La difesa del medico nel processo penale: le tecniche principali - Avv. Salvatore del Giudice
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La difesa del medico nel processo penale

la difesa del medico nel processo penale: le tecniche principali

La medicina è una materia (anche se sarebbe più corretto definirla un’arte) intrinsecamente pericolosa. 
I medici hanno a che fare direttamente con le persone, i loro corpi, le loro patologie. Non di certo con le carte bollate.
La prescrizione di farmaci e l'esecuzione di interventi chirurgici sono attività che interagiscono con l’organismo umano, determinando reazioni avverse e lesioni in molti casi inevitabili.

Si ritiene opportuno chiarire, sin da subito, che non tutti gli errori commessi dal medico, nell'esercizio della sua attività professionale, determinano l'instaurarsi di un procedimento penale a suo carico.

Ed invero, affinché possa ritenersi sussistente un profilo di colpa professionale, l'errore medico deve essere grave, evitabile e produttivo di una lesione al paziente. 
La pubblica accusa deve dimostrare la sussistenza di queste tre condizioni per muovere un addebito nei confronti del medico.
Impostare una strategia difensiva contro una accusa infondata di colpa professionale è un’operazione estremamente delicata e complessa che varia da caso a caso.

Possiamo però individuare alcune tecniche difensive di carattere generale che vengono utilizzate nei processi per responsabilità medica.

Analizziamole nel dettaglio.

Image by Artur Tumasjan
Image by Aditya Joshi

La teoria della evitabilità delle conseguenze

(“avoidable consequences”)

In alcuni processi, la migliore strategia è spostare l’attenzione (e quindi il tema di prova) dalla condotta del medico a quella assunta dal paziente, prima o dopo il suo ingresso in ospedale.
A prescindere dallo scenario, è veramente improbabile che il paziente, dopo un intervento o un esame diagnostico, non abbia commesso alcun errore. Dovete solo essere bravi ed attenti ad individuarlo, ricordando sempre che il paziente è responsabile delle proprie azioni. 
Facciamo un esempio.
Immaginiamo che ad un paziente che abbia appena subito un intervento chirurgico alla spalla sia stato consigliato dal medico di evitare sforzi eccessivi per due settimane. 
Se nel fine settimana successivo alla dimissione dall'ospedale, il nostro paziente va a giocare a calcetto con gli amici ed il giorno seguente lamenta un serio dolore alla spalla è chiaro che il non il medico non può essere considerato responsabile della lesione subita.

Ed ancora, pensiamo al paziente che non abbia effettuato una tac del torace (richiesta dal medico radiologo) e alla fine sia deceduto per un cancro ai polmoni non diagnosticato.
Come è evidente, in questi casi, la colpa ricade esclusivamente sul comportamento assunto dal paziente.
Questo è un caso limite ma non del tutto infrequente nella prassi.
Spesso l’attività di investigazione difensiva che l’imputato può legittimamente avviare nella fase delle indagini preliminari (Titolo VI-bis del Libro V del codice di procedura penale) può condurre a risultati straordinari quanto inaspettati.
La teoria delle “avoidable consequences”, inoltre, è
 uno strumento molto utile per ottenere un trattamento sanzionatorio più mite o minimizzare i danni relativi alla responsabilità civile derivante da reato.

Il principio della “minoranza rilevante” 

La medicina è un campo in continua evoluzione. Esistono tecniche standardizzate, linee guida ma c'è anche spazio per sperimentare nuove metodologie. 
Con la recente sentenza n. 7849/22, la Quarta Sezione della Suprema Corte ha affermato che “
le raccomandazioni contenute nelle linee guida, pur rappresentando i parametri precostituiti a cui il giudice deve tendenzialmente attenersi nel valutare l'osservanza degli obblighi di diligenza, prudenza, perizia - non integrano veri e propri precetti cautelari vincolanti, capaci di integrare, in caso di violazione rimproverabile, ipotesi di colpa specifica, data la necessaria elasticità del loro adattamento al caso concreto; ne consegue che, nel caso in cui tali raccomandazioni non siano adeguate rispetto all'obiettivo della migliore cura per lo specifico caso del paziente, l'esercente la professione sanitaria ha il dovere di discostarsene”.
In molti procedimenti penali, il pubblico ministero e la parte civile accusano il medico di negligenza professionale per essersi quest’ultimo discostato dalle pratiche standard e dalle linee guida.
In questi casi, una strategia difensiva efficace può essere quella di applicare il "principio della minoranza rilevante".
In sostanza, la difesa sosterrà che la condotta utilizzata dal medico, pur non essendo conforme alle linee guida, viene considerata una buona pratica da parte di un certo numero di professionisti rispettati nel settore di riferimento. 
Se una metodologia non è usata dalla maggioranza, ma è praticata da un numero sufficiente e rilevante di medici stimati, questo significa che può essere tranquillamente considerata utilizzabile in ambito medico.

