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Cessione e detenzione di stupefacenti: esclusione del concorso di reati e limiti di valutazione in Cassazione (Cass. Pen. n. 10739/2025)

cannabis

Con la sentenza n. 10739/2025, la Corte di Cassazione chiarisce i limiti entro cui il giudice di legittimità può valutare l’applicazione dell’istituto della continuazione tra i reati di cessione e detenzione di sostanze stupefacenti, ribadendo l'inammissibilità del ricorso qualora tale questione non sia stata dedotta in appello.


Il fatto

S. veniva condannato dalla Corte d’Appello di Palermo con sentenza dell’11 settembre 2024 per il reato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti (art. 73 d.P.R. 309/1990), per fatti avvenuti il 13 agosto 2019 nel quartiere Ballarò di Palermo.

La condanna prevedeva la pena di 10 mesi di reclusione e una multa di 1400 euro, oltre alla confisca e distruzione delle sostanze sequestrate.


La decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Spampinato, in quanto:

La doglianza relativa all’assorbimento del reato di cessione nel più grave reato di detenzione non era stata dedotta nei motivi di appello, e dunque non poteva essere sollevata per la prima volta in Cassazione.

In tema di stupefacenti, l’assorbimento tra le diverse condotte può essere riconosciuto solo quando costituiscono manifestazione del potere di disposizione della medesima sostanza e sono realizzate contestualmente o senza soluzione di continuità per un unico fine.

L'accertamento di tale circostanza costituisce una valutazione di merito, riservata al giudice di appello e non sindacabile in sede di legittimità.


Il principio di diritto

La Corte ribadisce che la questione relativa all'assorbimento del reato di cessione nel reato di detenzione non può essere esaminata dalla Cassazione se non è stata dedotta con i motivi di appello.

Inoltre, l’assorbimento è escluso se le condotte incriminate non costituiscono un’unica manifestazione di disposizione della medesima sostanza, essendo necessario un unico disegno criminoso e la continuità delle azioni.

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