
Con la sentenza n. 7064/2025, la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha ribadito il seguente principio di diritto in tema di misure cautelari personali: l’obbligo di dimora può essere adeguato a prevenire il rischio di reiterazione del reato per chi è trovato in possesso di armi illegalmente detenute.
La Corte ha così confermato l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma, che aveva applicato l’obbligo di dimora a J., fermato con un arsenale di armi e munizioni a bordo di un’imbarcazione adibita ad abitazione.
Il caso: armi e munizioni in un cantiere nautico
L’indagato era stato arrestato in flagranza di reato per detenzione illecita di armi e munizioni (artt. 2 e 7, legge n. 895/1967), dopo che una perquisizione sulla sua imbarcazione aveva portato al rinvenimento di:
un fucile da caccia calibro 9 flobert con caricatore inserito contenente due cartucce;
una pistola a salve senza tappo rosso con caricatore inserito;
15 cartucce sfuse dello stesso calibro;
diverse munizioni di vario calibro (cal. 22, 357 magnum, 38 special, 12).
Oltre alla detenzione illegale, l’accusa ha evidenziato che l’imputato era già sottoposto al divieto di detenere armi, rendendo più grave la sua condotta.
La misura dell’obbligo di dimora nel Comune di Fiumicino era stata adottata per prevenire il rischio di reiterazione del reato.
Il ricorso in Cassazione: le obiezioni della difesa
La difesa dell’indagato ha impugnato l’ordinanza cautelare, sostenendo che:
non vi erano reali esigenze cautelari;
l’indagato è una persona laureata, con un lavoro stabile e senza collegamenti con ambienti criminali;
l’unico precedente penale è un reato estinto risalente a 15 anni fa;
l’obbligo di dimora era una misura eccessiva e inutile;
non era stato valutato se misure meno afflittive, come la presentazione alla polizia giudiziaria, potessero essere sufficienti;
l’imposizione della dimora limitava fortemente la libertà personale senza reali vantaggi cautelari;
non era stato considerato che la detenzione delle armi fosse occasionale e priva di pericolosità;
alcune delle armi sequestrate avevano una capacità offensiva limitata;
la misura cautelare non teneva conto della mancanza di prove su un uso illecito delle armi.
Il principio di diritto
La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della misura cautelare.
I punti centrali della decisione sono i seguenti.
L’esistenza di esigenze cautelari è stata motivata adeguatamente
Il tribunale ha evidenziato che l’imputato non era solo sprovvisto di titolo per la detenzione delle armi, ma era anche soggetto a un divieto di detenerle.
Il possesso di munizioni di vario calibro, non tutte compatibili con le armi sequestrate, faceva pensare che potesse disporre di ulteriori armi non ancora individuate.
L’obbligo di dimora è una misura proporzionata
La Corte ha ritenuto che monitorare gli spostamenti dell’indagato fosse necessario per prevenire il rischio che potesse procurarsi altre armi.
Altre misure meno restrittive, come la semplice firma alla polizia, non sarebbero state idonee a impedire la reiterazione del reato.
La detenzione non era episodica, ma sintomatica di una condotta più ampia
La perquisizione era scattata a seguito della denuncia di due pescatori, che la notte precedente avevano riferito di essere stati minacciati dall’indagato con una pistola.
Il ritrovamento di armi e munizioni di diverso calibro induceva a ritenere che l’indagato avesse rapporti con un contesto illecito di detenzione e uso di armi.
L’obbligo di dimora è meno afflittivo rispetto ad altre misure possibili
Il divieto di dimora sarebbe stato più gravoso, perché avrebbe impedito all’imputato di vivere nella propria abitazione.
L’obbligo di firma non avrebbe garantito un adeguato controllo sui suoi movimenti.
Conclusioni
La pronuncia della Cassazione conferma un orientamento rigoroso nella gestione delle misure cautelari per reati legati alla detenzione di armi:
anche chi non ha precedenti specifici può essere sottoposto a misure cautelari restrittive, se il possesso illegale di armi suggerisce un rischio concreto di reiterazione.
l’obbligo di dimora può essere una misura adeguata per il controllo degli indagati, specialmente quando si teme che possano continuare a procurarsi armi.
le intercettazioni e le denunce di terzi possono essere elementi determinanti per motivare una misura cautelare, anche in assenza di un uso effettivo delle armi sequestrate.