Contestare le prove

Sia il pubblico ministero che il difensore dell’imputato devono raccogliere gli elementi di prova, esaminare i testimoni nel dibattimento e così via. 
Nel processo penale, l'onere della prova è a carico del pubblico ministero, in altri termini è l’accusa a dover dimostrare, attraverso prove ed indizi, che l’imputato è colpevole, non l’imputato a dover dimostrare la propria
 innocenza.
La circostanza che il paziente, dopo un intervento chirurgico, provi dolore o abbia difficoltà ad utilizzare un arto non significa che ci sia stata negligenza d
a parte del medico. 
Per potersi instaurare un procedimento penale, l’accusa deve fornire la prova che quel dolore sia riconducibile ad una condotta illecita del sanitario (ad esempio, pensiamo ad una garza che non è stata rimossa dopo l'intervento dal sito chirurgico). 

La documentazione deve mostrare esattamente di che strumento o materiale si tratta, dove è stato lasciato, quali danni ha causato, ecc. 
Se la prova del pubblico ministero è debole, va contestata sin da subito con una memoria difensiva o direttamente dal medico in sede di interrogatorio.

Dimostrare lo standard di cura

In molti casi, le lesioni si verificano indipendentemente da una azione esterna.
Anche con il massimo livello di assistenza sanitaria, le persone possono comunque provare sofferenza. 
A seconda della situazione, può essere possibile dimostrare l'assenza di violazioni degli standard di cura e ricondurre la lesione del paziente ad una reazione avversa o a una predisposizione ad una cattiva guarigione.

In ogni caso, questo significa che non è colpa vostra, non avreste potuto fare nulla di diverso per evitare il danno.

Image by National Cancer Institute

fornire sufficienti informazioni

In qualità di professionisti del settore medico, dovete fornire ai vostri pazienti il maggior numero di informazioni possibili prima di un intervento.

Qualsiasi procedura, soprattutto quella chirurgica, comporta dei rischi. Una volta che al paziente sono state spiegate le opzioni e i rischi, spetta a lui decidere se vuole sottoporsi o meno al trattamento.

Se il rischio di lesioni era noto fin dall'inizio, potrebbe essere difficile dimostrare che le lesioni subite siano dovute a negligenza del medico.
Questa difesa deve essere usata con estrema attenzione e solo quando le prove sono solide.

La persona offesa può sostenere che, pur essendo stata informata delle potenziali complicazioni, non è stata correttamente informata di altre possibili opzioni di trattamento.

Assicuratevi di fornire continuamente ai vostri pazienti tutte le opzioni di trattamento, consentendo loro di prendere le decisioni più informate possibili.

escludere la prevedibilità

Il medico è responsabile della protezione dei pazienti dai rischi che possono essere previsti o conosciuti in anticipo.

In altre parole, il medico è responsabile per la mancata protezione del paziente da rischi o pericoli prevedibili.

Il medico può sostenere che la lesione è stata una conseguenza imprevedibile del trattamento medico. Ad esempio, un cliente che abbiamo assistito ha subito gravi lesioni a causa degli effetti collaterali dei farmaci somministrati. Il medico può sostenere che gli effetti collaterali erano così rari da non essere prevedibili.
accusare

Il medico può sostenere che la lesione sia imputabile a terzi.

In un caso che abbiamo risolto con successo, il medico ha sostenuto che le apparecchiature mediche difettose dell'ospedale, e non le cure negligenti del medico, erano responsabili della grave lesione cerebrale subita dal paziente.

Lo "scaricabarile" è la prima strategia difensiva che si elabora nei processi di colpa medica, ma anche l’ultima da tenere in considerazione.

Chi si occupa di responsabilità medica penale sa che spesso questa impostazione difensiva produce effetti disastrosi.

Ecco due esempi.

In questo primo caso, veniva condannato il chirurgo che scaricava la responsabilità del conteggio delle garze sull’infermiere.

Nella stessa direzione, la condanna del medico del pronto soccorso che attribuiva il decesso del paziente ad una omissione del collega chirurgo vascolare (Cassazione penale sez. IV, 30/11/2022, (ud. 30/11/2022, dep. 06/12/2022), n.46110).

Image by Walter Otto
Come esaminare il medico legale nel processo penale.png
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