top of page

Le sentenze della Corte di Cassazione in tema di reati contro il patrimonio

Seleziona il reato e filtra le sentenze

Cassazione penale sez. VI, 24/04/2024, n.24717

Peculato: condannato medico in regime "intramoenia" che non versa all'azienda sanitaria quanto di spettanza

Integra il delitto di peculato la condotta del medico dipendente di un ospedale pubblico il quale, svolgendo in regime di convenzione attività intramuraria, dopo aver riscosso l'onorario dovuto per le prestazioni, omette poi di versare all'azienda sanitaria quanto di spettanza della medesima, in tal modo appropriandosene, a condizione che la disponibilità del denaro sia legata all'esercizio dei poteri e dei doveri funzionali del medesimo, e non derivi da un affidamento devoluto solo intuitu personae ovvero da una condotta contra legem. (In applicazione del principio, la Corte ha annullato con rinvio la sentenza impugnata per non aver chiarito se l'imputata, svolgendo le prestazioni sanitarie presso il proprio studio professionale, avesse previamente attivato la procedura di intra moenia allargata, cui era autorizzata, trattenendo quanto aveva riscosso in ragione del proprio ufficio, ovvero avesse operato al di fuori del rapporto con l'amministrazione, in violazione delle norme contrattuali e disciplinari ad esso inerenti).

Cassazione penale sez. III, 14/12/2022, n.381

Dichiarazione infedele: reato istantaneo perfezionato con la dichiarazione annuale, irrilevante la comunicazione IVA

Il delitto di dichiarazione infedele ha natura di reato istantaneo, che si perfeziona con la presentazione della dichiarazione annuale relativa a una delle imposte indicate nell'art. 4 d.lg. 10 marzo 2000, n. 74, non rilevando, ove sia presentata una dichiarazione ai fini IVA priva dell'indicazione di elementi attivi e passivi, la circostanza che tali dati siano ricavabili dalla coeva comunicazione annuale ai fini IVA di cui all'abrogato art. 8-bis d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322, in quanto si tratta di un documento semplificato in cui il contribuente riporta le risultanze complessive delle liquidazioni periodiche, senza tener conto delle eventuali operazioni di rettifica e di conguaglio.(In motivazione la Corte ha specificato che, non essendo detta comunicazione assimilabile alla "documentazione rilevante ai fini fiscali", non può trovare applicazione neppure la causa di non punibilità di cui all'art. 4, comma 1-bis).

Cassazione penale sez. III, 15/12/2023, n.11168

Violenza sessuale: il consenso non è valido se deriva da abuso delle condizioni di inferiorità

Ai fini della configurabilità del reato di violenza sessuale per abuso delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa (art. 609-bis, comma 2, n. 1, c.p.), non basta accertare che la vittima abbia apparentemente acconsentito all’atto sessuale. È necessario verificare se tale consenso sia il risultato di una strumentalizzazione delle condizioni di inferiorità della vittima da parte dell’autore del fatto.
L’abuso si configura quando:
a) L’autore sfrutta le condizioni di minorata capacità della vittima, quali la compromessa capacità di comprendere o resistere alla natura dell’atto sessuale.
b) La condotta dell’autore consiste in un’induzione: ovvero nel convincere la vittima a compiere o subire atti che altrimenti non avrebbe accettato.
c) Le condizioni di menomazione, che possono derivare da minore età, limitazioni evolutive, mentali o culturali, vengono utilizzate per ridurre la vittima a mezzo per soddisfare la libidine altrui.

Cassazione penale sez. VI, 18/01/2024, (ud. 18/01/2024, dep. 26/01/2024), n.3372

Riesame: se il collaboratore dichiara oltre il termine di 180 giorni, va sottoposto ad una verifica particolarmente penetrante della credibilità intrinseca ed estrinseca

In tema di dichiarazioni rese da collaboratore di giustizia, è necessario "un puntuale giudizio di attendibilità" di quel propalante che ha fornito quelle informazioni oltre il termine di centottanta giorni dalla manifestazione della volontà di collaborare. Il collaboratore va sottoposto ad una verifica "particolarmente penetrante" della credibilità intrinseca e non solo estrinseca delle sue dichiarazioni, da estendere anche alle ragioni della "tardività" di deposizioni rese.

Cassazione penale sez. VI, 28/11/2023, n.5636

Peculato e concorso dell'extraneus

In tema di peculato, l'estensione della responsabilità al concorrente extraneus ai sensi dell'art. 117 c.p. presuppone la prova della conoscibilità della qualifica soggettiva pubblicistica del concorrente intraneus, da accertare a titolo quanto meno di colpa in concreto. (Nella specie, la Corte ha annullato con rinvio la condanna affinché si verifichi la consapevolezza della qualifica di incaricato di pubblico servizio del direttore amministrativo di ACI Global s.p.a., esercente servizi di assistenza alla mobilità, tenuto conto che la "stabilizzazione" giurisprudenziale della controversa natura pubblicistica della controllante ACI s.p.a., per conto della quale il predetto ente operava, è avvenuta solo con la sentenza delle Sezioni Unite civ. n. 8673 del 2019, in epoca successiva ai fatti).

Cassazione penale sez. VI, 17/01/2024, n.2112

Misure cautelari: il fattore tempo (quando è rilevante l'arco temporale) diviene quindi un elemento distonico rispetto alla presunzione di perdurante pericolosità dell'indagato

Il fattore tempo (quando è rilevante l'arco temporale) diviene quindi un elemento distonico rispetto alla presunzione di perdurante pericolosità dell'indagato, destinato pertanto ad essere potenzialmente idoneo a vincere la suddetta presunzione.

Cassazione penale sez. V, 22/01/2024, n.3741

Contestazione di circostanze aggravanti nel furto: necessità di esplicita esposizione nel capo di imputazione

In tema di furto, non può considerarsi legittimamente contestata in fatto e ritenuta in sentenza la circostanza aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 7, c.p., configurata dall'essere i beni oggetto di sottrazione destinati a pubblico servizio, qualora nell'imputazione tale natura non sia esposta in modo esplicito, direttamente o mediante l'impiego di formule equivalenti. (In motivazione la Corte ha affermato che la citata circostanza aggravante ha natura valutativa, poiché impone una verifica di ordine giuridico sulla natura della "res", sulla sua specifica destinazione e sul concetto di pubblico servizio, la cui nozione è variabile in quanto condizionata dalle mutevoli scelte del legislatore).

Cassazione penale sez. VI, 24/01/2024, n.12156

Peculato: il medico addetto al servizio di guardia turistica è pubblico ufficiale

In tema di peculato, riveste la qualifica di pubblico ufficiale il medico, anche se assunto con contratto a termine, addetto al servizio di "guardia turistica" - istituito nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale al fine di assicurare continuità assistenziale ai non residenti nei periodi di maggiore afflusso di presenze - poiché svolge l'attività per mezzo di poteri pubblicistici di certificazione, che si estrinsecano nella diagnosi e nella correlativa prescrizione di prestazioni a carico del Servizio stesso. (Fattispecie relativa ad appropriazione delle somme di danaro riscosse dai pazienti a titolo di contributo alla spesa sanitaria).

Cassazione penale sez. II, 16/11/2023, n.49984

Il giudice d’appello non deve rinnovare l’istruttoria se riforma per errore di diritto sulla procedibilità

Il giudice d'appello, che riformi la sentenza di non doversi procedere per tardività della querela, non è tenuto alla rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale ex art. 603, comma 3-bis, c.p.p., nel caso in cui il ribaltamento della decisione di primo grado non derivi da una diversa valutazione delle prove dichiarative, ma consegua a errore di diritto del primo giudice sulla sussistenza della condizione di procedibilità. (Fattispecie in tema di appropriazione indebita, aggravata ex art. 61, n. 11, c.p.).

Cassazione penale sez. VI, 09/04/2024, (ud. 09/04/2024, dep. 10/04/2024), n.14886

Mandato di Arresto Europeo: Partecipazione dell'imputato al processo

Finalità processuale del Mandato di Arresto Europeo (MAE): La sentenza chiarisce che il MAE può essere emesso non solo per eseguire una pena definitivamente irrogata, ma anche per consentire la partecipazione dell'imputato a un processo in corso in un altro Stato membro.

Limiti della competenza del giudice dello Stato di esecuzione: Il giudice dello Stato di esecuzione non può sindacare le valutazioni discrezionali che hanno portato all'adozione del MAE da parte del giudice dello Stato emittente.

Necessità della presenza dell'imputato: La presenza dell'imputato può essere richiesta per compiere atti istruttori che richiedono la sua partecipazione o anche solo per esercitare l'azione penale nei suoi confronti.

Esclusione della verifica della necessità della presenza: Non compete al giudice dello Stato di esecuzione verificare la necessità della presenza dell'imputato al processo in corso, poiché tale valutazione spetta all'Autorità giudiziaria dello Stato emittente.

Cassazione penale sez. V, 07/11/2024, n.43160

Confisca di prevenzione e legittimazione del terzo: rimessione alle Sezioni Unite

La questione di diritto posta alle Sezioni Unite riguarda la legittimazione del terzo intestatario fittizio a contestare i presupposti della confisca di prevenzione, in particolare la condizione di pericolosità del proposto, la sproporzione tra il valore dei beni e il reddito dichiarato, e la provenienza dei beni. La Corte richiama il contrasto giurisprudenziale tra un orientamento restrittivo, che limita le contestazioni del terzo alla fittizietà dell'intestazione, e uno più ampio, che ammette anche la contestazione dei presupposti soggettivi e oggettivi della confisca.

