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Condanna per lesioni aggravate al coniuge: sentenza del Tribunale di Larino

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Tribunale di Larino, 5 agosto 2024, n. 331 - Giudice Di Nino

In tema di lesioni aggravate in ambito coniugale, segnaliamo ai lettori la pronuncia con cui il Tribunale di Larino ha condannato un marito per lesioni ai danni della moglie. La sentenza afferma che la deposizione della parte lesa e i riscontri medici rappresentano prova adeguata e credibile per accertare la responsabilità penale in capo all’imputato. La pena, stabilita in sei mesi di reclusione, include il risarcimento del danno alla parte civile.

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La sentenza integrale

RAGIONI IN FATTO E IN DIRITTO DELLA DECISIONE
Con decreto che dispone il giudizio emesso in data 20.01.2020, regolarmente notificato, Fe.Ab. è stato chiamato a rispondere del reato di cui al capo di imputazione a lui ascritto, così come meglio specificato in epigrafe. Successivamente alla prima udienza dell'1.10.2020, alla quale è stata dichiarata l'assenza dell'imputato e sono state ammesse le prove come richieste dalle parti, sono state celebrate alcune udienze di istruttoria dibattimentale per l'escussione dei testi del P.M., e il processo è pervenuto all'udienza del 23.05.2025 per il completamento dell'istruttoria e la discussione. Il P.M., la parte civile e il difensore hanno concluso come da verbale e il Tribunale, all'esito della camera di consiglio, ha pronunciato sentenza come da dispositivo per le seguenti motivazioni.

Il processo scaturisce dalla denuncia querela sporta da Be.To. per i fatti verificatisi in Guglionesi in data 31.10.2018. Escussa in dibattimento la persona offesa costituita parte civile ha ricostruito lo svolgersi dei fatti secondo la seguente dinamica e rappresentando, utilizzando proprio le seguenti espressioni, quanto segue.

