, anche per equivalente, del profitto del reato, venendo meno il nesso di necessaria strumentalità tra l'ablazione delle somme corrispondenti alle imposte evase e l'esigenza del loro recupero. (In motivazione, la Corte ha precisato che l'enunciato principio, in ragione dell'intervenuta transazione fiscale, vale anche se la quantificazione dell'imposta evasa operata in sede amministrativa diverge rispetto a quella acquisita in sede penale).

Fatture per prestazioni non eseguite: sussiste il reato ex art. 2 d.lgs. 74/2000 per simulazione dell’operazione

Cassazione penale sez. III, 20/06/2024, n.36333 

Integra il delitto di cui dall'art. 2 d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74, l'utilizzazione di fatture relative a pagamenti avvenuti a fronte di prestazioni dichiarate ma non eseguite, trattandosi di operazioni meramente simulate e, quindi, inesistenti, in quanto non realmente effettuate, in tutto o in parte, in cui difetta uno degli elementi necessari per l'esistenza della figura contrattuale, con conseguente divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale.


Reati tributari: alterazione dei mastrini integra il reato ex art. 3 d.lgs. 74/2000 per uso di artifici idonei a ostacolare l’accertamento

Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.39971

In materia di reati tributari, la distinzione tra le fattispecie previste dagli articoli 2, 3 e 4 del D.Lgs. n. 74 del 2000 risiede nella natura fraudolenta della condotta: mentre gli articoli 2 e 3 sanzionano rispettivamente l’uso di fatture per operazioni inesistenti e la dichiarazione fraudolenta mediante artifici, l’articolo 4 si applica in via residuale a condotte non caratterizzate da mezzi fraudolenti. Rientra, pertanto, nell’art. 3 la condotta di chi alteri mastrini bancari o adotti mezzi idonei a ostacolare l’accertamento della falsità contabile, poiché tali azioni richiedono un quid pluris rispetto alla mera falsa rappresentazione contabile e comportano l’impiego di artifici volti a indurre in errore l’amministrazione finanziaria.


Dichiarazione fraudolenta: il reato si perfeziona con l’inserimento degli elementi fittizi, anche se le fatture sono registrate prima

Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.39483

Il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 2 D.Lgs. n. 74/2000) si configura con la registrazione contabile o la conservazione di tali fatture ai fini probatori e il successivo inserimento degli elementi fittizi nella dichiarazione fiscale. È irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la coincidenza temporale tra la registrazione contabile delle fatture false e la presentazione della dichiarazione, essendo sufficiente la loro successiva integrazione nella dichiarazione stessa. La fattispecie dell’art. 2 ha carattere prioritario e sanziona con maggiore severità rispetto all’art. 4, il quale ha natura residuale e si applica solo in assenza di fatture per operazioni inesistenti, documenti falsi, o mezzi fraudolenti volti a ostacolare l’accertamento fiscale.


Fatture false e società cartiere: l’imprenditore risponde anche se si affida al commercialista Cassazione penale sez. III, 09/07/2024, n.33280

In materia di reati tributari, la responsabilità penale per l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti sussiste quando è dimostrata l’inesistenza oggettiva delle operazioni fatturate e la natura di "cartiera" delle società emittenti. L’assenza di documentazione bancaria comprovante i pagamenti o la mancata dimostrazione dell’effettivo pagamento delle fatture indicate in contabilità rafforza l’evidenza della frode. Inoltre, l’affidamento su un professionista per la gestione delle pratiche contabili e fiscali non esime l’imprenditore dalla responsabilità penale, poiché gli obblighi di veridicità e correttezza delle dichiarazioni fiscali sono considerati personali e non delegabili, con la sola eccezione della predisposizione tecnica e dell’inoltro telematico dell’atto.


Dichiarazione fraudolenta con fatture false: il reato è istantaneo e si perfeziona con la presentazione della dichiarazione

Cassazione penale sez. fer., 29/08/2024, n.36458

Il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti si connota come reato istantaneo, che si perfeziona al momento in cui la dichiarazione annuale è presentata agli uffici finanziari.



Dichiarazione fraudolenta: reato configurato per divergenze documentali oggettive, soggettive e sovrafatturazione

Cassazione penale sez. II, 12/01/2024, n.8310

Il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti sussiste sia nell'ipotesi di inesistenza oggettiva dell'operazione, cioè quando non sia stata posta mai in essere nella realtà, sia in quella di inesistenza soggettiva, ossia quando l'operazione vi sia stata ma per quantitativi inferiori a quelli indicati in fattura, sia infine nel caso di sovrafatturazione qualitativa, nel quale la fattura attesti la cessione di beni e-o servizi aventi un prezzo maggiore di quelli forniti, in quanto oggetto di repressione penale è ogni tipo di divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale. (In motivazione, la Corte ha precisato che l'esposizione nella dichiarazione di dati fittizi anche solo soggettivamente implica la creazione delle premesse per un rimborso al quale non si ha diritto e l'indicazione di un soggetto diverso da quello che ha effettuato la fornitura non è circostanza indifferente ai fini dell'Iva, dal momento che la qualità del venditore può incidere sulla misura dell'aliquota e, conseguentemente, sull'entità dell'imposta che l'acquirente può legittimamente detrarre.


Reati tributari: configurabile la dichiarazione fraudolenta anche se la falsa documentazione è creata dall’utilizzatore

Cassazione penale sez. III, 14/02/2024, n.13364

In tema di reati tributari, il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti è configurabile anche nel caso in cui la falsa documentazione sia stata creata dall'utilizzatore della stessa, che la faccia apparire come proveniente da terzi. (In motivazione, la Corte ha precisato che il riferimento a talune ipotesi di fatturazione, contenuto nell'art. 3, comma 3, d.lg. 10 marzo 2000, n. 74, come riformato dal d.lg. 24 settembre 2015, n. 158, non ha modificato il rapporto di specialità reciproca sussistente tra il delitto indicato e quello di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, previsto dall'art. 3, d.lg. n. 74 del 2000).


Reati tributari: dichiarazione fraudolenta configurabile per operazioni inesistenti e dolo eventuale con finalità evasiva

Cassazione penale sez. III, 11/04/2024, n.32106

In tema di reati tributari, il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o documenti per operazioni inesistenti, ai sensi dell'art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000, è ascrivibile all’imputato qualora le operazioni sottostanti alle fatture risultino oggettivamente inesistenti. La configurabilità del dolo specifico, rappresentato dalla finalità evasiva, è compatibile con il dolo eventuale, ravvisabile nell’accettazione del rischio che la presentazione della dichiarazione, includente fatture inesistenti, possa comportare l’evasione delle imposte. La reiterazione della condotta per più anni di imposta e attraverso una pluralità di false fatture emesse da diverse società è ulteriore indice della sussistenza dell’elemento soggettivo del reato.


Reati tributari: rilevanza della divergenza tra realtà e documentazione nelle false fatture ex art. 2 D.Lgs. 74/2000

Cassazione penale sez. III, 22/03/2024, n.29347

L'oggetto della sanzione di cui all'art. 2 del D.Lgs. n. 74 del 2000 è ogni tipo di divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale, tenuto conto dello speciale coefficiente di insidiosità che si connette all'utilizzazione della falsa fattura. Quest'ultima, in altri termini, al pari di tutti gli elementi equipollenti, deve contenere una rappresentazione veritiera di tutti i dati significativi, sicché assume rilevanza anche l'inesistenza giuridica, la quale si verifica ogniqualvolta la divergenza tra la realtà e la rappresentazione riguardi la natura della prestazione documentata in fattura, con ciò determinandosi una alterazione del contenuto del documento contabile.


Reati tributari: non punibile l’indicazione di fatture con prezzi non congrui se l’operazione è reale

Cassazione penale sez. III, 14/03/2024, n.26520

In tema di reati tributari, non integra il delitto di cui dall'art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74, l'indicazione, nella dichiarazione relativa alle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, di fatture per l'acquisto, a un prezzo non congruo, di beni utilizzati per l'attività di impresa, nel caso in cui l'operazione commerciale sia stata realmente effettuata e il prezzo concretamente corrisposto, posto che tali fatture, descrivendo in modo corrispondente alla realtà l'operazione eseguita, non implicano alcuna divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale. (Fattispecie in cui la Corte ha annullato senza rinvio la condanna per il delitto in oggetto, emessa in relazione all'utilizzo, da parte di una società produttrice di vini, di fatture concernenti l'acquisto, realmente avvenuto, di uva, attestanti costi di molto superiori al prezzo medio di vendita di tale prodotto).


Dichiarazione fraudolenta con fatture false: rilevanza della falsità ideologica o materiale Cassazione penale sez. III, 28/03/2024, n.18615

In tema di frodi fiscali, è configurabile il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000, ogniqualvolta il contribuente utilizzi fatture o documenti che attestano operazioni in realtà non effettuate. La configurabilità del reato prescinde dal tipo di falsità, sia essa ideologica o materiale, in quanto il disvalore penale risiede nell’uso di documentazione che altera la veridicità delle dichiarazioni fiscali. Il reato si distingue da quello previsto dall’art. 3 dello stesso decreto, poiché quest’ultimo richiede una falsa rappresentazione delle scritture contabili e l’uso di altri mezzi fraudolenti, con l’obiettivo di ostacolare l’accertamento e raggiungere la soglia di punibilità.


Reati tributari: l'affermazione della natura fittizia degli elementi passivi è legittima se i fornitori sono inesistenti e le fatture generiche

Cassazione penale sez. III, 12/04/2024, n.29355

In tema di reati tributari, l'affermazione della natura fittizia degli elementi passivi nelle dichiarazioni fiscali è legittima quando la Corte di merito rilevi l’inesistenza effettiva dei fornitori emittenti delle fatture contestate e la genericità delle indicazioni riportate nei documenti contabili, soprattutto se tali operazioni riguardano rilevanti importi economici e sono supportate da uno studio di consulenza fiscale. 

La corrispondenza tra i costi fatturati e le uscite dai conti correnti societari non è di per sé sufficiente a dimostrare l’autenticità delle operazioni, in particolare in assenza di chiari beneficiari dei pagamenti. In sede di legittimità, è preclusa una rivalutazione delle risultanze istruttorie finalizzata a proporre interpretazioni alternative, qualora le argomentazioni della sentenza d’appello siano sorrette da una logica ricostruzione dei fatti e da adeguati elementi indiziari."


Dichiarazione fraudolenta: reato configurato per uso di fatture da contratto apparente per occultare somministrazione irregolare di manodopera

Cassazione penale sez. III, 23/05/2024, n.34408

Integra il delitto di cui all'art. 2 D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74, l'utilizzazione, nella dichiarazione ai fini delle imposte dirette, di fatture formalmente riferite a un contratto di appalto di servizi, che costituisca di fatto lo schermo per occultare una somministrazione irregolare di manodopera, realizzata in violazione dei divieti di cui al previgente D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276, sostituito dal D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, trattandosi di fatture relative a un negozio giuridico apparente, diverso da quello realmente intercorso tra le parti, attinente ad un'operazione implicante significative conseguenze di rilievo fiscale.


Dichiarazione fraudolenta: il reato si consuma con la presentazione della dichiarazione mendace agli uffici finanziari

Cassazione penale sez. III, 23/05/2024, n.34394

Ai fini dell'integrazione del reato di cui all'art. 2 D.Lgs. n. 74 del 2000, è necessario che la dichiarazione fiscale mendace sia stata presentata agli Uffici dell'Amministrazione finanziaria, perché solo in questo modo la stessa diventa giuridicamente rilevante.

Ed invero, il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti si perfeziona nel momento in cui la dichiarazione è presentata agli uffici finanziari."


Reati tributari: visto di conformità leggero IVA senza presupposti costituisce contributo concorsuale al reato di dichiarazione fraudolenta

Cassazione penale sez. III, 13/02/2024, n.14954

In tema di reati tributari, il rilascio, da parte di professionista abilitato, del cd. visto leggero di conformità della dichiarazione IVA, avvenuto in difetto dei necessari presupposti, configura contributo concorsuale, causalmente rilevante ex art. 110 c.p. , al delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, posto che tale condotta, poiché di norma precedente alla presentazione della dichiarazione, agevola o rafforza l'altrui proposito criminoso.


Dichiarazione fraudolenta ex art. 2 D.Lgs. 74/2000: è un reato di pericolo che si perfeziona con la presentazione della dichiarazione

Cassazione penale sez. III, 14/06/2024, n.38488

Il reato previsto dall'art. 2 D.Lgs. 74/2000, è reato dì pericolo e di mera condotta, il quale si perfeziona nel momento in cui la dichiarazione è presentata agli uffici finanziari e prescinde dal verificarsi dell'evento di danno, nel mentre il profitto (suscettibile di confisca) è costituito dal risparmio economico derivante dalla sottrazione degli importi evasi alla loro destinazione fiscale, interpretazione perfettamente in linea con l'orientamento giurisprudenziale maggioritario.