Cassazione penale sez. III, 18/11/2022, n.10726

Dichiarazioni integrative: applicabilità dell’art. 4 D.Lgs. 74/2000 per superamento delle soglie di punibilità

Anche le dichiarazioni integrative rientrano nel campo applicativo del D.Lgs. n. 74 del 2000, art. 4, qualora, ove siano superate le soglie di punibilità contemplate dal legislatore, le stesse introducano, come nella vicenda in esame, elementi attivi non conformi a quelli effettivi o elementi passivi inesistenti (o "fittizi", secondo la versione previgente della norma).

Cassazione penale sez. III, 06/06/2024, n.37642

Reati tributari: continuità normativa tra le versioni del reato di dichiarazione fraudolenta ex art. 3 D.Lgs. 74/2000

Vi è continuità normativa tra la precedente e la vigente versione del reato di cui all'art. 3, D.Lgs. n. 74 del 2000, costituendo, quella sostituita, una sotto-fattispecie della nuova ipotesi di reato che continua ad essere caratterizzato da struttura bifasica che presuppone la compilazione e presentazione di una dichiarazione mendace e la realizzazione di una attività ingannatoria prodromica.

Cassazione penale sez. I, 07/11/2024, n.43082

Espulsione dello straniero e tutela dei diritti fondamentali ai sensi dell’art. 8 CEDU

L’espulsione dello straniero come sanzione alternativa alla detenzione non può essere disposta quando comporta una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare garantito dall’art. 8 della Convenzione EDU.
Tale valutazione richiede un bilanciamento tra l’interesse pubblico alla sicurezza sociale e i diritti individuali dell’interessato, considerando la natura del reato, il livello di integrazione sociale e familiare, e il rischio di trattamenti inumani o degradanti nel Paese di origine.

Cassazione penale sez. II, 27/02/2024, (ud. 27/02/2024, dep. 08/03/2024), n.9950

Revisione penale: giudizio sulle nuove prove

Secondo il diritto vivente, non sussiste contrasto fra giudicati agli effetti dell'art. 630, comma 1, lett. a), cod. proc. pen. se i fatti posti a base delle due decisioni, attribuiti a più concorrenti nel medesimo reato, siano stati identicamente ricostruiti dal punto di vista del loro accadimento oggettivo e il diverso epilogo giudiziale sia il prodotto di difformi valutazioni di quei fatti - specie se dipese dalla diversità del rito prescelto nei separati giudizi e dal correlato, diverso regime di utilizzabilità delle prove - dovendosi intendere il concetto di inconciliabilità fra sentenze irrevocabili non in termini di mero contrasto di principio tra le decisioni, bensì con riferimento ad un'oggettiva incompatibilità tra i fatti storici su cui esse si fondano.

Cassazione penale, Sez. 5, 15/10/2024 n. 40884

Misure di prevenzione patrimoniale: il terzo può proporre incidente di esecuzione solo se escluso dal procedimento di confisca

In tema di misure di prevenzione patrimoniale, il terzo che rivendichi la legittima titolarità del bene confiscato chiedendone la restituzione può proporre incidente di esecuzione solo se non ha partecipato al procedimento di applicazione della misura patrimoniale, nel quale può svolgere le deduzioni e
chiedere l'acquisizione di ogni elemento utile ai fini della decisione sulla confisca, sicché, qualora il terzo, formalmente intestatario del bene, partecipi al giudizio di cognizione e non osservi l'onere di allegazione di cui all'art. 2-ter, comma quinto, della legge n. 575 del 1965, il ricorso all'incidente di esecuzione non è
consentito, in quanto servirebbe a porre in discussione il titolo non contestato dal soggetto posto in condizione di rivendicare il suo diritto sul bene e a riproporre in sede di esecuzione questioni già scrutinate dal giudice della prevenzione e che il ricorrente ben avrebbe potuto allegare al suo atto di intervento.

Cassazione penale sez. IV, 23/01/2024, n.7199

Guida sotto effetto di stupefacenti: necessità di prova dell'alterazione psicofisica oltre all'assunzione per la configurazione del reato

La condotta tipica della contravvenzione di cui all'art. 187 D.Lgs. n. 285 del 1992 non è quella di chi guida dopo avere assunto sostanze stupefacenti, bensì quella di colui che guida "in stato di alterazione psicofisica" determinato da tale assunzione e, pertanto, perché possa affermarsi la responsabilità dell'agente non è sufficiente provare che, precedentemente al momento in cui lo stesso si è posto alla guida, egli abbia assunto stupefacenti, ma altresì che egli guidava in stato di alterazione causato da tale assunzione.
Ciò richiede, quindi, non soltanto l'accertamento del dato storico dell'avvenuto uso di sostanze stupefacenti, ma anche quello dell'influenza sulle condizioni psico-fisiche dell'assuntore durante il tempo della guida del veicolo.
Tale ultimo accertamento può essere dimostrato attraverso gli esami biologici dimostrativi della avvenuta precedente assunzione dello stupefacente in associazione ai dati sintomatici rilevati al momento del fatto (con la valorizzazione delle deposizioni raccolte e del contesto in cui il fatto si è verificato), senza che sia però necessario espletare una specifica analisi medica.

Cassazione penale sez. III, 07/03/2024, n.18214

Omesso versamento di ritenute certificate: non basta l'invio all'ADE della dichiarazione del sostituto d'imposta

Ai fini della configurabilità del delitto di omesso versamento di ritenute dovute o certificate, di cui all'art. 10-bis d.lg. 10 marzo 2000, n. 74, nella formulazione risultante dalla parziale declaratoria di incostituzionalità effettuata dalla Corte costituzionale con sentenza n. 115 del 2022, non è sufficiente il solo inoltro, in via telematica, all'Agenzia delle entrate della dichiarazione del sostituto d'imposta, posto che tale adempimento non si traduce nella materiale consegna ai sostituiti della certificazione, né può ritenersi a questa equipollente.

Cassazione penale sez. III, 28/03/2024, n.18615

Dichiarazione fraudolenta con fatture false: rilevanza della falsità ideologica o materiale

In tema di frodi fiscali, è configurabile il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000, ogniqualvolta il contribuente utilizzi fatture o documenti che attestano operazioni in realtà non effettuate. La configurabilità del reato prescinde dal tipo di falsità, sia essa ideologica o materiale, in quanto il disvalore penale risiede nell’uso di documentazione che altera la veridicità delle dichiarazioni fiscali. Il reato si distingue da quello previsto dall’art. 3 dello stesso decreto, poiché quest’ultimo richiede una falsa rappresentazione delle scritture contabili e l’uso di altri mezzi fraudolenti, con l’obiettivo di ostacolare l’accertamento e raggiungere la soglia di punibilità.

Cassazione penale sez. V, 01/10/2024, n.40747

Maltrattamenti o atti persecutori? Cosa succede dopo la fine della convivenza

Nelle ipotesi di cessazione della convivenza "more uxorio", è configurabile il delitto di maltrattamenti in famiglia, e non invece quello di atti persecutori, solo quando tra i soggetti permanga un vincolo assimilabile a quello familiare, in ragione di una mantenuta consuetudine di vita comune o dell'esercizio condiviso della responsabilità genitoriale ex art. 337-ter cod. civ.

Cassazione penale sez. V, 17/01/2024, (ud. 29/09/2023, dep. 17/01/2024), n.2116

Minaccia: è sufficiente la sola attitudine della condotta ad intimorire, senza che sia necessario che uno stato di intimidazione si verifichi concretamente

ai fini dell'integrazione del reato in parola è sufficiente la sola attitudine della condotta ad intimorire, senza che sia necessario che uno stato di intimidazione si verifichi concretamente nella persona offesa

Cassazione penale sez. VI, 03/04/2024, n.21072

La confisca può essere disposta per l'intero nei confronti di ciascuno dei concorrenti se non è possibile individuare la singola quota di profitto

In presenza di un illecito plurisoggettivo, la confisca può essere disposta per l'intero importo del profitto nei confronti di ciascuno dei concorrenti, soltanto nel caso in cui la fattispecie concreta ed i rapporti economici ad essa sottostanti non consentano di individuare, allo stato degli atti, la quota di profitto concretamente attribuibile a ciascuno o la sua esatta quantificazione. (Fattispecie relativa al delitto di peculato, in cui la Corte ha annullato la statuizione sulla confisca diretta, rideterminandola nei confronti dei privati ricorrenti nella misura percentuale dell'indennizzo per eventi calamitosi conseguito da ciascuno, detratta la quota trattenuta dal pubblico funzionario).

Ottobre 2024 - Cassazione penale sez. V, 10/10/2024, n. 41541

Bancarotta fraudolenta: le operazioni dolose possono consistere nel sistematico inadempimento fiscale e previdenziale

In tema di bancarotta fraudolenta fallimentare, le operazioni dolose di cui all'art. 223, comma 2, n. 2,
legge fall. possono consistere nel sistematico inadempimento delle obbligazioni fiscali e previdenziali, frutto di una consapevole scelta gestionale da parte degli amministratori della società, da cui consegue il prevedibile aumento della sua esposizione debitoria nei confronti dell'erario e degli enti previdenziali.

Cassazione penale , sez. III , 09/05/2024 , n. 20028

Discarica abusiva: residui di lavorazione della pietra di ardesia non rientrano nei rifiuti di estrazione

In tema di discarica abusiva, i residui di lavorazione della pietra di ardesia provenienti dall'attività secondaria di taglio e spacco, effettuata, presso uno stabilimento esterno alla cava, da soggetto autorizzato alla sua coltivazione, non rientrano nel regime derogatorio dei rifiuti di estrazione di cui agli artt. 185, comma 2, lett. d), d.lg. 3 aprile 2006, n. 152 e 3, comma 1, lett. d), d.lg. 30 maggio 2008, n. 117 , ma devono ritenersi rifiuti ai sensi dell' art. 183, comma 1, lett. a), d.lg. cit. , come tali sottoposti alla disciplina generale e, pertanto, non abbancabili presso le apposite discariche autorizzate al deposito dei residui litoidi derivanti dall'attività estrattiva.