Fe.Ab. è suo marito e si sono sposati il 28.04.2018 in Marocco, perché lui è italiano, ma di origine marocchina. Lei è venuta in Italia nel 2018 ad ottobre, il giorno 6, per il ricongiungimento familiare, ma quando è venuta lo ha chiamato al telefono e lui non rispondeva, non è andata a prenderla all'aeroporto di Napoli, ed ha confermato ciò ulteriormente, in quanto lei è stata con la sua mamma e babbo in Marocco. La sua mamma le ha dato i soldi per il biglietto ed ha detto: "vai, lui ti prende là", perché lei non conosce l'italiano e non sa dove andare. Ha detto lei: "vai a Napoli, all'aeroporto si trova vicino all'aeroporto", ma quando è venuta lei, ha chiamato lui e non ha risposto, e lei ha chiamato una cugina di sua madre, è lei che l'ha aiutata a prendere l'hotel a Napoli vicino alla stazione perché lei non capisce l'italiano. Ha confermato, quindi, di essere andata in hotel e poi di essere andata a Campobasso, ha preso un taxi ed è andata a casa di suo marito, a Guglionesi, dove abita con il fratello. Alla domanda del P.M. relativa a cosa è successo lì, ha risposto che quando è arrivata lui le ha detto che aveva già parlato con la sua mamma e le aveva detto di non venire, perché lui ha la sua vita e basta, e lui non vuole essere sposato a lei. Lei ha cercato delle spiegazioni, perché non glielo ha detto prima, non lo avrebbe sposato, lei ha lasciato i suoi genitori e la scuola in Marocco, l'università. Ha continuato il suo racconto Be.To. di avergli detto di non sapere dove andare, perché non conosceva nessuno lì. È venuto poi suo zio che abita lì vicino e le ha chiesto dove va, lei ha chiamato la cugina di sua mamma, perché abita in Italia, a Lecce, ed ha appoggiato la sua valigia, in quanto è stata due giorni a casa di suo zio e lui non è andato da lei. Dopo due o tre giorni lui è andato da lei e le ha detto: "guarda io faccio finire questo, io vado a Marocco faccio divorzio e te fai come ti pare non me interessa. Guarda vai con me al Questura e dici che sei entrata in Italia", lei gli ha detto: "Va bene, vengo con te ma io non lo so dove", e suo zio ha parlato con lui e gli ha detto: "portala bene e va con lei a Questura e non lascia lei in mezzo a strada". Sono andati in Questura dove le hanno fatto firmare un foglio, e poi sono tornati a casa dove lei ha litigato con suo fratello. La cugina di lui le ha dato tanto una mano, esce sempre con lei a Guglionesi. Circa cosa sia accaduto poi il 31.10.2018, ha risposto che è stata un mese con queste persone, e sua cugina le ha detto di andare da suo marito, di parlare con lui per trovare una soluzione. Ha preso le sue valige ed è andata da lui e ha detto: "guarda che facciamo?", quando ha sentito la sua voce lui non è andato ad aprire e meno male che c'era la sorella di lui, che ha aperto la porta e le ha dato una mano con le valige, poi lui ha chiamato suo cugino al telefono e gli ha detto: "guarda no lascia a lei quando lei in Italia non capisce non capisce niente, fai qualcosa almeno aggiusta la tua situazione e dopo porta al Marocco o fa qualcosa, no lascia a lei, dove, a sue zii tutto, no lo tratto tutto". Ha confermato che lui ha buttato le valige per le scale con i piedi, poi lei si è seduta al tavolo ed ha parlato con lui e gli ha detto: "guarda parla con mio cugino", ci ha parlato e gli ha detto: "guarda io non voglio questo matrimonio, non lo voglio io lei perché c'ho la vita mia". Ha detto che ha la sua fidanzata e adesso è incinta. Ha detto che non sarebbe entrata con quelle cose, lei ha preso il telefono ed ha fatto per tirarlo, poi lui l'ha presa per i capelli, e lei ha urlato, perché lui è grosso, lei ha urlato e lui le ha detto: "zitta che c'è gente e fatto le mani così che c'è anello, luì fatto aprire con tutto gli occhi questa", ha confermato che l'ha picchiata sul volto con la mano, e alla spalla che le ha fatto male, e le ha dato un pugno all'occhio. Lei ha urlato, è venuto suo fratello e lo ha fatto calmare. Dopo ha preso una bottiglia e l'ha buttata e le ha detto: "guarda sei qui a Italia io tifai morire e qui a Guglionesi ti faccio a (…), nessuno ti trova qui, ti faccio morire e nessuno ti trova qui". Poi sono arrivati i Carabinieri e le hanno detto di andare il giorno successivo. Lei è tornata dai suoi zii e il giorno successivo è andata dai Carabinieri. La cugina poi le ha consigliato di andare ad uno studio medico, la dottoressa poi l'ha portala al pronto soccorso di Termoli. Le hanno fatto un esame della spalla e una cosa alle orecchie. Ha confermato di essere andata prima alla guardia medica di Guglionesi, la quale ha chiamato l'ambulanza, perché aveva l'occhio gonfio e la spalla, ed è andata all'ospedale di Termoli. Circa quali lesioni ha riportato, ha risposto alla spalla e all'occhio. Ha precisato che era presente il fratello e la sorella di suo marito quando l'ha aggredita, il fratello Ha.Fe. e la sorella Hi.Fe.

Ha confermato che quando suo marito l'ha aggredita la sorella di lui è svenuta, e lui l'ha portata al pronto soccorso. Lei poi è andata ad abitare a Campobasso in un centro antiviolenza per donne, dopo ha conosciuto una ragazza marocchina che abita a (…) e si è trasferita, adesso abita a (…), vicino a (…), (si legga la deposizione testimoniale della persona offesa costituita parte civile Be.To.).