Dichiarazione fraudolenta e infedele: prevalenza dell’art. 2 D.Lgs. 74/2000 per condotte fraudolente

Cassazione penale sez. III, 28/06/2024, n.38494

Il reato di dichiarazione fraudolenta (art. 2 D.Lgs. n. 74/2000) prevale sul reato di dichiarazione infedele (art. 4 D.Lgs. n. 74/2000) per il maggiore disvalore penale attribuito alle condotte fraudolente, che richiedono un più complesso accertamento e che comportano un rischio aumentato per l'amministrazione finanziaria. 

L’art. 4 si applica in via residuale, unicamente in assenza di documentazione falsa o di artifici atti a ostacolare l’accertamento. La clausola di sussidiarietà esclude, quindi, la possibilità di concorso tra i due reati se la condotta contestata rientra nell’ambito di applicazione dell’art. 2.


Dichiarazione fraudolenta: esclusa per importi in fattura maggiorati ma effettivamente corrisposti

Cassazione penale sez. III, 20/06/2024, n.36333

Non integra la fattispecie di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti la condotta di indicazione in fattura di un importo, per beni o servizi, maggiorato, ma che sia stato effettivamente corrisposto dall'utilizzatore.


Dichiarazione fraudolenta: adempimento del debito tributario esclude il sequestro preventivo del profitto del reato

Cassazione penale , sez. III , 20/06/2024 , n. 32282

In tema di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, l'intervenuto integrale adempimento del debito tributario conseguente alla procedura conciliativa con l'Amministrazione finanziaria esclude il mantenimento del sequestro preventivo funzionale alla confisca, anche per equivalente, del profitto del reato, venendo meno il nesso di necessaria strumentalità tra l'ablazione delle somme corrispondenti alle imposte evase e l'esigenza del loro recupero. (In motivazione, la Corte ha precisato che l'enunciato principio, in ragione dell'intervenuta transazione fiscale, vale anche se la quantificazione dell'imposta evasa operata in sede amministrativa diverge rispetto a quella acquisita in sede penale).

Dichiarazione fraudolenta: reato configurato per uso di fatture relative a prestazioni dichiarate ma non eseguite

Cassazione penale sez. III, 20/06/2024, n.36333

Integra il delitto di cui dall'art. 2 d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74, l'utilizzazione di fatture relative a pagamenti avvenuti a fronte di prestazioni dichiarate ma non eseguite, trattandosi di operazioni meramente simulate e, quindi, inesistenti, in quanto non realmente effettuate, in tutto o in parte, in cui difetta uno degli elementi necessari per l'esistenza della figura contrattuale, con conseguente divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale.


Reati tributari: distinzione tra gli articoli 2, 3 e 4 del D.Lgs. 74/2000 sulla base della natura fraudolenta

Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.39971

In materia di reati tributari, la distinzione tra le fattispecie previste dagli articoli 2, 3 e 4 del D.Lgs. n. 74 del 2000 risiede nella natura fraudolenta della condotta: mentre gli articoli 2 e 3 sanzionano rispettivamente l’uso di fatture per operazioni inesistenti e la dichiarazione fraudolenta mediante artifici, l’articolo 4 si applica in via residuale a condotte non caratterizzate da mezzi fraudolenti. Rientra, pertanto, nell’art. 3 la condotta di chi alteri mastrini bancari o adotti mezzi idonei a ostacolare l’accertamento della falsità contabile, poiché tali azioni richiedono un quid pluris rispetto alla mera falsa rappresentazione contabile e comportano l’impiego di artifici volti a indurre in errore l’amministrazione finanziaria.


Dichiarazione fraudolenta con fatture false: configurazione del reato e differenza con l'art. 4 D.Lgs. 74/2000

Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.39483

Il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 2 D.Lgs. n. 74/2000) si configura con la registrazione contabile o la conservazione di tali fatture ai fini probatori e il successivo inserimento degli elementi fittizi nella dichiarazione fiscale. È irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la coincidenza temporale tra la registrazione contabile delle fatture false e la presentazione della dichiarazione, essendo sufficiente la loro successiva integrazione nella dichiarazione stessa. La fattispecie dell’art. 2 ha carattere prioritario e sanziona con maggiore severità rispetto all’art. 4, il quale ha natura residuale e si applica solo in assenza di fatture per operazioni inesistenti, documenti falsi, o mezzi fraudolenti volti a ostacolare l’accertamento fiscale.


Reati tributari: responsabilità penale per uso di fatture false se dimostrata l’inesistenza delle operazioni e la natura di 'cartiera' delle società

Cassazione penale sez. III, 09/07/2024, n.33280

In materia di reati tributari, la responsabilità penale per l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti sussiste quando è dimostrata l’inesistenza oggettiva delle operazioni fatturate e la natura di "cartiera" delle società emittenti. L’assenza di documentazione bancaria comprovante i pagamenti o la mancata dimostrazione dell’effettivo pagamento delle fatture indicate in contabilità rafforza l’evidenza della frode. Inoltre, l’affidamento su un professionista per la gestione delle pratiche contabili e fiscali non esime l’imprenditore dalla responsabilità penale, poiché gli obblighi di veridicità e correttezza delle dichiarazioni fiscali sono considerati personali e non delegabili, con la sola eccezione della predisposizione tecnica e dell’inoltro telematico dell’atto.


Il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti è un reato istantaneo

Cassazione penale sez. fer., 29/08/2024, n.36458

Il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti si connota come reato istantaneo, che si perfeziona al momento in cui la dichiarazione annuale è presentata agli uffici finanziari.


Fatture false e dichiarazioni fraudolente: criteri di valutazione della responsabilità e limiti alla tenuità del fatto (Corte appello Napoli - Terza sezione)

Corte appello Napoli sez. III, 09/08/2024, (ud. 31/05/2024, dep. 09/08/2024), n.6660

In tema di dichiarazioni fiscali fraudolente, la responsabilità per l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti può essere affermata anche sulla base di accertamenti documentali e contabili che dimostrino la macroscopica incongruenza tra i pagamenti effettuati e i costi dichiarati, nonché l’assenza di documentazione idonea a giustificare l’operatività dell’emittente delle fatture. L’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto richiede una valutazione complessiva delle modalità della condotta, dell’entità del danno o del pericolo e dell’intensità del dolo, con attenzione alle peculiarità della fattispecie concreta.


Emissione di fatture inesistenti: responsabilità del titolare formale e gravità del reato (Corte appello Napoli - Terza sezione)

Corte appello Napoli sez. III, 25/06/2024, n.7386

In tema di emissione di fatture per operazioni inesistenti, ex art. 2 D.lgs. 74/2000, la responsabilità penale si configura anche in capo al titolare formale di una società priva di struttura operativa, mezzi e personale idoneo. L'onere probatorio dell'imputato comprende l'allegazione di elementi che dimostrino la veridicità delle operazioni contestate e la reale operatività della società. La gravità del reato è aggravata dalla normativa europea, giustificando sanzioni severe proporzionali agli importi e alle modalità del profitto illecito.

2023

Fatture false e cartiere: l’uso sistematico delle coperture fiscali configura partecipazione all’associazione per delinquere

Cassazione penale , sez. III , 17/01/2023 , n. 8472

Integra la condotta di partecipazione ad un'associazione finalizzata alla commissione di reati di emissione e di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti il costante e continuo ricorso alla copertura fiscale assicurata dal rilascio di fatture per operazioni inesistenti da parte di società cartiere costituite e organizzate da un'associazione per delinquere, la cui operatività sia finanziata dalle illecite provvigioni versate dagli apparenti acquirenti su ogni transazione, trattandosi di condotta che determina uno stabile affidamento del gruppo sulla disponibilità all'utilizzo del pianificato meccanismo fraudolento, mediante la costituzione di un vincolo reciproco durevole, che supera la soglia del rapporto sinallagmatico contrattuale delle singole operazioni e si trasforma nell'adesione dell'acquirente al programma criminoso.


Dichiarazione integrativa infedele dopo l’avvio dell’accertamento: sussiste il reato se il contribuente ne ha formale conoscenza

Cassazione penale , sez. III , 07/03/2023 , n. 31010

In tema di reati tributari, sussiste il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti anche nel caso in cui il soggetto obbligato presenti una dichiarazione integrativa infedele in data successiva all'inizio dell'accertamento fiscale, a condizione che di esso abbia avuto formale conoscenza. (In motivazione, la Corte ha precisato che, a tal fine, non è necessario che sia intervenuta la notifica dell'avvio del procedimento di accertamento, essendo sufficiente il compimento di attività - quali accessi, ispezioni, verifiche, partecipazione al contraddittorio, invio e risposte a questionari - che abbiano coinvolto il contribuente e si siano tradotte in atti del procedimento specifici e di contenuto pertinente all'accertamento medesimo).


Dichiarazione fraudolenta: per “altri documenti” si intendono solo quelli con rilevanza fiscale equiparabile alle fatture 

Cassazione penale , sez. III , 22/03/2023 , n. 32088

In tema di reati tributari, la nozione di altri documenti, di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , deve essere intesa come riferita a tutti i documenti destinati ad attestare fatti aventi rilevanza fiscale, cui la normativa tributaria attribuisce valore probatorio analogo a quello delle fatture. (Fattispecie in cui è stato escluso che l'oggetto materiale del reato potesse essere costituito da una scrittura privata relativa a una consulenza tecnica senza vincoli di subordinazione per ricerca di mercato, rapporti con i clienti e fornitori).


Fatture soggettivamente false: il reato sussiste anche se la prestazione è reale e l’autore non è identificato

Cassazione penale , sez. III , 01/03/2023 , n. 16576

In tema di reati tributari, il delitto di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti è configurabile anche nel caso di fatturazione solo soggettivamente falsa, in cui l'operazione oggetto di imposizione fiscale sia stata effettivamente eseguita e non vi sia, tuttavia, corrispondenza soggettiva tra il prestatore indicato nella fattura o altro documento fiscalmente rilevante e il soggetto giuridico che abbia erogato la prestazione, in quanto, anche in tal caso, è possibile conseguire il fine illecito indicato dalla norma, ovvero consentire a terzi l'evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto. (In motivazione, la Corte ha precisato che il delitto si configura anche nel caso in cui non sia stato individuato il soggetto che abbia erogato la prestazione e in quello in cui non sia stato accertato che si sia concretamente verificata un'evasione d'imposta).


Fatture false emesse da società diverse: unico reato se riferite allo stesso periodo d’imposta e allo stesso contribuente

Cassazione penale sez. fer., 08/08/2023, n.34824

In tema di reati tributari, in caso di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti relative al medesimo periodo di imposta, si configura un unico reato, che si consuma alla data dell'ultima fattura, pure se l'emissione sia avvenuta nella veste di legale rappresentante di società diverse, dovendosi fare riferimento, ai fini dell'unificazione in un medesimo reato dell'emissione di più fatture, non tanto all'identità del responsabile-persona fisica, quanto a quella del soggetto-contribuente cui l'emissione è imputabile.


Dichiarazione fraudolenta: legittima la condanna anche per uso di fatture solo parzialmente inesistenti 

Cassazione penale sez. V, 21/09/2023, n.43778

Non viola il principio di correlazione tra accusa e sentenza la decisione con cui l'imputato, accusato di avere indicato, al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, elementi passivi fittizi nella dichiarazione, avvalendosi di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, sia stato condannato per l'utilizzo di fatture relative ad operazioni "solo in parte" oggettivamente inesistenti, in quanto le disposizioni di cui all'art 2 d.lg. 10 marzo 2000 n. 74, concernenti il delitto di dichiarazione fraudolenta, nel riferirsi all'uso di fatture o altri documenti relativi a operazioni inesistenti, non distinguono tra quelle che sono totalmente o parzialmente tali.


Fatture soggettivamente false e costi non inerenti: sussiste il reato se le spese sono distratte a fini estranei all’impresa

Cassazione penale sez. III, 27/09/2023, n.50314

Il reato di fraudolenta utilizzazione in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti è integrato, con riguardo alle imposte dirette, anche dall'inesistenza soggettiva, nel caso in cui i costi documentati, consapevolmente sostenuti dal cessionario, siano espressione di distrazione verso finalità ulteriori e diverse rispetto a quelle proprie dell'attività di impresa, posto che comportano la cessazione del requisito indefettibile dell'inerenza tra costi ed attività imprenditoriale.