Cassazione penale sez. III, 30/01/2024, n.10461

Reati tributari: i proventi illeciti costituiscono reddito imponibile anche se utilizzati per ripianare debiti altrui

In tema di reati tributari, i proventi derivanti da attività illecite, quali l’appropriazione indebita di somme da parte di un amministratore di condominio, sono qualificabili come reddito imponibile ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. n. 74/2000 e dell’art. 1 del d.P.R. n. 917/1986, anche quando tali somme vengano successivamente reimpiegate per ripianare debiti di altri soggetti. La configurabilità del reddito imponibile è determinata dall’impossessamento delle somme, che integra un arricchimento personale del soggetto, indipendentemente dall'uso immediato delle stesse per coprire esposizioni debitorie.

Ottobre 2024 - Cassazione penale, Sez. 5 Num. 40862 Anno 2024

Bancarotta fraudolenta documentale: omessa contabilità e intento di danneggiare i creditori

In tema di bancarotta fraudolenta documentale per omessa tenuta della contabilità interna, lo scopo di recare danno ai creditori impedendo la ricostruzione dei fatti gestionali può essere desunto dalla complessiva ricostruzione della vicenda e dalle circostanze del fatto che ne caratterizzano la valenza fraudolenta colorando di specificità l'elemento soggettivo, che, pertanto, può essere ricostruito sull'attitudine del dato a evidenziare la finalizzazione del comportamento omissivo all'occultamento delle vicende gestionali.

Cassazione penale sez. II, 23/10/2024, n.40015

La truffa ai danni di Poste Italiane integra il reato aggravato

In tema di truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640-bis cod. pen.), il reato è perfezionato anche nel caso in cui il destinatario del danno sia un ente formalmente privato, come Poste Italiane S.p.A., qualora tale ente possa essere qualificato come ente pubblico.
La giurisprudenza prevalente attribuisce a Poste Italiane S.p.A. la qualifica di ente pubblico, poiché, nonostante la struttura formalmente privatistica, il capitale sociale è partecipato in misura maggioritaria dallo Stato e le sue funzioni sono strumentali al perseguimento di interessi generali di natura non commerciale o industriale. In tal modo, il danno subito da un simile ente si riflette sul patrimonio pubblico, giustificando l’applicazione dell’aggravante.

Cassazione penale sez. II, 09/10/2024, n.39205

Rapina, estorsione e sequestro di persona esclusi dalla causa di non punibilità ex art. 649 c.p., anche senza violenza

I reati consumati di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione sono esclusi dall'area di applicabilità della previsione dell'art. 649 cod. pen., pur se posti in essere senza violenza alle persone, bensì con la sola minaccia. (In motivazione, la Corte ha precisato che la causa di non punibilità per "ogni altro diritto contro il patrimonio" commesso con minaccia alle persone si applica solo alle ipotesi diverse da quelle nominativamente previste, rispetto alle quali non è richiamata la distinzione tra minaccia e violenza.

Ottobre 2024 - Cassazione penale sez. V, 40874/2024

Bancarotta fraudolenta: amministratore di fatto e requisiti di gestione continuativa e significativa

In tema di bancarotta fraudolenta, l'attribuzione della qualifica di amministratore di fatto si fonda sull’esercizio continuativo e significativo dei poteri di gestione, anche non esclusivi, della società.

Cassazione penale sez. V, 10/10/2024, n. 41539

La tenuità del danno nella bancarotta fraudolenta si valuta sull’importo distratto e non sull’entità del passivo fallimentare

La speciale tenuità del danno di cui all'art. 219, comma 3, L. Fall. deve essere valutata in relazione all’importo della distrazione e non all’entità del passivo fallimentare, avendo riguardo alla diminuzione patrimoniale direttamente determinata dalla condotta illecita; una distrazione superiore a importi significativi, come centomila euro, esclude l’applicabilità dell’attenuante.

Ottobre 2024 - Cassazione penale, Sez. 5 Num. 40752 Anno 2024

Tenuità del fatto nella bancarotta: criteri di valutazione del danno ai creditori

A particolare tenuità del fatto deve essere valutata in relazione al danno causato alla massa creditoria in seguito all'incidenza che le condotte integranti il reato hanno avuto sulla possibilità di esercitare le azioni revocatorie e le altre azioni poste a tutela degli interessi creditori.
In ogni caso occorre aver riguardo non già all'entità del passivo ed alla differenza fra attivo e passivo, bensì alla effettiva diminuzione patrimoniale cagionata ai creditori dai fatti di bancarotta dei quali l'imputato deve rispondere.

Ottobre 2024 - Cassazione penale, Sez. 5 Num. 40869 Anno 2024

Bancarotta fraudolenta documentale: differenze tra occultamento e fraudolenta tenuta delle scritture contabili

In tema di bancarotta fraudolenta documentale, l'occultamento delle scritture contabili, per la cui sussistenza è necessario il dolo specifico di arrecare pregiudizio ai creditori, consistendo nella fisica sottrazione delle stesse alla disponibilità degli organi fallimentari, anche sotto forma della loro omessa tenuta, costituisce una fattispecie autonoma ed alternativa - nell'ambito dell'art. 216, comma primo, n. 2), legge fall. - rispetto alla fraudolenta tenuta di tali scritture che, invece, integra un'ipotesi di reato a dolo generico e presuppone un accertamento condotto su libri contabili effettivamente rinvenuti ed esaminati dai predetti organi.

Cassazione penale sez. V, 15/10/2024, n. 40877

L’omessa tenuta della contabilità integra bancarotta fraudolenta (non semplice) se diretta a pregiudicare i creditori

L'omessa tenuta della contabilità interna integra gli estremi del reato di bancarotta documentale fraudolenta - e non quello di bancarotta semplice - qualora si accerti che scopo dell'omissione sia quello di recare pregiudizio ai creditori.

Cassazione penale sez. V, 17/01/2024, (ud. 04/10/2023, dep. 17/01/2024), n.2117

Appello: la motivazione è del tutto congrua se il giudice abbia confutato gli argomenti che costituiscono l'ossatura dello schema difensivo dell'imputato

La motivazione è del tutto congrua se il giudice abbia confutato gli argomenti che costituiscono l'ossatura dello schema difensivo dell'imputato, e non una per una tutte le deduzioni difensive della parte, ben potendo, in tale opera, richiamare alcuni passaggi dell'iter argomentativo della decisione di primo grado, quando appaia evidente che tali motivazioni corrispondano anche alla propria soluzione alle questioni prospettate dalla parte.

Ottobre 2024 - Cassazione penale, Sez. 5 Num. 40860 Anno 2024

Bancarotta fraudolenta documentale: responsabilità dell'amministratore formale per omessa contabilità

L'amministratore di diritto risponde del reato di bancarotta fraudolenta documentale per omessa tenuta o sottrazione delle scritture contabili, anche se investito solo formalmente della carica.

Cassazione penale sez. III, 14/10/2024, (ud. 14/10/2024, dep. 20/11/2024), n.42477

Sequestro probatorio e competenza funzionale nella fase delle indagini preliminari

In tema di sequestro probatorio, la restituzione dei beni può essere richiesta al pubblico ministero procedente; solo in caso di rigetto della richiesta è possibile proporre opposizione al giudice per le indagini preliminari. Un'istanza di restituzione proposta direttamente al giudice, senza seguire tale iter, è affetta da nullità assoluta per incompetenza funzionale. Inoltre, l'ordinanza del giudice sulla restituzione dei beni non è impugnabile prima della decisione nel merito, salvo che non sia stato rispettato l'iter previsto dagli articoli 262 e 263 c.p.p.

Cassazione penale sez. IV, 17/01/2024, (ud. 13/12/2023, dep. 17/01/2024), n.1957

Incidente stradale: l'automobilista è responsabile anche del comportamento imprudente altrui purché rientri nel limite della prevedibilità

In materia di circolazione stradale, con riferimento alla imprevedibilità del comportamento della vittima, deve affernato che esso trova opportuno temperamento nell'opposto principio secondo il quale l'utente della strada è responsabile anche del comportamento imprudente altrui purché rientri nel limite della prevedibilità.

Ottobre 2024 - Cassazione penale, sez. V, 15/10/2024, n. 40877

Bancarotta fraudolenta documentale: configurabilità del dolo generico per contabilità confusionaria

La fattispecie di bancarotta fraudolenta documentale, di cui alla seconda ipotesi dell'art. 216, comma primo,
n. 2), I. fall. richiede il dolo generico, ossia la mera consapevolezza che la confusa tenuta della contabilità può rendere impossibile la ricostruzione delle vicende del patrimonio.

Cassazione penale sez. IV, 10/10/2024, n.40685

Furto lieve per bisogno: configurabile solo per valore tenue e necessità urgente e grave

Il furto lieve per bisogno è configurabile nei casi in cui la cosa sottratta sia di tenue valore e sia effettivamente destinata a soddisfare un grave ed urgente bisogno; ne consegue che, per far degradare l'imputazione da furto comune a furto lieve, non è sufficiente la sussistenza di un generico stato di bisogno o di miseria del colpevole, occorrendo, invece, una situazione di grave ed indilazionabile bisogno alla quale non possa provvedersi se non sottraendo la cosa.

