top of page

Rapina: può ritenersi esteso in "malam partem" all’estorsione il peculiare regime previsto per il bilanciamento tra circostanze

Rapina

Cassazione penale sez. II, 10/10/2023, n.49940

Il rinvio operato, quanto alle aggravanti applicabili al delitto di estorsione, dall'art. 629, comma 2, c.p. all'art. 628, ultimo comma, c.p. deve intendersi riferito, a seguito delle modifiche apportate dalla l. 15 luglio 2009, n. 94, all'attuale comma terzo dell'art. 628 c.p. e non al comma quinto, concernente il concorso tra aggravanti e attenuanti. (In motivazione, la Corte ha, altresì, precisato che, nel silenzio normativo, non può ritenersi esteso in "malam partem" al delitto di estorsione il peculiare regime previsto, per il bilanciamento tra circostanze nel delitto di rapina, dall'art. 628, comma 5, c.p., che sottrae alla comparazione le aggravanti di cui ai numeri 3, 3-bis, 3-ter e 3-quater di tale disposizione).

Rapina: configurabilità della rapina impropria consumata

Rapina impropria: La violenza segue sempre alla sottrazione del bene

Rapina impropria: è tentata quando l'imputato non riuscendo a sottrarre i beni utilizzi la violenza per tentare la fuga

Rapina impropria: può concorrere con il reato di resistenza a pubblico ufficiale

Rapina: sull'aggravante dell'art. 628 comma 3 n. 3 bis

Rapina: sul concorso di aggravanti comuni e aggravanti ad effetto speciale

Rapina: condanna per sottrazione del cellulare alla vittima di una truffa per impedirgli di chiamare i soccorsi

Rapina: violenza verbale e percosse finalizzate alla sottrazione di beni sono elementi costitutivi del reato

Rapina impropria: sugli elementi costitutivi

Rapina: è aggravata se commessa all'interno di capannone adibito a rimessa di automezzi aziendali

Rapina: sui rapporti con il reato di furto con strappo

Rapina: in caso di utilizzo di un “taglierino” è configurabile l'aggravante dell'uso dell'arma

Hai bisogno di assistenza legale?

Prenota ora la tua consulenza personalizzata e mirata.

 

Grazie

oppure

PHOTO-2024-04-18-17-28-09.jpg

La sentenza integrale

RITENUTO IN FATTO 1. Con l'impugnata sentenza il Gup del Tribunale di Cremona, in esito a giudizio abbreviato, dichiarava A.F. colpevole dei delitti di estorsione aggravata e maltrattamenti in famiglia ascrittigli in rubrica e, concesse le attenuanti generiche e riconosciuto il vincolo della continuazione, lo condannava alla pena finale di anni tre, mesi quattro di reclusione ed Euro 4mila di multa. 2. Ha proposto ricorso per Cassazione il Procuratore Generale della Repubblica di Brescia il quale ha dedotto: 2.1 la violazione dell'art. 69 c.p. per avere il giudice omesso di effettuare il giudizio di comparazione in presenza di concomitanti circostanze eterogenee, applicando dapprima l'aumento di pena previsto per l'estorsione aggravata e successivamente operando sulla stessa la riduzione per le circostanze ex art. 62 bis c.p.; 2.2 la violazione dell'art. 442 c.p.p., comma 3, in quanto il Gup effettuava una riduzione per il giudizio abbreviato inferiore ad un terzo in relazione alla pena pecuniaria. CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Il ricorso è fondato e merita accoglimento. Questa Corte ha chiarito che il rinvio operato dall'art. 629 c.p. comma 2 all'art. 628 c.p., ultimo capoverso, quanto alle circostanze aggravanti applicabili al delitto di estorsione, deve intendersi riferito, dopo le modifiche apportate dalla L. 15 luglio 2009, n. 94 all'attuale comma 3 della disposizione normativa prevista per il delitto di rapina e non al comma 4 concernente il concorso fra circostanze attenuanti e aggravanti (Sez. 2, n. 18742 del 17/01/2014, Rv. 259651- 01; n. 13239 del 23/03/2016, Rv. 266662 - 01). Deve essere, altresì, precisato che, nel silenzio normativo, alla fattispecie d'estorsione non può ritenersi esteso in malam partem il peculiare e deteriore regime previsto in tema di bilanciamento per il delitto ex art. 628 c.p., che sottrae alla comparazione le circostanze privilegiate di cui ai nn. 3, 3bis, 3 ter, 3 quater della disposizione. 1.1 Nella specie il giudice non ha fatto corretta applicazione dei principi in materia di bilanciamento tra circostanze eterogenee in quanto ha determinato la pena base per l'ipotesi di estorsione aggravata ai sensi dell'art. 628 c.p., comma 3, n. 3 bis, operando sulla stessa la riduzione conseguente al riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche in luogo di procedere alla simultanea comparazione di tutte le circostanze contestate e ritenute, secondo quanto disposto dall'art. 69 c.p.. A tanto consegue l'annullamento della sentenza impugnata quanto al trattamento sanzionatorio con rinvio alla Corte d'Appello di Brescia per nuovo giudizio che emendi le criticità ravvisate, dovendo ritenersi assorbito, in ragione della necessità di rideterminazione della pena, il secondo motivo in punto di illegale riduzione per la diminuente ex art. 442 c.p.p., comma 2. P.Q.M. Annulla la sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio e rinvia per nuovo giudizio sul punto ad altra Sezione della Corte di Appello di Brescia. Visto l'art. 624 c.p.p. dichiara la irrevocabilità della sentenza in ordine all'affermazione della penale responsabilità dell'imputato. In caso di diffusione del presente provvedimento omettere le generalità e gli altri dati identificativi, a norma del D.Lgs. n. 196 del 2003, art. 52, in quanto imposto dalla legge. Così deciso in Roma, il 10 ottobre 2023. Depositato in Cancelleria il 15 dicembre 2023
bottom of page