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Reati tributari: la confisca è legittima anche su beni trasformati o reinvestiti da attività illecita (Cass. Pen. n. 10871/2025)

Evasione fiscale

Con la sentenza n. 10871/2025, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da S. B. e M. M. contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano che aveva confermato la loro condanna per reati fiscali e disposto la confisca patrimoniale ai sensi dell’art. 12-bis del D.lgs. n. 74/2000.

La decisione chiarisce l’applicazione delle norme in tema di frode fiscale, riciclaggio e confisca, ribadendo la rilevanza dell’accertamento del profitto illecito e della correlazione tra reato presupposto e confisca.


La vicenda processuale

La Corte d’Appello di Milano, con sentenza del 30 settembre 2024, aveva confermato parzialmente la condanna di S. B. e M. M. per reati fiscali e riciclaggio, dichiarando estinti alcuni reati per intervenuta prescrizione. I ricorrenti lamentavano una serie di violazioni procedurali e sostanziali relative alla configurabilità del reato di riciclaggio e alla confisca delle somme ritenute illecitamente ottenute.

S. B. sosteneva che non vi fosse prova certa della provenienza illecita delle somme oggetto di confisca e che la corte territoriale avesse erroneamente ignorato le argomentazioni difensive in merito alla successione temporale degli eventi e al nesso di causalità tra frode fiscale e riciclaggio.

M. M. contestava l'applicazione del reato di riciclaggio, sostenendo che le condotte poste in essere rientrassero nello schema della frode fiscale e non costituissero operazioni di ripulitura dei proventi illeciti.


La decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha ribadito i seguenti principi fondamentali:

  • Confisca e profitto del reato

La Corte ha chiarito che il profitto dei reati fiscali e del riciclaggio comprende non solo i beni direttamente derivanti dall’attività illecita, ma anche quelli che costituiscono il prodotto della trasformazione o reinvestimento di tali proventi. La confisca è legittima anche quando le somme illecite sono state reinvestite in attività economiche apparentemente lecite.

  • Distinzione tra frode fiscale e riciclaggio

La Cassazione ha escluso la configurabilità del concorso tra frode fiscale e riciclaggio nei casi in cui l’autore del reato presupposto sia anche colui che gestisce i proventi illeciti. Tuttavia, qualora il reato presupposto sia già stato consumato e successivamente si operi per ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa, si configura un’autonoma fattispecie di riciclaggio.

  • Inammissibilità del ricorso per motivi generici

I ricorsi sono stati ritenuti inammissibili poiché fondati su motivi generici o reiterativi delle argomentazioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello. La mancanza di specificità nell’impugnazione rende inammissibili le censure relative alla confisca e alla configurabilità del reato di riciclaggio.

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