Per un commento alla sentenza:
https://www.avvocatodelgiudice.com/articoli/furto-lieve-bisogno-stato-di-necessit%C3%A0

Ottobre 2024 - Cassazione penale, Sez. 5 Num. 40865 Anno 2024

Bancarotta fraudolenta patrimoniale prefallimentare: è un reato di pericolo concreto

Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale prefallimentare è un reato di pericolo concreto, in cui l'atto di depauperamento deve risultare idoneo ad esporre a pericolo l'entità del patrimonio della società in relazione alla massa dei creditori e deve permanere tale fino all'epoca che precede l'apertura della
procedura fallimentare.

Ottobre 2024 - Cassazione penale, Sez. 5 Num. 40753 Anno 2024

Reati fallimentari: applicabilità dell’aggravante per pluralità di fatti di bancarotta nella bancarotta fraudolenta impropria

In tema di reati fallimentari, è applicabile la circostanza aggravante comune della pluralità di fatti di bancarotta di cui all'art. 219, comma secondo, n. 1 I. fall. all'ipotesi della bancarotta fraudolenta impropria, sia alla previsione di cui all'art. 223, comma primo, che prevedendo lo stesso trattamento sanzionatorio stabilito per la bancarotta propria implica l'applicabilità del relativo regime sanzionatorio nella sua interezza, comprensivo, pertanto, del regime dell'aggravante in questione; sia all'ipotesi di cui all'art. 223, comma secondo, riguardo a cui la previsione della applicabilità della pena prevista dal primo comma dell'art. 216, deve intendersi comprensiva dell'intero trattamento sanzionatorio previsto per la bancarotta propria, e dunque anche del regime dell'aggravante.

Cassazione penale sez. VI, 25/10/2023, n.46374

Peculato: non sussiste se il pubblico ufficiale si appropria di somme versate per un"fundraising"

Il delitto di peculato, che richiede nel soggetto attivo il possesso del denaro o della cosa mobile per ragioni d'ufficio o di servizio, è incompatibile con un affidamento devoluto solo "intuitu personae" al pubblico ufficiale o all'incaricato di pubblico servizio, ovvero scaturito da una situazione "contra legem" o evidentemente abusiva, senza alcuna relazione legittima con l'oggetto materiale della condotta. (Fattispecie in tema di "fundraising", relativa all'appropriazione, da parte di una dirigente della Polizia di Stato, delle somme versate dai privati a titolo di liberalità, perché realizzasse progetti nell'interesse della Questura).

Cassazione penale sez. III, 16/03/2024, n.13226

Nullità dell'interrogatorio di garanzia: non determina la nullità dell'ordinanza di custodia cautelare

La nullità dell'interrogatorio di garanzia in sede di udienza di convalida dell'arresto non determina la nullità dell'ordinanza che dispone la misura della custodia cautelare, essendo quest'ultima un provvedimento distinto ed autonomo rispetto a quello di convalida, ma determina esclusivamente la necessità di compiere un valido interrogatorio nel termine previsto dall'art. 294 cod. proc. pen., a pena di inefficacia della misura.

Cassazione penale, Sez. 5, Num. 40750/2024

Reati fallimentari: prova della posizione di amministratore di fatto attraverso elementi sintomatici

In tema di reati fallimentari, la prova della posizione di amministratore di fatto si traduce nell'accertamento di elementi sintomatici dell'inserimento organico del soggetto con funzioni direttive in qualsiasi fase della sequenza organizzativa". Tali elementi possono includere la presenza costante in azienda, la partecipazione alle decisioni strategiche e la gestione delle risorse aziendali, anche senza una nomina formale.

Cassazione penale sez. III, 12/04/2024, n.29355

Reati tributari: l'affermazione della natura fittizia degli elementi passivi è legittima se i fornitori sono inesistenti e le fatture generiche

In tema di reati tributari, l'affermazione della natura fittizia degli elementi passivi nelle dichiarazioni fiscali è legittima quando la Corte di merito rilevi l’inesistenza effettiva dei fornitori emittenti delle fatture contestate e la genericità delle indicazioni riportate nei documenti contabili, soprattutto se tali operazioni riguardano rilevanti importi economici e sono supportate da uno studio di consulenza fiscale.
La corrispondenza tra i costi fatturati e le uscite dai conti correnti societari non è di per sé sufficiente a dimostrare l’autenticità delle operazioni, in particolare in assenza di chiari beneficiari dei pagamenti. In sede di legittimità, è preclusa una rivalutazione delle risultanze istruttorie finalizzata a proporre interpretazioni alternative, qualora le argomentazioni della sentenza d’appello siano sorrette da una logica ricostruzione dei fatti e da adeguati elementi indiziari.

Cassazione penale sez. V, 17/01/2024, (ud. 27/09/2023, dep. 17/01/2024), n.2113

Ricorso per cassazione: sentenza dichiarativa dell'estinzione del reato e motivi attinenti all'ammissibilità della richiesta di sospensione del processo con messa alla prova

Con il ricorso per cassazione proposto nei confronti della sentenza dichiarativa dell'estinzione del reato non possono essere proposti motivi attinenti all'ammissibilità della richiesta di sospensione del processo con messa alla prova, essendo i medesimi preclusi dall'avvenuta decorrenza del termine entro il quale deve essere proposta l'impugnazione avverso l'ordinanza di cui all'art. 464-quater, commi 3 e 7, cod. proc. pen. che dispone la sospensione del giudizio per messa alla prova.

Cassazione penale sez. II, 27/02/2024, (ud. 27/02/2024, dep. 08/03/2024), n.9952

Intercettazioni: onere della parte e rilevanza probatoria

In tema di intercettazioni di comunicazioni, qualora in sede di legittimità venga eccepita l'inutilizzabilità dei relativi risultati, è onere della parte, a pena di inammissibilità del motivo per genericità, indicare specificamente l'atto che si ritiene affetto dal vizio denunciato e la rilevanza degli elementi probatori desumibili dalle conversazioni, posto che l'omissione di tali indicazioni incide sulla valutazione della concretezza dell'interesse ad impugnare

Cassazione penale sez. VI, 12/09/2024, (ud. 12/09/2024, dep. 20/09/2024), n.35378

Omessa notificazione dell'avviso per il giudizio d'appello al difensore di fiducia: nullità insanabile

L'omessa notificazione dell'avviso per il giudizio d'appello al difensore di fiducia dell'imputato determina nullità d'ordine generale insanabile, a nulla rilevando che la notifica sia stata effettuata al difensore d'ufficio, perché l'imputato non può essere privato del diritto di affidare la propria difesa alla persona che riscuota la sua fiducia, riconosciuto dall'art. 6, comma terzo lett. c), CEDU.

Cassazione penale sez. fer., 13/08/2024, n.32671

L'amministratore di diritto risponde del reato di omessa dichiarazione come autore principale e non ex art. 40 c.p.

In tema di omessa dichiarazione, il legale rappresentante di un ente che non abbia dello stesso l'effettiva gestione non risponde ex art. 40, comma secondo, cod. pen. per violazione dei doveri di vigilanza e controllo derivanti dalla carica rivestita, ma quale autore principale della condotta, in quanto direttamente obbligato ex lege a presentare le dichiarazioni relative alle imposte sui redditi o sul valore aggiunto di soggetti diversi dalle persone fisiche, che devono essere da lui sottoscritte e, solo in sua assenza, da chi abbia l'amministrazione, anche di fatto.

Cassazione penale sez. VI, 10/09/2024, n.35786

Violazione dell’art. 570 c.p.: l’incapacità economica deve essere assoluta e incolpevole

L'incapacità economica dell'obbligato, intesa come impossibilità di far fronte agli adempimenti sanzionati dall'art. 570 cod. pen., deve essere assoluta e deve altresì integrare una situazione di persistente, oggettiva ed incolpevole indisponibilità di introiti che non può ritenersi dimostrata sulla base della mera documentazione dello stato formale di disoccupazione dell'obbligato.

Cassazione penale sez. VI, 09/04/2024, (ud. 09/04/2024, dep. 10/04/2024), n.14887

Legittimità del mandato di arresto europeo in Caso di interrogatorio dell'imputato

Il mandato di arresto europeo (MAE) può essere emesso anche per consentire l'interrogatorio dell'imputato, senza che sia necessario che egli si sia reso latitante o sia fuggito. Questo è permesso dalla normativa italiana e dalla giurisprudenza consolidata di legittimità.

La competenza per valutare la necessità o meno del mandato di arresto europeo spetta all'autorità giudiziaria dello Stato che lo emette, e non a quella dello Stato di esecuzione. Quest'ultima ha il compito di dare esecuzione al mandato senza sindacare le valutazioni fatte dall'autorità giudiziaria dello Stato di emissione.

L'esecuzione del mandato di arresto europeo può avvenire anche per consentire la partecipazione dell'imputato a un processo pendente, anche se non è stata emessa alcuna misura cautelare nei suoi confronti. L'importante è che l'autorità giudiziaria dello Stato di emissione abbia ritenuto necessaria la presenza dell'imputato per svolgere atti istruttori o per esercitare l'azione penale.

