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Il reato di corruzione per l'esercizio della funzione ex art. 318 del codice penale



Indice:

1. Che cos'è e come è punito?

2. Quando si configura il reato di corruzione?

3. Concorso di persone

4. Istigazione

5. Cause di non punibilità

6. Circostanze

7. Procedimenti speciali

8. Pene accessorie

9. Corruzione propria

10. Prescrizione

11. I rapporti con gli altri reati


1. Che cos'è e come è punito?

Il reato di corruzione per l'esercizio della funzione è un delitto previsto dall'art. 318 del codice penale e punisce Il pubblico ufficiale, che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità, o ne accetta la promessa.

La pena prevista per questo reato è la reclusione da tre a otto anni

Vediamo nel dettaglio, gli elementi che caratterizzano il reato in esame, analizzando le principali massime della giurisprudenza di legittimità e di merito.


2. Quando si configura il reato di corruzione?

Cassazione penale , sez. VI , 26/05/2021 , n. 33251

Integra il reato di corruzione per l'esercizio della funzione ex art. 318 c.p. la promessa o dazione indebita di somme di danaro o di altre utilità in favore del pubblico ufficiale che sia sinallagmaticamente connessa all'esercizio della funzione, ancorché finalizzata al compimento di un unico e specifico atto non contrario ai doveri di ufficio, non richiedendosi necessariamente che l'asservimento dell'agente all'interesse privato si sia protratto nel tempo.

Cassazione penale , sez. VI , 08/01/2021 , n. 10084

In tema di corruzione, nella nozione di altra utilità rientrano anche le prestazioni di natura non patrimoniale, assumendo rilievo, quale oggetto della dazione o promessa, qualsiasi vantaggio materiale o morale, che costituisca la controprestazione posta a base dell'accordo corruttivo e si trovi in un rapporto di proporzionale corrispettività rispetto all'esercizio dei poteri o della funzione, ovvero al compimento dell'atto contrario ai doveri d'ufficio. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto che erroneamente era stata ritenuta la sussistenza del reato di corruzione per il solo fatto che un professore universitario avesse ricevuto un incarico professionale da parte di un ente di natura pubblica e, in concomitanza con tale fatto, era stato conferito un incarico di insegnamento universitario, a titolo gratuito, al Presidente del consiglio di amministrazione del predetto ente, senza che fosse ravvisabile alcun rapporto di proporzionalità nell'ipotizzato scambio di utilità fra i predetti soggetti).

Cassazione penale , sez. VI , 08/01/2021 , n. 7007

In tema di corruzione per l'esercizio della funzione, benché la proporzionalità tra le prestazioni non sia un elemento costitutivo del reato, tuttavia l'irrisorietà dell'utilità conseguita rispetto alla rilevanza dell'atto amministrativo compiuto, rileva sul piano probatorio dell'esistenza del nesso sinallagmatico con l'esercizio della funzione, il cui mercimonio integra il disvalore del fatto punito dall' art. 318 c.p. (In motivazione, la Corte ha precisato che la verifica della corrispettività si impone come elemento discretivo tra le condotte penalmente rilevanti e quelle che possono assumere mero rilievo disciplinare).

Cassazione penale , sez. VI , 21/10/2020 , n. 16781

In tema di corruzione, lo stabile asservimento del pubblico ufficiale ad interessi personali di terzi, con episodi sia di atti contrari ai doveri d'ufficio che di atti conformi o non contrari a tali doveri, configura un unico reato permanente, previsto dall' art. 319 c.p. , in cui è assorbita la meno grave fattispecie di cui all' art. 318 stesso codice, nell'ambito del quale le singole dazioni eventualmente effettuate, sinallagmaticamente connesse all'esercizio della pubblica funzione, si atteggiano a momenti consumativi di un unico reato di corruzione propria. (In applicazione del principio, la Corte ha ritenuto immune da censure la decisione con cui il giudice di merito aveva configurato come un unico reato di corruzione propria più fatti corruttivi posti in essere da un pubblico agente nel tempo succeduto nelle cariche di Ministro dell'Ambiente e di Ministro delle Infrastrutture, per un periodo non ricoprendo nessun incarico ministeriale, in quanto ritenuti manifestazione del medesimo accordo corruttivo stipulato con soggetti privati).

Cassazione penale , sez. VI , 07/10/2020 , n. 29549

In tema di corruzione, il compimento dell'atto da parte del pubblico ufficiale non appartiene alla struttura del reato e non assume rilievo ai fini della determinazione del momento consumativo, sicché, ove vi sia un solo accordo corruttivo che preveda una pluralità di atti da compiere, si configura un unico reato rispetto al quale gli atti posti in essere dal pubblico ufficiale costituiscono momenti esecutivi, che non danno luogo a continuazione, essendo quest'ultima ipotizzabile solo nel caso di pluralità di accordi corruttivi. (Fattispecie relativa a ripetute dazioni di danaro in favore di un agente di polizia penitenziaria, per remunerarlo delle periodiche consegne di beni non consentiti che egli operava in favore di alcuni detenuti, sulla base dell'intesa raggiunta con uno di essi).

Cassazione penale , sez. VI , 10/11/2020 , n. 1594

In tema di corruzione propria, l'inserimento del patto corruttivo nell'ambito dell'esercizio di un potere discrezionale non implica necessariamente l'integrazione dell'ipotesi di cui all' art. 319 c.p. , dovendosi verificare se l'atto sia posto in essere in violazione delle regole che disciplinano l'esercizio del potere discrezionale e se il pubblico agente abbia pregiudizialmente inteso realizzare l'interesse del privato corruttore. (In motivazione, la Corte ha precisato che la mera ricezione di denaro in ragione del compimento dell'attività discrezionale, può integrare il reato di cui all' art. 318 c.p. qualora l'atto compiuto realizzi ugualmente l'interesse pubblico e non sia stato violato alcun dovere specifico).

Cassazione penale , sez. VI , 22/10/2019 , n. 18125

In tema di reati contro la pubblica amministrazione, ai fini della configurabilità della qualifica di amministratore di fatto in capo all'agente, è necessario che il medesimo abbia concretamente svolto,