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Reati Fallimentari

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Bancarotta semplice

La bancarotta semplice rappresenta una delle forme di bancarotta disciplinate dalla legge fallimentare e, sebbene meno grave della fraudolenta, costituisce comunque una fattispecie da non sottovalutare.

Si inserisce in quel quadro di misure legislative volte a garantire che l'insolvenza delle imprese venga gestita in modo responsabile, soprattutto in un contesto economico sempre più complesso, dove l’equilibrio tra il rischio imprenditoriale e il rispetto delle regole diventa fondamentale.

Il fallimento, infatti, non solo colpisce l'imprenditore, ma ha ripercussioni su dipendenti, fornitori e creditori, creando un effetto domino che può destabilizzare interi settori economici.

È in questo contesto che si inserisce l'art. 217 L.F. che disciplina il reato di bancarotta semplice e che mira a punire chi, pur senza dolo, adotta comportamenti imprudenti o negligenti aggravando la situazione finanziaria dell’impresa.

Secondo dati della Banca d’Italia, il numero di fallimenti in Italia è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, con oltre 12.000 procedure avviate solo nel 2022, evidenziando quanto sia centrale il tema della responsabilità nella gestione d’impresa.


Cos'è il reato di bancarotta semplice?

Il reato di bancarotta semplice è disciplinato dall’art. 217 della Legge Fallimentare italiana (R.D. 16 marzo 1942, n. 267) e prevede sanzioni per quegli imprenditori falliti che, per colpa o per condotta irragionevole, abbiano contribuito al dissesto della propria impresa.

Ciò significa che non è necessario che vi sia un comportamento doloso, come accade invece per la bancarotta fraudolenta: qui il centro della questione è l’imprudenza o la negligenza.

Tra le condotte tipiche che possono configurare la bancarotta semplice troviamo:

  1. spese personali eccessive: l’imprenditore utilizza risorse aziendali per scopi personali non necessari;

  2. il ritardato ricorso al fallimento: l'imprenditore continua a operare anche quando l'insolvenza è già conclamata, peggiorando la situazione;

  3. tenuta irregolare dei libri contabili: non rispettare l’obbligo di tenere una contabilità corretta può portare alla bancarotta semplice.

Pensiamo, ad esempio, all'imprenditore che, nonostante una crisi economica conclamata, decida di finanziare spese personali o investimenti non strategici per la propria azienda, contribuendo così ad aumentare il debito nei confronti dei creditori. Queste condotte, anche se non intenzionali, possono peggiorare la situazione finanziaria, causando un danno maggiore per tutti gli stakeholder coinvolti.


Elementi costitutivi della bancarotta semplice

Per configurare il reato di bancarotta semplice, è necessario che sussistano le seguenti condizioni:

  • la dichiarazione di fallimento: il reato può essere contestato solo in presenza di una sentenza dichiarativa di fallimento dell’imprenditore;

  • comportamenti colposi o negligenti: l’imprenditore deve aver tenuto condotte che, pur non essendo fraudolente, dimostrano una mancanza di cura nella gestione della società o negli obblighi contabili.

  • danno per i creditori: le condotte dell’imprenditore devono aver cagionato, o contribuito, all’aggravamento della situazione economica della società, rendendo più difficoltosa la soddisfazione delle pretese dei creditori.

Una delle questioni centrali nel valutare il reato è stabilire in che misura le azioni dell’imprenditore abbiano effettivamente aggravato il dissesto economico. Recenti studi economici dimostrano che le cattive gestioni aziendali possono pesare fortemente sulla capacità di recupero dei creditori: secondo il rapporto Cerved 2023, il recupero medio per i creditori in caso di fallimento si attesta solo al 28% del credito originario.


Differenze con la bancarotta fraudolenta

A differenza della bancarotta semplice, la bancarotta fraudolenta prevede comportamenti dolosi e ingannevoli, come la sottrazione di beni aziendali, l’occultamento di documenti contabili o la falsificazione delle scritture contabili. La bancarotta semplice, invece, si basa su comportamenti colposi o negligenti, come una cattiva gestione o l’inosservanza di obblighi di legge. Di conseguenza, anche le pene previste sono generalmente più lievi.