Cassazione penale sez. IV, 17/09/2024, n.38473

Quando si applica l'attenuante della minore gravità nella violenza sessuale

Ai fini del riconoscimento della circostanza attenuante della minore gravità prevista dall’art. 609-bis u.c. c.p., la valutazione deve considerare complessivamente:
a) Mezzi e modalità esecutive,
b) Grado di coartazione esercitato sulla vittima,
c) Condizioni fisiche e mentali della vittima,
d) Caratteristiche psicologiche ed età,
per accertare che la libertà sessuale non sia stata compressa in modo grave e che il danno arrecato, anche psichico, non sia stato significativo.
Tuttavia, la presenza di un solo elemento di conclamata gravità è sufficiente per escludere l’applicazione dell’attenuante

Cassazione penale sez. III, 09/04/2024, (ud. 09/04/2024, dep. 13/04/2024), n.15631

Provvisionale: non è impugnabile con ricorso per cassazione

Non è impugnabile con ricorso per cassazione la statuizione pronunciata in sede penale e relativa alla concessione e quantificazione di una provvisionale, trattandosi di decisione di natura discrezionale, meramente delibativa e non necessariamente motivata, per sua natura insuscettibile di passare in giudicato e destinata ad essere travolta dall'effettiva liquidazione dell'integrale risarcimento.

Cassazione penale sez. V, 19/09/2024, n.40505

Sospensione condizionale e percorsi di recupero in caso di stalking: quando si applica la legge del 2019

La disposizione introdotta dall’art. 6, comma 1, L. n. 69/2019, che prevede l’obbligatoria subordinazione della sospensione condizionale della pena alla partecipazione a specifici percorsi di recupero nei casi di condanna per reati come l’art. 612-bis c.p., ha natura di norma penale sostanziale in quanto incide negativamente sull’afflittività della sanzione. Pertanto, in base al principio di irretroattività della legge penale sfavorevole (art. 25, comma 2, Cost. e art. 2 c.p.), tale disposizione non può essere applicata retroattivamente a fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Cassazione penale sez. IV, 26/09/2024, n.37663

Aggravante della violenza sulle cose: definizione e applicabilità nel reato di furto

L’aggravante della "violenza sulle cose" ex art. 625 n. 2 cod. pen. si configura quando il colpevole esercita energia fisica per superare una resistenza posta a difesa di un bene, anche solo alterandone la destinazione, danneggiandola o trasformandola. Tale nozione è delineata anche dall’art. 392, secondo comma, cod. pen., che ritiene sussistente la violenza sulle cose quando si verifica una modificazione o un danno al bene, rendendo così applicabile l’aggravante nel caso di forzatura, manomissione o rottura

Cassazione penale sez. III, 25/09/2024, n.38909

Violenza sessuale: il dissenso implicito è elemento costitutivo e non è escluso dal mancato rifiuto in situazioni di coercizione

Il dissenso della persona offesa costituisce un elemento costitutivo, sia pure implicito, della fattispecie delittuosa della violenza sessuale, necessario perché sussista la condotta tipica; e che l'errore su di esso rileva come errore di fatto, sicché incombe sull'imputato l'onere fornire la prova del relativo assunto.
Il mancato dissenso ai rapporti sessuali con il proprio coniuge, in costanza di convivenza, non ha valore scriminante quando sia provato che la parte offesa abbia subito tali rapporti per le violenze e le minacce ripetutamente poste in essere nei suoi confronti, con conseguente compressione della sua capacità di reazione per timore di conseguenze ancor più pregiudizievoli, dovendo, in tal caso, essere ritenuta sussistente la piena consapevolezza dell'autore delle violenze del rifiuto, seppur implicito, ai congiungimenti carnali.

Cassazione penale sez. IV, 18/09/2024, n.36940

Furto di energia elettrica: valore probatorio del verbale di verifica e limiti di utilizzabilità

In tema di furto di energia elettrica, il verbale di verifica costituisce atto irripetibile e confluisce nel fascicolo del dibattimento, ma è utilizzabile esclusivamente in relazione alla prova del fatto storico dell'avvenuta verifica relativa alla sottrazione di energia elettrica, alle modalità in cui tale sottrazione è avvenuta, con particolare riferimento allo stato dei luoghi e al quantum di energia sottratta. Il verbale di verifica non può però, invece, contenere né veicolare dichiarazioni rese da un soggetto, che in quel frangente, rivestiva la veste di "persona nei cui confronti vengono svolte le indagini.
Ciò in quanto l'art. 62 cod. proc. pen. prevede che: "Le dichiarazioni comunque rese nel corso del procedimento dall'imputato o dalla persona sottoposta alle indagini non possono formare oggetto di testimonianza".

Cassazione penale sez. II, 25/09/2024, n.37166

Maltrattamenti in famiglia: il requisito della convivenza tra comunanza e solidarietà

Ai fini della configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.), il requisito della convivenza richiede una coabitazione caratterizzata da una relazione qualificata da comunanza materiale e spirituale di vita, con aspettative di reciproca solidarietà e assistenza. Non è sufficiente una semplice condivisione di spazi abitativi derivante da ragioni contingenti o legata a una mera amicizia.
La nozione di "famiglia" o "convivenza", in ambito penale, implica:
a) Una relazione stabile con radicate aspettative di mutua solidarietà.
b) Una duratura comunanza d'affetti, che può fondarsi su rapporti di coniugio, parentela, o altra stabile condivisione abitativa.
c) L’applicazione dell’art. 572 c.p. in assenza di tali elementi configurerebbe una interpretazione analogica della norma incriminatrice a sfavore del reo, preclusa dall’art. 25, comma 2, Cost.

Cassazione penale sez. V, 17/09/2024, n.40304

Atti persecutori: le condotte reiterate configurano il reato anche con lunghe pause

Il delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.), reato abituale e di danno, si configura attraverso la reiterazione di condotte persecutorie che, considerate nel loro complesso, determinano l'evento lesivo. La rilevanza giuridica non è attribuita alla datazione dei singoli atti, ma alla loro identificabilità come segmenti di una condotta unitaria, causalmente orientata alla produzione dell'evento, anche quando intervallati da un prolungato lasso temporale. Eventuali pause tra le condotte o richieste di ammonimento non interrompono necessariamente la sequenza causale.

Cassazione penale sez. VI, 26/09/2024, n.37747

Violenza sistematica sui minori: da abuso dei mezzi di correzione a maltrattamenti

L'uso sistematico della violenza come ordinario trattamento di un minore affidato non può essere ricondotto al reato di abuso dei mezzi di correzione (art. 571 c.p.), nemmeno quando sostenuto da un presunto animus corrigendi, ma integra il più grave reato di maltrattamenti (art. 572 c.p.).
Per configurare il reato di abuso dei mezzi di correzione, è necessario che:
a) La risposta educativa sia proporzionata alla gravità del comportamento del minore.
b) Non si adottino comportamenti che ledano l’incolumità fisica o siano afflittivi per la personalità del minore.
c) L'intenzione soggettiva dell’agente di agire a fini educativi non è sufficiente a inquadrare la condotta nella fattispecie meno grave dell’art. 571 c.p., poiché il nesso tra mezzo e fine correttivo deve essere valutato in termini oggettivi e in conformità al contesto culturale e normativo vigente

Cassazione penale sez. V, 25/09/2024, n.40301

Atti persecutori: il grave turbamento si desume anche senza certificato medico

Ai fini della configurabilità del reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.), non è necessaria la produzione di una certificazione medica attestante il grave turbamento psicologico della vittima; è sufficiente che tale stato di disagio sia desumibile dalle dichiarazioni della vittima, dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta dell'agente e dalla condotta stessa dell’agente.

Cassazione penale sez. II, 27/02/2024, (ud. 27/02/2024, dep. 11/03/2024), n.10209

Dibattimento: acquisizione dichiarazioni irreperibili

La legittima acquisizione al fascicolo del dibattimento delle dichiarazioni rese in fase investigativa da persona successivamente divenuta irreperibile richiede:
a) l'accertamento rigoroso della irreperibilità, attraverso l'effettuazione di ricerche da effettuare sia sul territorio nazionale, che sul territorio estero, attraverso il ricorso a tutti gli strumenti di ricerca disponibili;
b) la verifica della "ragione dell'allontanamento", funzionale alla doverosa esclusione della riconducibilità dello stesso alla volontà di sottrarsi al contraddittorio;
c) la valutazione della imprevedibilità dell'irreperibilità nella fase investigativa, dato che la eventuale prevedibilità impone l'attivazione del contraddittorio incidentale; d) la verifica che le dichiarazioni siano state raccolte con il rispetto di "adeguate garanzie procedurali", o in alternativa, la verifica dell'esistenza di elementi di conferma esterna ai contenuti accusatori.

Cassazione penale sez. IV, 10/09/2024, n.34781

Delitto di furto: tutela del possesso e legittimazione a proporre querela

Il bene giuridico protetto dal delitto di furto è individuabile non solo nella proprietà o nei diritti reali personali o di godimento, ma anche nel possesso - inteso come relazione di fatto che non richiede la diretta fisica disponibilità - che si configura anche in assenza di un titolo giuridico e persino quando esso si costituisce in modo clandestino o illecito, con la conseguenza che anche al titolare di tale posizione di fatto spetta la qualifica di persona offesa e, di conseguenza, la legittimazione a proporre querela.
In applicazione di questo principio è stata riconosciuta al direttore di un supermercato la legittimazione a proporre querela.

Cassazione penale sez. II, 25/09/2024, n.37162

L’abolitio criminis del reato presupposto esclude la configurabilità del delitto di ricettazione

Per la configurazione del delitto di ricettazione, è necessario che il bene oggetto della condotta sia provento di un reato. Qualora il reato presupposto non sia configurabile perché la condotta da cui deriva il bene è stata depenalizzata o non costituisce più reato a seguito di abolitio criminis, viene a mancare il presupposto giuridico essenziale per l’integrazione della fattispecie di ricettazione. In altre parole, l’abolitio criminis relativa al reato presupposto impedisce la configurabilità del reato di ricettazione, poiché il bene non può essere considerato provento di un reato.