Fatture per operazioni inesistenti se relative al medesimo periodo di imposta si configura un unico reato

Cassazione penale , sez. fer. , 08/08/2023 , n. 34824

In tema di reati tributari, in caso di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti relative al medesimo periodo di imposta, si configura un unico reato, che si consuma alla data dell'ultima fattura, pure se l'emissione sia avvenuta nella veste di legale rappresentante di società diverse, dovendosi fare riferimento, ai fini dell'unificazione in un medesimo reato dell'emissione di più fatture, non tanto all'identità del responsabile-persona fisica, quanto a quella del soggetto-contribuente cui l'emissione è imputabile.


Dichiarazione fraudolenta e fatture per operazioni inesistenti sussiste in caso di dichiarazione integrativa infedele presentata dopo l'accertamento fiscale

Cassazione penale , sez. III , 07/03/2023 , n. 31010

In tema di reati tributari, sussiste il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti anche nel caso in cui il soggetto obbligato presenti una dichiarazione integrativa infedele in data successiva all'inizio dell'accertamento fiscale, a condizione che di esso abbia avuto formale conoscenza. (In motivazione, la Corte ha precisato che, a tal fine, non è necessario che sia intervenuta la notifica dell'avvio del procedimento di accertamento, essendo sufficiente il compimento di attività - quali accessi, ispezioni, verifiche, partecipazione al contraddittorio, invio e risposte a questionari - che abbiano coinvolto il contribuente e si siano tradotte in atti del procedimento specifici e di contenuto pertinente all'accertamento medesimo).


Reati tributari: la nozione di 'altri documenti' ex art. 2 D.Lgs. 74/2000 include solo quelli con rilevanza fiscale

Cassazione penale , sez. III , 22/03/2023 , n. 32088

In tema di reati tributari, la nozione di altri documenti, di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , deve essere intesa come riferita a tutti i documenti destinati ad attestare fatti aventi rilevanza fiscale, cui la normativa tributaria attribuisce valore probatorio analogo a quello delle fatture. (Fattispecie in cui è stato escluso che l'oggetto materiale del reato potesse essere costituito da una scrittura privata relativa a una consulenza tecnica senza vincoli di subordinazione per ricerca di mercato, rapporti con i clienti e fornitori).


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti Cassazione penale sez. fer., 08/08/2023, n.34824

In tema di reati tributari, in caso di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti relative al medesimo periodo di imposta, si configura un unico reato, che si consuma alla data dell'ultima fattura, pure se l'emissione sia avvenuta nella veste di legale rappresentante di società diverse, dovendosi fare riferimento, ai fini dell'unificazione in un medesimo reato dell'emissione di più fatture, non tanto all'identità del responsabile-persona fisica, quanto a quella del soggetto-contribuente cui l'emissione è imputabile.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: sulla violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza

Cassazione penale sez. V, 21/09/2023, n.43778

Non viola il principio di correlazione tra accusa e sentenza la decisione con cui l'imputato, accusato di avere indicato, al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, elementi passivi fittizi nella dichiarazione, avvalendosi di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, sia stato condannato per l'utilizzo di fatture relative ad operazioni "solo in parte" oggettivamente inesistenti, in quanto le disposizioni di cui all'art 2 d.lg. 10 marzo 2000 n. 74, concernenti il delitto di dichiarazione fraudolenta, nel riferirsi all'uso di fatture o altri documenti relativi a operazioni inesistenti, non distinguono tra quelle che sono totalmente o parzialmente tali.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: è integrato, con riguardo alle imposte dirette, anche dall'inesistenza soggettiva

Cassazione penale sez. III, 27/09/2023, n.50314

Il reato di fraudolenta utilizzazione in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti è integrato, con riguardo alle imposte dirette, anche dall'inesistenza soggettiva, nel caso in cui i costi documentati, consapevolmente sostenuti dal cessionario, siano espressione di distrazione verso finalità ulteriori e diverse rispetto a quelle proprie dell'attività di impresa, posto che comportano la cessazione del requisito indefettibile dell'inerenza tra costi ed attività imprenditoriale.  


2022

Nessun bis in idem tra emissione di fatture false e bancarotta fraudolenta: differiscono fatto storico e struttura del reato

Cassazione penale , sez. V , 13/01/2022 , n. 15630

In tema di divieto di bis in idem, il precedente giudizio per il delitto di emissione di fatture per operazioni inesistenti non preclude quello successivo per bancarotta fraudolenta impropria, non sussistendo tra le due fattispecie criminose l'idem factum. (In motivazione, la Corte ha precisato che, mentre il primo è un reato di mera condotta e a dolo preterintenzionale, il secondo è un reato di danno - caratterizzato dall'aver cagionato o contribuito a cagionare il fallimento della società - e dolo specifico).


Concorso tra reati tributari e bancarotta documentale: nessuna specialità esclude la pluralità di reati

Cassazione penale , sez. III , 11/01/2022 , n. 15208

È configurabile il concorso tra i delitti di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e di dichiarazione infedele, di cui agli artt. 2 e 4 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , e quello di di bancarotta fraudolenta documentale, di cui all' art. 216, comma 1, n. 2, l. fall ., sussistendo un rapporto di eterogeneità strutturale tra le fattispecie, posto che la condotta di presentazione di una dichiarazione dei redditi fraudolenta o infedele, seppur preceduta dalla condotta di distruzione od occultamento della contabilità, non è elemento specializzante del delitto fallimentare.


Fattura materialmente falsa usata in dichiarazione: risponde solo del reato di cui all’art. 2 d.lgs. 74/2000, non dell’emissione

Cassazione penale , sez. III , 01/02/2022 , n. 13686

In tema di reati tributari, risponde del solo delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , e non anche di quello di cui all' art. 8 d.lg. cit. , colui che, non agendo nella veste di amministratore del soggetto apparente emittente, abbia formato una fattura materialmente falsa, sia nell'oggetto che nell'indicazione della provenienza, e l'abbia poi utilizzata in dichiarazione.


Cartiera e frode fiscale: l’amministratore di fatto è colui che organizza e dirige il sistema fraudolento

Cassazione penale , sez. III , 14/04/2022 , n. 20052

In tema di reati tributari, la prova della posizione di amministratore di fatto di una società schermo, priva di reale autonomia e costituita per essere utilizzata come cartiera in un meccanismo fiscalmente fraudolento volto a evadere le imposte, si traduce in quella del ruolo di ideatore e organizzatore del suddetto sistema fraudolento, atteso che non è ipotizzabile l'accertamento di elementi sintomatici dell'inserimento organico in un ente solo formalmente operante.


Concorso tra dichiarazione fraudolenta e indebita compensazione IVA: condotte autonome e plurime evasioni 

Cassazione penale , sez. III , 05/04/2022 , n. 18085

In tema di reati tributari, è configurabile il concorso tra il delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , e quello di cui all' art. 10-quater d.lg. citato, realizzato, nel successivo periodo di imposta, mediante la compensazione dell'inesistente credito IVA in precedenza creato con il debito IVA successivamente maturato, posto che le condotte sono ontologicamente e cronologicamente diverse ed integrano una pluralità di evasioni di imposta e non un unico danno all'Erario.


Fatture false: il dolo specifico richiede l’intento di favorire l’evasione, non il suo effettivo compimento

Cassazione penale , sez. fer. , 11/08/2022 , n. 31142

In tema di reati finanziari e tributari, l'evasione d'imposta non è elemento costitutivo del delitto di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, ma caratterizza il dolo specifico normativamente richiesto per la punibilità dell'agente, essendo necessario che l'emittente delle fatture si proponga il fine di consentire a terzi l'evasione delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto, ma non anche che il terzo realizzi effettivamente l'illecito intento.


Superbonus 110% e fatture anticipate: integra il fumus del reato l’emissione senza SAL e congruità delle spese

Cassazione penale , sez. III , 13/10/2022 , n. 42012

In tema di giudizio cautelare avente ad oggetto reati tributari, integra il fumus del delitto di emissione di fatture od altri documenti per operazioni inesistenti la condotta di chi, avendo monetizzato il credito derivante dalla realizzazione di opere suscettibili di fruire dell'agevolazione fiscale del cd. superbonus 110% mediante la sua cessione o lo sconto in fattura ex  art. 121 d.l. 19 maggio 2020, n. 34 , conv., con modificazioni, nella l. 17 luglio 2020, n. 77 , effettui la fatturazione in acconto di spese relative a opere non ultimate o per le quali non sia stato emesso, da un tecnico abilitato, uno stato di avanzamento lavori attestante l'esecuzione di una porzione dell'intervento agevolabile e la congruità delle spese per esso sostenute, posto che l'emissione di tali fatture mira a simulare l'esistenza di spese in concreto non ancora sopportate e a creare fittiziamente il presupposto costitutivo del diritto alla detrazione.


Fatture per appalti fittizi e manodopera irregolare: integra il reato l’utilizzo in dichiarazione ai fini fiscali

Cassazione penale , sez. III , 28/10/2022 , n. 45114

Integra il delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , l'utilizzazione, nella dichiarazione ai fini delle imposte dirette, di fatture formalmente riferite ad un contratto di appalto di servizi, che costituisca di fatto lo schermo per occultare una somministrazione irregolare di manodopera, realizzata in violazione dei divieti di cui al previgente d.lg. 10 settembre 2003, n. 276 , sostituito dal d.lg. 15 giugno 2015, n. 81 , trattandosi di fatture relative ad un negozio giuridico apparente, diverso da quello realmente intercorso tra le parti, attinente ad un'operazione implicante significative conseguenze di rilievo fiscale.


Dichiarazione fraudolenta: risponde dell’art. 2 d.lgs. 74/2000 anche l’autore mediato che induce altri a inserire costi fittizi

Cassazione penale , sez. III , 14/12/2022 , n. 17211

Integra il delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , la condotta di chi, agendo quale autore mediato, onde evadere le imposte, predisponga fatture o altri documenti per operazioni inesistenti che traggano in errore il soggetto tenuto alla presentazione della dichiarazione fiscale, inducendolo ad inserire, in quest'ultima, elementi passivi fittizi. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto esente da censure la decisione con la quale era stato condannato l'amministratore di fatto di una società che aveva consapevolmente indicato, nelle scritture contabili, elementi passivi fittizi, inseriti nella dichiarazione presentata dall'amministratore giudiziario).


Fatture false: risponde di entrambi i reati chi è sia emittente che amministratore della società utilizzatrice

Cassazione penale , sez. III , 30/11/2022 , n. 2859

In tema di reati tributari, la disciplina in deroga al concorso di persone nel reato prevista dall' art. 9 d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74 , non si applica al soggetto che cumula in sé le qualità di emittente e di amministratore della società utilizzatrice della autofattura mendace, configurandosi in tal caso sia il delitto di cui all'art. 8 che quello di cui all'art. 2 del d.lgs. citato.


Fatture per appalti simulati e manodopera illecita: integra il reato l’uso di documenti con prestazioni rese da soggetti diversi da quelli indicati

Cassazione penale , sez. III , 02/02/2022 , n. 11633

Integra il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni soggettivamente inesistenti ai fini IVA l'utilizzo di elementi passivi fittizi costituiti da fatture emesse da una società che, attraverso contratti simulati di appalto di servizi, abbia in realtà effettuato attività di intermediazione illegale di manodopera, stante la diversità tra il soggetto che ha effettuato la prestazione, ovvero i singoli lavoratori, e quello indicato in fattura.


Reati tributari e fallimentari: configurabilità del concorso tra dichiarazione fraudolenta, infedele e bancarotta fraudolenta documentale

Cassazione penale , sez. III , 11/01/2022 , n. 15208

È configurabile il concorso tra i delitti di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e di dichiarazione infedele, di cui agli artt. 2 e 4 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , e quello di di bancarotta fraudolenta documentale, di cui all' art. 216, comma 1, n. 2, l. fall ., sussistendo un rapporto di eterogeneità strutturale tra le fattispecie, posto che la condotta di presentazione di una dichiarazione dei redditi fraudolenta o infedele, seppur preceduta dalla condotta di distruzione od occultamento della contabilità, non è elemento specializzante del delitto fallimentare.


Reati tributari: configurabilità del solo delitto ex art. 2 D.Lgs. 74/2000 per uso di fatture materialmente false

Cassazione penale , sez. III , 01/02/2022 , n. 13686

In tema di reati tributari, risponde del solo delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , e non anche di quello di cui all' art. 8 d.lg. cit. , colui che, non agendo nella veste di amministratore del soggetto apparente emittente, abbia formato una fattura materialmente falsa, sia nell'oggetto che nell'indicazione della provenienza, e l'abbia poi utilizzata in dichiarazione.


