Sequestro per autoriciclaggio e onere motivazionale del giudice del riesame (Cass. Pen. n. 9490/2025)
- Avvocato Del Giudice
- 29 mar
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Con la sentenza n. 9490/2025, la Corte di Cassazione riafferma che in tema di misure cautelari reali, il Tribunale del riesame deve motivare in modo puntuale anche rispetto alle deduzioni difensive che incidono direttamente sul fumus del reato contestato.
L’omessa valutazione di fatti decisivi, come un accordo transattivo intervenuto tra imputato e curatela fallimentare, integra violazione di legge rilevante ai fini dell’annullamento del provvedimento cautelare.
Il fatto
Il Tribunale di Cagliari aveva respinto l’istanza di riesame proposta da R. avverso il sequestro preventivo disposto dal GIP per un importo pari a euro 587.312,21. Il sequestro era stato disposto in relazione a un’ipotesi di autoriciclaggio (art. 648-quater c.p.), contestata al ricorrente per aver distratto merci dalla ditta individuale "B. s.r.l." (di cui avrebbe gestito di fatto l’attività) e per averle commercializzate tramite la "B. s.r.l.", di cui era legale rappresentante.
La difesa aveva evidenziato, tra l’altro, l’intervenuto accordo transattivo con la curatela per un valore ben inferiore, nonché la mancata valutazione dell’effettiva qualità di amministratore di fatto in capo al ricorrente.
La decisione della Corte
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Cagliari, rilevando che i giudici del riesame avevano omesso di motivare su aspetti centrali delle censure difensive, quali:
La transazione intercorsa tra l’indagato e la curatela fallimentare, con rinuncia della stessa al sequestro conservativo in sede civile.
La significativa differenza tra il valore delle rimanenze stimato dalla curatela (oltre 587.000 euro) e quello accertato successivamente (circa 172.000 euro).
L’assenza di elementi concreti e attuali che potessero fondare la qualifica di amministratore di fatto in capo al ricorrente per il periodo successivo alla cessazione della procura institoria.
Secondo la Corte, la motivazione del Tribunale è risultata meramente assertiva e carente, soprattutto in relazione al fumus del reato di autoriciclaggio, oggetto della misura cautelare.
Il principio di diritto
In tema di sequestro preventivo, la Corte di Cassazione afferma che il Tribunale del riesame, a fronte di specifiche deduzioni difensive incidenti sul fumus commissi delicti, è tenuto a motivare in modo completo, coerente e ragionevole, pena l’annullamento per violazione di legge.
La valutazione del giudice deve estendersi anche agli elementi documentali che contraddicono l’ipotesi accusatoria, soprattutto quando concernono la provenienza e il valore dei beni oggetto del sequestro.