All'esito dell'istruttoria dibattimentale deve dirsi acclarata in dibattimento, oltre ogni ragionevole dubbio, la penale responsabilità dell'odierno imputato Fe.Ab. in ordine al delitto di lesioni gravi a lui ascritto al capo di imputazione, essendo stato acquisito agli atti processuali il referto del Pronto Soccorso dell'Ospedale San Timoteo di Termoli del 01.11.2018 delle ore 16.02, recante: "Trauma confusivo alla spalla dx e arcata zigomatica omolaterale", con prognosi di giorni 7 (cfr. il referto medico in questione dell'1.11.2018 acquisito all'udienza dell'1.10.2020). La deposizione della persona offesa deve ritenersi attendibile e credibile in relazione alle lesioni alla stessa cagionate il 31.20.2018 presso l'abitazione di Fe.Ab., stante in particolare la corrispondenza tra la tipologia di lesioni descritte dalla persona offesa durante la deposizione testimoniale e la diagnosi riportata nel referto medico ospedaliero dell'1.11.2018 e negli ulteriori certificati medici, quali quelli della Guardia medica di Guglionesi e del 118. Più precisamente, Be.To. ha riferito nei dettagli circa i litigi intercorsi con Fe.Ab., presso l'abitazione di quest'ultimo e il colpo sferratole all'occhio, dalla mano di Fe. che aveva un anello, e quello alla spalla, e che al pronto soccorso di Termoli le hanno fatto degli esami all'occhio e alla spalla proprio. Il referto del pronto soccorso, inoltre, reca quali cause e circostanze dell'evento: "La pz. riferisce di essere stata aggredita da persona a lei nota", e nell'anamnesi prossima si legge: "La pz. giunge in PS, accompagnata dai sanitari del 118, per riferita aggressione da parte del marito". Tra le prestazioni vi sono: RX arcata zigomatica destra e RX spalla destra. La diagnosi è stata: "Trauma confusivo spalla FDX e arcata zigomatica omolaterale", con giorni di prognosi 7 (cfr. altresì, il referto del 118 ed il referto della guardia medica di Guglionesi). Inoltre, il referto della guardia medica di Guglionesi reca quanto segue: "Si reca in data odierna presso la sede della guardia medica di Guglionesi tale BE.TO. (…) la quale non parla italiano pertanto in contatto telefonico con il cugino NA.JO. (generalità da lui riferite) che dichiara di abitare a Lecce, lo stesso mi riferisce che la paziente sarebbe stata percossa dal marito in data 31/10/2018 e nella stessa data sarebbero stati allertati i carabinieri i quali avrebbero richiesto il certificato medico da riportare in caserma in data odierna (01/11/18). OMISSIS", "la paziente lamenta, con gesti, forte dolore alla spalla dx ed al collo perché (sempre da riferimenti del supposto cugino) sarebbe stata percossa ed avrebbe ed avrebbe subito tirate di capelli in zona occipitale. La paziente appare limitata nel movimento di (parola incomprensibile) ed extrarotazione della spalla dx che risulta peraltro tumefatta. All'ispezione al volto si osserva a dx lieve tumefazione zigomatica con piccola (2 cm circa) escoriazione (parola incomprensibile). Si notano inoltre 3 graffi in corrispondenza della parte distale dell'avambraccio sx a livello del quale presenta un bracciale in acciaio. Alla luce di tali riscontri ritengo opportuno che la paziente venga visitata in PS per ulteriori accertamenti al fine di escludere lesioni interne ed eventuale frattura in corrispondenza della spalla dx" (cfr. il referto della guardia medica di Guglionesi dell'1.11.2018 acquisito al fascicolo del dibattimento all'udienza dell'1.10.2020).

Sussistono, pertanto, nella fattispecie riscontri oggettivi circa la attendibilità di Be.To., e quale ulteriore elemento fattuale la circostanza che la stessa in data 2.11.2018 è stata alloggiata presso la casa rifugio (…), (cfr. il documento acquisito all'udienza del 23.05.2024) ed il reato di lesioni è comprovato agli atti per mezzo di referti medici citati. Essendo la deposizione della persona offesa attendibile e credibile, in relazione all'aggressione subita in data 31.10.2018 e alle lesioni alla stessa cagionate, si ritiene integrato il delitto di lesioni gravi ascritto al capo di imputazione.

Tali essendo gli estremi della vicenda, visto l'art. 133 c.p. si ritiene congrua nei confronti di Fe.Ab. la pena di mesi 6 di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno nei confronti della costituita parte civile da liquidarsi in separata sede (pena così determinata: pena base per il reato di cui all'art. 582 c.p., cioè mesi 6 di reclusione, essendo le circostanze generiche di cui all'art. 62 bis c.p. ritenute equivalenti alla contestata aggravante di cui all'art. 585 c.p.).

P.Q.M.
Visti gli artt. 533 e 535 c.p.p. dichiara Fe.Ab. colpevole del delitto a lui ascritto e, concesse le circostanze attenuanti generiche di cui all'art. 62 bis c.p. ritenute equivalenti alla contestata aggravante, lo condanna alla pena di mesi 6 di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali.

Visti gli artt. 538 e ss. c.p.p. condanna Fe.Ab. al risarcimento dei danni nei confronti della costituita parte civile Be.To., da liquidarsi in sede civile, oltre al pagamento delle spese processuali che quantifica in Euro. 1.008,67 per compensi, oltre spese forfettarie al 15 per cento, IVA e CPA come per legge, da versarsi in favore dell'Erario.

Motivi riservati in giorni 90.

Così deciso in Larino il 23 maggio 2024.

Depositata in Cancelleria il 5 agosto 2024.

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