Dichiarazione fraudolenta e fatture per operazioni inesistenti: sulla prova della posizione di amministratore di fatto

Cassazione penale , sez. III , 14/04/2022 , n. 20052

In tema di reati tributari, la prova della posizione di amministratore di fatto di una società schermo, priva di reale autonomia e costituita per essere utilizzata come cartiera in un meccanismo fiscalmente fraudolento volto a evadere le imposte, si traduce in quella del ruolo di ideatore e organizzatore del suddetto sistema fraudolento, atteso che non è ipotizzabile l'accertamento di elementi sintomatici dell'inserimento organico in un ente solo formalmente operante.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: configurabile il concorso con il reato di cui all'art. 10-quater D.lgs. 74/2000

Cassazione penale , sez. III , 05/04/2022 , n. 18085

In tema di reati tributari, è configurabile il concorso tra il delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , e quello di cui all' art. 10-quater d.lg. citato, realizzato, nel successivo periodo di imposta, mediante la compensazione dell'inesistente credito IVA in precedenza creato con il debito IVA successivamente maturato, posto che le condotte sono ontologicamente e cronologicamente diverse ed integrano una pluralità di evasioni di imposta e non un unico danno all'Erario.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: sussiste in caso di fatture relative ad un negozio giuridico apparente

Cassazione penale , sez. III , 28/10/2022 , n. 45114

Integra il delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , l'utilizzazione, nella dichiarazione ai fini delle imposte dirette, di fatture formalmente riferite ad un contratto di appalto di servizi, che costituisca di fatto lo schermo per occultare una somministrazione irregolare di manodopera, realizzata in violazione dei divieti di cui al previgente d.lg. 10 settembre 2003, n. 276 , sostituito dal d.lg. 15 giugno 2015, n. 81 , trattandosi di fatture relative ad un negozio giuridico apparente, diverso da quello realmente intercorso tra le parti, attinente ad un'operazione implicante significative conseguenze di rilievo fiscale.


Fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta: sulla figura del cd. autore mediato

Cassazione penale , sez. III , 14/12/2022 , n. 17211

Integra il delitto di cui all' art. 2 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , la condotta di chi, agendo quale autore mediato, onde evadere le imposte, predisponga fatture o altri documenti per operazioni inesistenti che traggano in errore il soggetto tenuto alla presentazione della dichiarazione fiscale, inducendolo ad inserire, in quest'ultima, elementi passivi fittizi. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto esente da censure la decisione con la quale era stato condannato l'amministratore di fatto di una società che aveva consapevolmente indicato, nelle scritture contabili, elementi passivi fittizi, inseriti nella dichiarazione presentata dall'amministratore giudiziario).


Fatture per operazioni inesistenti: sulla deroga al concorso di persone nel reato prevista dall' art. 9

Cassazione penale , sez. III , 30/11/2022 , n. 2859

In tema di reati tributari, la disciplina in deroga al concorso di persone nel reato prevista dall' art. 9 d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74 , non si applica al soggetto che cumula in sé le qualità di emittente e di amministratore della società utilizzatrice della autofattura mendace, configurandosi in tal caso sia il delitto di cui all'art. 8 che quello di cui all'art. 2 del d.lgs. citato.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: sull'intermediazione finanziaria e l'utilizzo di elementi passivi fittizi

Cassazione penale , sez. III , 02/02/2022 , n. 11633

Integra il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni soggettivamente inesistenti ai fini IVA l'utilizzo di elementi passivi fittizi costituiti da fatture emesse da una società che, attraverso contratti simulati di appalto di servizi, abbia in realtà effettuato attività di intermediazione illegale di manodopera, stante la diversità tra il soggetto che ha effettuato la prestazione, ovvero i singoli lavoratori, e quello indicato in fattura.


Prova dell'emissione di fatture per operazioni inesistenti e limiti di responsabilità penale Tribunale Vicenza, 24/01/2022, n.2

Nei reati fiscali, la prova dell'emissione di fatture per operazioni inesistenti deve essere fondata su elementi concreti e inequivoci, come la presenza di firme, timbri o altri segni di riconducibilità all'emittente. Dichiarazioni di terzi non sufficientemente riscontrate, documenti mancanti o non esibiti, e la mancanza di elementi diretti che colleghino l'imputato alle fatture incriminate, non soddisfano lo standard probatorio richiesto per affermare la responsabilità penale al di là di ogni ragionevole dubbio. L’assoluzione si impone laddove la paternità delle fatture sia priva di riscontri univoci o ove sia possibile l’esistenza di ipotesi alternative.


Assoluzione e onere della prova nell’utilizzo di fatture sospette.

Tribunale Trieste, 03/03/2022, n.212

In assenza di prove dirette e certe sull'inesistenza delle operazioni sottostanti alle fatture oggetto di contestazione, le giustificazioni fornite dagli imputati, se non radicalmente inverosimili, devono essere considerate sufficienti per escludere la penale responsabilità. Elementi di sospetto, come l'incoerenza delle prestazioni rispetto all'attività esercitata o la presunta interposizione fittizia di manodopera, non sono da soli idonei a fondare una condanna se privi di riscontro oggettivo o di ulteriori prove a sostegno. La mancanza di verifiche specifiche sulle operazioni e l’assenza di retropassaggi di denaro non consentono di affermare con certezza l’inesistenza del fatto contestato.


Fatture per operazioni inesistenti e configurabilità del reato di riciclaggio

Corte appello Cagliari sez. II, 22/03/2022, n.266

L’indicazione in fattura di un valore notevolmente divergente da quello reale, con successiva registrazione ai fini fiscali, integra il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 74/2000, qualora il valore dichiarato in fattura sia strumentale all’evasione tributaria. Contestualmente, la successiva movimentazione finanziaria volta a rendere opaca la provenienza del denaro originato dall’operazione fittizia configura il reato di riciclaggio ex art. 648-bis c.p. Tale reato richiede che le operazioni di sostituzione o trasferimento siano finalizzate ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro, anche in assenza di un rapporto diretto tra i soggetti coinvolti.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e rilevanza del pagamento del debito tributario

Tribunale Vicenza, 12/04/2022, n.92

La responsabilità penale per dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 74/2000, sussiste allorquando l’imputato, nella sua qualità di amministratore della società, abbia inserito in dichiarazione elementi passivi fittizi, con dolo specifico di evasione. Tuttavia, il pagamento integrale del debito tributario, comprensivo di interessi e sanzioni, anteriormente all’apertura del dibattimento di primo grado, consente l’applicazione della circostanza attenuante di cui all’art. 13-bis del D.Lgs. 74/2000, comportando la riduzione della pena principale e l’esclusione delle pene accessorie e della confisca del profitto del reato.


Assenza di prova sull’inesistenza giuridica delle operazioni sottostanti alle fatture e assoluzione per insussistenza dei fatti

Tribunale Vicenza, 20/04/2022, n.178

In tema di reati fiscali, la contestazione di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti richiede la prova certa, al di là di ogni ragionevole dubbio, dell'inesistenza giuridica o materiale delle operazioni sottostanti. In assenza di riscontri specifici, sia tramite accertamenti diretti che attraverso documentazione probatoria attendibile, e in presenza di contratti formalmente regolari e testimonianze coerenti, l'imputato deve essere assolto per insussistenza del fatto. Inoltre, i processi verbali di constatazione non supportati da prove concrete specifiche rispetto ai rapporti oggetto del giudizio non sono sufficienti a sostenere l'accusa.


La dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti richiede la prova dell’inesistenza delle prestazioni e della consapevolezza del contribuente

Corte appello Taranto, 30/05/2022, n.336

Per configurare il reato di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 D. Lgs. 74/2000), è necessario fornire prova specifica e certa dell’inesistenza delle operazioni oggetto di fattura e del dolo specifico del contribuente. Tale prova deve dimostrare non solo la mancata esecuzione della prestazione contrattualmente pattuita, ma anche che il pagamento delle fatture è avvenuto mediante artifici o risorse indebite. Generalizzazioni sull’operato del soggetto emittente o su sistemi di frode analoghi non sono sufficienti per affermare la responsabilità penale.


Integra la dichiarazione fraudolenta anche l’uso di fatture per operazioni solo parzialmente inesistenti, qualora documentino prestazioni per valori superiori a quelli effettivamente corrisposti 

Tribunale Torino, 16/06/2022, n.831

In tema di reati tributari, configura il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 d.lgs. 74/2000) la condotta dell’imprenditore che, in concorso con altro soggetto, emette e utilizza fatture recanti importi superiori a quelli effettivamente corrisposti per prestazioni rese, provvedendo alla restituzione della differenza in contanti. L’inesistenza parziale delle operazioni, desunta dalla sproporzione tra importi fatturati e somme incassate, supportata da elementi obiettivi e riscontri documentali (bonifici e prelievi contestuali), è sufficiente a integrare la fattispecie, atteso che l’art. 2 punisce anche l’utilizzo di documenti solo ideologicamente falsi. Inapplicabile l’art. 4 d.lgs. 74/2000, trattandosi di utilizzo di fatture formalmente regolari ma sostanzialmente false. Il profitto del reato coincide con il risparmio d’imposta, oggetto di confisca obbligatoria.


L’uso di fatture relative a prestazioni parzialmente o totalmente inesistenti integra il reato di dichiarazione fraudolenta, anche quando le attività siano solo in parte non realizzate

Trib. Torino, 19 maggio 2022, dep. 17 giugno 2022

Tribunale Torino, 17/06/2022, n.952 Integra il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 d.lgs. 74/2000) la condotta dell’amministratore che, pur a fronte di rapporti commerciali formalmente intercorsi, contabilizzi e utilizzi ai fini della detrazione IVA fatture recanti descrizioni di prestazioni non effettivamente eseguite, come comprovato dall’assenza di documentazione probante, dalla mancanza di elementi identificativi dell’autore, e dalla natura meramente programmatica delle attività fatturate. Non rileva, ai fini dell’esclusione dell’elemento oggettivo del reato, l’eventuale pagamento del corrispettivo o l’esistenza di precedenti rapporti economici, dovendo comunque sussistere una puntuale corrispondenza tra la fattura e un’attività realmente eseguita. Il dolo specifico risulta integrato dalla volontà di ottenere indebitamente un risparmio d’imposta.



2021

Dichiarazione fraudolenta con fatture false: il reato è istantaneo e si consuma con la presentazione della dichiarazione annuale 

Cassazione penale , sez. III , 26/10/2021 , n. 3957

Il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ha natura di reato istantaneo, che si perfeziona al momento della presentazione della dichiarazione annuale, non rilevando a tali fini l'eventuale presentazione di una successiva dichiarazione integrativa, salvo che l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti avvenga esclusivamente in essa. (Fattispecie in tema di prescrizione).


Dichiarazione fraudolenta: distinti reati per IVA e imposte dirette, applicabile la continuazione 

Cassazione penale , sez. III , 05/03/2021 , n. 13275

In tema di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, è configurabile una pluralità di reati qualora l'illecita condotta riguardi sia la dichiarazione ai fini IVA che quella ai fini II.DD., sicché, ricorrendone i presupposti, può trovare applicazione l'istituto della continuazione.


Fatture false e dichiarazione unica: più contestazioni per lo stesso periodo violano il divieto di “bis in idem”

Cassazione penale , sez. III , 27/05/2021 , n. 28437

In tema di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, viola il divieto del “bis in idem” la contestazione di più reati nel caso di utilizzo di molteplici fatture in relazione ad un'unica dichiarazione, in quanto l'eventuale pluralità di reati non dipende dalla molteplicità dei documenti utilizzati, ma dalla pluralità delle dichiarazioni relative a periodi di imposta diversi ovvero a tributi differenti.


Fatture false e amministratori senza delega: risponde per concorso chi omette il controllo imposto dall’art. 2392 c.c.

Cassazione penale , sez. III , 04/05/2021 , n. 30689

In tema di reati tributari, nel caso di delitto deliberato e direttamente realizzato da singoli componenti del consiglio di amministrazione di una società di capitali nel cui ambito non sia stata conferita alcuna specifica delega, ciascuno degli altri amministratori risponde a titolo di concorso per omesso impedimento dell'evento, ove sia ravvisabile una violazione dolosa dello specifico obbligo di vigilanza e di controllo sull'andamento della gestione societaria derivante dalla posizione di garanzia di cui all' art. 2392 c.c. (Fattispecie di dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti).


Emissione di fatture false: è reato comune e può essere commesso da chiunque, anche senza qualifica fiscale

Cassazione penale , sez. III , 09/11/2021 , n. 47436

Il delitto di emissione di fatture per operazioni inesistenti ha natura di reato comune, in quanto autore, ex art. 8 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , può esserne chiunque e la commissione dell'illecito non presuppone che il soggetto agente abbia una particolare qualifica soggettiva od operi mentre sta provvedendo ad adempimenti fiscali.


