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Offre 50 euro a un carabiniere per evitare una multa: è istigazione alla corruzione (Cass. Pen. n. 10941/2025)

offrire soldi

La Corte di Cassazione si è espressa nuovamente sulla configurabilità del reato di istigazione alla corruzione ex art. 322 c.p., chiarendo che l’offerta di una somma di denaro non assolutamente risibile al pubblico ufficiale integra tale reato, se accompagnata da circostanze tali da renderla idonea a indurre l’accettazione.


Il fatto

Il ricorrente L. era stato condannato dal Tribunale di Termini Imerese per il reato di istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.), per aver offerto la somma di 50,00 euro a un Brigadiere dei Carabinieri al fine di evitare una contravvenzione stradale. L’offerta, ritenuta seria e concreta, era avvenuta dopo reiterati tentativi di ottenere una benevola discrezione da parte degli agenti, e si era concretizzata con l'inserimento della banconota sotto una cartella portadocumenti del brigadiere, accompagnata dall’assicurazione verbale che “l’affare sarebbe rimasto riservato”.


La decisione della Corte

La Corte di Cassazione, con la sentenza in argomento, ha ritenuto inammissibile il ricorso con cui il ricorrente invocava l’applicazione della fattispecie di oltraggio (art. 341-bis c.p.) in luogo dell’istigazione alla corruzione, ritenendo che la somma di 50 euro, pur modesta, non fosse oggettivamente risibile e fosse stata offerta con modalità che ne confermavano l’idoneità a raggiungere l'obiettivo illecito.

Tale conclusione è stata confermata dal richiamo ai precedenti giurisprudenziali (Sez. 6, n. 28311 del 2003 e Sez. 6 n. 46494 del 2019), che affermano come l'idoneità dell’offerta debba essere valutata con giudizio ex ante e possa essere esclusa solo se palesemente priva di potenziale efficacia, ossia quando l’offerta sia del tutto sproporzionata o chiaramente irrisoria.

La Corte ha inoltre chiarito che la serietà dell’offerta va valutata tenendo conto delle condizioni dell’offerente e del richiesto, nonché delle circostanze di tempo e luogo. Nel caso specifico, l’insistenza del ricorrente, l'occultamento della somma e la riservatezza richiesta evidenziano l'effettiva volontà corruttiva, escludendo la tesi difensiva secondo cui si sarebbe trattato di un mero gesto di dileggio.


Il principio di diritto

L'offerta di una somma di denaro, anche se modesta ma non del tutto irrisoria, rivolta a un pubblico ufficiale per ottenere un favore contrario ai doveri d'ufficio, integra il reato di istigazione alla corruzione ex art. 322 c.p. Tale reato sussiste se l'offerta è accompagnata da circostanze idonee a rendere l'atto corruttivo percepito come potenzialmente efficace, a prescindere dall'effettiva accettazione o dalla reale possibilità di conseguire lo scopo illecito.

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