Cassazione penale sez. III, 25/09/2024, n.38881

Violenza sessuale: rileva la natura erotica dell’atto e la violazione della libertà sessuale, indipendentemente dall’intenzione dell’agente

In tema di violenza sessuale (art. 609-bis c.p.), la natura sessuale dell’atto deriva dalla sua idoneità a essere oggettivamente valutato, secondo criteri scientifici, culturali e sociali, come erotico, idoneo cioè a esprimere o stimolare il piacere sessuale, a prescindere dall’intenzione dell’agente. Il toccamento volontario di parti del corpo intrinsecamente connotate da sessualità (come genitali, glutei o seno) su persona non consenziente integra il reato, poiché viola il diritto alla libera determinazione della propria sessualità. Tale condotta rientra nella fattispecie anche se attuata con modalità insidiose o rapide (es. palpamenti, sfregamenti), purché connotata da costrizione, inganno, o abuso.

Cassazione penale sez. III, 22/02/2024, (ud. 22/02/2024, dep. 08/03/2024), n.10100

Patteggiamento: interesse dell'imputato e ricorso per cassazione

In tema di patteggiamento, è configurabile l'interesse dell'imputato a proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento emessa de plano, anziché previa fissazione dì udienza, anche nel caso di applicazione della pena nei termini esattamente indicati dalle parti, qualora quest'ultimo rappresenti uno specifico interesse al contraddittorio davanti al giudice di merito al fine di argomentare le proprie richieste di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 cod. proc. pen.

Cassazione penale sez. fer., 06/08/2024, (ud. 06/08/2024, dep. 14/08/2024), n.32670

Nel giudizio di legittimità, le memorie sottoscritte dall'indagato personalmente non possono essere esaminate

Nel giudizio di legittimità le memorie difensive non possono essere sottoscritte dalla parte personalmente, atteso che, a seguito della riforma dell'art. 613, comma 1, cod. proc. pen., come interpolato dall'art. 1, comma 63, della legge 23 giugno 2017, n. 103, tali atti vanno redatti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell'albo speciale della Corte di cassazione.

Cassazione penale sez. II, 12/01/2024, n.8310

Dichiarazione fraudolenta: reato configurato per divergenze documentali oggettive, soggettive e sovrafatturazione

Il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti sussiste sia nell'ipotesi di inesistenza oggettiva dell'operazione, cioè quando non sia stata posta mai in essere nella realtà, sia in quella di inesistenza soggettiva, ossia quando l'operazione vi sia stata ma per quantitativi inferiori a quelli indicati in fattura, sia infine nel caso di sovrafatturazione qualitativa, nel quale la fattura attesti la cessione di beni e-o servizi aventi un prezzo maggiore di quelli forniti, in quanto oggetto di repressione penale è ogni tipo di divergenza tra la realtà commerciale e la sua espressione documentale. (In motivazione, la Corte ha precisato che l'esposizione nella dichiarazione di dati fittizi anche solo soggettivamente implica la creazione delle premesse per un rimborso al quale non si ha diritto e l'indicazione di un soggetto diverso da quello che ha effettuato la fornitura non è circostanza indifferente ai fini dell'Iva, dal momento che la qualità del venditore può incidere sulla misura dell'aliquota e, conseguentemente, sull'entità dell'imposta che l'acquirente può legittimamente detrarre.

Cassazione penale sez. IV, 20/03/2024, (ud. 20/03/2024, dep. 25/03/2024), n.12180

Responsabilità dell'utente della strada: affidamento sulle norme e prevedibilità dei rischi

Il principio di diritto elaborato dalla Corte di Cassazione in questa sentenza riguarda la responsabilità dell'utente della strada nell'osservanza delle norme di prudenza e sicurezza, nonostante eventuali comportamenti imprudenti di altri utenti.
In particolare, l'utente della strada può fare affidamento sull'osservanza delle norme da parte degli altri, ma è comunque responsabile anche del comportamento imprudente altrui, purché rientri nel limite della prevedibilità.
Questo principio è temperato dall'obbligo dell'utente di adottare comportamenti adeguati alla situazione e di prevedere potenziali rischi, anche in presenza di violazioni da parte di altri.

Cassazione penale sez. fer., 13/08/2024, (ud. 13/08/2024, dep. 14/08/2024), n.32676

Non può essere data esecuzione ad un mandato di arresto europeo emesso per esclusive finalità investigative

Non può essere data esecuzione ad un mandato di arresto europeo emesso per esclusive finalità investigative, disancorate dall'esercizio dell'azione penale, dovendosi garantire un uso proporzionale dell'euromandato ed essendo possibile il ricorso, ai detti fini, a strumenti di cooperazione non coercitivi nell'ambito dello spazio giuridico comune, alla stregua della Direttiva 2014/41/UE sull'Ordine europeo d'indagine.

Cassazione penale sez. fer., 29/08/2024, n.36458

Il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti è un reato istantaneo

Il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti si connota come reato istantaneo, che si perfeziona al momento in cui la dichiarazione annuale è presentata agli uffici finanziari.

Cassazione penale sez. IV, 26/06/2024, (ud. 26/06/2024, dep. 09/07/2024), n.26959

Contestazioni a catena e retrodatazione: onere della prova e condizioni per il riesame

Costituisce onere della parte che, nel procedimento di riesame, invochi l'applicazione della retrodatazione della decorrenza del termine di custodia cautelare, in presenza di contestazioni a catena, fornire la prova dell'esistenza delle condizioni di applicazione di tale retrodatazione riferite al termine interamente scaduto al momento del secondo provvedimento cautelare e alla desumibilità dall'ordinanza applicativa della misura di tutti gli elementi idonei a giustificare l'ordinanza successiva.

Cassazione penale sez. fer., 08/08/2024, n.32376

Stalking: non è necessaria la preordinazione delle condotte di minaccia e molestia

Nel reato di stalking, l'elemento soggettivo è integrato dal dolo generico, rappresentato dalla volontà di porre in essere più condotte di minaccia e molestia, nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice e dell'abitualità del proprio agire.
Il dolo non postula la preordinazione di tali condotte - elemento non previsto sul fronte della tipicità normativa - potendo queste ultime, invece, essere in tutto o in parte anche meramente casuali e realizzate qualora se ne presenti l'occasione.

Luglio 2024 - Cassazione penale sez. V, 03/07/2024, n.33085

Bancarotta fraudolenta documentale e dolo specifico

In tema di bancarotta fraudolenta documentale, l'occultamento delle scritture contabili, per la cui sussistenza è necessario il dolo specifico di recare pregiudizio ai creditori, consistendo nella fisica sottrazione delle stesse alla disponibilità degli organi fallimentari, anche sotto forma della loro omessa tenuta, costituisce una fattispecie autonoma ed alternativa - in seno all'art. 216, comma primo, lett. b), legge fall. - rispetto alla fraudolenta tenuta di tali scritture, in quanto quest'ultima integra un'ipotesi di reato a dolo generico, che presuppone un accertamento condotto su libri contabili effettivamente rinvenuti ed esaminati dai citati organi.
L'indirizzo in esame ha superato l'interpretazione che tendeva ad equiparare - a riguardo delle condotte riconducibili alla fattispecie di bancarotta fraudolenta documentale nella duplice declinazione, specifica e generica - l'omissione della tenuta della contabilità alla sua conservazione irregolare od incompleta; l'omissione connota l'inesistenza degli adempimenti contabili, ritenuta equivalente alla sottrazione o all'occultamento di scritture esistenti e non consegnate al curatore, purché accompagnata dalla prova dello scopo di trarne un ingiusto profitto o di recare nocumento alla massa creditizia; invece, la cura irregolare o incompleta di un impianto contabile messo a disposizione della curatela, per assurgere all'integrazione del più grave delitto di bancarotta fraudolenta documentale nella forma di cui all'art. 216 comma primo n. 2, seconda ipotesi, R.D. n. 267 del 1942 rispetto a quello di bancarotta semplice di cui all'art. 217 comma 2 del R.D. n. 267 del 1942, deve essere caratterizzata - quanto all'elemento soggettivo - dal dolo generico di "fraudolenza", inteso quantomeno come compiuta rappresentazione che le scritture consegnate alla curatela del fallimento non renderanno possibile la puntuale ricostruzione del patrimonio o dell'andamento degli affari ovvero, in altre parole, come consapevolezza che la tenuta della contabilità sarà potenzialmente idonea ad influire sulla rituale ricostrubilità ed intellegibilità degli accadimenti aziendali da parte degli organi fallimentari.
Pertanto, l'ipotesi di omessa tenuta dei libri contabili può rientrare - in questi termini - nell'alveo della bancarotta fraudolenta documentale di cui all'art. 216 comma 1 n. 2, prima ipotesi, del R.D. n. 267 del 1942, ma solo qualora si accerti (e si dia conto) che scopo dell'omissione sia stato quello di assicurarsi un profitto ingiusto o di recare pregiudizio ai creditori, atteso che altrimenti risulterebbe impossibile distinguere tale fattispecie da quella, analoga sotto il profilo materiale, prevista dall'art. 217 comma 2 L. Fall.

Cassazione penale sez. I, 12/07/2024, (ud. 12/07/2024, dep. 24/07/2024), n.30393

Connessione: la competenza per territorio si determina con riguardo alla contestazione formulata dal PM

Nell'ipotesi di reati connessi, la competenza per territorio si determina avendo riguardo alla contestazione formulata dal Pubblico ministero, a meno che essa non contenga errori macroscopici ed immediatamente percepibili.