Fatture false: la competenza per territorio va fondata su elementi oggettivi, non sulla sede dell’ente

Cassazione penale , sez. III , 19/02/2021 , n. 11216

In tema di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti di cui all' art. 8 d.lg. n. 74 del 2000 , il «luogo in cui il reato è stato consumato», previsto come criterio determinativo della competenza dall' art. 8, comma 1, c.p.p.  - dalla cui inapplicabilità discende la competenza del giudice del luogo di accertamento del reato, ex  art. 18, comma 1, d.lg. n. 74 del 2000 – deve essere individuato in base ad elementi oggettivi ed idonei a fondare una ragionevole certezza al momento dell'esercizio dell'azione penale, ovvero, se la decisione deve essere assunta anteriormente, allo stato degli atti, e non coincide necessariamente con la sede dell'ente cui è attribuibile la falsa emissione dei documenti fiscali.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: è un reato di natura istantanea

Cassazione penale , sez. III , 26/10/2021 , n. 3957

Il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ha natura di reato istantaneo, che si perfeziona al momento della presentazione della dichiarazione annuale, non rilevando a tali fini l'eventuale presentazione di una successiva dichiarazione integrativa, salvo che l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti avvenga esclusivamente in essa. (Fattispecie in tema di prescrizione).


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: configurabile una pluralità di reati se la condotta riguardi sia la dichiarazione IVA che quella ai fini II.DD.

Cassazione penale , sez. III , 05/03/2021 , n. 13275

In tema di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, è configurabile una pluralità di reati qualora l'illecita condotta riguardi sia la dichiarazione ai fini IVA che quella ai fini II.DD., sicché, ricorrendone i presupposti, può trovare applicazione l'istituto della continuazione.


Dichiarazione fraudolenta e fatture per operazioni inesistenti: viola il divieto del bis in idem la contestazione di più reati in caso di molteplici fatture in un'unica dichiarazione

Cassazione penale , sez. III , 27/05/2021 , n. 28437

In tema di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, viola il divieto del “bis in idem” la contestazione di più reati nel caso di utilizzo di molteplici fatture in relazione ad un'unica dichiarazione, in quanto l'eventuale pluralità di reati non dipende dalla molteplicità dei documenti utilizzati, ma dalla pluralità delle dichiarazioni relative a periodi di imposta diversi ovvero a tributi differenti.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: nel caso di reato commesso da singoli componenti del CdA ciascuno degli altri amministratori risponde per concorso

Cassazione penale , sez. III , 04/05/2021 , n. 30689

In tema di reati tributari, nel caso di delitto deliberato e direttamente realizzato da singoli componenti del consiglio di amministrazione di una società di capitali nel cui ambito non sia stata conferita alcuna specifica delega, ciascuno degli altri amministratori risponde a titolo di concorso per omesso impedimento dell'evento, ove sia ravvisabile una violazione dolosa dello specifico obbligo di vigilanza e di controllo sull'andamento della gestione societaria derivante dalla posizione di garanzia di cui all' art. 2392 c.c. (Fattispecie di dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti).


Dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture inesistenti: configurazione del reato e valutazione probatoria (Giudice Francesco Saverio Martucci di Scarfizzi)

Tribunale Nola sez. I, 03/05/2021, n.962

Integra il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 2 D.Lgs. n. 74/2000) la falsa indicazione nella dichiarazione dei redditi di elementi passivi fittizi basati su documentazione attestante operazioni non effettivamente eseguite, quando tali documenti abbiano valore probatorio fiscale. L'elemento soggettivo del reato si configura con il dolo specifico dell'evasione fiscale, comprensivo anche del fine di ottenere un indebito rimborso o credito di imposta.


Emissione di fatture per operazioni inesistenti: responsabilità penale e accertamenti tributari

Tribunale Vicenza, 29/07/2021, n.721

L'emissione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti integra il reato di cui all'art. 8 D.Lgs. 74/2000 qualora risulti accertato, attraverso indagini finanziarie e documentali, che le operazioni sottese alle fatture non siano state effettivamente eseguite, e sia dimostrato il dolo specifico consistente nel fine di consentire a terzi l'evasione dell'imposta sul valore aggiunto.


Dichiarazione fraudolenta con utilizzo di fatture inesistenti: responsabilità e dolo specifico nell'elusione fiscale

Tribunale Vicenza, 22/10/2021, n.1070

L'inserimento in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti integra il reato di dichiarazione fraudolenta ai sensi dell'art. 2 D.Lgs. 74/2000, anche in presenza di un contratto e documentazione contabile apparentemente regolare, quando tali documenti risultino generici, incongruenti o inidonei a provare l'effettività delle prestazioni. Il dolo specifico di evasione si desume dall'insieme delle condotte idonee a simulare operazioni inesistenti per ridurre la base imponibile fiscale.


2020


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato

Cassazione penale sez. III, 03/11/2020, n.36916

Si configura il concorso tra il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e quello di truffa ai danni dello Stato quando, dall'utilizzazione di tali documenti, derivi un profitto ulteriore e diverso rispetto all'evasione fiscale, quale l'ottenimento di pubbliche erogazioni.


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: non opera la causa di esclusione della punibilità ex art. 131 bis c.p.

Cassazione penale , sez. III , 03/11/2020 , n. 36915

In tema di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, anche nell'ipotesi lieve prevista dall' art. 2, comma 2-bis, d.lg. n. 74 del 2000 non opera la causa di esclusione della punibilità prevista dall' art. 131-bis c.p. , neppure a seguito della parziale declaratoria di incostituzionalità di cui alla sentenza della Corte costituzionale n. 156 del 2020 , che, essendo riferita ai reati per i quali non è stabilito un minimo edittale di pena detentiva - con conseguente operatività del minimo assoluto di cui all' art. 23, comma 1, c.p. - e nei quali, pertanto, sono potenzialmente sussumibili condotte della più tenue offensività, non può essere estesa ad una ipotesi in cui la pena minima è stabilita in un anno e sei mesi di reclusione.


Reati tributari: l’art. 9 D.Lgs. 74/2000 esclude il concorso tra emittente e utilizzatore di fatture false, ma non tra co-emittenti  

Cassazione penale , sez. III , 18/06/2018 , n. 51468

In tema di reati tributari, la disposizione prevista dall' art. 9 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , che, al fine di evitare che la medesima condotta sostanziale sia punita due volte, esclude la configurabilità del concorso di chi emette la fattura per operazioni inesistenti nel reato di chi se ne avvale e viceversa, non impedisce il concorso nell'emissione della fattura, secondo le regole ordinarie dell' art. 110 c.p. , di soggetti diversi dall'utilizzatore.


Attenuante ex art. 13-bis d.lgs. 74/2000 inapplicabile nei reati senza evasione d’imposta, come l’emissione di fatture false

Cassazione penale , sez. III , 04/02/2020 , n. 9883

In tema di reati tributari, l'attenuante di cui all' art. 13-bis, comma 1, d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , che consegue al pagamento dei debiti tributari, comprese sanzioni amministrative e interessi, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, richiede il presupposto della esistenza di un debito tributario suscettibile di essere adempiuto sicché non è applicabile in relazione ai reati che sussistono pur in assenza di un'evasione di imposta. (Fattispecie di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti).


Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: i rapporti con il reato di truffa ai danni dello Stato

Cassazione penale sez. III, 03/11/2020, n.36916

Si configura il concorso tra il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e quello di truffa ai danni dello Stato quando, dall'utilizzazione di tali documenti, derivi un profitto ulteriore e diverso rispetto all'evasione fiscale, quale l'ottenimento di pubbliche erogazioni.


Dichiarazione fraudolenta “lieve”: inapplicabile l’art. 131-bis c.p. per pena minima non compatibile con la tenuità

Cassazione penale , sez. III , 03/11/2020 , n. 36915

In tema di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, anche nell'ipotesi lieve prevista dall' art. 2, comma 2-bis, d.lg. n. 74 del 2000 non opera la causa di esclusione della punibilità prevista dall' art. 131-bis c.p. , neppure a seguito della parziale declaratoria di incostituzionalità di cui alla sentenza della Corte costituzionale n. 156 del 2020 , che, essendo riferita ai reati per i quali non è stabilito un minimo edittale di pena detentiva - con conseguente operatività del minimo assoluto di cui all' art. 23, comma 1, c.p. - e nei quali, pertanto, sono potenzialmente sussumibili condotte della più tenue offensività, non può essere estesa ad una ipotesi in cui la pena minima è stabilita in un anno e sei mesi di reclusione.


2019

Reati tributari connessi: la competenza territoriale si radica nel luogo di accertamento effettivo della violazione

Cassazione penale , sez. III , 15/07/2019 , n. 42147

In tema di reati tributari, la competenza per territorio determinata dalla connessione per i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, quali reati di pari gravità, appartiene, a norma dell' art. 16 cod. proc. pen. , al giudice del luogo dove è stato commesso il primo reato che, secondo i criteri previsti dall' art. 18 d.lgs. n. 74 del 2000 , va determinato nel luogo di accertamento, individuabile in quello in cui ha sede l'Autorità Giudiziaria che ha compiuto un'effettiva valutazione degli elementi che depongono per la sussistenza della violazione, essendo invece irrilevante il luogo di acquisizione dei dati e delle informazioni da sottoporre a verifica.


Emissione di fatture false: il dolo è integrato anche se l’intento evasivo non è esclusivo

Cassazione penale , sez. III , 24/05/2019 , n. 39316

In tema di reati tributari, ai fini della configurabilità del reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, non è necessario, sotto il profilo soggettivo, che il fine di favorire l'evasione fiscale di terzi attraverso l'utilizzo delle fatture emesse sia esclusivo, essendo integrato anche quando la condotta sia commessa per conseguire anche un concorrente profitto personale.


Fatture false emesse verso cartiere: integra il reato anche la falsa dichiarazione d’intento finalizzata all’evasione o a indebiti rimborsi

Cassazione penale , sez. III , 15/07/2019 , n. 42147

Il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti di cui all' art. 8 d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74 , si configura anche nell'ipotesi di fatture emesse a favore di ditte cartiere, sul presupposto della falsa dichiarazione di intento per l'esportazione e con la consapevole finalità di consentire a terzi di evadere le imposte ovvero di conseguire un indebito rimborso o un inesistente credito di imposta.


L’abrogato art. 8, comma 3, d.lgs. 74/2000 configura un reato autonomo e non una circostanza attenuante

Cassazione penale , sez. III , 22/11/2019 , n. 3163

In tema di reati tributari, la fattispecie di cui all' art. 8, comma 3, d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , abrogata dal d.l. 13 agosto 2011, n. 138 , conv., con modificazioni, dalla l. 14 settembre 2011, n. 148 , ha natura di reato autonomo e non di circostanza attenuante ad effetto speciale.


Fatture false: l’omessa indicazione dei beneficiari non rende indeterminata l’imputazione se sono comunque identificabili

Cassazione penale , sez. III , 06/11/2019 , n. 6509

In tema di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, la mancata indicazione specifica dei soggetti beneficiari delle stesse nel capo di imputazione non comporta alcuna genericità o indeterminatezza della contestazione del delitto di cui all' art. 8 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , allorché tali soggetti siano agevolmente identificabili in forza di elementi fattuali che ne rendano comunque possibile l'individuazione. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto sufficientemente determinato il capo di imputazione che si riferiva a tutte le fatture dell'anno 2011).


Fatture false e retrocessione in contanti: il pagamento integra il reato di autoriciclaggio 

Cassazione penale , sez. II , 03/12/2019 , n. 9755

Il pagamento di fatture emesse per operazioni inesistenti, con successiva retrocessione dei relativi importi in contanti, integra il reato di autoriciclaggio, configurandosi un impiego in attività economiche e finanziarie dell'utilità di provenienza illecita. (In motivazione la Corte ha sottolineato la rilevanza economica e finanziaria, oltre che fiscale, di tali documenti contabili a seguito della loro annotazione nei prescritti registri, nonché dei relativi pagamenti, in quanto determinano la contabilizzazione di costi comportanti un abbattimento dei ricavi dell'imprenditore).


Competenza territoriale nei reati di emissione di fatture false: il criterio del primo procedimento vale solo per lo stesso periodo d’imposta

Cassazione penale , sez. III , 10/05/2019 , n. 29519

In tema di competenza per territorio relativa ai reati di emissione di più fatture per operazioni inesistenti, il criterio del luogo di iscrizione nel registro degli indagati del primo procedimento penale dettato dall' art. 18, comma 3, d lg. n. 74 del 2000 , opera unicamente con riguardo a più condotte di emissione riguardanti il medesimo periodo di imposta e non anche nel caso di emissione relativa a periodi di imposta diversi.


