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Gratuito patrocinio

Gratuito Patrocinio: il richiedente non deve allegare le autocertificazioni dei familiari (Cass. Pen. n. 31197/2024)

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Avv. Salvatore del Giudice - Avvocato penalista Napoli

Gratuito patrocinio autocertificazioni

Nel complicato mondo del patrocinio a spese dello Stato, la semplicità a volte trionfa.

Così ha deciso la Corte di Cassazione, che con la sentenza n. 31197 del 4 luglio 2024 ha rimesso ordine nella confusa materia del gratuito patrocinio. Una decisione che sembra ricordarci che anche il diritto, con la giusta dose di buonsenso, può essere semplice.


Il caso: un posto letto, un modulo e tanto fumo

La vicenda ruota attorno ad un cittadino di origini marocchine, che aveva chiesto l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato. La sua istanza, apparentemente ben fondata, si è schiantata contro un'ordinanza del Tribunale di Milano, che ha negato il beneficio per un dettaglio quasi surreale: mancava l'autocertificazione sui redditi di sua madre, la quale, tra le altre cose, dichiarava di offrirgli solo "un posto letto".

Ma il nostro protagonista non si è dato per vinto e ha portato il caso fino alla Cassazione. Ed è qui che la Corte ha dimostrato che la giustizia non è solo una questione di formalismi.


La Corte: carta semplice, regole semplici

Il cuore della sentenza è un invito, più o meno sottile, a rileggere il DPR n. 115/2002.

L'articolo 79, spiega la Corte, non prevede che il richiedente debba raccogliere autocertificazioni da tutti i familiari conviventi per documentare la propria condizione economica.

Basta una dichiarazione semplice e chiara: la famosa "carta semplice" che attesta i requisiti di reddito. Insomma, non è necessario trasformare un modulo in una tesi di dottorato.


L'ironia del diritto

Se da un lato la sentenza è una lezione di diritto, dall'altro sembra anche una frecciata verso una burocrazia giudiziaria talvolta troppo creativa.

Pretendere che una madre, un padre o un coinquilino certifichino persino l’aria che respirano è, come dire, un filo eccessivo.

La Suprema Corte lo ha lasciato intendere chiaramente: Non è compito del giudice trasformarsi in un detective della dichiarazione dei redditi familiare!


Perché rileva questa pronuncia?

Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: il diritto di difesa non può essere sepolto sotto una pila di carte inutili.

Il gratuito patrocinio è un istituto pensato per garantire giustizia ai meno abbienti, e complicare inutilmente il processo rischia di trasformarlo in un privilegio per pochi.


La lezione: non complicare

Cosa ci insegna questa vicenda? Che a volte, per risolvere un problema, basta un pizzico di logica: nel dubbio, semplificare.

La prossima volta che compilate un modulo per il gratuito patrocinio, ricordate: meno è meglio. E se vi trovate davanti a un rifiuto, sappiate che la Cassazione è pronta a difendere il vostro diritto al famoso "posto letto".

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