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Violenza sessuale sulla moglie: sussiste anche se la costrizione non è assoluta.

a cura della Dott.ssa Assunta Manfellotto.

Cassazione penale sez. III, 04/03/2021, n.19611

La Corte di Cassazione, con la sentenza in argomento, si è pronunciata su un caso di violenza sessuale commessa dal marito in danno della moglie.

La Corte ha sostenuto che sussiste il reato di violenza sessuale, non solo nel caso in cui la violenza esercitata dal coniuge sia tale da annullare la volontà del soggetto passivo, ma anche nel caso in cui tale volontà risulti semplicemente coartata.

Nello specifico, la Corte ha affermato che “ai fini della configurabilità del delitto di violenza sessuale, non si richiede che la violenza sia tale da annullare la volontà del soggetto passivo, ma é sufficiente che la volontà risulti coartata. Neppure é necessario che l'uso della violenza o della minaccia sia contestuale al rapporto sessuale per tutto il tempo, dall'inizio fino al congiungimento: é sufficiente, invece, che il rapporto sessuale non voluto dalla parte offesa sia consumato anche solo approfittando dello stato di prostrazione, angoscia o diminuita resistenza in cui la vittima é ridotta (Sez. 3, n. 3141 del 25/02/1994 Ascari, Rv. 198709). E il dissenso della vittima può essere desunto da una molteplicità di fattori anche a prescindere dalla esistenza di riscontri fisici sul corpo della vittima, essendo sufficiente la costrizione ad un consenso viziato (Sez.3, n. 24298 del 12/05/2010, Rv.247877)”.


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Cassazione penale sez
. III, 04_03_2021,
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