2018

Reati tributari: l’art. 9 D.Lgs. 74/2000 esclude il concorso tra emittente e utilizzatore di fatture false, ma non tra co-emittenti  

Cassazione penale , sez. III , 18/06/2018 , n. 51468

In tema di reati tributari, la disposizione prevista dall' art. 9 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , che, al fine di evitare che la medesima condotta sostanziale sia punita due volte, esclude la configurabilità del concorso di chi emette la fattura per operazioni inesistenti nel reato di chi se ne avvale e viceversa, non impedisce il concorso nell'emissione della fattura, secondo le regole ordinarie dell' art. 110 c.p. , di soggetti diversi dall'utilizzatore.


Il reato di emissione di fatture false si consuma al momento dell’emissione, anche senza ricezione o utilizzo del documento

Cassazione penale , sez. III , 05/07/2018 , n. 47459

Il delitto di emissione di fatture per operazioni inesistenti, previsto dall' art. 8 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74 , è reato istantaneo che si consuma nel momento di emissione della fattura ovvero, ove si abbiano plurimi episodi nel medesimo periodo di imposta, nel momento di emissione dell'ultima di esse, non essendo richiesto che il documento pervenga al destinatario, né che quest'ultimo lo utilizzi. (Fattispecie in cui la Suprema Corte, ai fini della decorrenza del termine di prescrizione del reato, ha tenuto conto della data riportata sulla fattura, in assenza di altri elementi da cui desumere la data reale di emissione del documento).


Fatture per operazioni soggettivamente inesistenti: rileva solo l’identità dei soggetti, non la qualifica fiscale

Cassazione penale , sez. III , 28/09/2018 , n. 53319

In tema di reati tributari, il delitto di emissione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti è configurabile esclusivamente in caso di fatturazione che presenta una diversità tra uno o entrambi i soggetti indicati nel documento e coloro che hanno posto in essere l'operazione oggetto di imposizione fiscale e, pertanto, ha rilievo penale la sola identità individuale del soggetto e non le diverse qualifiche, qualità o altri elementi che connotano il soggetto dell'operazione inesistente. (Fattispecie in cui la Corte ha annullato la sentenza di merito che aveva ravvisato l'inesistenza soggettiva con riguardo alla mancanza nell'acquirente della qualità di soggetto esente IVA).


Reati tributari e prestanome: il dolo specifico dell’amministratore di diritto si desume dalla consapevolezza dell’illegalità dell’operato altrui 

Cassazione penale , sez. III , 28/09/2018 , n. 2570

La prova del dolo specifico dei reati tributari di cui agli artt. 5,  8 e 10 d.lg n. 74 del 2000 in capo all'amministratore di diritto di una società, che funge da mero prestanome, può essere desunta dal complesso dei rapporti tra questi e l'amministratore di fatto, nell'ambito dei quali assumono decisiva valenza la macroscopica illegalità dell'attività svolta e la consapevolezza di tale illegalità. (Nella fattispecie, la Corte ha ritenuto indici del dolo specifico dell'amministratore di diritto la consapevolezza che l'amministratore di fatto fosse indagato e imputato per reati fiscali e la circostanza di aver rilasciato deleghe allo stesso per la movimentazione di conti la cui illiceità era evidente, ricevendone una retribuzione aggiuntiva in ragione dei rischi assunti).


Fatture per operazioni inesistenti: rilevanza penale e attenuanti per estinzione del debito tributario (Giudice Paola Scandone)

Tribunale Napoli sez. VII, 30/03/2018, (ud. 16/03/2018, dep. 30/03/2018), n.3491 L’emissione di fatture per operazioni inesistenti integra il reato di cui all’art. 8 D.Lgs. 74/2000 anche qualora le stesse siano successivamente stornate tramite note di variazione, trattandosi di delitto di pericolo astratto. La condotta si consuma con il compimento dell’atto tipico, ed è irrilevante che l’evasione d’imposta sia effettivamente conseguita. L’estinzione del debito tributario può condurre alla concessione delle attenuanti ex art. 13 D.Lgs. 74/2000.