Le pene previste per la bancarotta semplice

Il reato di bancarotta semplice è punito con:

  • la reclusione da sei mesi a due anni;

  • la pena accessoria dell'interdizione dall’esercizio di un’impresa commerciale e l'incapacità di esercitare uffici direttivi per un periodo di tempo determinato.

In alcuni casi, come quando l’imprenditore non tiene regolarmente i libri contabili, è prevista l’applicazione di pene ulteriori.


Difendersi dall’accusa di bancarotta semplice

Difendersi da un’accusa di bancarotta semplice richiede una strategia difensiva precisa e ben articolata, fondata su un’analisi approfondita delle circostanze che hanno portato alla dichiarazione di fallimento. A differenza della bancarotta fraudolenta, che si basa su comportamenti dolosi, la bancarotta semplice è spesso frutto di errori gestionali o condotte colpose che, pur non essendo intenzionali, possono aggravare il dissesto finanziario dell’impresa. Di seguito, analizziamo le principali strategie difensive per chi si trova a dover affrontare questo tipo di accusa.

1. Dimostrare l’assenza di colpa o negligenza

Per difendersi da un’accusa di bancarotta semplice può risultare efficace dimostrare che le condotte contestate non derivano da negligenza, ma da circostanze imprevedibili e straordinarie, che non potevano essere evitate anche con una gestione oculata. Situazioni di crisi economica generale, difficoltà di mercato, o eventi imprevisti come catastrofi naturali o crisi sanitarie possono essere argomenti validi per giustificare le difficoltà dell'impresa e l’inevitabile fallimento, riducendo o eliminando la responsabilità personale dell’imprenditore.


2. Dimostrare la corretta gestione dell’impresa

Un’altra efficace linea difensiva consiste nel dimostrare che l’imprenditore ha operato in buona fede e che ha adottato tutte le misure necessarie per garantire la regolarità della gestione aziendale e contabile. La regolare tenuta dei libri contabili e l’osservanza dei doveri fiscali e amministrativi possono costituire prove decisive a favore dell’imprenditore. In particolare, è possibile difendersi dimostrando che eventuali omissioni o irregolarità nei registri contabili sono state sporadiche o comunque non sufficienti a configurare una colpa grave.


3. Dimostrare l’assenza di aggravamento del dissesto

Per configurare il reato di bancarotta semplice, è necessario che le condotte contestate abbiano effettivamente contribuito ad aggravare la situazione di dissesto dell’azienda. Se l’imprenditore è in grado di dimostrare che tali condotte non hanno causato alcun danno concreto ai creditori, o che la situazione economica dell’impresa non si è aggravata a seguito delle sue azioni, la sua posizione può risultare notevolmente rafforzata. Questo è possibile, ad esempio, se si riesce a provare che l’insolvenza era già inevitabile e che le azioni contestate non hanno modificato in maniera sostanziale la situazione finanziaria della società.


4. Richiedere una consulenza tecnica

In molti casi, la difesa può decidere di effettuare una consulenza tecnica contabile per verificare la reale situazione finanziaria dell’impresa e per analizzare in modo tecnico le cause del fallimento. Una consulenza tecnica che dimostri la regolarità della gestione aziendale o che attesti che il dissesto economico era inevitabile per cause estranee alla volontà dell’imprenditore può costituire una prova essenziale per respingere l’accusa di bancarotta semplice.


5. Collaborazione con i creditori e piani di ristrutturazione

Un ulteriore aspetto da considerare nella difesa contro l’accusa di bancarotta semplice è la condotta tenuta dall’imprenditore nei confronti dei creditori. L’adozione di comportamenti collaborativi, come la proposta di piani di ristrutturazione del debito o accordi per facilitare il recupero delle somme dovute, può essere interpretata favorevolmente dai giudici e dimostrare la buona fede dell’imprenditore. Anche se queste azioni non evitano la dichiarazione di fallimento, possono costituire un fattore mitigante in sede di giudizio.


6. Assistenza legale specializzata

Un aspetto fondamentale per difendersi efficacemente da un’accusa di bancarotta semplice è affidarsi a un avvocato esperto in diritto fallimentare. Solo un professionista con esperienza specifica in questa materia è in grado di analizzare la documentazione, individuare le possibili lacune investigative e costruire una strategia difensiva su misura per il caso concreto.



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