Cassazione penale sez. II, 04/07/2024, n.27764

Estorsione: violazione della libertà negoziale costituisce ingiusto profitto con danno al contraente-vittima

Integra il reato di estorsione la condotta di chi, ingerendosi in un affare altrui, costringe il contraente-vittima ad una prestazione in violazione della propria autonomia e libertà negoziale. In tal caso, infatti, anche laddove la pretesa sia in qualche modo riferibile al patto originario (che nel caso in esame ne costituisce soltanto l'occasione), l'elemento dell'ingiusto profitto con altrui danno è implicito nel fatto stesso che il contraente-vittima sia costretto al rapporto in violazione della propria autonomia negoziale, impedendogli di perseguire i propri interessi economici nel modo e nelle forme ritenute più confacenti ed opportune.

Luglio 2024 - Cassazione penale sez. V, 02/07/2024, n.33465

Bancarotta documentale: non è necessario che l'omissione annotativa sia perdurata per tutta la vita dell'impresa

Come si desume dalla norma (che parla di sottrazione, distruzione o falsificazione, "in tutto o in parte" dei libri o delle altre scritture contabili) anche la parziale carenza di documentazione integra la fattispecie di cui alla prima parte dell'articolo 216, comma 1, n. 2, r.d. 267/1942.
Non è necessario che detta omissione annotativa sia perdurata per tutta la vita dell'impresa, né che essa riguardi tutte le scritture contabili, ben potendo essere parziale, sia in riferimento all'oggetto che in riferimento allo sviluppo, potendo essa manifestarsi sia in senso diacronico che sincronico. Ciò, peraltro, emerge inequivocabilmente dal testo della disposizione normativa, che chiarisce come la condotta riguarda "...in tutto o in parte ..." le scritture contabili, potendo, quindi, manifestarsi attraverso la radicale carenza di tutte o di parte delle scritture e dei libri contabili e non in una loro tenuta lacunosa, connotata da omissioni annotative, come già detto in precedenza. Si è, inoltre, spiegato, ad ulteriore individuazione del discrimine tra le due fattispecie delineate dalla disposizione di cui all'art. 216, comma 1, n. 2, legge fallimentare, che la fraudolenta tenuta delle scritture, a dolo generico, presuppone un accertamento condotto su libri contabili effettivamente rinvenuti ed esaminati dai predetti organi.

Cassazione penale sez. IV, 26/03/2024, n.16689

Omicidio stradale: revoca della patente e obbligo di motivazione in assenza di aggravanti

In tema di omicidio stradale il giudice che, in assenza delle circostanze aggravanti della guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, applichi la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente di guida, in luogo di quella, più favorevole, della sospensione, deve dare conto, in modo puntuale, delle ragioni che lo hanno indotto a scegliere il trattamento più sfavorevole sulla base dei parametri di cui all'art. 218, comma 2, cod. strada.

Cassazione penale sez. IV, 11/01/2024, n.7410

Omicidio stradale: sui criteri di determinazione della durata della sospensione della patente

I criteri di riferimento, tanto nella individuazione della sanzione amministrativa accessoria quanto nella determinazione della durata della sospensione della patente eventualmente applicata, sono quindi, in luogo di quelli di cui all'art. 133 cod. pen., quelli previsti dall'art. 218, comma 2, cod. strada, sicché le motivazioni relative alla commisurazione giudiziale della pena e alla sanzione amministrativa accessoria restano autonome.

Cassazione penale sez. III, 09/07/2024, n.33280

Reati tributari: responsabilità penale per uso di fatture false se dimostrata l’inesistenza delle operazioni e la natura di 'cartiera' delle società

In materia di reati tributari, la responsabilità penale per l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti sussiste quando è dimostrata l’inesistenza oggettiva delle operazioni fatturate e la natura di "cartiera" delle società emittenti. L’assenza di documentazione bancaria comprovante i pagamenti o la mancata dimostrazione dell’effettivo pagamento delle fatture indicate in contabilità rafforza l’evidenza della frode. Inoltre, l’affidamento su un professionista per la gestione delle pratiche contabili e fiscali non esime l’imprenditore dalla responsabilità penale, poiché gli obblighi di veridicità e correttezza delle dichiarazioni fiscali sono considerati personali e non delegabili, con la sola eccezione della predisposizione tecnica e dell’inoltro telematico dell’atto.

Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.36776

L'evasione artificiosa della tassa di successione configura truffa aggravata ai danni dello Statoe

È configurabile il delitto di truffa aggravata ai danni dello Stato, ove ne sussistano gli ulteriori elementi costitutivi, nella condotta di artificiosa evasione della tassa di successione, in quanto, non ricadendo tale materia impositiva in alcuna disposizione del d.lg. 10 marzo 2000, n. 74, non è configurabile alcun rapporto di specialità, né alcuna duplicazione incriminatrice rispetto alla normativa penal-tributaria. (Fattispecie cautelare relativa, tra l'altro, al contestato delitto di cui all'art. 640, comma 2, n. 1, c.p., consistito nella rappresentazione fittizia della residenza abituale della de cuius in Svizzera, tale da determinare la fraudolenta sottrazione all'erario alla tassa di successione della stessa).

Luglio 2024 - Cassazione penale sez. V, 10/07/2024, n.32173

Bancarotta fraudolenta: la disponibilità di documentazione fiscale della società prova la qualifica di amministratore di fatto

Costituiscono indici fattuali rivelatori della qualifica di amministratore di fatto dell'imputato la disponibilità di buste paga dei dipendenti e documentazione fiscale della società.

Cassazione penale sez. VI, 01/07/2024, n.30633

Sequestro preventivo per confisca allargata: necessaria congruenza tra profitti illeciti e valore dei beni confiscabili"

In tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca allargata ex art. 240-bis, c.p., quest'ultima si giustifica se, e nei soli limiti in cui, le condotte criminose ascritte al condannato risultino essere state fonte di profitti illeciti, in quantità ragionevolmente congruente rispetto al valore dei beni che si intendono confiscare, la cui origine lecita lo stesso non sia stato in grado di giustificare. (In applicazione del principio, la Corte ha annullato con rinvio l'ordinanza del tribunale del riesame che aveva confermato il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e quote societarie, a fronte del reato di ricettazione di un ciclomotore ascritto all'indagato).

Cassazione penale sez. V, 17/01/2024, (ud. 04/10/2023, dep. 17/01/2024), n.2118

Armi: si considerano tutti quegli strumenti che possano essere utilizzati per l'offesa alla persona

Devono considerarsi armi, sia pure improprie, tutti quegli strumenti, anche non da punta o da taglio, che, in particolari circostanze di tempo e di luogo, possano essere utilizzati per l'offesa alla persona - ha affermato che, "in tema di lesioni personali volontarie, ricorre la circostanza aggravante dell'uso di uno strumento atto ad offendere di cui all'art. 585, comma secondo, n. 2, cod. pen., laddove la condotta lesiva sia in concreto realizzata adoperando qualsiasi oggetto, anche di uso comune e privo di apparente idoneità all'offesa", da ciò derivando la procedibilità d'ufficio del reato.

Cassazione penale sez. II, 19/07/2024, n.29969

Appello: la irrituale notifica del decreto di citazione all'imputato determina una nullità assoluta solo se lede il diritto di difesa

In tema di notificazioni, ove il decreto di citazione per il giudizio di appello sia notificato all'imputato in luogo diverso rispetto al domicilio validamente eletto o dichiarato, si determina una nullità di ordine generale a regime intermedio, che va dedotta entro i termini decadenziali previsti dall'art. 182 cod. proc. pen., salvo che l'irrituale notifica risulti, in concreto, inidonea a consentire l'effettiva conoscenza dell'atto da parte del destinatario, configurandosi, in tal caso, una nullità assoluta per omessa notificazione di cui all'art. 179 cod. proc. pen.

Cassazione penale sez. IV, 10/07/2024, (ud. 10/07/2024, dep. 16/07/2024), n.28482

Nullità dell'avviso 415 bis c.p.p. ed abnormità

Non è abnorme il provvedimento con cui il giudice del dibattimento - rilevata l'invalidità della notifica dell'avviso di conclusione delle indagini di cui all'art. 415 bis cod. proc. pen., in realtà ritualmente eseguita - dichiari erroneamente la nullità del decreto di citazione a giudizio, disponendo la trasmissione degli atti al pubblico ministero, trattandosi di provvedimento che, lungi dall'essere avulso dal sistema, costituisce espressione dei poteri riconosciuti al giudice dall'ordinamento.

Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.39483

Dichiarazione fraudolenta con fatture false: configurazione del reato e differenza con l'art. 4 D.Lgs. 74/2000

Il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 2 D.Lgs. n. 74/2000) si configura con la registrazione contabile o la conservazione di tali fatture ai fini probatori e il successivo inserimento degli elementi fittizi nella dichiarazione fiscale. È irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la coincidenza temporale tra la registrazione contabile delle fatture false e la presentazione della dichiarazione, essendo sufficiente la loro successiva integrazione nella dichiarazione stessa. La fattispecie dell’art. 2 ha carattere prioritario e sanziona con maggiore severità rispetto all’art. 4, il quale ha natura residuale e si applica solo in assenza di fatture per operazioni inesistenti, documenti falsi, o mezzi fraudolenti volti a ostacolare l’accertamento fiscale.

Cassazione penale sez. II, 11/07/2024, n.34636

La minaccia di vie legali può integrare estorsione se volta a coartare la volontà altrui per ottenere vantaggi ingiusti

La minaccia di adire le vie legali, pur avendo un'esteriore apparenza di legalità, può, infatti, integrare l'elemento costitutivo del delitto di cui all'art 629 cod. pen. quando sia formulata non con l'intenzione di esercitare un diritto, ma con lo scopo di coartare l'altrui volontà e conseguire risultati non conformi a giustizia (il principio è stato espresso in un caso in cui gli imputati avevano evocato vicende "inconfessabili" che sarebbero emerse nel corso di un instaurando processo civile, reclamando la corresponsione di un compenso non dovuto in cambio della mancata instaurazione di esso.