Le ultimissime dalla Cassazione

Sequestro di crediti d’imposta: i limiti per i terzi estranei al reato tributario
Cassazione penale sez. VI, 11/09/2024, (ud. 11/09/2024, dep. 13/11/2024), n.41798
Amministratore di fatto: criteri rigorosi per l'accertamento della responsabilità nei reati tributari
Cassazione penale sez. III, 17/09/2024, (ud. 17/09/2024, dep. 14/11/2024), n.41891
Omesso versamento IVA: rilevanza della crisi di liquidità causata da fatture insolute e mancati pagamenti della PA
Cassazione penale sez. III, 01/10/2024, (ud. 01/10/2024, dep. 11/11/2024), n.41238
Fatture false ed evasione fiscale: la configurabilità del dolo specifico anche senza effettivo utilizzo
Cassazione penale sez. III, 01/10/2024, (ud. 01/10/2024, dep. 22/11/2024), n.42819
Responsabilità penale per dichiarazione infedele: La delegabilità formale e i limiti dell'affidamento a professionisti (Cass. Pen. n.42822/2024)
Cassazione penale sez. III, 14/10/2024, (ud. 14/10/2024, dep. 22/11/2024), n.42822
Ridefinizione del reato di dichiarazione infedele: limiti di punibilità e sottofatturazione (Cass. Pen. n.19228/2019)
Cassazione penale sez. III, 27/03/2019, n.19228
Dichiarazione infedele: reato istantaneo perfezionato con la presentazione della dichiarazione annuale (Cass. Pen. n.23810/2019)
Cassazione penale sez. III, 08/04/2019, n.23810
Dichiarazione infedele: errore sulla norma tributaria non esclude il dolo, salvo incertezza inevitabile" (Cass. Pen. n.23810/19)
Cassazione penale sez. III, 08/04/2019, n.23810
Reati tributari: contabilità semplificata non esonera dall’obbligo di tenuta dei libri e scritture contabili
Cassazione penale sez. III, 08/04/2019, n.24152
Non punibilità per i reati tributari ex art. 4 e 5 D.Lgs. 74/2000 in caso di ravvedimento operoso e pagamento integrale
Cassazione penale sez. III, 22/10/2019, n.48029
Reati tributari: richiesta di pena ammessa solo con pagamento del debito prima del dibattimento
Cassazione penale sez. III, 02/10/2019, n.47287
Dichiarazione infedele: esclusa l'applicazione del falso innocuo o grossolano per reati tributari (Cass. Pen. n.8969/2021)
Cassazione penale sez. III, 07/11/2019, n.8969
Dichiarazione infedele e imponibilità dei redditi confiscati: rilevanza del periodo d'imposta per il sequestro (Cass. Pen. n.18575/2020)
Cassazione penale sez. III, 14/02/2020, n.18575
Dichiarazione infedele IRPEF: reato configurabile anche su redditi illeciti, salvo sequestro o confisca nello stesso periodo (Cass. Pen. n.18575/2020)
Cassazione penale sez. III, 14/02/2020, n.18575
Dichiarazione infedele: calcolo dell'imposta evasa per società in accomandita semplice basato sul reddito dei singoli soci (Cass. Pen. n.31195/2020)
Cassazione penale sez. III, 14/09/2020, n.31195
Dichiarazione infedele: omessa dichiarazione di somme all'estero non configura reato ex art. 4 D.Lgs. 74/2000
Cassazione penale sez. VI, 04/05/2021, n.19849
Non sussiste il rapporto di specialità tra il reato di dichiarazione infedele e gli illeciti amministrativi del D.Lgs. n. 471/1997 (Cass. Pen. n. n.2245/2021)
Cassazione penale sez. III, 15/10/2021, n.2245
Dichiarazione infedele: mancata compilazione dei quadri RG/RF rilevante ai fini del reato ex art. 4 D.Lgs. 74/2000
Cassazione penale sez. III, 22/12/2021, n.5141
Dichiarazioni integrative: applicabilità dell’art. 4 D.Lgs. 74/2000 per superamento delle soglie di punibilità
Cassazione penale sez. III, 18/11/2022, n.10726
Dichiarazione infedele: reato istantaneo perfezionato con la dichiarazione annuale, irrilevante la comunicazione IVA (Cass. Pen. n.381/2022)
Cassazione penale sez. III, 14/12/2022, n.381
Dichiarazione infedele: configurabile per omissione di quadri essenziali ai fini del reddito imponibile (Cass. Pen. n.18532/2023)
Cassazione penale sez. III, 17/01/2023, n.18532
Dichiarazione infedele: condanna confermata per contabilità parallela e accordi su prestazioni senza fattura (Cass. Pen. n.26527/2024)
Cassazione penale sez. III, 11/04/2024, n.26527
Obbligo di dichiarazione dei redditi in Italia per società estere con stabile organizzazione
Cassazione penale sez. III, 27/11/2019, n.10098
Omessa dichiarazione IVA: competenza del giudice penale nel determinare l'imposta evasa basata su dati reali
Cassazione penale sez. III, 28/11/2019, n.9959
Omessa dichiarazione dei redditi: applicabilità della non punibilità per tenuità del fatto con importo vicino alla soglia
Cassazione penale sez. III, 20/02/2020, n.16599
Dichiarazione dei redditi tardiva oltre 90 giorni: considerata omessa ma rilevante per la riscossione delle imposte
Cassazione penale sez. III, 12/06/2020, n.23176
Omessa dichiarazione: responsabilità principale dell'amministratore di fatto e concorso del prestanome
Cassazione penale sez. II, 22/12/2020, n.8632
Omessa dichiarazione dei redditi: non punibilità per tenuità del fatto se l'importo è vicino alla soglia di 50.000 euro
Cassazione penale sez. III, 13/05/2021, n.35403
Omessa dichiarazione: applicabile solo in caso di inesistenza totale del documento o mancata trasmissione"
Cassazione penale sez. III, 22/12/2021, n.5141
Reati tributari: obbligo di dichiarazione per il legale rappresentante di società cancellata ma attiva
Cassazione penale sez. III, 16/03/2022, n.20050
Omessa dichiarazione: responsabilità diretta del legale rappresentante anche senza gestione effettiva"
Cassazione penale sez. III, 16/03/2022, n.20050
Omessa dichiarazione ex art. 5 D.Lgs. 74/2000: sufficiente la qualifica di amministratore
Cassazione penale sez. III, 21/09/2022, n.46674
Reati tributari: esclusione della punibilità per tenuità del fatto applicabile per lieve sforamento della soglia
Cassazione penale sez. III, 23/09/2022, n.42614
Omessa dichiarazione: il socio non amministratore risponde solo per i redditi a lui imputabili
Cassazione penale sez. III, 12/10/2022, n.5577
Reati tributari: l’omessa dichiarazione dei redditi societari non integra reato per gli eredi dei soci"
Cassazione penale sez. III, 06/12/2022, n.8743
Omessa dichiarazione: responsabilità dell'amministratore di diritto anche se prestanome per mancata vigilanza
Cassazione penale sez. III, 16/12/2022, n.20664
Elemento soggettivo nel reato di omessa dichiarazione: superamento della soglia come dolo o condizione oggettiva di punibilità
Cassazione penale sez. V, 03/02/2023, n.21638
Reati tributari: determinazione dell’imposta evasa basata su elementi documentali e non su presunzioni
Cassazione penale sez. III, 14/03/2023, n.17214
La mancata compilazione di un quadro della dichiarazione non configura il reato di omessa dichiarazione
Cassazione penale sez. III, 16/05/2023, n.32130
Omessa dichiarazione: per il dolo specifico serve più della consapevolezza dell'imposta evasa
Cassazione penale sez. III, 04/07/2023, n.44170
IVA dovuta anche su fatture false, indipendentemente dall’incasso, con obbligo di dichiarazione
Cassazione penale sez. III, 24/10/2023, n.10233
I proventi illeciti vanno dichiarati: la Cassazione ribadisce che anche l’appropriazione indebita genera reddito tassabile (Cass. Pen. n.10461/24)
Cassazione penale sez. III, 30/01/2024, n.10461
Sequestro preventivo e confisca: obbligo di motivazione del periculum in mora per il delitto di indebita compensazione
Cassazione penale sez. III, 04/11/2022, n.49491
Reati tributari: indebita compensazione configurabile per crediti d’imposta ceduti legati al superbonus 110%
Cassazione penale sez. III, 16/11/2022, n.45558
Indebita compensazione: il reato ex art. 10-quater è a consumazione prolungata, non permanente
Cassazione penale sez. III, 18/11/2022, n.2351
Indebita compensazione ex art. 10-quater: reato configurato per omesso versamento di debiti tributari e non tributari"
Cassazione penale sez. III, 01/12/2022, n.552
Indebita compensazione: perfezionamento del reato con l’ultimo F24 e calcolo del profitto confiscabile
Cassazione penale sez. III, 10/02/2023, n.23962
Confisca diretta per indebita compensazione: somme sul conto della società come profitto del reato
Cassazione penale sez. III, 24/10/2023, n.6576
Indebita compensazione: art. 10-quater non richiama la definizione di crediti inesistenti dell’art. 13 D.Lgs. 471/1997
Cassazione penale sez. III, 14/11/2023, n.6
Indebita compensazione: competenza territoriale definita dal luogo dell’ultima utilizzazione del credito inesistente
Cassazione penale sez. III, 14/11/2023, n.3038
Indebita compensazione: irrilevante ai fini penali la definizione di crediti inesistenti ex art. 13 D.Lgs. 471/1997
Cassazione penale sez. III, 14/11/2023, n.6
Indebita compensazione: reato configurato per uso di crediti inesistenti, indipendentemente dalla natura del tributo
Cassazione penale sez. II, 14/12/2023, n.13541
Indebita compensazione: consumazione del reato e competenza territoriale
Cassazione penale sez. III, 14/02/2024, n.23935
Indebita compensazione: l’amministratore risponde anche per crediti “ereditati” se non ne verifica la spettanza (Cass. Pen. n.24254/24)
Cassazione penale sez. III, 14/02/2024, n.24254
Indebita compensazione: obbligo di verifica delle condizioni del credito d’imposta acquisito tramite cessione
Cassazione penale sez. III, 14/02/2024, n.24254
Indebita compensazione: superamento della soglia di punibilità per crediti inesistenti valutato su base annua
Cassazione penale , sez. III , 19/04/2024 , n. 30092
Dichiarazione fraudolenta: sussiste il reato anche in caso di sovrafatturazione o divergenza tra realtà e documento (Cass. Pen. n. 8310/2024)
Cassazione penale sez. II, 12/01/2024, n.8310
Fatture false e divergenze giuridiche: rileva penalmente anche l’alterazione della natura della prestazione (Cass. Pen. n. 29347/2024)
Cassazione penale sez. III, 22/03/2024, n.29347
Fatture false e frode fiscale: il reato ex art. 2 d.lgs. 74/2000 prescinde dal tipo di falsità e si distingue dall’art. 3 (Cass. Pen. n. 18615/2024)
Cassazione penale sez. III, 28/03/2024, n.18615
Dichiarazione fraudolenta: il dolo specifico è compatibile con il dolo eventuale in caso di uso reiterato di fatture oggettivamente false (Cass. Pen. n. 32106/2024)
Cassazione penale sez. III, 11/04/2024, n.32106
Fatture false: l’inesistenza dei fornitori e la genericità dei documenti giustificano l’affermazione di falsità dei costi (Cass. Pen. n. 29355/2024)
Cassazione penale sez. III, 12/04/2024, n.29355
Dichiarazione fraudolenta: il reato si perfeziona con la presentazione agli Uffici finanziari (Cass. Pen. n. 34394/2024)
Cassazione penale sez. III, 23/05/2024, n.34394
Appalto simulato e manodopera irregolare: integra il reato l’uso in dichiarazione di fatture per operazioni giuridicamente apparenti (Cass. Pen. n. 34408/2024)
Cassazione penale sez. III, 23/05/2024, n.34408
Reati tributari: accesso al patteggiamento subordinato al pagamento integrale del debito tributario
Cassazione penale sez. III, 31/05/2024, n.24340
Fatture per prestazioni non eseguite: sussiste il reato ex art. 2 d.lgs. 74/2000 per simulazione dell’operazione (Cass. Pen. n. 36333/2024)
Cassazione penale sez. III, 20/06/2024, n.36333
Sovrafatturazione reale: non è dichiarazione fraudolenta se l’importo, ancorché maggiorato, è stato effettivamente pagato (Cass. Pen. n. 36333/2024)
Cassazione penale sez. III, 20/06/2024, n.36333
Dichiarazione fraudolenta: reato di pericolo che si perfeziona con la presentazione, il profitto è il risparmio d’imposta (Cass. Pen. n. 38488/2024)
Cassazione penale sez. III, 14/06/2024, n.38488
Reati tributari: continuità normativa tra le versioni del reato di dichiarazione fraudolenta ex art. 3 D.Lgs. 74/2000
Cassazione penale sez. III, 06/06/2024, n.37642
Visto leggero di conformità senza presupposti: il professionista risponde in concorso per dichiarazione fraudolenta (Cass. Pen. n. 14954/2024)
Cassazione penale sez. III, 13/02/2024, n.14954
Indebita compensazione di crediti non spettanti: configurabilità per compensazione sia verticale che orizzontale
Cassazione penale sez. III, 25/06/2024, n.39478
Dichiarazione fraudolenta e infedele: il reato ex art. 2 prevale e assorbe quello ex art. 4 per effetto della clausola di sussidiarietà (Cass. Pen. n. 38494/2024)
Cassazione penale sez. III, 28/06/2024, n.38494
Dichiarazione fraudolenta: il reato si perfeziona con l’inserimento degli elementi fittizi, anche se le fatture sono registrate prima (Cass. Pen. n. 39483/2024)
Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.39483
Reati tributari: alterazione dei mastrini integra il reato ex art. 3 d.lgs. 74/2000 per uso di artifici idonei a ostacolare l’accertamento (Cass. Pen. n. 39971/2024)
Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.39971
Fatture false e società cartiere: l’imprenditore risponde anche se si affida al commercialista (Cass. Pen. n. 33280/2024)
Cassazione penale sez. III, 09/07/2024, n.33280
Dichiarazione fraudolenta con fatture false: il reato è istantaneo e si perfeziona con la presentazione della dichiarazione (Cass. Pen. n. 36458/2024)
Cassazione penale sez. fer., 29/08/2024, n.36458
Dichiarazione fraudolenta e uso di fattura autoprodotta: la Cassazione riafferma la configurabilità dell'art. 2 d.lgs. 74/2000 anche in caso di falso materiale (Cass. Pen. n. 13364/2024)
Cassazione penale sez. III, 14/02/2024, n.13364
Dichiarazione fraudolenta: il pagamento integrale del debito fiscale esclude il sequestro preventivo per equivalente (Cass. Pen. n. 32282/2024)
Cassazione penale , sez. III , 20/06/2024 , n. 32282
Prezzo non congruo ma operazione reale: non sussiste il reato di dichiarazione fraudolenta se la fattura riflette la realtà commerciale (Cass. Pen. n. 26520/2024)
Cassazione penale sez. III, 14/03/2024, n.26520
Omesso versamento di ritenute certificate: non basta l'invio all'ADE della dichiarazione del sostituto d'imposta
Cassazione penale sez. III, 07/03/2024, n.18214
Omesso versamento di ritenute dovute o certificate: non può farsi riferimento al criterio della sede effettiva del contribuente
Cassazione penale sez. III, 16/05/2024, n.32280
L'amministratore di diritto risponde del reato di omessa dichiarazione come autore principale e non ex art. 40 c.p.
Cassazione penale sez. fer., 13/08/2024, n.32671
Fatture false emesse da società diverse: unico reato se riferite allo stesso periodo d’imposta e allo stesso contribuente (Cass. Pen. n. 34824/2023)
Cassazione penale sez. fer., 08/08/2023, n.34824
Dichiarazione fraudolenta: legittima la condanna anche per uso di fatture solo parzialmente inesistenti (Cass. Pen. n. 43778/2023)
Cassazione penale sez. V, 21/09/2023, n.43778
Fatture soggettivamente false e costi non inerenti: sussiste il reato se le spese sono distratte a fini estranei all’impresa (Cass. Pen. n. 50314/2023)
Cassazione penale sez. III, 27/09/2023, n.50314
Omesso versamento IVA: in tema di competenza territoriale
Cassazione penale sez. I, 24/09/2014, n.44274
Omesso versamento IVA: responsabilità del liquidatore di società
Cassazione penale sez. III, 29/10/2014, n.5921
Omesso versamento IVA: questione di legittimità costituzionale
Cassazione penale sez. III, 11/11/2014, n.52038
Omesso versamento IVA: questioni intertemporali
Cassazione penale sez. III, 25/11/2014, n.15824
Omesso versamento IVA: non punibilità per particolare tenuità del fatto
Cassazione penale sez. III, 05/05/2015, n.40774
Omesso versamento IVA: annullamento senza rinvio
Cassazione penale sez. V, 03/06/2015, n.25532
Omesso versamento IVA: imputato assolto per fallimento e dismissione cariche sociali
Tribunale Perugia, 04/06/2015, n.747
Omesso versamento IVA: configurabilità del dolo eventuale