Cassazione penale sez. III, 04/07/2024, n.39971

Reati tributari: distinzione tra gli articoli 2, 3 e 4 del D.Lgs. 74/2000 sulla base della natura fraudolenta

In materia di reati tributari, la distinzione tra le fattispecie previste dagli articoli 2, 3 e 4 del D.Lgs. n. 74 del 2000 risiede nella natura fraudolenta della condotta: mentre gli articoli 2 e 3 sanzionano rispettivamente l’uso di fatture per operazioni inesistenti e la dichiarazione fraudolenta mediante artifici, l’articolo 4 si applica in via residuale a condotte non caratterizzate da mezzi fraudolenti. Rientra, pertanto, nell’art. 3 la condotta di chi alteri mastrini bancari o adotti mezzi idonei a ostacolare l’accertamento della falsità contabile, poiché tali azioni richiedono un quid pluris rispetto alla mera falsa rappresentazione contabile e comportano l’impiego di artifici volti a indurre in errore l’amministrazione finanziaria.

Cassazione penale sez. fer., 30/07/2024, n.31395

Gratuito patrocinio: in caso di false dichiarazioni o omissioni irrilevante la sussistenza delle condizioni per l'ammissione al beneficio

Risulta integrato il delitto previsto dall'art. 95 D.P.R. n. 115 del 2002 in ipotesi di false indicazioni o di omissioni anche parziali dei dati di fatto riportati nella dichiarazione sostitutiva di certificazione o in ogni altra dichiarazione prevista per l'ammissione ali patrocinio a spese dello Stato, indipendentemente dalla effettiva sussistenza delle condizioni di reddito per l'ammissione al beneficio.

Cassazione penale sez. V, 03/07/2024, n.33203

Infermità della persona offesa e procedibilità d'ufficio nel reato di furto: non solo infermità come stato patologico

In tema di furto, l'infermità, fisica o psichica, della persona offesa, che costituisce presupposto normativo per la procedibilità d'ufficio del delitto di cui all'art. 624, c.p., come modificato dall'art. 2, comma 1, lett. i), d.lg. 10 ottobre 2022, n. 150, non deve essere circoscritta ai soli casi di infermità psichica intesa come stato patologico, ma può essere estesa anche ai casi di carenza o anomalia mentale o cognitiva o di particolare vulnerabilità della persona offesa, tale da influire, anche in modo transeunte od occasionale, sulla pienezza delle facoltà intellettive e tale da inficiare la capacità di autodeterminazione o di opposizione dinanzi all'altrui condotta illecita. (Fattispecie in tema di furto commesso ai danni di persona quasi ottuagenaria nei cui confronti era stata utilizzata anche una sostanza chimica i cui effetti destabilizzanti erano stati percepiti dall'anziana).

Luglio 2024 - Cassazione penale sez. V, 02/07/2024, n.33476

Bancarotta fraudolenta per distrazione - Riesame - Inammissibilità

Nessuna massima presente

Cassazione penale sez. VI, 08/07/2024, n.32039

Art. 570 c.p. e art. 570-bis c.p.: distinzione tra mancato mantenimento e mezzi di sussistenza

Integra il delitto di cui all'art. 570, comma 2, n. 2, c.p., e non anche quello di violazione degli obblighi di assistenza familiare in caso di separazione o di scioglimento del matrimonio, che rimane assorbito nel primo, la condotta dell'agente che ometta di versare in favore di figli minori l'assegno liquidato in sede civile, in quanto il reato di cui all'art. 570-bis, c.p. richiede esclusivamente la mancata corresponsione dell'assegno di mantenimento, mentre quello di violazione degli obblighi di assistenza familiare richiede che da tale inadempimento consegua la mancata prestazione dei mezzi di sussistenza.

Cassazione penale sez. VI, 08/07/2024, n.32042

Maltrattamenti aggravati: la richiesta di separazione e affidamento non compromette l’attendibilità della vittima

In tema di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza di figli minori, la pendenza di ricorso per separazione coniugale con richiesta di affidamento esclusivo dei figli, promosso dalla persona offesa, non inficia per sé sola l'attendibilità di questa.

Cassazione penale sez. V, 02/07/2024, n.36217

Diffamazione: il dolo richiede la consapevolezza della comunicazione a terzi

In tema di diffamazione, l'elemento psicologico consiste nella volontà e rappresentazione che la frase intenzionalmente lesiva dell'altrui reputazione, anche se comunicata a una sola persona, venga sicuramente a conoscenza di almeno un'altra persona. (Fattispecie in cui la Corte ha annullato la sentenza impugnata che aveva considerato consapevolmente "comunicata a più persone" una missiva, contenente espressioni offensive, trasmessa attraverso l'applicativo "Messanger" al presidente di un'associazione, sul presupposto, non provato, della certa previsione, da parte del reo, che anche i membri del direttivo dell'associazione avessero l'accesso a tale applicativo).

Cassazione penale sez. II, 03/07/2024, n.28587

Sequestro preventivo per ricettazione: il fumus del reato richiede elementi certi sulla provenienza delittuosa dei beni

In tema di sequestro preventivo, la sussistenza del fumus del delitto di ricettazione non può essere desunta, nel caso di rinvenimento di rilevanti somme di denaro o di preziosi della cui disponibilità non sia fornita giustificazione, dalle sole modalità di occultamento dei beni e dalla mancanza di redditi lecitamente prodotti, in assenza di elementi ulteriori, significativi della certa provenienza dei primi da un delitto presupposto. (In motivazione, la Corte ha altresì precisato che costituivano indici ulteriori della provenienza delittuosa dei beni vincolati gli accertati contatti del detentore con esponenti della criminalità, il suo precedente coinvolgimento in fatti di reato produttivi di profitto e il contestuale possesso di oggetti strumentali alla perpetrazione di altri reati).

Cassazione penale sez. IV, 05/07/2024, n.29160

Tentato furto ed estinzione del reato per condotte riparatorie in appello: applicazione dell'art. 162-ter c.p

La causa di estinzione del reato di cui all'art. 162-ter, c.p. trova applicazione anche nel giudizio di appello in caso di sopravvenuta procedibilità a querela del reato, a condizione che l'offerta riparatoria o risarcitoria sia tempestivamente formulata nelle more del giudizio di impugnazione, così da consentire al giudice di verificarne la congruità. (Fattispecie relativa al tentativo di furto di beni esposti in un esercizio commerciale, in cui il versamento dell'offerta riparatoria, parzialmente effettuato prima dell'apertura del dibattimento di primo grado, era stato completato anteriormente alla celebrazione dell'appello e all'entrata in vigore del d.lg. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha reso il delitto procedibile a querela).

Cassazione penale sez. III, 11/07/2024, n.32770

Si configura violenza sessuale per ogni atto che limita la libertà e invade la sfera sessuale della vittima

In tema di violenza sessuale (art. 609-bis c.p.), rientrano nella nozione di atti sessuali tutte le condotte che, attraverso violenza, minaccia, induzione o abuso di autorità, siano idonee a compromettere la libera determinazione della sessualità della persona e a invadere la sua sfera sessuale.
Il concetto di violenza comprende non solo l'uso di energia fisica per vincere la resistenza della vittima, ma anche qualsiasi atto che limiti la libertà del soggetto passivo, costringendolo a subire atti sessuali contro la propria volontà.
Non è necessaria una violenza tale da annullare completamente la volontà della vittima: è sufficiente che la volontà risulti coartata e che l'invasione della sfera sessuale avvenga senza il consenso della persona offesa, anche con modalità insidiosamente rapide, come palpamenti, sfregamenti o baci.

Cassazione penale sez. V, 09/07/2024, n.39722

Rapporto tra tortura e maltrattamenti: concorso di reati risolto tramite il principio di continenza

Il rapporto tra il delitto di tortura (art. 613-bis c.p.) e quello di maltrattamenti (art. 572 c.p.), entrambi reati caratterizzati dalla durata (eventualmente abituale per la tortura e necessariamente abituale per i maltrattamenti), va risolto applicando i princìpi del concorso di reati.
In particolare:
1) Per individuare la norma prevalente è necessario verificare se esiste un rapporto di continenza tra le norme, confrontandole strutturalmente e comparandone gli elementi costitutivi.
2) La continenza richiede che una fattispecie contenga tutti gli elementi di un’altra, aggiungendone di ulteriori, con la conseguenza che la fattispecie più specifica prevale su quella generica.
3) Tale confronto deve essere svolto sul piano astratto, considerando i requisiti che concorrono a definire le fattispecie incriminatrici.

Cassazione penale sez. VI, 02/07/2024, n.35370

Fine convivenza: maltrattamenti in famiglia o atti persecutori? Ecco quando si configurano

Nei casi di cessazione della convivenza more uxorio, è configurabile il delitto di maltrattamenti in famiglia, e non invece quello di atti persecutori, quando tra i soggetti permanga un vincolo assimilabile a quello familiare, per il mantenersi di consuetudine di vita comune o per l'esercizio condiviso della responsabilità genitoriale ex art. 337-ter cod. civ.
Invece, si configura il reato di atti persecutori, nella forma aggravata prevista dall'art. 612-bis, comma secondo, cod. pen., quando non residua neppure una aspettativa di solidarietà nei rapporti tra l'imputato e la persona offesa, perché non risultano insorti vincoli affettivi e di assistenza assimilabili a quelli tipici della famiglia o della convivenza abituale.

bottom of page