Cassazione penale sez. III, 24/06/2015, n.34927
Omesso versamento IVA: non punibilità per particolare tenuità del fatto
Cassazione penale sez. III, 09/09/2015, n.43599
Omesso versamento IVA: assenza di rapporto di specialità con truffa aggravata
Cassazione penale sez. III, 17/11/2015, n.15922
Omesso versamento IVA: particolare tenuità del fatto
Cassazione penale sez. III, 19/11/2015, n.18680
Omesso versamento di IVA: causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto
Cassazione penale sez. III, 20/11/2015, n.13218
Omesso versamento IVA: la particolare tenuità del fatto e l'ammontare non pagato
Cassazione penale sez. III, 19/01/2016, n.9936
Omesso versamento IVA: ammissione al concordato preventivo e responsabilità penale
Cassazione penale sez. III, 04/02/2016, n.12912
Omesso versamento IVA: definizione di profitto del reato
Cassazione penale sez. III, 09/02/2016, n.28223
Omesso versamento IVA: l'oggettiva impossibilità di adempiere rileva solo se dovuta a causa di forza maggiore
Tribunale Bari sez. II, 15/02/2016, n.845
Omesso versamento IVA: assoluzione
Tribunale Napoli Nord sez. I, 22/02/2016, n.286
Omesso versamento IVA: integra causa di forza maggiore l’assoluta impossibilità di scelta e non la semplice difficoltà
Tribunale Bari sez. II, 22/02/2016, n.969
Omesso versamento IVA: sulla responsabilità del liquidatore subentrato
Cassazione penale sez. III, 24/02/2016, n.14744
Omesso versamento IVA: il curatore fallimentare non può proporre opposizione al sequestro neppure agendo in rappresentanza dei creditori
Cassazione penale sez. III, 01/03/2016, n.23388
Omesso versamento IVA: il debito deve risultare da dichiarazione del contribuente
Cassazione penale sez. III, 21/04/2016, n.38487
Omesso versamento IVA: il liquidatore subentrato risponde per gli omessi versamenti
Tribunale Bari sez. II, 26/04/2016, n.2310
Omesso versamento IVA: l'omessa azione di recupero crediti esclude l'esimente della forza maggiore
Tribunale Terni, 10/05/2016, n.624
Omesso versamento IVA: il dolo è integrato dalla condotta omissiva posta in essere nella consapevolezza della sua illiceità
Tribunale Bari sez. II, 16/05/2016, n.2706
Omesso versamento IVA: sull'interruzione della prescrizione
Cassazione penale sez. III, 07/06/2016, n.44584
Omesso versamento IVA: sempre sequestrabile il denaro nei conti correnti della società
Cassazione penale sez. III, 05/07/2016, n.37172
Omesso versamento IVA: Prescrizione del reato di evasione dell'Iva
Tribunale Como, 13/07/2016, n.1599
Omesso versamento IVA: sulla formula di assoluzione in caso di mancato superamento della soglia di punibilità
Tribunale Napoli Nord sez. II, 18/07/2016, n.1676
Omesso versamento IVA: sulla formula assolutoria da utilizzare in ipotesi di mancata integrazione della soglia di punibilità
Tribunale Napoli Nord sez. I, 22/09/2016, n.1864
Omesso versamento IVA: sull'esclusione dei principi della sentenza Taricco
Cassazione penale sez. III, 16/12/2016, n.16458
Omesso versamento IVA: sulla configurabilità del reato
Tribunale Spoleto, 17/01/2017, n.11
Omesso versamento IVA: sull'adempimento del debito tributario prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado
Cassazione penale sez. III, 19/01/2017, n.29544
Omesso versamento IVA: ne risponde l'amministratore in carica al momento in cui sorge l'obbligo di versamento
Cassazione penale sez. III, 20/01/2017, n.18834
Omesso versamento IVA: sulla scriminante della crisi di liquidità
Cassazione penale sez. III, 01/02/2017, n.15235
Omesso versamento IVA: è sufficiente il consapevole inadempimento dell'imprenditore
Cassazione penale sez. III, 15/02/2017, n.35786
Omesso versamento IVA: sull'ammissione alla procedura di concordato
Cassazione penale sez. III, 15/02/2017, n.35786
Omesso versamento IVA: quando la crisi di liquidità ha efficacia esimente
Tribunale Campobasso, 21/02/2017, n.29
Omesso versamento IVA: legittimo il procedimento penale avviato dopo l applicazione di una sanzione sugli stessi fatti
Corte giustizia UE sez. IV, 05/04/2017, n.217
Omesso versamento IVA: sui doveri dell'imprenditore
Cassazione penale sez. III, 12/04/2017, n.39500
Omesso versamento IVA: la crisi di liquidità non esclude la responsabilità
Cassazione penale sez. III, 12/04/2017, n.39503
Omesso versamento IVA: sul dolo del reato
Cassazione penale sez. III, 21/04/2017, n.47596
Omesso versamento di IVA: sulla crisi di liquidità del debitore
Tribunale Bari sez. II, 23/05/2017, n.2155
Omesso versamento IVA: sulle differenze con il reato di ritenute dovute o certificate di cui all'art. 10-bis del d.lgs. 10 marzo 2000 n. 74
Cassazione penale sez. III, 12/07/2017, n.3647
Omesso versamento IVA: sulla responsabilità dell’amministratore subentrante
Cassazione penale sez. III, 20/07/2017, n.55482
Omesso versamento IVA: sulla responsabilità del curatore fallimentare
Cassazione penale sez. III, 11/10/2017, n.9466
Omesso versamento IVA: va assolto l'imputato se prima della scadenza per il versamento è ammesso al concordato preventivo
Cassazione penale sez. IV, 17/10/2017, n.52542
Omesso versamento IVA: sull'ammissione al concordato con pagamento parziale dell'imposta
Cassazione penale sez. IV, 17/10/2017, n.52542
Omesso versamento IVA: non sussiste se il pagamento dei crediti anteriori era stato vietato dal tribunale
Cassazione penale sez. IV, 17/10/2017, n.52542
Omesso versamento IVA: sull'ordine del Giudice del fallimento di non effettuare pagamenti
Cassazione penale sez. IV, 17/10/2017, n.52542
Omesso versamento IVA: sulla "crisi di liquidità" dell'imprenditore
Cassazione penale sez. III, 09/11/2017, n.11035
Omesso versamento IVA: la somma da versare in caso di mancato versamento IVA è quella risultante dalla dichiarazione del contribuente
Cassazione penale sez. III, 17/11/2017, n.14595
Omesso versamento IVA: l’applicazione della confisca è sottratta alla discrezionalità del giudice
Cassazione penale sez. III, 23/11/2017, n.4750
Omesso versamento IVA: in caso di nuove soglie di punibilità vanno revocate anche le condanne definitive
Cassazione penale sez. III, 28/11/2017, n.10810
Omesso versamento IVA: per accertare il dolo generico va valutata la possibilità di adempiere al pagamento nel termine di legge
Cassazione penale sez. III, 01/12/2017, n.29873
Omesso versamento IVA: la crisi di liquidità giustifica solo se imprevedibile e non altrimenti superabile
Cassazione penale sez. III, 17/01/2018, n.40440
Omesso versamento IVA: sui casi di applicabilità del regime di "IVA per cassa"
Cassazione penale sez. III, 23/01/2018, n.6220
Omesso versamento dell'Iva: il contribuente non può dedurre il mancato pagamento della fattura
Cassazione penale sez. III, 23/01/2018, n.38594
Omesso versamento IVA: sull'abolizione parziale del reato
Cassazione penale sez. III, 13/03/2018, n.15172
Omesso versamento IVA: gli Stati membri non possono avviare procedimenti se nei confronti del soggetto è già stata emessa sanzione amministrativa
Corte giustizia UE grande sezione, 20/03/2018, n.524
Omesso versamento Iva: sulla non punibilità per crisi economica
Cassazione penale sez. III, 28/03/2018, n.37089
Omesso versamento IVA: va condannato l'imprenditore che sceglie di pagare altro, in caso di crisi aziendale
Cassazione penale sez. III, 28/03/2018, n.46684
Omesso versamento IVA, per il superamento della soglia di punibilità non rilevano gli interessi dovuti per il versamento trimestrale
Cassazione penale sez. III, 28/03/2018, n.46953
Omesso versamento IVA: il superamento della soglia di punibilità è elemento costitutivo
Cassazione penale sez. III, 28/03/2018, n.46953
Omesso versamento IVA: la mancata riscossione delle fatture emesse comporta la mancanza del dolo generico nel reato
Tribunale Milano sez. II, 18/04/2018, n.2136
Omesso versamento IVA: legittima la nuova soglia di rilevanza penale
Corte giustizia UE grande sezione, 02/05/2018, n.574
Omesso versamento IVA: va escluso il dolo se l'imprenditore, in caso di crisi, si attivi con una strategia per fronteggiarla
Corte appello L'Aquila, 16/05/2018, n.1266
Omesso versamento IVA: differenze con il delitto di omesso versamento di ritenute dovute o certificate di cui all'art. 10 bis del d.lgs. 10 marzo 2000 n. 74
Tribunale Chieti, 16/05/2018, n.408
Omesso versamento IVA: non sussiste il dolo se l imprenditore ha richiesto di pagare mediante rateizzazione
Corte appello L'Aquila, 16/05/2018, n.1266
Omesso versamento di IVA: differenze con il reato di omesso versamento di ritenute
Tribunale Chieti, 16/05/2018, n.408
Omesso versamento dell'IVA: l'imposta dovuta va valutata sulla base della dichiarazione annuale
Cassazione penale sez. III, 18/05/2018, n.2563
Omesso versamento IVA: ininfluente la presentazione di domanda di ammissione al concordato preventivo
Cassazione penale sez. III, 23/05/2018, n.49795
Omesso versamento Iva: quando è irrilevante la crisi aziendale ai fini della punibilità
Cassazione penale sez. III, 07/06/2018, n.39211
Omesso versamento debito IVA: non può disporsi il sequestro se il debitore è stato ammesso al concordato con pagamento dilazionato dell'imposta
Cassazione penale sez. III, 08/06/2018, n.39696
Omesso versamento IVA: non può essere giustificato con il pagamento dei lavoratori dipendenti
Cassazione penale sez. III, 06/07/2018, n.52971
Omesso versamento IVA: sull’accordo per la rateizzazione del debito tributario
Cassazione penale sez. III, 13/07/2018, n.48375
Omesso versamento IVA: sono ininfluenti i pagamenti successivi al perfezionamento del reato
Cassazione penale sez. III, 21/09/2018, n.8521
Omesso versamento Iva: sulla non punibilità per crisi finanziaria dell'impresa
Cassazione penale sez. III, 10/10/2018, n.16035
Omesso versamento IVA: sulla responsabilità del liquidatore subentrante
Cassazione penale sez. III, 09/11/2018, n.54699
Omesso versamento IVA: sulla rilevanza della crisi d'impresa
Cassazione penale sez. III, 13/11/2018, n.12906
Omesso versamento IVA: si ha particolare tenuità solo se l'omissione riguarda una somma prossima alla soglia di punibilità
Cassazione penale sez. III, 13/11/2018, n.12906
Omesso versamento IVA: l'imprenditore deve dimostrare di avere adottato tutte le misure idonee a scongiurare la crisi
Tribunale Torre Annunziata, 22/11/2018, n.2584
Omesso versamento IVA: il ravvedimento operoso non è condizione per il patteggiamento
Cassazione penale sez. III, 23/11/2018, n.10800
Omesso versamento IVA: non rileva lo stato di crisi finanziaria della precedente gestione se vi era consapevolezza della crisi di liquidità
Cassazione penale sez. III, 12/12/2018, n.9
Omesso versamento dell'Iva: competenza per territorio e domicilio fiscale del contribuente
Cassazione penale sez. III, 10/01/2019, n.17060
Omesso versamento di IVA: irrilevante la presentazione di domanda di ammissione al concordato preventivo
Cassazione penale sez. III, 12/02/2019, n.25315
Omesso versamento IVA: quando la crisi finanziaria e di liquidità integra l'esimente per la mancanza di dolo
Tribunale Terni, 12/02/2019, n.159
Omesso versamento IVA: sulla definizione di reati della stessa indole in caso di omesso versamento di ritenute previdenziali
Cassazione penale sez. III, 15/02/2019, n.29400
Omesso versamento IVA: sulla esclusione della colpevolezza per crisi di liquidità
Cassazione penale sez. III, 21/03/2019, n.23796
Omesso versamento IVA: se ha causato il dissesto integra il delitto di causazione del fallimento per effetto di operazioni dolose
Cassazione penale sez. V, 05/04/2019, n.30735
Omesso versamento IVA: sull'esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto
Cassazione penale sez. IV, 11/04/2019, n.18804
Omesso versamento IVA: sulla rilevanza della presentazione della domanda di ammissione al concordato preventivo
Cassazione penale sez. III, 17/05/2019, n.39310
Omesso versamento IVA: è richiesto il dolo generico e non rilevano i motivi della scelta dell'agente di non versare il tributo
Cassazione penale sez. III, 05/06/2019, n.42522
Omesso versamento IVA: sull'onere di allegazione in caso di crisi di liquidità
Cassazione penale sez. III, 06/06/2019, n.41602
Omesso versamento IVA: sul sgravio e l'annullamento della cartella
Cassazione penale sez. III, 13/06/2019, n.36309
Omesso versamento IVA: in tema di non corrispondenza tra debito dichiarato e contabilità dell impresa
Cassazione penale sez. III, 18/06/2019, n.35193
Omesso versamento IVA: sul momento consumativo
Cassazione penale sez. III, 18/06/2019, n.44293
Omesso versamento IVA: sulla rilevanza dell'inadempimento dei clienti
Cassazione penale sez. III, 20/06/2019, n.38482
Omesso versamento IVA: l'imprenditore non può dedurre il mancato pagamento della fattura né lo sconto bancario della fattura
Cassazione penale sez. III, 27/06/2019, n.41070
Omesso versamento IVA: non può essere giustificato, ai sensi dell art. 51 c.p., dal pagamento degli stipendi dei lavoratori dipendenti
Cassazione penale sez. III, 04/07/2019, n.36709
Omesso versamento IVA: in tema di dolo
Cassazione penale sez. III, 16/09/2019, n.45694
Omesso versamento IVA: in tema di variazione dell imponibile in senso favorevole al contribuente
Cassazione penale sez. III, 24/09/2019, n.6506
Omesso versamento IVA: la crisi economica dell'azienda come scriminante
Corte appello Ancona, 26/09/2019, n.1075
Omesso versamento IVA: sulla crisi di liquidità
Cassazione penale sez. III, 01/10/2019, n.1431
Omesso versamento IVA: sulla prova del dolo
Cassazione penale sez. III, 04/10/2019, n.50007
Omesso versamento IVA: l'imprenditore deve provare di avere posto in essere tutte le misure idonee a reperire la liquidità necessaria per adempiere il proprio debito fiscale
Cassazione penale sez. III, 04/10/2019, n.50007
Omesso versamento IVA: non rileva la circostanza che la società attraversi una fase di criticità e destini risorse finanziarie per far fronte al pagamento di debiti ritenuti più urgenti
Cassazione penale sez. III, 04/10/2019, n.50007
Omesso versamento IVA: in tema di IVA all'importazione
Cassazione civile sez. trib., 16/12/2019, n.33118
Omesso versamento IVA: è sempre escluso che le difficoltà economiche possano integrare la forza maggiore penalmente rilevante
Cassazione penale sez. III, 28/01/2020, n.8519
Omesso versamento IVA: in tema di crisi di liquidità l imputato deve provare di avere adottato misure idonee a fronteggiarla
Cassazione penale sez. III, 29/01/2020, n.17806
Omesso versamento IVA: la presentazione della domanda di concordato non esclude la punibilità tributaria
Cassazione penale sez. III, 05/02/2020, n.13327
Omesso versamento IVA: in caso di crisi di liquidità, l'imputato deve dimostrare di aver messo in campo misure, anche sfavorevoli per il suo patrimonio personale
Cassazione penale sez. III, 17/06/2020, n.25982
Omesso versamento IVA: sulla competenza per territorio dell'ufficio dell'Agenzia delle entrate
Cassazione civile sez. trib., 15/07/2020, n.14985
Omesso versamento IVA: in caso di crisi di liquidità se l'imprenditore preferisce adempiere ad altre obbligazioni non sussiste la forza maggiore
Cassazione penale sez. III, 23/07/2020, n.25433
Omesso versamento di IVA: sulla crisi di liquidità dell'impresa e forza maggiore idonea ad escludere la colpevolezza
Corte appello Ancona, 05/10/2020, n.972
Omesso versamento dell'IVA: sulla condotta dolosa o consapevole del cessionario
Tribunale Pescara, 12/10/2020, n.1131
Omesso versamento IVA: sulla configurabilità dell'esimente della forza maggiore
Corte appello Ancona, 13/10/2020, n.1039
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